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Cresce il turismo e il Marocco punta a 17 milioni al 2026

 

Il Marocco ha accolto quasi un milione di visitatori nel gennaio di quest’anno, segnando un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È il Ministero del Turismo che annuncia il risultato, sottolineando che oltre 992mila turisti hanno visitato il Paese lo scorso mese. La crescita degli arrivi, secondo la stessa fonte, è dovuta ad un aumento del 9,5% dei marocchini residenti all’estero e ad un aumento dell’11% per i turisti stranieri.

L’obiettivo dichiarato dal Marocco è quello di attrarre 17,5 milioni di turisti entro il 2026. Secondo le statistiche ufficiali, lo scorso anno il Marocco ha accolto 14,5 milioni di visitatori, segnando un aumento del 34% rispetto al 2022, e del 12% rispetto al 2019. L’Ufficio dei cambi del Marocco conferma che le entrate del settore hanno raggiunto i 10,5 miliardi di dollari l’anno scorso. Ciò rappresenta un aumento dell’11,7% delle entrate generate dal settore dell’ospitalità in Marocco. Con il Marocco che ospiterà la Coppa d’Africa (AFCON) nell’estate del 2025, si prevede una nuova ondata di turisti destinata inoltre ad aumentare visto che nel 2030, il paese ospiterà la Coppa del Mondo FIFA insieme a Spagna e Portogallo.

travelnostop.com


Marocco per tutti i gusti: dai mandorli in fiore alla maratona nel deserto Marocco per tutti i gusti: dai mandorli in fiore alla maratona nel deserto

 

Il 2024 sarà un anno ricco di eventi per tutto il MaroccoDar Darma, riad del XVIII secolo nel cuore della medina di Marrakech, ha selezionato gli eventi da non perdere per i primi mesi dell’anno. Tra questi spicca sicuramente l’Almond Blossom Festival di Tafraout: tutto il mese di febbraio è un’occasione scoprire i prodotti della tradizione e festeggiare il raccolto di mandorle. Grazie al successo ottenuto con il passare degli anni, questo appuntamento che si svolge tra le rovine romane si è trasformato in una vera e propria celebrazione folkloristica, con musica tradizionale berbera, danze e spettacoli.

23/27 febbraio – Dune Desert Marathon: il deserto di Merzouga ospita la Dune Desert Marathon, un’esperienza completa per gli sportivi che potranno abbinare la gara a un ricco programma di attività che comprende, tra le altre cose, visita alle oasi e tour in 4×4. La corsa, di tre tipologie (maratona, mezza maratona e 10 km) si svolge su un tragitto principalmente pianeggiante, intervallato da dune.

14/16 marzo – Festival des Nomades: il villaggio alle porte del deserto di M’hamid El Ghizlane si veste a festa per un grande festival dedicato al nomadismo, alla sua cultura, musica, arte, artigianato, sport e gastronomia. I partecipanti potranno assistere a spettacoli e danze tradizionali, ascoltare musica, scoprire l’hockey su sabbia, la corsa di dromedari chiamata e assaggiare il pain de sable.

1/7 aprile – ATP 250  Final Tennis Marrakech: torna The Grand Prix Hassan II, dal 1990 parte del circuito ATP. Il torneo si svolge su campi di terra rossa di Marrakech, unica tappa dell’ATP Tour nel continente africano.

12-22 aprile – Marathon des Sables: si terrà la 38° edizione di questa leggendaria maratona, che dal 1986 si svolge interamente nel Sahara marocchino, sulla distanza di 250 km divisa in 5 tappe. La traversata, percorribile di corsa o camminando, dura 11 giorni (9 dei quali nel deserto).

Fine aprile/maggio – Festival delle rose: infine, l’evento per eccellenza della primavera in Marocco. È il festival dedicato alla rosa, che si svolge nella Vallata del Draa, a Kelaat Mgouna. Le celebrazioni del raccolto durano solitamente tre giorni e attirano circa 20.000 visitatori, che possono assistere alla diverse fasi del raccolto, a canti e danze tradizionali.

guidaviaggi.it

In Marocco per i bagni di sabbia

RABAT - Ci sono bagni di sabbia che valgono più di un tuffo nelle acque cristalline. A Merzouga, in pieno Sahara, quando le dune non sono più bollenti, i Tuareg leniscono i dolori alle articolazioni immergendosi nella sabbia. Nelle zone più incontaminate di quello che 10 milioni di anni fa era un mare, tra bivacchi per turisti e tende di famiglie nomadi, da molti secoli si scavano letti profondi un metro, dentro ai quali ci si stende avvolti in un sudario per 10 minuti. Subito dopo, lasciati i teli zuppi, ci si siede a terra, avvolti in asciugamani, per bere il tè necessario a reidratarsi.
    L'usanza è antica come le storie che si tramandano di padre in figlio, in questa zona ai piedi di Erg Chebby, dove si trovano le dune più alte del Sahara nel Marocco sudorientale, a 50 chilometri dal confine con l'Algeria. Qui la cultura è berbera, la medicina è rigorosamente naturale e neppure il passaggio degli arabi nel corso dei secoli ha cambiato le antiche abitudini.
    Benedetta da un quarto posto nella più classifica delle migliori destinazioni di turismo salubre dal National Geographic Traveler Magazine, dopo Quebec in Canada, Aguas Caliente in Perù e Bath in Gran Bretagna, Merzouga si prepara ad accogliere i turisti che, anche in perfetta forma fisica, vogliono provare questa sorta di sauna "a secco". Numerosi hotel nella zona organizzano i bagni di sabbia, anche se la pratica è rimasta fin qui quasi clandestina, riservata ai pochi cultori stranieri del genere e ai molti marocchini che si fanno prescrivere il trattamento dal medico di base per curare reumatismi, lombalgie, artriti e dolori ossei. I bagni di sabbia si fanno preferibilmente ad ottobre, o a giugno, quando la morsa del caldo allenta e le temperature, dai 50 gradi di luglio e agosto, scende fino ai 27-30, ma i più audaci allungano la stagione del turismo per la salute anche ai mesi di luglio e settembre.
ansa

Alto Atlante, le montagne 'svizzere' del Marocco


(di Ida Bini)

Ad appena cento chilometri dall’esotica Marrakesh, viaggiando verso est, si scoprono pascoli verdi, boschi di eucalipti e lecci, laghetti alpini e mucche al pascolo; un paesaggio strano, insolito, sicuramente inaspettato rispetto a quello più stereotipato di deserto, suq e oasi a cui si è abituati in terra di Marocco. L’inconsueto paesaggio bucolico, più elvetico che africano, appartiene alla catena montuosa dell’Alto Atlante, che ospita vette altissime, anche sopra i 3mila metri, dove d’inverno si fa trekking ma si può anche sciare.

Il viaggio su queste montagne permette di scoprire luoghi seducenti e un po’ misteriosi ma soprattutto forti contrasti come le ampie vallate color smeraldo interrotte da profonde gole rocciose, simili a canyon americani, erose dal vento caldo del Sahara.

L’itinerario, da fare rigorosamente con un fuoristrada per la presenza di lunghi tratti non asfaltati, parte da Tizi n’Tichka, a 2.260 metri, il passo più alto del Paese, e attraversa il villaggio berbero di Telouet, che sorge su un altopiano coloratissimo tra campi coltivati. Il centro abitato sorge tra alte pareti rocciose color rosso acceso, erose dal vento che lasciano intravedere le pareti fortificate delle abitazioni tra la terra. Prima di lasciare il villaggio è bene visitare la Casbah di Glaoui, il palazzo del sultano, con le stanze finemente decorate e un bellissimo cortile.

La strada prosegue tra le gole delle miniere di sale, di cui una visitabile dopo qualche chilometro di tornanti, ed entra nella valle di Aït Bouguemez dove sorge il bellissimo villaggio di Aït Benhaddou, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. E’ un labirinto di viuzze strette tra case di paglia e fango, costruite secondo la tecnica pisé (o della terra battuta) con argilla umida compatta, che sale sopra una collina da dove si ammira, oltre le montagne, il deserto del Sahara in uno spettacolo suggestivo ed emozionante. L’antico ksar (villaggio fortificato) regala una fortezza di sabbia rossa con vista sul deserto. E’ un luogo davvero magico che ha ispirato registi e scrittori: da David Lean che lo scelse per girare Lawrence d’Arabia a Franco Zeffirelli che vi ambientò Il Gesù di Nazareth; da Ridley Scott per Il Gladiatore a Robert Aldrich per girarvi le scene di Sodoma e Gomorra. Qui vengono realizzati film western e biblici, proprio per il terreno rossastro, per le torrette fortificate e le piccole case cadenti che fanno da perfetto sfondo naturale.

L’itinerario tra le montagne con mille tornanti e tante carovane di cammelli prosegue per Ouarzazate, la porta del Sud, dove si trovano la bella Taourirt e dal 1983, gli studi cinematografici Studios Atlas (www.studiosatlas.com), i più grandi del mondo, da visitare assolutamente per ripercorrere la storia del cinema internazionale. Qui sono stati girati film legati al deserto come L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese e Il tè nel deserto di Bernardo Bertolucci, solo per citare i due più famosi.

La città di Ouarzazate, incastonata tra la valle del Dra, è circondata da montagne bellissime e alte: qui le strade, le gole, le valli appartengono a un paesaggio quasi primordiale, incontaminato, come se il tempo si fosse fermato del tutto. Grazie alla nascita degli studios cinematografici, però, la cittadina è diventata molto turistica: lungo il viale principale – boulevard Muhammed V - ci sono negozi, alberghi di lusso, caffè e ristoranti. Rappresenta un’oasi di modernità in uno spazio davvero lontano dal mondo. Fuori città, in direzione di Tinerhir, si trova la Casbah Taorirt, un interessante edificio monumentale trasformato in complesso turistico, spesso usato come location per i film.

Da qui il percorso scende verso Zagora, lungo il corso del fiume Dra, e attraversa un paesaggio completamente diverso: verdissimo con le alte montagne tutte intorno che ricordano le Highlands scozzesi, mentre filari di palme si stagliano all’orizzonte. Dopo aver fatto tappa nella città di Agdz, ai piedi del Jebel Kissane, si viaggia verso l’oasi di Tamnougalt, un tempo capitale della regione e ora abitata da pochi berberi che commerciano in datteri e pascolano capre. Anche Zagora con la bellezza dei suoi scenari naturali, la quiete del deserto, i cieli blu e con il ksar dell’XI secolo costruito oltre il fiume, contribuisce a rendere ancor più affascinante questa zona del Marocco, che siamo abituati a vedere nei film ma che qui è davvero reale.
ansa