FELTRINELLI 1+1  IBS.IT
Visualizzazione post con etichetta New York. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta New York. Mostra tutti i post

La mostra a New York. Bisanzio e l’Africa, una storia mai raccontata

 
Frammento tessile con Artemide e Atteone, Egitto, V-VII secolo - Metropolitan Museum, New York

La circospezione con cui ci muoviamo nell’analisi della storia dell’arte, ma anche della storia stessa, ha spiccatamente un carattere temporale, rigidamente progressivo, marcatamente occidentale. Procedendo verticalmente nel passato, raccogliamo qua e là ciò che ci pare utile a tracciare un sentiero evolutivo, o quantomeno causale. Maggiori resistenze, scaturite da un’indagine più ampia e complessa, subentrano se la stessa operazione dobbiamo condurla sulla direttrice spaziale. Che sia una forma di narcisismo eurocentrico o la cronica mancanza dell’esercizio della geografia e della storia nelle nostre esistenze, resta il fatto che spostarsi anche solo di qualche meridiano o parallelo sembra uno sforzo inconcepibile. A smarcarsi, efficacemente, ha provato il Metropolitan Museum di New York con la mostra “Africa & Byzantium” (sino a domenica, poi traslocherà al Cleveland Museum of Art dal 14 aprile). Il cuore del progetto risiede proprio in quello scarto spaziale: la storia dell’arte ha a lungo enfatizzato l’importanza dell’Impero Bizantino (circa 330-1453), nelle canoniche giurisdizioni europee e asiatiche (da Ravenna a Salonicco, fino a Damasco, passando per l’epicentro Costantinopoli, ora Istanbul) ma si è poco dedicata ai profondi contributi artistici che l’Africa – le odierne Egitto, Algeria, Tunisia, Libia, Sudan, Etiopia – ha dato alla cultura mediterranea.

Su questo valore gravita l’intera impresa espositiva, coordinata dalla Associate curator of byzantine art di casa, Andrea Achie. Da questo spessore la curatrice ha fissato tre macro obiettivi, ambiziosi e non perfettamente risolti. Il primo, doveroso, sfida la comprensione convenzionale della separazione di Bisanzio dall’Africa, accendendo un faro sull’osmosi reciproca tra l’arte delle due sponde opposte del Mediterraneo. Il secondo si chiede dove e quando Bisanzio finisca. Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, le maestranze etiopi e copte dell’Africa orientale proseguirono sul solco dell’arte romana e bizantina fino al Ventesimo secolo, contribuendo alla costruzione dell’immaginario estetico occidentale. Una tesi non del tutto convincente, che fa il paio con il terzo intento, traballante: rappresentare l’unicità della “nuova” fattura. Se l’esposizione ha infatti il pregio di illustrare il sincretismo e l’emanazione culturale dei continenti in gioco, non circoscrive le specificità peculiari della produzione africana in questione, significativa ma ancillare. Parlano le opere esposte. Centottanta manufatti, soprattutto d’epoca medievale (con una breve appendice legata alle creazioni contemporanee, interessante ma ininfluente ai fini della mostra), provenienti da trenta Paesi nel mondo, perlopiù mai esposti, che mostrano l’importanza dell’Africa nello sviluppo intellettuale del tempo. Dall’Egitto, e ai centri di potere e sapere come Alessandria e il monastero di Santa Caterina nel Sinai, a Tunisi, capitale nella produzione dei mosaici, o la Valle del Nilo con il suo fertile fermento culturale. Storie di regni che si perdono sulla via dell’acqua verso il Sahara, solcando la Nubia, anello di congiunzione tra le genti del bacino Mediterraneo e quelle dell’Africa nera. Il limite, però, è non riuscire a dimostrare come queste regioni divengano un nuovo cuore propulsore, una nuova officina delle arti che influenzerà a sua volta il Vecchio Continente, come predisposto dalla mostra.

Ma a dire il vero, tutto ciò, poco importa. Ciò che importa, ed è sublime, è questo insieme di preziosi oggetti – mosaici, sculture, ceramiche, tessuti, dipinti, monili, manoscritti – che raramente si assimilano in unico corpo organico. Testimonianze di un pezzo di storia che si è “perso”, l’Impero romano che trapassa in quello bizantino condividendo le coste meridionali del Mare Nostrum, che si bagna nell’Oasi del Fayyum e percorre il regno di Kush, Axum, Makuria, passando per la cattedrale di Faras, ora sommersa dalle acque del Lago di Nasser. Una regione estremamente cosmopolita, costellata di società multietniche ed eterogenee.

Ne sono limpide sentinelle due opere chiave, entrambe eseguite durante il periodo tardo antico (dal 284 al 641 circa), la prima delle tre parabole temporali in cui si sviluppa l’esposizione. Una si impone al visitatore appena varcato l’ingresso alle sale, la Gallery 199. Monumentale e magnetica, si propaga in una riproduzione illustrativa anche sulla facciata del museo. Si tratta del frammento di un mosaico a pavimento risalente alla fine del II secolo, parte di una grande sala da pranzo di una villa tunisina. Dal carattere dinamico e realistico, l’opera mostra quattro uomini (e il braccio di un quinto), finemente drappeggiati e seguiti dalle loro stesse ombre, intenti a portare il necessario per allestire un banchetto: vino, pane, carne, pietanze varie. Ognuno di loro ha un colore della pelle differente, una pettinatura e un abbigliamento diverso, proviene da zone disparate dell’Impero. Ma tutti sono romani, e tutti saranno da lì a poco bizantini, fanno parte di un unico e sfaccettato mondo. «Chi sa ora – chiese sant’Agostino nel 416 alla sua comunità di Cartagine – quali popoli dell’Impero Romano fossero cosa, dal momento che tutti sono diventati romani e tutti si chiamano romani?»

L’altra testimonianza tangibile risiede in un frammento tessile decorato, ritrovato in Egitto, che mostra la dea greca della caccia Artemide e il cacciatore Atteone raffigurati con la pelle nera, sintomo di un’integrazione trasversale e senza confini, che coinvolge figure classiche senza frapporre intermediazioni. Siamo tra il V e il VII secolo nella città di Akhmim, sulla riva orientale del Nilo. Sempre di area egiziana è un dipinto di una Vergine col Bambino, Santi, Angeli e la Mano di Dio, un’opera emblematica che racconta come queste regioni siano state tra le prime a convertirsi al cristianesimo. Tanto che questa è una delle icone più antiche del mondo, probabilmente donata al monastero di Santa Caterina da Giustiniano tra il 548 e il 565, quando l’imperatore bizantino ordinò che il sito fosse fortificato e dotato di una chiesa. L’importanza dell’immagine, e del luogo come culla paleocristiana, è certificata dal fatto che un numero indefinito di artisti la usarono come modello dopo averla osservata. Manifesto, ad esempio, il debito figurativo di una Vergine sul Trono finemente intessuta nella lana risalente al VI secolo.

Ancora più interessante è il rapportoiconografico che la mostra allaccia prendendo in considerazione opere realizzate nella stessa area ma con matrice pagana. Oggetti cristiani e pagani non solo coesistono durante la tarda antichità, ma interagiscono tanto da destabilizzare il nostro consolidato pensiero sull’arte religiosa. Per esempio, non è da escludere che il culto egizio di Iside sia nei secoli confluito nella devozione cristiana verso la Vergine Maria. Del resto, un dipinto su tavola egiziano di Iside del II secolo assomiglia curiosamente a un’icona della Vergine del VI secolo, forse dipinta a Costantinopoli. I lineamenti allungati, la posizione degli occhi e la resa della figura in uno spazio poco profondo suggeriscono non solo affinità artistiche ma una memoria culturale profonda e persistente delle tradizioni precristiane.

Poi fu Islam, ma solo a Nord. Alla fine del VII secolo, gli eserciti arabi musulmani sottrassero l’Africa settentrionale al controllo bizantino e stabilirono la nuova capitale a Kairouan, in Tunisia. Nel frattempo, in Egitto, i monasteri cristiani copti persistevano anche sotto il nuovo dominio religioso. La seconda fase della rassegna traccia l’ascesa del cristianesimo in Africa tra l’VIII e il XVI secolo, epoca in cui fiorirono peculiari comunità artistiche lungo la valle del Nilo, interconnesse con Roma e Bisanzio. Tra i punti salienti di questa sezione troviamo una serie di croci etiopi, realizzate dal XII al XVII secolo. Pezzi che rivelano una stupefacente gamma di forme e motivi geometrici, a dimostrazione del virtuosismo progettuale degli artisti del tempo. Realizzati per condensare i molteplici significati simbolici della croce, le opere si traducono in una sorta di reticolato mistico, quasi astratto. A queste si accompagnano altre glorie del periodo: i monumentali dipinti nubiani. Lasciti murali mossi dall’estremo sincretismo linguistico e sociale, una miscela di mondi (arabo, greco, bizantino, copto e nubiano stesso) che si riverbera in documenti come il Salterio poliglotta (XII-XIV secolo), composto da cinque colonne di testo e alfabeti diversi – etiopico, siriaco, copto, arabo, armeno – e nellerappresentazioni di vescovi e dignitari della Nubia provenienti da Faras. Concepita cronologicamente, la terza e ultima parte della mostra affronta l’eredità di Bisanzio in Africa ed esplora i modi in cui gli artisti africani continuino a trovarvi ispirazione.

Su un arco temporale di quasi due millenni, “Africa & Byzantium”, oltre a restituire il corretto ruolo del continente africano nel Medioevo globale, semina il campo critico di una miriade di evidenze visive per le analisi a venire. Suggestioni e contaminazioni che aprono a future indagini iconografiche e a una più complessiva ricalibrazione delle coordinate spazio-temporali, andando oltre le latitudini convenzionali del terreno bizantino. Come ha fatto eloquentemente il Met. Perché rispetto, conoscenza e consapevolezza si coltivano guardando e muovendosi verso qualche parallelo o meridiano differente. Attraversando il Mediterraneo o, in questo caso, l’Oceano Atlantico.

avvenire.it

Viaggio a New York: 5 consigli per una vacanza perfetta

 

New York, conosciuta come la Grande Mela, rappresenta uno dei principali crocevia culturali, economici e di intrattenimento del mondo. Questa metropoli offre un’infinità di esperienze, dai suoi iconici grattacieli, come l’Empire State Building, ai vasti spazi verdi di Central Park, passando per i suoi quartieri storici ricchi di diversità culturale. Organizzare un viaggio a New York richiede una pianificazione attenta per poter cogliere tutto ciò che questa città ha da offrire, evitando al contempo le trappole turistiche più comuni e ottimizzando i tempi di spostamento in una città dalla vastità sorprendente.

Conoscere il miglior periodo per visitare

Decidere quando visitare New York è il primo passo per garantirsi un’esperienza piacevole. La città offre panorami e attività diverse a seconda della stagione. L’autunno e la primavera sono considerati da molti i periodi ideali per la loro mitezza climatica e per la minore affluenza turistica rispetto ai mesi estivi. L’inverno, seppur freddo, incanta con le sue decorazioni natalizie e la famosa pista di pattinaggio a Rockefeller Center, mentre l’estate vibra di energia con numerosi eventi all’aperto, nonostante le temperature possano risultare elevate.

Sfruttare al massimo i sistemi di trasporto pubblico

viaggi a New York sono spesso caratterizzati dall’utilizzo intensivo dei suoi efficienti sistemi di trasporto. La metropolitana di New York, operativa 24 ore su 24, rappresenta una delle soluzioni più economiche e veloci per spostarsi tra i vari quartieri. Familiarizzare con la mappa della metro e acquistare una MetroCard ricaricabile può semplificare significativamente gli spostamenti. Oltre alla metropolitana, la rete di autobus e i taxi gialli sono altre opzioni valide, sebbene quest’ultimi possano essere più costosi.

Pianificare le visite ai principali punti di interesse

New York è disseminata di luoghi iconici e non esiste un unico modo per esplorarla. Pianificare in anticipo le visite ai principali punti di interesse può aiutare a massimizzare il tempo a disposizione. Luoghi come la Statua della Libertà, l’Empire State Building, il Metropolitan Museum of Art e il nuovo World Trade Center non dovrebbero mancare in nessun itinerario. Tuttavia, è altrettanto importante lasciare spazio alla scoperta di quartieri meno turistici come Williamsburg a Brooklyn o il West Village a Manhattan, per assaporare la vera essenza della vita newyorkese.

Assaporare la diversità culinaria

La diversità culturale di New York si riflette ampiamente nella sua offerta culinaria. Dalla pizza e i bagel, simboli della città, a piatti di cucine internazionali, i ristoranti di New York soddisfano tutti i palati. Si consiglia di non limitarsi ai soliti locali turistici e di esplorare invece i mercati alimentari come il Chelsea Market o zone con una forte identità culinaria come Chinatown o Little Italy. Inoltre, partecipare a un food tour può essere un modo eccellente per scoprire gemme nascoste.

Rispettare le norme locali e godersi la città in sicurezza

New York è una città relativamente sicura, ma come in ogni grande metropoli, è fondamentale mantenere un atteggiamento prudente, soprattutto di sera o in quartieri meno frequentati dai turisti. È importante anche rispettare le norme locali, come non fermarsi improvvisamente sui marciapiedi affollati e mantenere la destra nelle scale mobili. Questi piccoli accorgimenti contribuiscono a un’esperienza più autentica e rispettosa del contesto urbano.

Inoltre, approfittare delle numerose opzioni di alloggio può rendere il soggiorno ancora più confortevole. Dalle catene alberghiere di lusso agli appartamenti in affitto a breve termine, c’è una soluzione per ogni esigenza e budget. Esplorare le varie possibilità di alloggio in quartieri diversi può offrire prospettive uniche sulla città e sulle sue dinamiche quotidiane.

Per chi visita New York, è importante ricordarsi di alzare lo sguardo dai propri dispositivi mobili e immergersi pienamente nell’esperienza. La città è un vero e proprio palcoscenico a cielo aperto, ricco di arte, architettura, e vita di strada che merita di essere vissuto appieno. Partecipare a spettacoli a Broadway, visitare le gallerie d’arte di SoHo, passeggiare lungo il High Line o semplicemente osservare la gente in uno dei tanti parchi della città sono solo alcune delle attività che rendono un viaggio a New York indimenticabile.

travelnostop.com

80 anni dopo la Francia onora il Piccolo Principe a NY


 Ottanta anni dopo la prima edizione, la Francia onora il Piccolo Principe a New York: una statua in bronzo dell'artista Jean-Marc de Pas e' stata inaugurata dalla ministro degli esteri francese Catherine Colonna nella citta' dove nel 1943 la novella di Antoine de Saint Exupéry vide la luce.

ansa.it

Viaggi Gusto / Al via 31/a edizione restaurant week a New York, torna il BBQ

Per il 31/o anno la città di New York dà il via ad una delle iniziative più attese da residenti e visitatori, la 'NYC Restaurant Week'.

L'edizione estiva, che quest'anno durerà fino al 20 agosto, avrà in particolare una novità, il ritorno del BBQ con l'adesione di 'Morgan's Brooklyn Barbecue', assente per qualche anno a causa dei danni procurati da un incendio.

In totale sono 500 i ristoranti in tutte le cinque municipalità della Grande Mela partecipanti alla NYC Restaurant Week, e offrono la possibilità di provare il loro menù a prezzi ridotti, sia a pranzo che a cena.
    "Siamo orgogliosi di riproporre la NYC Restaurant Week per il 31/o anno - ha detto in un comunicato Fred Dixon, presidente e amministratore delegato di New York City Tourism + Conventions, l'agenzia di promozione turistica della città - offrendo l'opportunità di provare circa 500 ristoranti di prim'ordine per gustare la varietà culinaria della città. Il programma ha un enorme valore oltre ad essere una celebrazione del mangiare fuori".
    La NYC Restaurant Week è una tradizione sin dal 1992.
    L'elenco completo dei ristoranti è disponibile sul sito https://www.nyctourism.com/restaurant-week.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Musa New York, i suoi mille volti nella pop culture. Mostra celebra la Grande Mela nei film, la letteratura e la moda


NEW YORK - La si ama, la si odia e le si perdona ogni tipo di follia e frenesia.

E' New York, la città musa irresistibile per ogni tipo di espressione artistica ed individuale. Tutti i suoi mille volti e sfaccettature sono diventati materia di una mostra organizzata dal museo della città di New York, che tra le altre cose celebra il centenario della sua attività.

Intitolata, 'This Is New York: 100 Years of the City in Art and Pop Culture' (26 maggio-21 giugno 2024)', con oltre 400 opere che includono tutte le forme di espressione artistica, dalla letteratura, la poesia, il cinema, l'arte, la mostra ripercorre i modi in cui la città viene interpretata e cosa significa per le persone che la vivono quotidianamente oppure che semplicemente la visitano.
    "Il mondo si è fatto un'idea della città di New York attraverso i film, la televisione, la musica, la fotografia o la letteratura - ha spiegato all'ANSA Sarah M. Henry, the Robert A.
    and Elizabeth Rohn Jeffe Chief Curator e direttrice ad interim del Museum of the City of New York -. La città è oggetto di attrazione perenne, viene interpretata e reinterpretata e continua ad ispirare gli autori di qualsiasi genere artistico".
    New York è una storyteller, quindi, e racconta attraverso la sua street life, i suoi ritmi, i suoi rooftop, parchi, lo skyline, i ristoranti, la vitalità e la diversità dei suoi quartieri. ''This Is New York' è divisa in quattro sezioni che occupano un intero piano del museo. "Tempo of the City' mostra come gli arsiti hanno catturato vari aspetti di gioia e di difficoltà delle sue strade. Uno scatto del 1938 di Berenice Abbott è una finestra sui newyorkesi nella frenesia della loro vita quotidiana, mentre alcune canzoni, tra cui 'Jenny from the Block' di Jennifer Lopez, 'Rockaway Beach' dei Ramones, oppure 'Drop Me Off in Harlem' di Ella Fitzgerald, parlano delle diverse municipalità, il Bronx, ad esempio, per JLo oppure Manhattan per la Fitzgerald.
    'Destination Nyc' mette in evidenza come gli artisti hanno rappresentato i luoghi dove i residenti trascorrono il tempo libero, da Times Square ai parchi, alle spiagge, ai bar, ai ristoranti, ai teatri. Un quadro di Edward Hopper, 'New York Movie' mostra l'interno di un cinema a Midtown con una usciere in un momento pensieroso. Le altre due sezioni sono 'At Home in New York', con la rappresentazione degli ambienti domestici, e 'You Are Here', un'esperienza immersiva realizzata con un collage di scene da cEntinaia di film che parlano della città, tra cui 'Colazione da Tiffany' o 'King Kong'.

ansa.it

Guggenheim di Ny celebra Picasso, in mostra opere della gioventù


 - Le opere di gioventù di Pablo Picasso arrivano al Guggenheim di New York con una mostra che celebra anche il 50/o anniversario dalla morte del pittore spagnolo.

Young Picasso in Paris (12 maggio - 6 agosto) è un'esposizione intima che comprende solo dieci dipinti e alcune opere su carta realizzate durante la sua introduzione alla capitale francese. La produzione artistica fu realizzata lungo un anno e rivela un frangente fondamentale nel suo sviluppo formativo in quanto l'artista si trovò a contatto con nuovi stili e soggetti contemporanei.

Picasso arrivò a Parigi da Barcellona nell'autunno del 1900 verso la fine dell'Esposizione Universale e fu completamente rapito dalla città, che trasformò completamente l'allora 19enne spagnolo. L'opera centrale della mostra è Moulin de la Galette, dipinto in olio su tela realizzato nel 1900 e attualmente parte della collezione del Guggenheim. Il soggetto dell'opera è una scena notturna nel celebre locale parigino Moulin de la Galette, affollato di gente che balla, nella fascia mediana, o che si riposa ai tavoli, nell'angolo inferiore sinistro. Seguendo i dettami impressionisti, Picasso dipinge le persone non con una precisione minuziosa, ma come se fossero grandi macchie di colore in movimento, sotto una girandola di luci artificiali che paiono fluttuanti.

ansa.it

New York torna alla normalità, atteso il boom del turismo natalizio

 

NEW YORK - Due anni di pandemia sono ormai un ricordo lontano per New York.

La città è vicina alla ripresa totale a livello turistico e ha recuperato l'85% dei visitatori rispetto ai livelli pre Covid. Lo rivelano i dati di NYC & Company, l'agenzia che si occupa della promozione turistica della Grande Mela.

Il totale dei turisti nel 2022 ha raggiunto 56 milioni e 400 mila di cui 47 milioni e 400 mila nazionali e otto milioni e 9 mila internazionali. Si stima che il turismo internazionale più che triplicherà rispetto all'anno precedente. Lo ha rivelato all'ANSA Fred Dixon, amministratore delegato di NYC & Company.

"Il 2019 è stato un anno record in termini di visite per New York - ha spiegato - la città ha infatti accolto 66 milioni e 600 mila turisti di cui 53 milioni e 100 mila nazionali e 13 milioni e 500 mila internazionali. Per quanto riguarda gli arrivi dall'Italia, nel 2022 il numero ha toccato quota 352 mila, con una ripresa al 60% rispetto al periodo pre pandemia quando gli arrivi toccarono quota 611 mila". Secondo le stime entro il 2024 si ritornerà o addirittura supererà alle presenze record del 2019.  In un incontro con la stampa preceduto da un messaggio video da parte del sindaco Eric Adams, Dixon ha anche parlato dell'offerta nel periodo delle festività natalizie che vede coinvolte tutte e cinque le municipalità, da Manhattan a Brooklyn al Queens, al Bronx e Staten Island.

Primo appuntamento è il 18 novembre, con il 'Christmas Spectacular' con le Radio City Rockettes. Il 22 novembre la tradizione del presepe napoletano torna al Metropolitan Museum e fa da sfondo ad un gigantesco albero natalizio. Il 24 novembre ci sarà la famosissima parata di Thanksgiving organizzata da Macy's mentre l'appuntamento clou sarà l'accensione dell'albero di Natale al Rockefeller Center. L'evento segna l'avvio ufficiale delle festività natalizie. New York è quindi pronta a far vivere un magico Natale a tutti i suoi visitatori.

Dixon inoltre ha parlato dell'offerta invernale di New York con il ritorno, il prossimo gennaio, a partire dal 17 e fino al 2 febbraio della quarta edizione di 'NYC Winter Outing' che comprende anche la NYC Restaurant Week, NYC Broadway Week e NYC Must-See Week. Si tratta di una serie di iniziative in tutta la città tra spettacoli di Broadway, attrazioni, musei, tour e arti performative, oltre alla possibilità di prenotare a prezzo scontati gli alberghi più quotati.

Ansa

Fotografia Europea premiata a New York

 

Non sarà famosa come la statuetta degli Oscar, ma è sicuramente il premio più stimato e ambito del settore, quello che Fotografia Europea si è aggiudicata nella notte del 25 ottobre durante la cerimonia di premiazione dei Lucie Awards. Il festival 2022, intitolato “Un’invincibile estate” -con le sue venti mostre, le dieci sedi aperte in tutta la città, gli eventi, le conferenze, gli ospiti- ha convinto, per la ricchezza della proposta culturale, una giuria internazionale.

Precisamente il festival reggiano è stato premiato come miglior Photo Festival of the Year nelle Support Category, i premi destinati a coloro che sostengono la comunità fotografica, in una cerimonia di gala che si è svolta a New York nella Zankel Hall della Carnegie Hall. Si tratta della cerimonia di premiazione che onora i migliori protagonisti del settore e in cui vengono assegnati premi di riconoscimento per le belle arti, i documentari, per l’eccellenza nelle categorie di supporto, dall’editoria alle mostre. Un evento ormai attesissimo, i Lucie Awards sono promossi dalla Lucie Foundation e si tengono ogni anno dal 2003 con lo scopo di onorare i maestri della fotografia, scoprire e coltivare i talenti emergenti e promuovere la fotografia in tutto il mondo. 


Lo annunciano con grande orgoglio il Sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, l’assessora alla cultura Annalisa Rabitti e Davide Zanichelli, direttore della Fondazione Palazzo Magnani, che insieme, instancabilmente, producono e organizzano il Festival. 

E’ una notizia splendida, che valorizza in ambito internazionale il grande lavoro che la città sta facendo, da molti anni, su questo appuntamento artistico – affermano il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e l’assessore alla Cultura Annalisa Rabitti.
La scelta da parte di una Fondazione internazionale così importante, di premiare Fotografia Europea ci riempie di orgoglio: si tratta di un riconoscimento di grandissimo prestigio che vogliamo condividere con i vertici di Palazzo Magnani, il comitato scientifico, la direzione artistica, lo staff e tutti coloro i quali, dal 2006 a oggi, hanno lavorato e partecipato a una grande impresa collettiva.
E’, anche, la dimostrazione di come Reggio abbia intrapreso un percorso che ha saputo valicare i confini provinciali e affermarsi in un ambito internazionale sino ai massimi livelli. Otto anni fa scegliemmo di dare continuità a Fotografia Europea anche di fronte a chi sollecitava l’interruzione di quell’appuntamento. I risultati di questi anni ci confermano che la scelta responsabile di proseguire nel progetto si è rivelata chiara, lucida e lungimirante – affermano sindaco e assessore alla Cultura -.

Questo riconoscimento di livello mondiale è l’ulteriore prova di un percorso che ha teso in questi anni con la cultura, l’educazione, l’economia, in tanti settori, a rendere la città sempre più internazionale. Ricordo il dibattito dei primi anni, quando ancora non ero sindaco… le critiche di chi diceva: Fotografia Europea costa troppo… – conclude Vecchi – Ecco, proviamo a cogliere nel prestigio di certi risultati anche l’occasione per lasciarci alle spalle tentazioni di provincialismo che ogni tanto riaffiorano, di fronte ai progetti di innovazione e cambiamento. Cambiare la città attraverso la cultura e la conoscenza, significa guardare con coraggio al futuro dei nostri figli”.

Anche la direzione artistica dell’edizione 2022, composta da Tim Clark e Walter Guadagnini, la project manager Matilde Barbieri e gli staff della Fondazione Palazzo Magnani e del Comune di Reggio Emilia, che per mesi lavorano in team con straordinaria passione e sono già pronti ad annunciare le novità del 2023, festeggiano questo importante traguardo.

laliberta.info

Dodici artisti in finale per il Plinto della High Line

 

NEW YORK - Una fontana di lacrime, un pino antropomorfo e un gigantesco piccione sono tre delle dodici opere finaliste per il Plinto della High Line: il concorso per l'installazione che occuperà il piedistallo dove si trova oggi il lo spettacolare busto di donna "Brick House" di Simone Leigh sta arrivando in dirittura d'arrivo.

La High Line è una sezione in disuso di una ferrovia sopraelevata che correva lungo l'Hudson: affollatissima di turisti prima della pandemia da Covid, resta visitabile in questi giorni con accessi limitati a sud della 23esima strada e a scartamento ridotto. Il Plinto, collocato su un ponte che si affaccia sulla Decima Avenue e 30th Street nella sezione più a nord soprannominata "lo sperone", è ispirato al Quarto Plinto di Trafalgar Square: il piedistallo all'angolo nordovest della piazza londinese vuoto di secoli e dal 2005 deputato all'installazione di opere di arte contemporanea a finanziamento pubblico. Brick House resterà sul Plinto della High Line fino alla primavera 2021 quando sarà sostituita dall'opera ancora non annunciata che ha vinto la seconda commissione: tra i finalisti c'è anche l'italiana Paola Pivi. I finalisti delle due nuove edizioni edizione sono stati selezionati su una 'long list' di 80 opere da una giuria di esperti e con l'aiuto del pubblico: i due vincitori occuperanno il Plinto per 18 mesi ciascuno rispettivamente nel 2022 e 2024.

Gli artisti - Iván Argote, Nina Beier, Margarita Cabrera, Nick Cave, Banu Cennetoğlu, Rafa Esparza, Teresita Fernández, Kapwani Kiwanga, Lu Pingyuan, Pamela Rosenkranz, Mary Sibande e Andra Ursuţa - vengono da dieci paesi di cinque continenti. Dovranno ora produrre modelli in scala delle loro proposte che verranno esposti a partire da gennaio sulla High Line. Le dodici opere invitano a una riflessione su grandi temi come il cambiamento climatico e la guerra, l'immigrazione al confine tra Stati Uniti e Messico, il colonialismo e i diritti umani, la spiritualità e il mondo naturale: il piccione del colombiano Argote ha le dimensioni 'oversize' di un Tirannosauro Rex ed è intitolato con un pizzico di ironia "Dinosauro".

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Bandiere Rosse per Frieze, tinte con terra dei 50 stati. Artista rivisita vessilli Usa a Rockefeller Center

 

NEW YORK - Il 3 novembre gli elettori del Mississippi andranno alle urne per decidere se adottare una nuova bandiera con al centro un fiore di magnolia al posto di quella attuale decorata con i simboli della Confederazione Sudista. Ma a New York un artista concettuale ha gia' trasformato il vessillo dello stato al pari degli altri che identificano i 50 stati dell'Unione.
    Andy Goldsworthy, un esponente scozzese del movimento della Land art ha raccolto terriccio da ogni stato e colorato ciascuna bandiera con un pigmento rossastro imbevendo la tela con l'idea piu' materiale del suo territorio di origine. Le "Bandiere Rosse" (in realta' una gamma di sfumature, dall'arancio al rosa pallido, il giallo mostarda e il marrone) sventolano in questi giorni dai pali che circondano il "Rink", la pista di pattinaggio di Rockefeller Center da cui usualmente sono appesi vessilli nazionali.
    L'installazione fa parte di Frieze Sculpture, una iniziativa di arte pubblica all'aperto organizzata dalla fiera dell'arte che porta lo stesso nome. Identificare una bandiera con il suo stato di origine richiederebbe un'analisi geochimica, eppure l'insieme e' tutt'altro che monocromatico. L'opera di Goldsworthy, creata nel 2019 - e dunque prima dell'era Covid e delle proteste Black Lives Matter - sottolinea somiglianze e diversità tra le bandiere e i popoli che esse rappresentano, trasformando simboli di orgoglio nazionale e statale in una metafora di tolleranza e biodiversità di un paese vasto come gli Stati Uniti.
    Avendo ancorato questi valori in termini di rispetto dell'ambiente, l'artista scozzese ha voluto sottolineare, rafforzandola, la relazione tra giustizia sociale e ambientale.
    (ANSA).

The Edge riapre a New York

 RIAPRE A NEW YORK OSSERVATORIO DI EDGE © ANSA

L'osservatorio più alto dell'emisfero occidentale sospeso a 345 metri d'altezza al centesimo piano di un edificio del complesso commerciale e residenziale a Hudson Yards era stato inaugurato lo scorso 11 marzo, ma era stato chiuso qualche giorno dopo a causa delle misure restrittive per la pandemia di Covid-19. Dal 2 settembre riapre i battenti ma, come nel caso di tutte le altre attrazioni che hanno già riaperto a New York, avrà capacità limitata, obbligo di mascherine e ci saranno marcatori che invitano i visitatori a mantenere la distanza di sicurezza.

L'osservatorio offre una vista a 360 gradi della città, oltre ad uno spazio protetto da vetrate è dotato di una scalinata che eleva la vista di un piano e sulla quale è possibile sedersi come su quella che si trova al centro di Times Square. Una parte della superficie del piano è inoltre in vetro e dà a picco sulla strada, letteralmente è come avere la città sotto i piedi. "Il modo in cui il piano sporge dall'edificio - ha detto Jay Cross, presidente di Hudson Yards - non ha eguali negli altri osservatori al mondo". "Una New York come non si era mai vista prima - continua Jason Horkin, direttore esecutivo Hudson Yards Experiences - camminare su di The Edge è come camminare lungo il cielo". 

E The Edge dà infatti l'idea di essere sospesi nel vuoto, come sfidare la gravità, ma lo spettacolo che offre è un invito irresistibile anche per chi soffre di vertigini. Anche la salita in ascensore è in sé un'esperienza. In soli 52 secondi si passa dal primo al centesimo piano. Il piano che compone l'osservatorio ha inoltre un tocco italiano visto che i 79 pannelli in cui è diviso sono stati prodotti in Germania ma finiti in Italia. Oltre alla vista The Edge ha anche uno champagne bar, da provare soprattutto al tramonto, e un ristorante di lusso al 101/o piano, non a caso chiamato 'The Peak' (Il picco).

Oltre a The Edge Hudson Yards riapre anche un'altra delle attrazioni più gettonate della Grande Mela, Vessel, da alcuni ribattezzato la Torre Eiffel di New York. E' alto 46 metri e ha la forma di nido d'ape composto da 154 rampe di scale che sembrano incastrarsi tra di loro con 2500 gradini. 

ansa

ENIT PROMUOVE IL TURISMO DEL LUSSO A NEW YORK



I maggiori player della travel industry USA sono pronti ad incontrare l’Italia, le sue regioni ed i suoi operatori in un’occasione irripetibile: il workshop “Italian Luxury” 2019, organizzato dall’Agenzia Nazionale del Turismo, in collaborazione con Virtuoso, Signature e The Travel Leader Network, che si terrà dal 29 al 30 ottobre 2019 (29 ottobre Virtuoso only). Networking, business matching, marketplace, seminari e testimonianze di esperti, aziende e giornalisti di settore per un programma imperdibile: una due giorni dedicata al lusso ed al made in Italy nel turismo.

Boom grande mela, 65mln turisti nel 2018

 © ANSA

ansa

(ANSA) - NEW YORK, 17 GEN - Turismo ancora da record a New York. Nel 2018 la Grande Mela è stata visitata da 65.2 milioni di viaggiatori, quasi il 4% in più rispetto al 2017. Lo ha reso noto NYC & Company, l'agenzia che si occupa della promozione della città.
    Secondo i dati, i visitatori sono stati ripartiti tra 51 milioni e 600mila domestici e 13 milioni e 500mila internazionali. L'Italia si conferma l'ottavo mercato internazionale per New York e quarto europeo per numero di arrivi con 563.000 visitatori nel 2018, pari a +6% rispetto al 2017. Il Belpaese è preceduto dal Regno Unito con un milione e 240 mila visitatori, Cina, con un milione 100mila e Canada con un milione. Il 2018 è il nono anno consecutivo di crescita del turismo nella Grande Mela. Dati record sono stati registrati anche nel settore alberghiero, con 37 milioni e 700mila pernottamenti in hotel(+3,5% rispetto al 2017) che secondo le stime hanno generato un ritorno di $623 milioni dalle tasse sul soggiorno.
    "Questi numeri record confermano quello che ogni newyorkese sa: questa è la migliore città al mondo dove vivere e viaggiare - ha detto il sindaco Bill de Blasio -. New York City incarna i veri valori americani. Gli oltre 65 milioni di visitatori hanno potuto sperimentare in prima persona lo spirito inclusivo e accogliente della nostra città". NYC & Company stima che oltre 67 milioni di visitatori si recheranno a New York City nel 2019, un anno definito 'monumentale' per i grandi eventi in programma, tra cui il WorldPride, che per la prima volta si celebrerà negli Stati Uniti.

20 anni Harry Potter in mostra a NY

NEW YORK - Vent'anni dopo e un fenomeno mondiale con pochi eguali: New York celebra Harry Potter con 'Harry Potter: A History of Magic', la mostra che aprirà all'Historical Society il 5 ottobre e si chiuderà il 27 gennaio del 2019. L'esposizione è quella inizialmente inaugurata nel 2017 alla British Library, ma con l'aggiunta di alcuni pezzi americani. E' divisa in sette sezioni organizzate in modo da portare i visitatori in un viaggio all'interno del mondo di Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria frequentata da Potter.
Il viaggio inizia dal concepimento nella mente di J.K. Rowling della sua opera. Era il giugno del 1990 quando la Rowling, seduta in un treno in ritardo da Manchester a Londra, cominciò a pensare al personaggio di Harry Potter, il maghetto dai capelli scompigliati, gli occhiali e una cicatrice sulla fronte. Sette anni dopo, l'ammasso di appunti soprattutto su pezzi di carta prese la forma del primo libro 'Harry Potter and the Philosopher's Stone' (Harry Potter e la pietra filosofale), e quello che sembrava un volume per ragazzi divenne un fenomeno mondiale trasformando per sempre la vita della Rowling. In mostra ci sono rari libri, manoscritti e oggetti magici della collezione della British Library nonché materiale proveniente dall'archivio della stessa Rowling.
"Vent'anni dopo - ha detto all'ANSA Alexander Lock, con Julian Harrison, Tanya Kirk e Joanna Norledge tra i curatori della mostra (la parte newyorchese è stata affidata a Margi Hofer e Cristian Petru Panaite) - Harry Potter è un fenomeno internazionale e continua a crescere. Tutti nel mondo amano leggerlo. Questa mostra non solo riconosce e celebra il successo della Rowling, ma esplora anche la storia dietro la magia di questo racconto. Ci sentiamo inoltre privilegiati perché lei stessa ci ha dato accesso al suo archivio personale. Aggiungo anche che Harry Potter sarà sempre un fenomeno, perché parla a tutti e cattura l'immaginazione di tutti".
La parte newyorkese della mostra presenta illustrazioni di Brian Selznick, che ha creato la copertina per la serie pubblicata in occasione del 20/o anniversario, di Mary Grandpré, ideatrice delle illustrazioni per la prima copertina della serie pubblicata da Scholastic, e di Kazu Kibuishi, che ha illustrato il cofanetto per il 15/o anniversario. Oltre alla mostra, la New York Historical Society ha organizzato anche una serie di eventi collaterali come gare di trivia, corsi di scrittura, laboratori artistici e book club.https://harrypotter.nyhistory.org.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Al Met i codici di S.Lazzaro a Venezia Armenia!, storia di accoglienza in laguna in nome della cultura

 © ANSA

NEW YORK - Un ponte tra Venezia e New York e una straordinaria storia di accoglienza nella Serenissima di tre secoli fa che approda al Met. Per la mostra Armenia!, che ha aperto questo fine settimana i battenti nel museo su Fifth Avenue, dal monastero di San Lazzaro sono arrivati a Manhattan otto preziosi codici, sei dei quali mai stati esposti in America prima d'ora.
    Organizzata da Helen Evans, responsabile del dipartimento di arte bizantina del museo, Armenia! raccoglie 140 oggetti tra reliquiari, tessuti, manoscritti, gioielli, modellini di chiese, le elaborate croci note come khachkars e la eccezionale Mappa Marsili delle chiese armene prestata dalla biblioteca universitaria di Bologna. "Davanti a questi tesori comprendiamo meglio il ruolo centrale che l'arte ha avuto nel definire e collegare le comunità armene nel mondo", ha detto il direttore del Met Max Hollein.
   
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Villa Getty riapre con Atleta di Lisippo In mostra seimila anni di arte, dal Neolitico al Tardo Antico

 © ANSA
NEW YORK - Da decenni rivendicato dall'Italia, torna in mostra a Malibu l'Atleta Vittorioso, noto come l'Atleta di Lisippo: la Villa Getty, costruita negli anni '70 (e mai abitata) dal petroliere J.P. Getty per ospitare le sue raccolte, ha riaperto con un nuovo allestimento che offre un'esperienza completamente diversa - cronologica e multiculturale - rispetto alle gallerie tematiche che fino a 15 mesi fa avevano costituito l'ossatura dell'itinerario.
    Seimila anni di arte, dal Neolitico al Tardo Antico, in quella che è oggi l'Europa sono ancora il filo conduttore del percorso in cui per la prima volta gli Etruschi avranno una galleria tutta per loro. Materiale visto raramente, come gli affreschi del primo secolo da poco restaurati dalla villa di Numerius Popidius Florus a Boscoreale vicino a Pompei sono usciti dai magazzini.
    La prima mostra, ospitata per tre anni, raccoglierà ritratti funerari di Palmira, la città della Siria attaccata dall'Isis: i pezzi vengono dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen.

ansa

Lo storico terminal Twa al Jfk di New York diventa hotel di lusso

NEW YORK - Lo storico terminal della Twa (Trans World America) avra' nuova vita e rinascera' nelle sembianze di un hotel di lusso. Una struttura da 550 stanze che preserverà l'architettura curvilinea del capolavoro di Eero Saarinen e che fu il simbolo della 'Jet Age' (era del jet) a New York.
Un capolavoro che purtroppo l'architetto e designer di origini finlandesi non vide mai realizzato perché morì prematuramente di cancro a 51 anni nel 1961, un anno prima appunto dell'inaugurazione. Il terminal, a forma di una fascio d'ali in volo posato a terra, chiuso nel 2001 e nel 2005 inserito nel registro Nazionale dei luoghi storici di New York nel 2005, diventerà la reception e foyer piu' grande al mondo di un albergo che si eleva su due torri laterali e alle quali e' connesso attraverso due corridoi sopraelevati come quelli che trasportano i passeggeri dal terminal agli imbarchi.
La struttura avra' anche un tocco italiano perché sara' riprodotto il display a palette di Solari, esattamente come 54 anni fa quando fu progettato dall'architetto Gino Valle. Quella tecnologia fu sviluppata da Remigio Solari negli anni 50. La Solari di Udine Spa è una società che opera prevalentemente nel settore dei sistemi a orologeria d'informazione al pubblico. Un volta aperto il Twa Hotel, situato accanto al Terminal 5 della Jet Blue e raggiungibile anche attraverso l'airtrain, contribuira' a fare dell'aeroporto Kennedy una destinazione in se stessa oltre che uno spazio business con sale conferenza e eventi, ristoranti e una piattaforma di osservazione.
L'hotel, un progetto da 260 milioni di dollari, come ha spiegato Tyler Morse, presidente di Mcr, societa' leader negli Stati Uniti nella proprieta' e gestione di alberghi, sara' anche connesso ad un Lockheed L-049 Constellation, affettuosamente soprannominato 'Connie', il quadrimotore di linea prodotto dall'azienda statunitense Lockheed Corporation a partire dal 1943. L'aereo sara' trasformato in ristorante e bar. In attesa dell'inaugurazione, una riproduzione in scala del Twa Hotel e' stata aperta all'interno di 1 World Trade Center e ribattezzata 'Twa lounge at 1WTC'. Si tratta di un ufficio commerciale, aperto al pubblico solo su appuntamento che fara' anche da museo per quella che era la 'Jet Era'. 
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

1 Maggio: Milano, Catania, Roma, Palermo mete preferite. Kayak.it, all'estero dominano Londra e New York, cala Parigi


 Milano, Catania, Roma, Palermo sono le regine del ponte del 1 maggio, per il terzo anno consecutivo. Almeno stando alla classifica delle mete più gettonate effettuata dal motore di ricerca viaggi Kayak.it analizzando le ricerche degli italiani negli ultimi sei mesi. 


I viaggi verso il sud Italia sono molto popolari durante questo ponte primaverile: quest'anno, infatti, la Sicilia è rappresentata nella top 10 da tre città (Catania, Palermo, Trapani) ed è affiancata dalla Campania con Napoli, dalla Puglia con Bari e dalla Sardegna con Cagliari. A rappresentare il nord, invece, compaiono Milano in prima posizione, Torino in sesta e la romantica Venezia in ottava. 


All'estero la popolarità di Londra non conosce crisi per il 1 maggio: la capitale inglese domina stabilmente la classifica dal 2015. Al secondo posto New York, l'unica destinazione extraeuropea della top 10 del 2017. Rispetto a due anni fa, la popolarità di Parigi è calata: la capitale francese è passata dal terzo posto del 2015 al sesto. 


Il Paese europeo più amato risulta essere la Spagna, presente in classifica con ben tre destinazioni: Ibiza, Barcellona e Madrid. Quest'anno, inoltre, fanno il loro ingresso due mete amatissime tra movida a mare cristallino: Ibiza e Mykonos. 


ITALIA MONDO 


1.Milano 1.Londra 


2.Catania 2.New York 


3.Roma 3.Amsterdam 


4.Palermo 4.Ibiza 


5.Napoli 5.Barcellona 


6.Torino 6.Parigi 


7.Bari 7.Madrid 


8.Venezia 8.Budapest 


9.Trapani 9.Mykonos 


10.Cagliari 10.Praga

ansa

Natale a New York, a Brooklyn è festa luci

(ANSA) - NEW YORK - Il Natale a New York non è solo l'iconico albero al Rockfeller Center. Qualche chilometro più a sud, infatti, in particolare a Brooklyn, va in scena lo spettacolo di Dyker Heights, dove non resta che rimanere a bocca aperta per lo sfarzo e la fantasia con cui i residenti addobbano le loro case. Lo show delle luci, dei pupazzi di Babbo Natale e di tanti altri personaggi natalizi, inizia subito dopo il giorno del Ringraziamento, a fine novembre, e va avanti per tutti il periodo natalizio compresa la prima settimana del nuovo anno.
    Ogni anno i proprietari delle case più lussuose, senza badare a spese fanno a gara, ingaggiando anche società specializzate in decorazioni, per avere l'illuminazione più bella e spettacolare.
    A Dyker Heights ci si può andare individualmente oppure tramite un tour in bus, 'A Slice of Brooklyn', che per circa tre ore e mezza dà la possibilità ai turisti di girare sia a piedi sia appunto in autobus.

Adesioni record per la Nyc Restaurant Week Winter

Nyc & Company, ente del turismo di New York City, presenta la Nyc Restaurant Week Winter, che torna dal 18 gennaio al 5 febbraio 2016. I 372 ristoranti partecipanti, tra i più prestigiosi della ristorazione newyorkese, proporranno menu a tre portate a prezzi fissi a pranzo (25 dollari) e a cena (38 dollari), escluse bevande, mance e tasse, dal lunedì al venerdì, sabato escluso e domenica opzionale. Le prenotazioni sono già aperte sul sito nycgo.com/restaurantweek dove è inoltre possibile consultare i menu.

"Siamo orgogliosi di presentare la più grande Nyc Restaurant Week di sempre: hanno infatti aderito a questa edizione 372 ristoranti newyorkesi situati in tutti i cinque distretti, un numero record  che conferma il successo di questa manifestazione anno dopo anno”, afferma Fred Dixon, presidente e ceo dell’ente. I nuovi ristoranti partecipanti sono 41, mentre 331 rinnovano la loro partecipazione. 
Nyc Restaurant Week è parte di Unlock Nyc, la nuova campagna promozionale della città.

- See more at: http://www.guidaviaggi.it/notizie/176406/adesioni-record-per-la-nyc-restaurant-week-winter#sthash.0kSn6XGY.dpuf