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Il raggio di sole dell'agriturismo nell'estate italiana più nera

Ormai è certo, l'estate italiana dal punto di vista del giro d'affari turistico è stata un disastro. Colpa del maltempo, certo, ma anche ovviamente del morso della crisi che non accenna a diminuire di intensità.
Stando ad Unioncamere, il risultato è semplice e drammatico: l'estate italiana si è chiusa con un calo dei pernottamenti del -5,6% a luglio e del -3,8% ad agosto e il 48% delle imprese che dichiara una diminuzione degli affari nei mesi estivi (a fronte del 42,7% che registra sostanziale stabilità e del 9,2% che mette a segno un aumento rispetto all'estate 2013). Una situazione che, a ben vedere, si deve anche alla difficoltà del Paese di posizionarsi sui mercati in modo innovativo, offrendo prodotti di svago aggiuntivi e fortemente qualificanti che possano superare le "intemperie".
Diversa, sembra, è la situazione dell'agriturismo che in qualche modo si è difeso, seppur soffrendo anch'esso degli effetti della congiuntura difficile. Stando a Coldiretti-Terranostra, per esempio, più di quattro famiglie italiane su dieci avrebbero deciso di andare in vacanza con meno di 500 euro a persona per l'estate 2014. Con una sola meta: un'azienda agrituristica in grado di offrire serenità e buona tavola a prezzi abbordabili. Sempre stando alle previsioni, di fatto realizzate, dei coltivatori, meno di un italiano in vacanza su tre ha preferito l'albergo e il 3% un agriturismo.
Ma non basta, perché la difficile estate degli italiani ha colpito pure l'industria alimentare che – ha fatto ancora notare Coldiretti – è il solo settore produttivo a far registrare una riduzione con un calo dell'1,3% in termini di produzione ad agosto rispetto a luglio 2014. Colpa, appunto, dell'andamento negativo delle vacanze degli italiani, che hanno tagliato il budget di spesa anche per gli alimentari mentre alcuni prodotti tipicamente stagionali hanno fatto registrare un calo dei consumi a causa del maltempo.
A poco, a questo punto, è servito un settembre più favorevole dal punto di vista climatico. Sempre secondo i coltivatori diretti, nello scorso mese, quasi la metà degli italiani ha partecipato a sagre e feste di paese, ma sempre con uno spirito improntato al gran risparmio e al ritorno alle cose semplici e buone e soprattutto poco costose.
Insomma, clima e pochi soldi indicano una sola strada: trovare nuovi modi per attirare consumatori. Da questo punto di vista ha ragione Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, che ha commentato: «Nell'era di Internet e della globalizzazione, occorre rendersi conto che l'offerta turistica tradizionale non basta più». Il difficile è dare seguito a questa constatazione. E forse proprio dall'agriturismo
può arrivare qualche suggerimento.
avvenire.it

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