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2017 INVITO IN TERRA SANTA DA NAZARETH 17 GIUGNO 2017 | 24 GIUGNO 2017

1° giorno, ITALIA | TEL AVIV | NAZARETH

Ritrovo dei partecipanti all’aeroporto concordato; disbrigo delle formalità d’imbarco e partenza con volo di linea per Tel Aviv. Arrivo nel pomeriggio, incontro con la guida e trasferimento a Nazareth. Operativo aereo permettendo sosta sul Monte Carmelo e visita alla chiesa che custodisce la Grotta di Elia; sistemazione in albergo | casa religiosa, cena e pernottamento.
OBIETTIVO - Prepararsi a vivere il pellegrinaggio come occasione di incontro personale con il Signore e riscoprire così la fede come una buona notizia per la propria vita.


2° giorno, TABOR | NAZARETH

In mattinata saliremo al Tabor per visitare la Basilica dove faremo memoria della Trasfigurazione: da questa collina si gode un meraviglioso panorama sulla piana di Israele; rientro a Nazareth e visita. Qui l’evangelista Matteo pone la Santa Famiglia e dove, Gesù ha insegnato di sabato nella sinagoga. La visita proseguirà con la Chiesa di S. Giuseppe e la Chiesa ortodossa di San Gabriele, detta “Fontana della Vergine”. Se aperto visita al Museo francescano.
OBIETTIVO - A Nazareth siamo invitati a entrare nel segreto della vita di Maria, prototipo della fede del credente. In lei, vergine e madre concepita senza peccato, possiamo ammirare come Dio avesse pensato l'umanità. Lei è la nuova Eva, che recupera con il suo “sì” il “no” pronunciato da Eva.

3° giorno, IL LAGO DI TIBERIADE

Dopo la prima colazione, visiteremo il lago di Tiberiade, luogo della chiamata dei primi 4 discepoli e dell’attività messianica di Gesù, che comprendeva l’insegnamento nelle sinagoghe, la guarigione dalle malattie, la chiamata e la formazione dei discepoli, la preghiera.
Inizieremo con la sosta al Monte delle Beatitudini; raggiungeremo poi Cafarnao per visitare il sito e la chiesa dedicata a Pietro. Condizioni atmosferiche permettendo, salperemo su un battello per raggiungere il Kibbutz di En Gev per il pranzo. Sempre costeggiando il lago raggiungeremo la località di Tabgha dove visiteremo la Chiesa del Primato (la Chiesa Benedettina della Moltiplicazione dei pani oggi è chiusa). Rientro a Nazareth facendo una sosta a Cana.
OBIETTIVO - Nella visita al lago e ai suoi villaggi, vedremo in che modo Gesù è il Signore e il Messia. Il suo modo di fare suscita stupore, gioia, ma anche incomprensioni e ostilità. Tutti si chiedono chi è e da dove viene. Molti si aspettano da lui che guarisca tutte le malattie e liberi il popolo dai romani: i suoi miracoli però sono un invito alla condivisione e alla guarigione del cuore.


4° giorno, QASR EL YAHUD | GERICO | CAMPO DEI PASTORI | BETLEMME

Dopo la prima colazione partenza per la Giudea, costeggiando il famoso fiume biblico Giordano che segna il confine con la nazione omonima. Sosta al sito di Qasr El Yahud, il luogo che ricorda il battesimo di Gesù; proseguimento per Gerico per il pranzo e breve giro orientativo.
Se possibile incontro con la realtà parrocchiale francescana del posto e proseguimento per Betlemme, facendo una sosta al Campo dei pastori. Proseguimento per Betlemme, per la visita alla Basilica della Natività. Sistemazione in albergo |casa religiosa, cena e pernottamento.
OBIETTIVO - Oggi gusteremo la buona notizia della piccolezza di Dio che accetta di farsi uomo, e prima ancora bambino, come tutti. Il mettersi in fila con i peccatori per ricevere il battesimo ci fa capire che è disposto a tutto pur di starci vicino.


5° giorno, MASADA | MAR MORTO | BETLEMME

Di primo mattino trasferimento verso il Mar Morto in località Masada che raggiungeremo attraversando una depressione di almeno 200 metri sotto il livello del mare. Visita dell’antica fortificazione che fu eretta nel II sec. a. C. e rinforzata successivamente da Erode il Grande.
Dall’altro ammireremo un meraviglioso panorama sul deserto di Giuda e a ovest sul deserto del Neghev. Pranzo sul mar Morto con possibilità di fare il bagno in una piazzola attrezzata e rientro a Betlemme per il proseguimento delle visite.
OBIETTIVO - In questa giornata scenderemo nel deserto per ricordare e gustare il dono del creato. Attraversare le zone aride e le oasi ci fa percepire la benevolenza di Dio, che sa suscitare la vita anche dove non c'è nulla. Il deserto e il Mar Morto sono metafora del peccato, ma sono anche i luoghi in cui Dio è venuto a cercare l'uomo per non lasciarlo solo.


6° giorno, MONTE MORIA | MONTE SION | MONTE DEGLI ULIVI

In primissima mattinata, raggiungeremo il Muro della cinta erodiana, denominato Ha Kothel, il posto più sacro della religione ebraica che si ergeva sul Monte Moria: dal piazzale (senza salire) vedremo le cupole delle moschee islamiche di Al’ Aqsa e della Roccia – non visitabili. Passando dalla Porta di Sion o da quella dei Magrebini, raggiungeremo a piedi il Cenacolo sul Monte Sion, dove faremo memoria dell’ultima cena e della discesa dello Spirito Santo. Visita al Cenacolino francescano, alla Basilica della Dormizione e alla Chiesa del Gallicantu.
Nel pomeriggio saliremo al Monte degli Ulivi: sosta all’Edicola dell’Ascensione, alla chiesa che conserva la Grotta detta del Pater Noster e al Dominus Flevit. Raggiugeremo infine il Getzemani, o Basilica delle Nazioni, la Grotta dell’Arresto e la chiesa ortodossa della Tomba di Maria.
OBIETTIVO - Ripercorriamo a Gerusalemme i luoghi dove Gesù ha trascorso i suoi ultimi giorni. In particolare, nel Cenacolo facciamo memoria dell'eucaristia: Gesù si fa piccolo come un pezzo di pane e un bicchiere di vino per essere a disposizione di tutti, anche di chi lo sta tradendo o abbandonando. In questo modo ci dimostra che l'amore è più forte del male, che l'amore dura per sempre, che Dio è amore.

7° giorno, YAD VASHEM | LA VIA DOLOROSA

In mattinata, raggiungeremo il Memoriale dell’Olocausto, lo Yad Vashem, una via crucis dei nostri tempi.
In mattinata visiteremo la Chiesa di St. Anna e la Piscina Probatica. Poi, percorreremo la “Via Dolorosa”, lungo un itinerario sul quale, per devozione popolare, sono segnate le diverse stazioni della Via Crucis. Nel percorso prevediamo solo alcune visite: alla Chiesa della Flagellazione; alla 6° stazione (dedicata a Veronica); alla 9° stazione (dove si trova il patriarcato copto); alla Basilica della Resurrezione, con la visita approfondita al Calvario e al Santo Sepolcro.
OBIETTIVO - La visita al Santo Sepolcro intende infonderci una grande speranza: la tomba vuota di Gesù ci ricorda che anche noi siamo destinati a risorgere, anima e corpo. Come possiamo credere che sia veramente risorto? Rileggendo i vangeli e facendo memoria del modo in cui è morto, a cominciare dalle ultime ore della sua vita, raccontate nelle stazioni della Via Crucis.


8° giorno, AIN KAREM | TEL AVIV | ITALIA

Tempo libero a Gerusalemme; in tempo utile, partenza per Ain Karem dove si ricordano la visita di Maria ad Elisabetta e la nascita del figlio di Elisabetta, San Giovanni Battista, colui che sin dal grembo materno annuncia l’arrivo del Signore. Visita alla Chiesa di San Giovanni Battista e alla Chiesa della Visitazione. Operazioni d’imbarco e partenza per l’Italia (transitando per lo scalo di Roma). Termine dei servizi.
OBIETTIVO – sull’esempio di Maria che va a trovare la cugina Elisabetta, anche noi ci prepariamo attraverso questa giornata al rientro nella nostra vita quotidiana, per portare lì le buone notizie scoperte in questo itinerario. Elisabetta ci invita a non aver paura di andare verso gli altri, perché in loro sta già operando quello stesso Spirito che ci spinge alla missione e che fa esultare il cuore.
fonte: Pellegrinaggi Custodia di Terra Santa

Natività, quasi pronto il restauro made in Italy A Betlemme coperto il 60% del programma. Si punta a 2019

BETLEMME - Un intervento di restauro, emblema dell'eccellenza italiana e già diventato una mostra e un bel documentario, nonostante manchino ancora almeno due anni alla sua ultimazione: è quello che sta per recuperare interamente la Basilica della Natività a Betlemme, tra i luoghi di maggior importanza spirituale del pianeta, condotto dall'impresa pratese Piacenti SpA. ''Abbiamo ormai coperto il 60 per cento di questo programma di recupero, confidiamo di completare il restauro per il 2019. Non ci dovrebbero essere problemi, se saranno rispettati i tempi dei finanziamenti'', ha detto Giammarco Piacenti intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del progetto svoltasi oggi a Roma.
    Promosso dall'Autorità Palestinese nel 2013, l'intervento ha finora richiesto investimenti per circa otto milioni di euro, uno sforzo a cui partecipano 25 nazioni, dal Vaticano ai paesi europei alla Russia (il maggior finanziatore), dalla Turchia al Marocco, nonché da quattro banche e altrettanti investitori privati palestinesi. "Per portare a termine la totalità degli interventi - ha aggiunto Piacenti - servono altri sei milioni e devo dire che nell'elargizione dei fondi non abbiamo fin qui subito ritardi". Dopo tre anni e mezzo trascorsi a Betlemme, il restauratore sembra aver capito come funzionano le cose. Del resto il progetto prospettato dalla sua azienda è stato selezionato tra molti altri competitor di dimensioni internazionali ("in fondo eravamo rimasti in tre, noi, una grande impresa russa e una americana") per l'esperienza accumulata in anni e anni di attività, per qualità e affidabilità, che avrebbero garantito tra l'altro la trasformazione di quel restauro in una vera e propria occasione di studio.
    Non a caso, l'appalto aggiudicatosi dalla Piacenti ha comportato il trasferimento in loco di 170 addetti, tra maestranze, restauratori, archeologi, ognuno di per sé un'eccellenza, capaci insieme di riproporre la grande scuola italiana del restauro. Come testimonia anche la scelta dei materiali, portati non senza difficoltà a Betlemme su 33 container. Il taglio critico è stato quello (brandiano) di mostrare sempre l'intervento di recupero, usando le materie più adeguate. Ad esempio per l'immenso soffitto ligneo, chiamato significativamente 'il Cielo', sono stati usati diversi tipi di legni pregiati, in corrispondenza alle diverse edificazioni succedutesi nei secoli. Per armonizzare l'intervento, ha spiegato Giammarco Piacenti, occorreva trovare una soluzione nuova, individuata sia nell'impiego di legno antico sia di una resina speciale, messa a punto dal Cnr.
    Dal suo avvio, il restauro ha consentito l'approfondimento delle conoscenze scientifiche sulla Basilica, fondata in epoca costantiniana e poi ricostruita dall'imperatore Giustiniano nel V secolo. Pur resistendo, dalla sua fondazione a oggi, a invasioni, guerre, dominazioni, ma l'incuria, il tempo e le infiltrazioni hanno compromesso gravemente l'edificio, da sempre meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Trasformata in una sorta di cantiere medievale,la Basilica, ha sottolineato Piacenti, è diventata una 'fabbrica del duomo', dove le maggiori competenze e specializzazioni hanno riportato alla luce tesori perduti. Come la magnifica decorazione a mosaico del XII secolo, che comprende la processione angelica, di cui sono oggi sopravvissuti circa 130 mq di tessere musive originali e il ritrovamento di un settimo angelo.
    I passi futuri dell'intervento di restauro (che ora sta ripristinando l'intero impianto elettrico) riguarderanno la pavimentazione a mosaico e le colonne.
    (ANSA).
   
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La Natività ''ritrovata'' a Betlemme. In viaggio tra i restauri della Basilica patrimonio Unesco

Centinaia di mani al lavoro. Decine di pennellini, piccole spatole, ma anche grandi chiodi, lastre di piombo, chilometri di ponteggi. In tutto 170 specialisti all'opera. ''Sembra quasi di essere nel cantiere del Duomo'', dice Giammarco Piacenti, Ceo della ditta, italianissima, che porta il suo cognnome. E invece siamo in uno dei luoghi più cari al mondo per la cristianità, ma sacro anche ad ogni viaggiatore appassionato d'arte e archeologia o per chiunque creda che anche solo una ''grotta'' possa essere il più forte messaggio di pace nel mondo.
    E' la Basilica della Natività a Betlemme, patrimonio Unesco dal 2012 e dal 2013 teatro di quell'imponente opera di restauro che oltre a metterla in sicurezza e ricostruirne il tetto ''cercando di salvare il più possibile dell'originale), sta svelando, almeno in parte, come doveva apparire quel luogo sacro secoli fa ai milioni di fedeli in pellegrinaggio.
    ''Qui tutto era un sontuoso e lucente cammino verso la Grotta'', racconta Marcello Piacenti, site manager del progetto di restauro. Lo testimoniano i colori ritrovati dei mosaici alle pareti: verdi sgargianti, turchesi, rosso, tantissimo oro, che ora sono tornati a luccicare sulle tessere di pasta vitrea dedicate alla vita di Gesù. Due mila metri quadrati di mosaici, al tempo illuminati da 32 finestre in più e ''mai toccati prima - racconta Giammarco Piacenti - Ma si calcola che 28 milioni e mezzo di tessere siano andate perdute per l'incuria''. Commissionata dall'Imperatore Costantino e da sua madre Elena, inviata dal figlio nelle provincie dell'Impero alla ricerca dei luoghi sacri alla cristianità (celati tre secoli prima da Adriano), la Basilica fu costruita tra il 327 e il 339 d.C., distrutta dai Samaritani nel VI secolo e subito ricostruita da Giustiniano. Quello voluto dal Presidential Commitee for the Restoration of the Natività Church, e finanziato anche da tanti stati "amici" della Basilica, è il primo vero intervento di restauro, realizzato, però, ''senza mai chiudere l'accesso ai visitatori''. E allora, giorno dopo giorno, magari entrando dal quel capolavoro in legno, oggi restaurato, della Porta Armena, sotto le mille lampade colorate tipiche di questa parte del mondo, ecco nuovi segreti che i restauri stanno svelando. Come ''il ciuchino che porta Gesù a Gerusalmemme - racconta il CEO - che sembra proprio sorridere. Quasi si rendesse conto dell'importanza della persona che sta accompagnando''. C'è poi il settimo angelo, per secoli scomparso alla vista, ora riemerso grazie alla termografia con la sua tunica di tessere bianche e celesti e l'aureola dorata. E qui e là anche le ''ferite'' importanti di assedi e pallottole.
    ''Ci sono poi particolari che siamo andati a cercare con ostinazione, perché le fonti ci raccontavano essere lì'', dice ancora Marcello Piacenti. Come quelle tracce d'oro e malachite che testimoniano che anche i capitelli erano lucenti e colorati, così come gli architrave in cedro libanese '' pieni di dettagli lumeggianti, tra ovoli dorati, disegni di volute, rosoni'', quasi in un ricchissimo broccato. Proprio lassù, nascosta agli occhi di chi passeggia nella grande navata, la scoperta di nuove, sconosciute, tracce dell'epoca di Costantino. ''Si tratta - spiegano - di materiali lignei da reimpiego, decorati, trovati all'interno degli architravi di Giustiniano e ad essi precedenti''. Sarà il Carbonio 14 a confermare o meno datazione e teoria, giudicata però ''possibile'' dagli archeologi.
    Intanto nei prossimi mesi, un nuovo ''svelamento'', quando una dopo l'altra le 50 imponenti colonne della navata centrale d'epoca giustinianea, con i 30 capitelli, verranno ''spacchettate'' per passare nelle mani dei resturatoi. E' l'inizio della Fase 3 dei lavori, per la quale è partita la campagna di fundraising ''adotta una colonna'' (obbiettivo 2 milioni e 300 mila euro-www.nativityrestoration.ps) e che rivelerà anche i colori delle pitture crociate del XII secolo che le ricoprivano, dal rosso al giallo, con i ritratti dei santi ad affollarne i fusti. La strada è ancora lunga: altri 2 anni e mezzo di lavori, raccontati in un documentario di Tommaso Santi, con l'ultima parte della sacra grotta che sarà ad appannaggio esclusivo delle Chiese. Ma al termine dei quali troveranno nuova ''luce'' anche i mosaici di Elena, per ora sotto al livello calpestabile della navata e visibili solo aprendo grandi botole. ''Circa 100 metri quadrati di tessere del IV secolo - conclude Giammarco Piacenti - per le quali stiamo studiando un camminamento di passerelle sospese come quello di Aquileia''.(ANSA).