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Le mostre di Pasqua, da Leonardo al tatuaggio. A Roma Raffaello, Tiziano e Rubens, a Milano Pascali


Dal genio di Leonardo ai capolavori di Raffaello, Tiziano e Rubens, da Pascali alla storia del tatuaggio: sono alcune delle mostre della settimana di Pasqua.

TORINO - Ai Musei Reali dal 28 marzo al 30 giugno "L'autoritratto di Leonardo.

Storia e contemporaneità di un capolavoro": l'esposizione presenta oltre 60 opere, delle quali 15 originali di Leonardo, tra cui spiccano 6 fogli del Codice Atlantico realizzati in Francia, nel periodo in cui disegnava il suo celebre Autoritratto. Arricchito da numerosi prestiti, e con testimonianze originali dell'attività di Leonardo negli ultimi anni della sua vita, il percorso è completato da una nutrita selezione di dipinti, disegni, incisioni, matrici calcografiche e fotolitografie che documentano la fortuna del celebre disegno di Torino.

ROMA - Si intitola "Raffaello, Tiziano, Rubens. Capolavori della Galleria Borghese a Palazzo Barberini" la mostra che segna l'inedita collaborazione tra le Gallerie Nazionali di Arte Antica e la Galleria Borghese: dal 29 marzo al 30 giugno infatti 50 dipinti della Pinacoteca della Galleria Borghese saranno esposti nell'Ala Sud del piano nobile di Palazzo Barberini. Tra i dipinti esposti, alcuni capolavori assoluti, quali il Ritratto d'uomo di Antonello da Messina, il Ritratto di giovane donna con unicorno di Raffaello, Susanna e i vecchioni di Peter Paul Rubens, l'Amor Sacro Amor Profano di Tiziano.

Fino al 22 aprile alle Case Romane del Celio "Fiero di te.
Opere di Emilio Conciatori", a cura di Romina Guidelli e Tanja Mattucci. La mostra, primo omaggio all'artista che con la luce "divina" e i colori ipnotici delle sue tele conquistò persino Hollywood (tanto che Stanley Kubrick volle che fosse proprio lui a creare la prima locandina del film "2001: Odissea nello spazio"), riunisce 10 opere appartenenti all'ultima produzione di Conciatori.

MILANO - "Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo", dal 28 marzo al 28 luglio al Mudec e a cura di Luisa Gnecchi Ruscone e Guido Guerzoni, racconta la lunga storia del tatuaggio. Dalla preistoria al contemporaneo, il percorso ha un taglio antropologico che guarda all'Italia e all'area del Mediterraneo, e presenta reperti originali o riproduzioni e proiezioni di fotografie e filmati percorrendo oltre 7mila anni di storia umana.
Dal 28 marzo al 23 settembre alla Fondazione Prada un'ampia retrospettiva su Pino Pascali, a cura di Mark Godfrey.
Articolato in 4 sezioni, il percorso include 49 opere di Pino Pascali, 9 lavori di artisti del secondo dopoguerra; una selezione di fotografie e un video che ritraggono l'artista con le sue opere.

VENEZIA - A Le stanze della fotografia dal 28 marzo all'11 agosto la mostra "Out of focus", che presenta gli ultimi dieci anni di ricerca fotografica dell'artista Patrick Mimran attraverso 30 fotografie inedite e mai esposte in Italia.
Sempre il 28 marzo apre anche "Helmut Newton. Legacy" (fino al 24 novembre), l'ampia retrospettiva curata da Matthias Harder e Denis Curti che ripercorre la vita umana e professionale del grande fotografo.

ORANI (NU) - Al Museo Nivola "Chimere", prima personale di Siro Cugusi in una istituzione italiana. A cura di Luca Cheri e Camilla Mattola, allestita dal 30 marzo al 3 giugno, la mostra è un viaggio nella produzione più recente dell'artista, caratterizzata da grandi tele che rivisitano i generi tradizionali del paesaggio, della natura morta, del nudo e del ritratto.

ALESSANDRIA - A Palazzo Monferrato fino al 6 ottobre "Alessandria Preziosa. Un laboratorio internazionale al tramonto del Cinquecento", a cura di Fulvio Cervini: articolata in 7 sezioni, e realizzata in collaborazione con gli Uffizi di Firenze, la mostra svela la civiltà creativa tra Cinque e primo Seicento della città e del suo territorio, focalizzandosi in particolare sulle arti suntuarie, a ridosso dell'avvento del Manierismo internazionale negli anni della Controriforma cattolica.
ansa.it

In un’esposizione unica e irripetibile, al Museo Poldi Pezzoli di Milano, con il sostegno di Fondazione Bracco quale Main Partner, verrà presentato – per la prima volta nella storia, dopo 555 anni dalla sua realizzazione – un capolavoro di Piero della Francesca (1412–1492): il Polittico agostiniano

 

Nel 1469 l’artista finiva di dipingere il suo magnifico polittico per l’altare maggiore della chiesa degli agostiniani a Borgo San Sepolcro (Arezzo), iniziato nel 1454. La pala, fra le opere di maggiore impegno di Piero della Francesca, fu smembrata e dispersa entro la fine XVI secolo. Oggi ciò che resta del polittico agostiniano, ovvero otto pannelli (la tavola centrale e gran parte della predella non sono state finora rintracciate), si trova in musei in Europa e negli Stati Uniti, oltre che al Museo Poldi Pezzoli, proprietario del panello raffigurante San Nicola da Tolentino, uno dei quattro santi che appartenevano alla parte centrale del polittico.

In passato alcuni musei avevano già provato a riunire il polittico: lo stesso Museo Poldi Pezzoli nel 1996, la Frick Collection nel 2013 e il Museo dell’Hermitage nel 2018. Ma, non ottenendo tutti i prestiti, ne hanno proposto solo una ricostruzione “virtuale”. Dal 20 marzo 2024, grazie alla collaborazione con i grandi musei proprietari dei pannelli superstiti, la Frick Collection di New Yor (San Giovanni Evangelista, la Crocifissione, Santa Monica e San Leonardo), il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona (Sant’Agostino), la National Gallery di Londra (San Michele Arcangelo) e la National Gallery of Art di Washington (Sant’Apollonia) sarà possibile ammirare riuniti tutti i frammenti del famoso polittico. 

La mostra, ideata da Alessandra Quarto, direttrice del Museo Poldi Pezzoli, è a cura di Machtelt Brüggen Israëls (Rijksmuseum e Università di Amsterdam) e Nathaniel Silver (Isabella Stewart Gardner Museum, Boston), studiosi di livello internazionale e gli ultimi a proporre la ricostruzione del polittico nel 2013 presso la Frick Collection di New York sulla base delle indagini finora condotte.
L’organizzazione della mostra è a cura di Lavinia Galli, conservatrice, e Federica Manoli, collection manager, del Museo Poldi Pezzoli, con il coordinamento di Arianna Pace, dell’ufficio mostre.

Presentati in un suggestivo allestimento a cura dell’architetto Italo Rota e dello studio internazionale di design CRA-Carlo Ratti Associati, i pannelli saranno accostati tra loro con le cornici che li hanno “accompagnati” in questi secoli di storia collezionistica. Il progetto mira a restituire al pubblico e agli studiosi la piena esperienza dell’opera pierfrancescana con tutta la sua potenza evocativa dell’epoca rinascimentale.

Visti da vicino i dipinti riveleranno la minuziosa attenzione del maestro per i tessuti e i gioielli lussuosi come il broccato d’oro del Sant’Agostino e l’armatura del San Michele Arcangelo e, per contro, la semplicità del saio del San Nicola da Tolentino, austero e ruvido. Mostreranno inoltre i giochi di luce che Piero della Francesca ha sapientemente utilizzato per ognuno dei pannelli, rivelando una grande attenzione per i dettagli degli ornamenti che oggi dialogano perfettamente con le arti decorative presenti nella collezione del museo milanese. 

Grazie al sostegno di Fondazione Bracco, da sempre impegnata nella valorizzazione del rapporto tra scienza e arte, in programma anche un’articolata campagna di analisi diagnostiche non invasive su alcune opere presenti in mostra, che saranno parte integrante del percorso espositivo e che ripercorreranno le tecniche di lavoro del pittore e i materiali utilizzati, nonché le strade della composizione, dello smembramento e della ricostruzione del polittico. 

La mostra a Milano sarà quindi un’occasione eccezionale per tutto il pubblico e fondamentale ai fini della ricerca e dello studio da parte degli esperti di tutto il mondo; verranno infatti organizzate conferenze, giornate di studio e confronto fra i grandi conoscitori di Piero della Francesca e della sua pittura.

Info utili

DOVE

Museo Poldi Pezzoli. Via Manzoni 12, Milano

QUANDO

20 marzo — 24 giugno 2024

INGRESSO

Intero — € 14,00
Ridotto Over 65 — € 10,00

ORARI

Mercoledì — Lunedì: 10:00 — 19:30
(ultimo ingresso 18:30)

CONTATTI

info@museopoldipezzoli.org

https://museopoldipezzoli.it/

Polittico di Piero della Francesca ricomposto dopo 555 anni. In mostra al Poldi Pezzoli di Milano fino al 20 giugno

 

Una mostra evento, ma anche un'occasione di studio che ha portato a delle nuove scoperte: da domani al 24 giugno il museo Poldi Pezzoli di Milano espone tutte e otto le tavole ad oggi conservate del polittico agostiniano realizzato da Piero della Francesca fra il 1454 e il 1469 per l'altare maggiore della chiesa degli agostiniani a Borgo San Sepolco, nell'Aretino, smembrato a fine Cinquecento e da allora mai più riunito, nonostante i tentativi fatti da musei illustri come l'Ermitage.

"La riunione del secolo" l'ha definita la direttrice del museo Alessandra Quarto, che ha "colto l'attimo", ovvero la chiusura temporanea della Frick Collection di New York che ha messo così a disposizione le sue quattro opere (San Giovanni evangelista, la Crocifissione, Santa Monica e San Leonardo) e che è riuscita a convincere il Museo de Arte Antiga di Lisbona a prestare il suo preziosissimo Sant'Agostino, la National Gallery di Londra a dare San Michele Arcangelo e la National Gallery of Art di Washington a cedere Sant'Apollonia per unirle alla tavola di San Nicola da Tolentino che il Poldi ha nella sua collezione, unendole in un allestimento firmato da Italo Rota e CRA Carlo Ratti associati con l'illuminazione di Artemide.

"Mi piace pensare che ci sia un museo tanto milanese come il Poldi Pezzoli in grado di convincere istituzioni di tutto il mondo che si può fare una mostra qui" ha osservato l'assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi, intervenuto con la sua collega della regione Francesca Caruso. Ma a testimoniare l'importanza di questa operazione, portata avanti da un museo privato, è stata la presenza del direttore generale musei Massimo Osanna.

L'operazione è stata impegnativa, ma "era un dovere per Intesa Sanpaolo - ha spiegato Michele Coppola Executive Director Arte Cultura e Beni Storici del gruppo e direttore delle Gallerie d'Italia - raddoppiare lo sforzo che fa per sostenere il Poldi Pezzoli". Main partner della mostra 'Piero dellla Francesca. Il polittico agostiniano riunito' è la Fondazione Bracco che ha anche promosso e finanziato la ricerca con la diagnostica per immagini sul San Nicola, realizzata da un team di ricercatori della Statale di Milano dello spinoff Iuss Pavia DeepTrace Technologies con la collaborazione del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, che ha permesso di scoprire alcuni segreti dell'opera (realizzata su una tavola di pioppo, poi assottigliata) e delle tecniche di Piero della Francesca "pittore di luce", capace di utilizzare l'olio come i fiamminghi.

E gli esami delle altre tavole hanno permesso di fare alcune scoperte e una più che fondata ipotesi. Ovvero, ha spiegato Machtelt Brüggen Israëls, del Rijksmuseum, che insieme a Nathaniel Silver ha curato la mostra, che la tavola centrale (mancante come la maggior parte della predella) ritraesse l'incoronazione della Vergine da parte di Cristo. All'angolo in basso della tavola che ritrae l'arcangelo Michele, infatti, si vede ad occhio nudo un gradino in porfido con sopra un drappo di prezioso velluto, ma con lo stereomicroscopio è stato possibile vedere anche il piede della Madonna inginocchiata. Inoltre è stato possibile dimostrare che nella parte superiore della stessa tavola, e anche di quella di San Giovanni, c'erano le ali di due angeli, poi cancellate dopo lo smembramento. Altra scoperta è che la carpenteria lignea, cioè la base del polittico, è stata un riciclo: Piero della Francesca ha infatti dovuto utilizzare la struttura preparatoria di un polittico trecentesco mai terminato, e su questa struttura ha steso (come visibile dagli esami) un ulteriore strato di biacca preparatoria. A spiegare tutte le scoperte è un video con cui si conclude la mostra, che è arricchita da una serie di attività collaterali (fra cui materiali per ipovedenti e sordi a percorso per i ragazzi in museo e al carcere minorile Beccaria) e anche da un'orario di apertura allungato alle 19:30 per permettere al numero maggiore di visitatori possibile di ammirare il capolavoro riunito per la prima volta da quando fu realizzato 555 anni fa.

ansa

(Post a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it)

A Milano arte ed emozioni a The Prism Core Center. Viaggio meditativo e sperimentale

 

Apre a Milano, a piazza Napoli 22, The Prism Core Center, il nuovo spazio permanente di The Prism, un progetto artistico e di ricerca di Stefano Simontacchi, a cura di Marco Senaldi.

È un luogo di scambio e di sperimentazione, a ingresso gratuito, nato per creare connessioni con il pubblico, aperto alla città e ai visitatori, per stimolarne la consapevolezza e lo spirito di ricerca.

Il centro ospita la nuova sala espositiva 'Emotional Journey', che accoglie un percorso composto da opere inedite attinenti alle emozioni, e il 'Project Revelation', un itinerario unico nel suo genere che si sviluppa attraverso sette sale in cui lo spettatore, guidato dalla voce dell'artista, è protagonista di un viaggio meditativo grazie alle opere esposte, all'utilizzo del suono, della luce, del colore e di una precisa simbologia. Il centro vuole essere introspezione e condivisione, dove fermarsi e dedicarsi del tempo, sempre più necessario in un tessuto urbano in perenne movimento. Da un lato, lo spazio propone una fruizione intima dell'arte esposta, che incoraggia il visitatore a una ricerca introspettiva e individuale; dall'altro è luogo di scambio e di incontro grazie a una ricca programmazione di appuntamenti, tra talk, presentazioni di libri, workshop e laboratori aperti al pubblico.
    "The Prism Core Center proietta in una nuova dimensione che va oltre il concetto di mostra - commenta Stefano Simontacchi, ideatore di The Prism -. È il cuore pulsante di un'esperienza in continuo divenire dove creazione, esposizione, interazione e scambio si fondono dando origine a un'opera d'arte vivente".
    "The Prism Core Center esiste per fare fruire l'energia che muove il mondo - prosegue Simontacchi -. Tantissime persone vengono e davanti a un'opera piangono, sorridono, si emozionano e poi ritornano per condividere l'esperienza con il partner, gli amici o i figli. È questa energia la vera protagonista qui".

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Milano. Dal 4 marzo al 14 aprile la mostra "Divine creature" offre ai visitatori l'opportunità di farsi guidare nel percorso da persone con disabilità

 

Il mondo della cultura e dell'arte si mette al servizio dell'inclusione e della promozione delle persone con disabilità. Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano si fa portavoce di un messaggio forte nei confronti delle persone più fragili: dal 5 marzo al 14 aprile 2024, è infatti in programma "Divine Creature", una mostra che affronta il tema della disabilità, proponendo scatti fotografici che riproducono famosi capolavori della storia dell’arte, con protagoniste persone con disabilità.

Il progetto, realizzato con la Consulta diocesana Comunità cristiana e disabilità, curato da Adamo Antonacci, in collaborazione con ANFFAS, sostenuto da BCC Milano, Pio Istituto dei sordi, Fondazione Oltre, partner tecnico Sony, propone dieci scatti, realizzati da Leonardo Baldini, che riprendono vere e proprie tavole viventi ispirate a straordinari capolavori della storia dell’arte sacra.

Dopo le visite agli splendidi affreschi di Villa Casati Stampa di Soncino, a Cinisello Balsamo, con alcune persone disabili come guide di eccezione, ora l'esperienza si rinnova alla mostra del Museo diocesano: per tutta la durata dell’esposizione, infatti, secondo un calendario che verrà diffuso tramite i canali del Museo, grazie alla collaborazione con Anffas Nordmilano, si terranno delle visite guidate in cui saranno proprio alcune persone con disabilità ad accompagnare i visitatori alla scoperta delle fotografie in mostra. L'iniziativa è frutto del percorso educativo e formativo “Cultura Accessibile”, un progetto inclusivo avviato dalla Cooperativa Arcipelago – Anffas Nordmilano di Cinisello Balsamo.

«Dietro questo progetto», dichiara Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano di Milano, «non ci sono solo tecnicismo e professionalità, ma c’è umanità, c’è poesia, c’è il desiderio di appropriarsi della bellezza e di fare un’esperienza di senso. Per questo motivo è stato chiesto ad alcuni ragazzi e ragazze con disabilità (coordinati dalla Cooperativa Arcipelago – Anffas Nordmilano di Cinisello B., insieme a Consulta diocesana Comunità cristiana e disabilità), di proseguire idealmente il progetto e di mettersi in gioco in prima persona leggendo il senso delle opere esposte dal loro personale punto di vista».

Questa mostra, «oltre ad essere ammirata per la bellezza degli scatti», afferma don Mauro Santoro, presidente Consulta diocesana Comunità cristiana e disabilità, «ci auguriamo possa essere “sentita” attraverso le emozioni che susciterà nel cuore di chi la visiterà, cogliendo tutto il valore dell’inclusione che gli attori coinvolti hanno respirato in questa affascinante esperienza e gustando la bellezza del protagonismo di alcuni ragazzi e ragazze con disabilità che accompagneranno, con passione e professionalità, i visitatori».

(Foto sopra: Leonardo Baldini, da Antonio Ciseri, "Trasporto di Cristo al sepolcro")

Famiglia Cristiana

Nell'anno in cui si celebrano i 150 anni dalla nascita ufficiale dell'Impressionismo, a Palazzo Reale la mostra "De Nittis

Milano celebra per la prima volta il talento di Giuseppe De Nittis (Barletta 1846 – Parigi 1884) con la mostra DE NITTIS. Pittore della vita moderna a Palazzo Reale dal 24 febbraio al 30 giugno.  Curata da Fernando Mazzocca e Paola Zatti, presenta circa 90 dipinti, tra olii e pastelli, provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private italiane e straniere, tra cui il Musée d’Orsay e il Petit Palais di Parigi, i Musée des Beaux-Arts di Reims e di Dunkerque, gli Uffizi di Firenze – solo per citarne alcuni – oltre allo straordinario nucleo di opere conservate alla GAM di Milano e una selezione dalla Pinacoteca De Nittis di Barletta, la raccolta più vasta e significativa di opere dell’artista, arrivate alla sua città natale grazie al lascito testamentario della vedova Léontine. Una fortuna espositiva, quella di De Nittis, transitata attraverso i Salon parigini, la prima mostra degli Impressionisti nel 1874 e le grandi Esposizioni Universali, lo ha consacrato come uno dei maggiori protagonisti della pittura dell’Ottocento europeo. Dopo un periodo di oblio, fu la Biennale di Venezia del 1914 a rivalutarne il talento in una magnifica retrospettiva seguita, in anni più recenti, da altri appuntamenti fondamentali come la rassegna Giuseppe De Nittis. La modernité élégante allestita a Parigi al Petit Palais nel 2010-11, e nel 2013 la fondamentale monografica a lui dedicata a Padova da Palazzo Zabarella.

Famiglia Cristiana

Promosso da Università Cattolica del Sacro Cuore e Arcidiocesi di Milano con il patrocinio del Comune dal 13 al 17 marzo va in scena la prima edizione del Festival della Spiritualità

Dall’alba alla sera, cinque giorni per fare esperienza dello straordinario nell’ordinario, con protagonisti d’eccezione dalla letteratura alla scienza, dalla filosofia alla musica, fino alla poesia: dal 13 al 17 marzo prende il via a Milano, in luoghi diversi della città, la prima edizione di SOUL Festival di Spiritualità, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Arcidiocesi di Milano con il patrocinio del Comune di Milano. Tutti gli eventi sono gratuiti previa prenotazione al sito www.soulfestival.it.
 
Un programma sorprendente con cinquanta incontri e appuntamenti sui temi della spiritualità - fra lezioni e dialoghi, spettacoli e concerti, performance artistiche, laboratori esperienziali, momenti meditativi, attività per le scuole - proposti attraverso la visione di tradizioni spirituali e discipline differenti, e sviluppati attorno al filo conduttore di questa edizione ‘meraviglia, la vigilia di ogni cosa’ dal comitato curatoriale composto da Luca BressanArmando BuonaiutoValeria Cantoni Mamiani Aurelio Mottola, con la partecipazione di un illustre comitato scientifico.
 
Il festival è reso possibile grazie ai Main Partner Intesa Sanpaolo e Humanitas University , al Partner CFMT - Centro di Formazione Management del Terziario e al contributo di Fondazione Cariplo e Fondazione Rocca. Si ringraziano A2A e Comieco e, per la Media Partnership, Rai CulturaTGR Rai e Radio Marconi.
 
Ad aprire la manifestazione sarà mercoledì 13 marzo la lecture di Alessandro Baricco Tutto mi meraviglia nell’Aula Magna dell’Università Cattolica e, a concluderla, domenica 17 marzo Una voce come di bambino, dalle Confessioni di Sant’Agostino, con Massimo Popolizio, interprete tra i più stimati della scena teatrale e cinematografica, accompagnato nella Basilica di San Lorenzo Maggiore dai suggestivi canti della tradizione di Taizé.
 
Tra questi due momenti, un intenso alternarsi di appuntamenti e di interpreti capaci di interrogarsi e dialogare attorno alla spiritualità e alla meraviglia, offrendoci sguardi nuovi e inattesi. Ad ospitarli saranno luoghi significativi e ricchi di suggestione, grazie alla partecipazione di importanti istituzioni culturali, artistiche, educative, sociali, laiche e religiose della città, a partire dai Partner culturali del festival: Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Memoriale della Shoah di Milano, Philo - Pratiche filosofiche, Piccolo Teatro di Milano, Triennale Milano.
«Questo Festival intende raccogliere e dare voce a un bisogno espresso da molti soggetti nella città di Milano: ricordare a tutti noi e a questa città che si sta muovendo molto velocemente verso il suo futuro qual è il fondamento senza il quale nulla potrebbe funzionare, qual è l'anima della città, qual è il legame che tiene uniti i diversi popoli che abitano lo spazio urbano. Per la Diocesi questo evento si presenta anche come un grande laboratorio in cui sperimentare nuovi linguaggi e nuovi format per dire un messaggio che custodiamo da secoli e che siamo convinti possa essere anche oggi una buona notizia per tutti», afferma l’Arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini.
 
«Soul nasce da una felice sintonia fra la nostra Università e la Curia di Milano: insieme abbiamo proposto l’intuizione alla base di Soul ai molti partner che hanno scelto con generosità di accompagnarci in questa avventura.  L’idea è semplice: in questi tempi tumultuosi e difficili, prendersi cura della comunità - in questo caso la Città di Milano - significa riscoprire ciò che è meno evidente e visibile, eppure si svela capace di dare un senso all’esistenza e di richiamarci al bene comune. La spiritualità in questo contesto si esprime come attenzione a ciò che è peculiare dell’essere umano. La prima edizione del Festival ruota attorno al tema della meraviglia, capace di ridare significato alle routine quotidiane e di far emergere in noi, e in ciò che ci circonda, la bellezza spesso nascosta dall’abitudine e dall’esteriorità», dichiara il Prof. Franco AnelliRettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
 
«È ricchissima di suggestioni e di spunti di riflessione questa edizione d’esordio del Festival Soul, che propone alla città cinque giorni di appuntamenti per concedere a tutti noi la possibilità di stupirci: una possibilità che a volte il solo fermarsi, staccandosi dalla frenesia del quotidiano, ci offre – afferma l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –.  La ricerca di senso, che fa parte della nostra natura di esseri umani, è sottesa ad ogni nostra azione quotidiana: avere l’occasione di riscoprirla in un momento di pausa e di riflessione è un’occasione preziosa, e meravigliosa, per ritrovarsi e affrontare con rinnovata consapevolezza le proprie giornate e i propri progetti».

Ascoltare, pensare, dialogare, meditare, sperimentare: SOUL Festival di Spiritualità è un progetto che mira a offrire occasioni di riflessione attorno all'“umano che è comune” , colto nelle sue molteplici manifestazioni, in costante dialogo con diverse sensibilità culturali e tradizioni religiose.
 
Alla base dei cinque giorni, il desiderio di rispondere al passo febbrile della smart city con un’iniziativa che pone al centro la ricerca di significato che anima ogni essere umano, provando a suggerire altri ritmi e itinerari del pensiero, delle relazioni, dell’indagine interiore. Dalla cena monastica al Refettorio Ambrosiano - una parentesi di sospensione e rarefazione per condividere cibo e ascolto con musiche e letture dal racconto Il pranzo di Babette di Karen Blixen - alle passeggiate di meraviglia e di stupore in diversi luoghi di Milano , fino all’incontro all’alba sulle terrazze del Duomo, guidato da mons. Mario Delpini, a ricordarci che ogni giorno è un nuovo inizio che la vita ci dona.
 
A ispirare riflessioni e momenti di confronto saranno, fra gli ospiti del festival, noti scrittori, filosofi, teologi e studiosi: al Piccolo Teatro Strehler Massimo Recalcati si sofferma sulla meraviglia suscitata dai miracoli di Gesù nei racconti evangelici; alla Basilica di San Nazaro in Brolo lo scrittore Alessandro D’Avenia propone una lezione sull’ambivalenza della parola ‘stupefacenti’; il Museo Diocesano accoglie la riflessione del filosofo e teologo Vito Mancuso sulla necessità per i manager di oggi di trovare stabili fondamenti nella frenesia e nella richiesta di performatività, oltre all’incontro A occhi bendati sulla Terra, che vede lo scrittore Paolo Giordano e il cardinale José Tolentino de Mendonça confrontarsi sull’incanto della natura e sulla sua custodia, che è custodia della nostra stessa vita. Sempre al Museo Diocesano, Massimo Cacciari dedica una lezione a thauma, la meraviglia, che è all’origine della ricerca filosofica, mentre presso Triennale Milano Stefano Boeri , architetto, urbanista e Presidente dell'istituzione, interviene sulla progettazione dei luoghi sacri a partire dalle esperienze dello studio di valorizzazione dello Stupa di Ramagrama, sito archeologico buddhista presso Lumbini, in Nepal, e della Abrahamic Family House progettata ad Abu Dhabi dall’architetto David Adjaye.
I mezzi di comunicazione sono dalle loro origini “macchine della meraviglia”, apparati di costruzione di esperienze di stupefazione e incanto, nel bene e nel male. Ne discutono alla Fondazione Feltrinelli il sociologo della comunicazione Fausto Colombo e lo storico dei media Massimo Scaglioni con la scrittrice e saggista Cristina Battocletti Lodo Guenzi , musicista, attore di teatro e cinema e frontman del gruppo Lo Stato Sociale. Sempre alla Fondazione Feltrinelli si tiene anche l’incontro con la filosofa Ilaria Gaspari, accompagnato dal live drawing dell’illustratore Michele Tranquillini, dedicato alla figura di Alice nel paese delle meraviglie, icona della curiosità infantile creata nel 1865 dal genio di Lewis Carroll. Nella Sagrestia di Santa Maria delle Grazie Claudia Baracchi Gabriella Caramore alternano riflessioni e narrazioni, ripercorrendo le vite e il pensiero di Simone Weil e Pavel Florenskij, tra le figure più luminose del Novecento. Alla Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana Romano Madera analizza la meraviglia in una lezione che spiega come a quest’esperienza ci si possa avvicinare con una disposizione psichica, dell’anima, che è tanto originaria quanto potenziale frutto di esercizio.
 
E ancora: perché è importante parlare di meraviglia quando il mondo è attraversato da conflitti tanto sanguinosi quanto irrisolvibili? Ne parla lo scrittore e poeta Tahar Ben Jelloun, in conversazione con Alessandro Zaccuri . Il tema del conflitto e della meraviglia nell’incontro dell’altro è centrale anche nel dialogo fra Agnese Moro e Grazia Grena, partecipanti a percorsi di giustizia riparativa, insieme al criminologo Adolfo Ceretti e ai giuristi Gabrio Forti e Claudia Mazzucato alla Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana , che riflettono sul peso della ‘catena del male’ e sulle aperture che possono nascere dagli incontri difficili. Il biblista Luciano Manicardi e lo psichiatra Vittorio Lingiardi si confrontano invece su altre condizioni che possono offuscare l'esperienza del meraviglioso, come cinismo, disincanto, mancanza di curiosità e di desiderio, per indagare le radici di ciò che ci impedisce di sorprenderci.
Il Memoriale della Shoah ospita gli incontri La lettura infinita, lezione in cui Alfonso Arbib , rabbino capo della Comunità ebraica di Milano, si sofferma sulle scintille di meraviglia che scaturiscono dallo studio della Scrittura, e Shabbat, il tempo sospeso, dove Davide Assael, fondatore e presidente dell’associazione Lech Lechà, e il filosofo Silvano Petrosino riflettono sulla necessità di ritrovare anche nell’odierna società accelerata pause di sospensione, come accade nello Shabbat, ozio comandato che rallenta il quotidiano per vederne meglio la luce. Prende le mosse dalle caratteristiche della società di oggi, in cui sembra che tutto possa essere valutato secondo criteri di convenienza o efficacia, anche il dialogo tra il monaco benedettino Michael Davide Semeraro e il monaco zen Carlo Tetsugen Serra  che indagano, ognuno a partire dalle rispettive tradizioni, l'incalcolabilità dell’esperienza spirituale, estranea a ogni scala di misura.
 
La relazione con la scienza viene esplorata in diversi momenti del festival: la Fondazione Corriere della Sera ospita il dialogo Meravigliarsi ai tempi dell’IAemozioni e tecnologia tra il docente di Psicologia della comunicazione Giuseppe Riva e il sacerdote ed esperto di nuove tecnologie Luca Peyron; nel campus di Humanitas University l’intervento della direttrice generale del CERN di Ginevra, Fabiola Gianotti, allarga i confini del festival oltre il circuito culturale più tradizionale: si intratterrà sulla meraviglia dell’infinitamente piccolo nella fisica delle particelle elementari; al Piccolo Teatro Grassi l’immunologo Alberto Mantovani racconta l’esperienza del ricercatore scientifico, fatta di tentativi, fallimenti, attese e talvolta meravigliose scoperte, a cui fa eco il preludio e alcuni movimenti della suite n.1 di Bach per violoncello.
 
Non potevano mancare al centro del palinsesto alcuni fra i maggiori capolavori artistici simbolo di Milano: nella Sagrestia di Santa Maria delle Grazie lo storico dell’arte Pietro Marani e la scrittrice Melania Mazzucco riflettono sulle reazioni del cuore umano davanti all’inatteso, soffermandosi sulla composizione dell’Ultima Cena di Leonardo, mentre al Castello Sforzesco il filologo e critico letterario Carlo Ossola e lo storico dell’arte Victor Stoichita dialogano sulla bellezza incompiuta davanti alla Pietà Rondanini di Michelangelo. Il cartone della Scuola di Atene, capolavoro di Raffaello, viene esplorato nei suoi ricchissimi dettagli dalla storica dell’arte e direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta con Benedetta Spadaccini alla Pinacoteca Ambrosiana. Nell’incontro Oltrecolore alle Gallerie d’Italia – Milano, museo di Intesa Sanpaolo, il teologo gesuita Antonio Spadaro si sofferma sulle opere di quattro protagonisti dell’arte statunitense del Novecento - Edward Hopper, Mark Rothko, Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat - per i quali il colore sembra costituire una soglia dell’oltre.
 
Protagonista anche la musica, con il NefEsh Trio che ci porta nei racconti chassidici di Martin Buber al Memoriale della Shoah e con il concerto al buio nella Basilica di San Lorenzo Maggiore, dove il fisioterapista e musicoterapeuta Wolfgang Fasser, diventato cieco in giovane età, conduce il pubblico alla scoperta della meraviglia che si cela sotto l’oscurità, accompagnato dalle musiche del quartetto Shalom Klezmer di cui è parte. Alla Fondazione Feltrinelli L’abîme des oiseaux, per clarinetto solo, dal Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen, composto nel lager nazista di Görlitz, contrappunta l’intervento del teologo e musicologo Pierangelo Sequeri e riapre la contemporaneità alla meraviglia della vibrazione creatrice della musica. Sarà presentato al Piccolo Teatro Grassi Naturale sconosciuto, rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri con la guida di Cesare Ronconi, nuova produzione a cura del Teatro Valdoca. Nella Basilica di San Nazaro in Brolo luce e musica sono invece protagoniste della performance installazione sonora e luminosa dal titolo Meravigliosa energia. Arpa di Luce, di e con l’artista musicista Pietro Pirelli, presentata in collaborazione con A2A.
 
Numerose anche le visite guidate e i workshop, come quello con Maia Cornacchia che conduce le persone in due passeggiate dedicate alla meraviglia che sorge nell’attenzione aperta, quelli di fotografia dedicati agli studenti del Liceo Agnesi condotti dal fotografo Pietro Bologna, o ancora il workshop con l’analista filosofa Susanna Fresko, realizzato in collaborazione con Philo – Pratiche filosofiche, che si propone di far sperimentare attraverso pratiche ispirate all’esperienza dello Shabbat la grande valenza spirituale di questa pratica millenaria; Sempre in collaborazione con Philo – Pratiche filosofiche il laboratorio di pratica artistica con il pedagogista e psicologo Uber Sossi, e l’incontro con Massimo Diana e Marina Vicario , per esplorare la pratica della Compagnia di Spiritualità Laica, un’esperienza per coltivare la dimensione spirituale anche per chi non si riconosce in una specifica confessione religiosa.
La Fondazione Corriere della Sera apre le porte al pubblico con una visita guidata alla scoperta dello  Spirito solidale di Milano nell’Archivio storico del Corriere della Sera e con la proiezione del documentario La buona crescita. 200 anni di Cariplo, prodotto da 3D Produzioni, in collaborazione con Rai Documentari e con il sostegno di Intesa Sanpaolo,  che ripercorre due secoli di Cariplo e di vita lombarda con Neri Marcorè in veste di narratore e preziosi filmati d'archivio: un viaggio nella storia d'Italia e della Lombardia alle cui eccellenze - produttive, culturali, del sistema sanitario - Cariplo ha dato un contributo decisivo. Visite in archivio anche alla Fondazione Feltrinelli  con due appuntamenti, il primo dedicato al tema della tolleranza, il secondo alle pubblicazioni della casa editrice e alle collezioni della fondazione.
 
Attraverso i cinque giorni del festival, seguendo il tema di questa prima edizione - ‘meraviglia, la vigilia di ogni cosa’ - siamo invitati a vedere lo straordinario nell'ordinario, con un’attitudine nuova e accogliente. Se attraversassimo spazi e tempi del nostro quotidiano con sguardo aperto, saremmo infatti colpiti da quanto sia frequente intorno a noi ciò che eccede l’ovvio e il ripetitivo : qualcosa che anima i dettagli e illumina l’ordinario, sorprese grandi e piccole, grazie sacre e profane in cui gli automatismi dell’abitudine si interrompono e lasciano affiorare l’inatteso. 
 
Il festival è curato da Luca Bressan, Armando Buonaiuto, Valeria Cantoni Mamiani, Aurelio Mottola (ideatore).
 
Si ringrazia il Comitato scientifico: Fausto Colombo, Claudia Mazzucato, Massimo Scaglioni, Silvano Petrosino, Giuseppe Lupo, Anna Maria Fellegara, Ivana Pais, Pierangelo Sequeri, Elena Granata, Francesco Castelli.
Famiglia Cristiana