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Mense km 0 per bimbi e anziani? Un motore per economia locale

Quasi 4.000 pasti preparati con prodotti locali e serviti ogni giorno a bambini e anziani di 61 dei 74 comuni della Valle d’Aosta, con il coinvolgimento di 107 aziende agroalimentari del territorio: sono alcuni numeri del progetto ‘Io mangio valdostano’, promosso dal Consorzio degli enti locali della Valle d’Aosta (Celva), la delegazione regionale dell’Anci. Avviato nel 2011, il progetto è prima di tutto una risposta politica degli amministratori degli enti locali alla necessità di rilanciare l’economia di un territorio montano che, a causa della crisi economica, rischiava lo spopolamento e l’abbandono dei terreni agricoli (con i conseguenti problemi di tenuta idrogeologica). All’aspetto produttivo si unisce quello della qualità e della valorizzazione della materia prima. Gli anziani - ospitati nelle microcomunità o come utenti dei servizi di assistenza domiciliare - ritrovano nel piatto i sapori di un tempo, mentre nelle refezioni scolastiche i bambini assaggiano sani piatti tipici che non sempre conoscono. Grande, in questo senso, è il lavoro del Celva per coinvolgerli in questo viaggio di riscoperta e approfondimento culturale: dalle visite nelle aziende agricole ai laboratori didattici in classe, durante lo scorso anno scolastico sono stati oltre 600 i ragazzi di 17 istituzioni scolastiche interessati dal progetto. ‘Io mangio valdostano’ adotta i menù tipo validati dal Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione (Sian) dell’azienda Usl della Valle d’Aosta che, una volta a settimana, prevedono la proposta di piatti di tradizione, nel rispetto delle grammature e degli apporti nutrizionali necessari per la crescita: polenta con spezzatino, carbonada e piselli e crespelle alla valdostana – ad esempio – nei mesi invernali e carpaccio di mocetta, formaggio fresco e polenta con spezzatino e salsiccetta in primavera e autunno. Verdura, ortaggi, carne, burro e yogurt, ma anche i Dop della Valle d’Aosta, dalla Fontina al Jambon de Bosses: facendo leva sull’aumento dei prodotti di prossimità nelle mense e nei servizi di somministrazione dei pasti agli anziani (a domicilio e nelle microcomunità), i sindaci valdostani hanno voluto dare lo slancio per creare nuove opportunità di lavoro nell’economia agricola e agroalimentare locale. In funzione delle proprie risorse e competenze, ogni ente personalizza il progetto, acquistando i prodotti dalle aziende iscritte all’apposito elenco regionale. Un modo quindi per superare le difficoltà del momento, senza perdere la propria identità rurale. Fatta spesso da micro-aziende a gestione famigliare, che lavorano in modo ‘eroico’ sul filo della stagionalità alpina tra i 300 e i 1.500 metri di quota, in una regione dove 41 comuni su 74 hanno meno di 1.000 abitanti.
ansa

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