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Brasile, Nepal e Seoul tra i 10 viaggi da fare in primavera

 

Il mondo è pieno di luoghi da scoprire in questa stagione. Civitatis propone alcuni suggerimenti per un soggiorno alla scoperta di 10 viaggi da fare in primavera.

Assisi, Italia
Situata nel cuore dell’Umbria, questa antica città è una destinazione ideale per una scappata primaverile, tanto per il suo clima mite quanto per l’esuberante natura che la circonda. Quando è primavera i dintorni di Assisi si tingono di tanti colori diversi per via della fioritura.
La cittadina offre molteplici opportunità per trascorrere qualche giorno in relax, magari iniziando proprio da un tour privato di Assisi. A seguire non potrete rinunciare a un’immersione nella gustosa cucina umbra, provando piatti deliziosi in qualche ristorantino locale, oppure partecipando a una degustazione di olio biologico accompagnato da salumi.

Tirana, Albania
La capitale dell’Albania, con la sua architettura unica, le piazze piene di vita e i colorati mercati all’aperto, è uno dei viaggi ideali da fare in primavera. Se avete una predilezione per la storia, potrete dedicare i primi giorni ad immergervi nel passato locale, magari con un tour della Tirana comunista. Potrete poi proseguire la vacanza con un’escursione a Berat, una delle città più antiche dell’Albania. Inoltre, se avete la fortuna di avere più giorni a disposizione, potreste approfittarne per intraprendere un tour dell’Albania di 8 giorni e conoscere meglio questo Paese.

Swakopmund, Namibia
Swakopmund, situata sulla costa della Namibia, è l’ideale per visita guidata della città o per cavalcare le dune del deserto del Namib. E se la vostra passione sono gli animali, non lasciatevi scappare l’occasione di conoscere i simpatici leoni marini dell’area protetta di i Cape Cross.

Praia, Capo Verde
Tra i viaggi più esotici da fare in primavera troviamo ancora una volta l’Africa, per la precisione Capo Verde e in particolare nella sua capitale. Situata sull’isola di Santiago, Praia è una città versatile che farà la gioia di chi cerca un tour culturale, alla scoperta dei monumenti locali, ma anche di chi adora la natura selvaggia.
Paradiso di surfisti e sportivi in generale, Praia è infatti un ottimo punto di partenza per attività all’aria aperta. Dalle gite in barca per visitare le vicine isole che compongono l’arcipelago di Capo Verde, come l’escursione all’isola di Maio, ai percorsi escursionistici come l’intrepido trekking sul Monte Tchota e sul Pico da Antónia.

Belo Horizonte, Brasile
Belo Horizonte, la città più grande dello stato di Minas Gerais, è una splendida alternativa ai classici luoghi turistici brasiliani, soprattutto in questa epoca dell’anno quando le temperature diventano più fresche e passeggiare in città è un vero piacere.
Lo potrete constatare voi stessi in un appassionante tour guidato di Belo Horizonte, ma anche perdendovi tra le bancarelle della cosiddetta Feira Hippie, uno dei mercatini delle pulci più grandi di tutto il Brasile. Tra tutti i viaggi che avrete fatto, Belo Horizonte in primavera vi resterà nel cuore.m Da qui partono anche numerose escursioni verso altrettante località di Minas Gerais dal grandioso patrimonio storico e artistico. Le opzioni sono tante, ma vi consigliamo soprattutto di fare una scappata a Mariana e Ouro Preto.

Washington D.C., Stati Uniti
Washington DC ospita il National Cherry Blossom Festival, un evento che celebra non solo l’inizio della primavera, ma anchel’amicizia tra il popolo giapponese e quello statunitense. Un viaggio culturale in una stagione, la primavera, che vanta anche una minore affluenza turistica.
Oltre alle tante attività organizzate in concomitanza con questa celebrazione, potrete sfruttare il vostro soggiorno per visitare la capitale degli States in bicicletta o concedervi un tour serale in autobus decappottabile.

Katmandu, Nepal
Il nostro viaggio prosegue dal continente americano a quello asiatico, concretamente in Nepal. La sua capitale, Katmandu, è una meta perfetta fino ad aprile, per evitare i monsoni, sia per gli amanti dell’avventura che per chi cerca un’esperienza più mistica. Se ciò che vi preme è nutrire la vostra anima, troverete ispirazione in un tour spirituale di Katmandu in cui conoscerete non solo i luoghi sacri più importanti della città, ma anche incontrare monaci buddisti. Invece, se a muovervi è il desiderio di adrenalina e paesaggi mozzafiato, che ne dite di un giro in aeroplano sull’Himalaya o di un esaltante salto in bungee jumping?

Seul, Corea del Sud
Seul, moderna e tradizionale allo stesso tempo, è una destinazione perfetta per un viaggio primaverile che vi apra nuovi orizzonti culturali. Grazie all’ampia varietà di proposte che offre la capitale, conoscere la cultura della Corea del Sud sarà un gioco da ragazzi. Questa è poi la stagione in cui le piogge sono molto contenute e le temperature molto piacevoli. La primavera è infatti la stagione ideale per organizzare un viaggio in Corea, anche perché offre prezzi più vantaggiosi. Se la tradizione e il folklore vi affascinano, potrete optare per una visita al Palazzo Gyeongbokgung. Oppure potreste partecipare al tour dei locali notturni di Seul, per godervi al meglio la movida. Insomma, a Seul ce n’è per tutti i gusti!

Bora Bora, Polinesia Francese
Bora Bora è di per sé un paradiso sulla terra, ma in primavera lo è ancor di più. Il suo mare cristallino, in cui nuotano miriadi di pesci colorati, è un irresistibile richiamo per chi ama esplorare il mondo marino. Dalle esperienze di snorkeling con squali e mante giganti ai tour in barca con fondo trasparente, le opzioni sull’isola sono una più invitante dell’altra.
Non volete rinunciare al brivido della velocità? Su quest’isola della Polinesia Francese troverete pane per i vostri denti. Potrete infatti scorrazzare sulle acque del Pacifico con un tour in moto d’acqua, durante il quale visiterete anche un’isoletta privata. Più esclusivo di così non si può!

Hobar, Tasmania
Per concludere, vi proponiamo una destinazione recondita e selvaggiamente bella, il cui clima è raddolcito dall’influenza delle correnti oceaniche. Se siete pronti a volare dall’altra parte del mondo, Hobart vi aspetta con i suoi paesaggi mozzafiato e la natura selvaggia della Tasmania! Non perdetevi il tour dell’isola di Hobart per conoscere i famigerati diavoli della Tasmania, la specie più rappresentativa della fauna locale. Poi lasciatevi sorprendere dall’escursione alla valle di Huon e alle grotte di Hastings, in cui potrete camminare sulle cime degli alberi della foresta di Tahune.

travelnostop.com


Trekking Peaks del Khumbu, Nepal




Kathmandu. Quest'anno il Nepal è stato letteralmente abbandonato dai turisti. Si ipotizza un calo del 70% delle visite, dopo il terremoto dell'aprile scorso. La città è deserta ed è strano non trovare la solita coda interminabile agli sportelli per la compilazione dei visti d'ingresso. L'assenza di turismo e di movimento tra le strade della capitale è probabilmente anche legata al fatto che il Nepal è ora soggetto ad una sorta di embargo (non dichiarato ufficialmente) da parte dell'India, suo principale fornitore per le materie prime e per il cibo. E' dura constatare come un popolo pacifico e ospitale come quello nepalese, già pesantemente messo alla prova dal recente terremoto, debba anche subire questo atto di forza da parte l'India. Fra i nepalesi, c'è chi osanna la Cina per l'importante soccorso prestato dopo la catastrofe e perché continua ad esportare i prodotti nepalesi.

Attualmente, gas, benzina e viveri vengono distribuiti settimanalmente e in modo razionato; la benzina può essere acquistata sul mercato nero a 5 euro al litro! Come potrete immaginare, sono pochi a potersi permettere la spesa e così nessuno circola per le strade. Il risvolto positivo della faccenda è che in questo modo, forse, si ridurranno i livelli di emissione di CO2; il paese ha infatti un tasso di inquinamento elevatissimo per via dello smog e dei fumi dovuti alla combustione di legna e carbone.

Da quanto spiega la gente del posto, alla base di questa imposizione di embargo sembra esserci la volontà dell'India di intervenire sulla prima costituzione democratica del paese, nata di recente, che, allo stato attuale, non terrebbe conto di certe richieste avanzate dalle minoranze indù Madhese e Tharu, che abitano la parte bassa del Nepal (Terai), al confine con l'India.

Tornando alla nostra spedizione, fuori dall'aeroporto di Tribhuvan, incontriamo Chhongba, il nostro amico Sherpa. A capo della sua piccola ma ben organizzata agenzia, ci accompagna ormai da anni nei nostri viaggi in Nepal. L'obiettivo che abbiamo scelto questa volta è il Trekking Peaks. Chhongba ci spiega che il governo, che si occupa anche della gestione dell'intera categoria di montagne riconosciute come "trekking peaks", ha recentemente cambiato la loro classificazione, catalogandole ora come "expedition peaks"; tale modifica è stata probabilmente fatta con l'intento di aumentare così il costo dei permessi. Bisogna sapere che i trekking peaks riguardano montagne per le quali è più facile e veloce ottenere l'autorizzazione, grazie a una burocrazia più snella, rispetto a quella richiesta per l'altra categoria di cime (Nonostante ciò, quel giorno ho dovuto ugualmente passare buona parte del pomeriggio per firmare documenti al Ministero!). Essi rappresentano, inoltre, una valida alternativa ai soliti trekking "da colle a colle". È sufficiente pagare un permesso di 500 euro a gruppo per scalare bellissime montagne di 6000 metri; alcune di queste, come il Cholatse o il fianco nord dei Kwangde, sono davvero impegnative, ma ve ne sono anche di più semplici, come ad esempio l'Island Peak.

Quest'anno, i miei compagni di viaggio sono: Massimo Lamperti di Milano e Jean Pierre Fosson di Champoluc. La nostra destinazione è il Parchermo, una cima di 6173m. Si tratta di una splendida montagna, posta al confine tra il Khumbu e la valle del Rolwaling; la sua scalata è relativamente semplice, per il fatto di essere un itinerario esclusivamente su neve, con pericoli oggettivi abbastanza limitati e un'altitudine alla portata di molti.

Giunti a Kathmandu, aspettando di organizzare gli ultimi preparativi per il trekking, ne approfittiamo per girare tra le vie della città e vedere come questa è cambiata dopo il terremoto. Raggiunta Durbar Square, è impossibile non notare le profonde crepe sui vecchi monumenti della piazza, ora puntellati da fatiscenti ponteggi in bamboo; la casa della Khumari (la dea bambina) è completamente sorretta da pali. Buona parte dei templi, molti costruiti tra il XIV e XVI secolo, sono sfortunatamente crollati. A ricordare il loro antico splendore, sono rimaste le basi in pietra sulle quali sorgevano. Paiono come tanti altari e guardandoli non si può fare a meno di pensare al pesante prezzo che il Nepal ha dovuto pagare, l'aprile scorso, con più di ottomila vittime.

Pochi giorni a Kathmandu, prima di partire per Lukla, destinazione raggiungibile solo con un volo interno, perché non vi sono strade percorribili, eccetto un sentiero che porta all'interno del Shagarmata National Park. Giusto il tempo di organizzare il viaggio con i portatori e iniziamo il trekking nella valle del Khumbu. In una settimana circa, a piedi, saremo al campo base del Parchermo.

Lasciata Lukla, il primo villaggio che incontriamo è Namche Bazar, anche detto "capitale degli Sherpa". Per arrivarci, hanno recentemente costruito un altro ponte tibetano, lungo 250m e posto a circa 100 metri da terra. Veramente aereo! Raggiunta Namche, la strada per il campo base prende a sinistra, inoltrandosi in una lunga valle che porta al confine con il Tibet; questo itinerario è stato utilizzato per secoli e anche tuttora, i Tibetani lo scelgono per entrare in Nepal per commerciare o per fuggire dalla dittatura Cinese.

Il posto è magnifico. Man mano che si sale, si intravedono le altissime montagne innevate dell'Ama Dablam, dell'Everest, del Lhotse e dell'infinita catena dei Kwangde. Sono così maestose che mettono quasi soggezione! All'interno della valle del Khumbu è possibile effettuare stupendi trekking e scalate, al cospetto di montagne incantevoli.

Per raggiungere il campo base, ci spostiamo di volta in volta, pernottando nei numerosi lodge, posti lungo il percorso; per chi non lo sapesse, i lodge sono dei piccoli alberghetti, davvero molto accoglienti, con stufa e camere per due persone. Pernotteremo sempre in queste strutture, a parte due notti che passeremo in tenda: una al campo base e una al campo 1, prima di raggiungere la cima del Parchermo. I miei compagni ed io siamo già stati in Nepal diverse volte, insieme abbiamo salito cime come quella dell'Island Peak, del Lobouche, del Nireka e del Phrilapcha. Resistere al fascino di queste montagne è davvero difficile, una volta respirata l'aria del Nepal, non si può fare a meno di ritornarci.

La nostra ascensione alla cima del Parchermo è stata resa più difficile dal freddo di quei giorni e dalle forti raffiche di vento in quota. Ragione per cui, il raggiungimento della vetta è stato per noi motivo di una soddisfazione ancora maggiore.

Le cime, come quelle citate poco fa, si salgono relativamente in fretta, rispetto agli Ottomila. Questo, ovviamente per la considerevole differenza di quota, ma non solo: la vicinanza ai villaggi, la comodità di accesso e il relativo basso costo dei permessi (tutte le montagne in Nepal sono proibite ad eccezione di quelle negli elenchi governativi) fanno di queste vette una meta ideale per chi vuole vivere un'esperienza himalayana senza la fatica di un Ottomila (ciò non toglie che, anche per affrontare un 6000m si debba arrivare sufficientemente preparati e allenati), oppure per chi vuole tentare di aprire una via nuova. Le possibilità sono infinite, fatevi avanti!

Guida Alpina Rudy Buccella, planetmountain.com

Island Peak (Imja Tze) 6189m
cresta sud ovest, III/AD in neve
Lobouche Peak- 6119m
cresta sud, III/D in neve

Kwangde - 6187m
cresta sud, III/D neve e misto
parete nord, III/ED+ neve ghiaccio misto
Parchermo- 6187m
cresta nord, III/D- in neve

Nireka - 6120m
cresta ovest, III/D in neve ghiaccio

Pharilapcha 6014m
parete est, III/D+ neve misto

Kiajo Ri
parete est, III/D+ neve misto

Cholatse 6440m
cresta sud ovest, IV/TD neve chiaccio

Bibliografia: Sommets du Nepal, Jean Annequin Paul Grobel (Glenat). Himalaya Alpine Style, Andy Fanshawe Stephen Venables. The Trekking Peaks of Nepal, Bill O'Connor

Turismo responsabile, incontro dedicato al Nepal

E' in programma venerdì il terzo incontro del progetto "Turismo Responsabile: viaggi dal Nord al Sud del mondo" promosso dal Centro Interculturale di Cervia in collaborazione con l'Associazione ravennate Il Villaggio Globale e con l'Associazione T-ERRE di Faenza.


Dopo le prime due serate dedicate all'Africa, in questa occasione i partecipanti saranno trasportati in un altro continente, sulle vette innevate del Nepal.
Più della metà dell'estensione del territorio dello stato asiatico è infatti occupato dai rilievi montuosi dell'Himalaya, e la vetta più alta del mondo, quel Monte Everest sogno e ossessione di generazioni di alpinisti, è situato proprio al confine tra Cina e Nepal.
Nel ruolo di relatore Pierangelo Fabbri dell'Associazione T-Erre, che sarà lieto di fare conoscere in modo originale e "sostenibile" le bellezze naturali e la peculiarità culturale e religiosa del paese con capitale Kathmandu, non deludendo chi voglia assistere a un racconto stimolante.
Il progetto, giunto alla sua quarta edizione, si propone di continuare il percorso iniziato nel 2007, dedicato al Turismo Responsabile e al Commercio Equo e Solidale e ha previsto tre incontri nella sede del Centro Interculturale in via Monte Nero 2 a Cervia. In questa quarta edizione l'itinerario si snoda attraverso l'Africa e l'Asia, andando a toccare Benin, Mali e Nepal, per favorire una conoscenza più profonda e meno consumistica del divertirsi viaggiando, lontana da superficiali fenomeni di massa e più attenta alla cultura e alle peculiarità delle destinazioni.
Gli incontri hanno infatti lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza locale al tema del Turismo Responsabile, dando consapevolezza di come anche un modo di viaggiare possa farsi portatore di principi universali come equità, sostenibilità e tolleranza.

Il Turismo Responsabile è caratterizzato da una particolare attenzione sia per i luoghi visitati dal turista, sia per la cultura tradizionale, le abitudini e i valori della popolazione locale. Inoltre i benefici economici derivanti da questo tipo di turismo sono condivisi con gli autoctoni e prevedono ove possibile finanziamenti a progetti di sviluppo locale, per far sì che i proventi del viaggio possano incidere positivamente sulla popolazione del Paese di destinazione.

Confermando una piacevole consuetudine legata a questa iniziativa, sarà presente una bancarella di prodotti alimentari e di artigianato equo-solidale curata da Il Villaggio Globale, nonché una degustazione dei prodotti tipici del luogo.
L'appuntamento è dunque alle 20.30 presso la sede del Centro Interculturale in via Monte Nero, 2 a Cervia.
Per info. 338-2196514.

fonte: cervianotizie