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Meditazioni in musica dalla Scala a Palermo. Verso Pasqua...


Verso Pasqua con maestri come Herreweghe e Orozco-Estrada: dalle Passioni bachiane a Milano agli “Stabat Mater” di Pergolesi e Rossini a Torino, Verona e nel capoluogo siciliano La “Pastorale” di Beethoven su Radio 3

Un gesto piccolissimo delle mani. Quasi impercettibile. Un gesto nel quale, però, c’è tutto. C’è la musica. C’è la Passione. Scritto con la lettera maiuscola perché è la Passione secondo Matteo di Johann Sebastian Bach, quella composta per i riti del Venerdì Santo a Lipsia. Passione che sgorga dalle mani di Philippe Herreweghe. Sgorgano le note di Bach, quelle che restituiscono in musica, con passo teatrale e liturgico allo stesso tempo, la Passione di Cristo nello scorrere degli eventi raccontati da Matteo nel suo Vangelo. E lo fanno con una naturalezza, con una semplicità disarmante – che lezione di democrazia musicale il vedere i solisti uscire dal coro, eseguire le loro arie (straordinari il soprano Dorothee Mields, il controtenore Hug Cutting, il baritono Konstantin Krimmel, mentre il tenore Julian Prégardien ha dato voce all’Evangelista e il basso Florian Boesch ha fatto risuonare le parole di Gesù) per poi tornare insieme agli altri musicisti a farsi voce di una comunità che celebra e ripercorre il Mistero, lasciandosi interrogare, oggi, dal suo significato. La violenza della condanna a morte di Cristo è la stessa di chi oggi uccide in guerra. Lo senti, più di sempre nella musica di Bach. Che scaturisce dalle mani di Herreweghe – che spesso scende dal podio per essere più vicino ai suoi musicisti e plasmare, insieme, la musica. Come se quelle note venissero ri-create per la prima volta. Eppure è da oltre mezzo secolo che il direttore belga, con il suo Collegium vocale Gent, frequenta la partitura di Bach. Lo ha fatto anche lunedì, al Teatro alla Scala. Intenso, forte della bellezza della semplicità di cui la pagina è intrisa. La Matthäus-Passion ha aperto i concerti, che non sono solo concerti, ma meditazioni in musica, della Settimana Santa 2024.

Un’altra Passione, la Johannes- Passion, è risuonata mercoledì in Duomo a Milano. L’ensemble LaBarocca dell’Orchestra sinfonica di Milano, dopo averla proposta all’ombra della Madonnina, la ripropone stasera alle 20 all’Auditorium di largo Mahler, proseguendo una tradizione inaugurata nel 1999 da Riccardo Chailly, quella di eseguire ogni anno, in Quaresima, una Passione di Bach. Tradizione tedesca, ora di casa anche a Milano. Da Milano a Torino dove stasera alle 20.30 all’Auditorium Toscanini Andrés Orozco-Estrada sale sul podio per il Concerto di Pasqua dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai: sul leggio lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi con le voci di Giuliana Gianfaldoni e Cecilia Molinari, ma anche la

Sinfonia n.6 in fa maggiore Pastorale

di Ludwig van Beethoven. Diretta su Radio 3, differita alle 21.15 su Rai 5.

Un altro Stabat Mater, quello teatralissimo nel racconto della scena del Calvario di Gioachino Rossini, è in programma stasera alle 19 (al termine la tradizionale Via Crucis in Arena) e domani alle 17 al Teatro Filarmonico di Verona. Roberto Abbado sale sul podio di orchestra e coro dell’Arena per la pagina ispirata alla lauda di Jacopone da Todi e affidata alle voci di Erika Grimaldi, Caterina Piva, Pietro Adaini e Giorgi Manoshvili. Anche il Teatro Massimo di Palermo celebra in musica la Pasqua con lo Stabat Mater di Rossini. Domani alle 20.30 orchestra e coro del Massimo, guidati dal direttore musicale onorario Gabriele Ferro, fanno risuonare la pagina insieme alle voci di Carolina Lopez Moreno, Vasilisa Berzhabskaya, Francesco Demuro e Luca Tittoto.
avvenire.it

Da domenica più treni per andare verso aeroporto Palermo

 
travelnostop.com

Aumentano i collegamenti nel passante ferroviario di Palermo. Da domenica 10 marzo verranno introdotti nuovi collegamenti sulla linea “Palermo Centrale – Palermo Aeroporto”. Nel dettaglio, sulla linea “Palermo Centrale – Palermo Notarbartolo – Palermo Aeroporto”, dal lunedì al venerdì, circoleranno 13 nuovi treni, mentre nei giorni festivi saranno 4 i nuovi collegamenti. I treni R 94983, R 21704, R 21856 subiranno invece modifiche d’orario.

Inoltre, sulla linea “Castelvetrano – Palermo Centrale” il treno R 21850 subirà modifiche di orario, fino al 1° aprile 2024.

I nuovi collegamenti si aggiungono all’offerta di Regionale di Trenitalia per il passante di Palermo che dal lunedì al sabato prevede 80 treni fra Palermo Centrale e Palermo Aeroporto, differenziati fra treni semi-veloci (10 fermate e una percorrenza media di 49 minuti con frequenza di 1 treno all’ora) e treni che effettuano tutte le fermate intermedie tra origine e destinazione (16 fermate e una percorrenza media di 60 minuti con frequenza di 1 treno all’ora).

Nella stazione di Palermo Notarbartolo, inoltre, si perfeziona l’interscambio con i servizi da e per Palermo Giachery (1 collegamento Palermo Notarbartolo – Palermo Giachery ogni 30 minuti).

Dal lunedì al venerdì previsti inoltre 5 collegamenti di tipo fast, 6 nei giorni festivi, che effettuano la sola fermata intermedia di Palermo Notarbartolo con un tempo di viaggio fra i 34 e i 36 minuti.

I nuovi treni incrementano e potenziano così l’offerta del Passante ferroviario di Palermo scelto ogni giorno da studenti, pendolari e turisti per muoversi fra il capoluogo e Palermo Aeroporto.

I nuovi collegamenti sono già disponibili sui canali di acquisto di Trenitalia. Maggiori informazioni su trenitalia.com o rivolgendosi al personale del Customer Care e delle biglietterie Trenitalia.

travelnostop.com


Riapre Casa delle Farfalle a Palermo: visite fino al 15 giugno

 

La magica atmosfera che riesce a creare il volo delle farfalle è tornata ad animare Villa Filippina a Palermo (piazza San Francesco Di Paola, 18). Ha ufficialmente preso il via infatti la nuova edizione della “Casa delle Farfalle” pronta a regalare ai palermitani e ai visitatori un’esperienza indimenticabile in un vero e proprio paradiso terrestre. Immersa nel verde rigoglioso di Villa Filippina, questa struttura unica è molto più di una semplice serra: è un giardino d’inverno, un’oasi di tranquillità e bellezza dove le farfalle danzano liberamente tra fiori colorati e alberi frondosi. Il percorso all’interno della “Casa delle Farfalle” è un viaggio incantato, un’esperienza sensoriale che avvolge i visitatori in un abbraccio di magia e meraviglia.

“La Casa delle Farfalle rappresenta un’oasi di pace e serenità nel cuore di Palermo – sottolinea Enzo Scarso, uno degli organizzatori dell’evento – I visitatori possono immergersi completamente nella bellezza della natura, scoprendo il ciclo vitale delle farfalle e apprezzando la delicatezza e l’eleganza di questi meravigliosi insetti”.

La “Casa delle Farfalle” di Palermo, con la direzione scientifica di Antonio Bruno, sarà aperta tutti i giorni, dalle ore 9:30 alle 18:00 fino al 15 giugno 2024. Quest’anno la “Casa delle Farfalle” ha aperto anche a Ragusa presso il Centro Commerciale Culturale in pieno centro storico.

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Online il video ufficiale del 400° Festino di Santa Rosalia

 

Online il video ufficiale del 400° Festino di Santa Rosalia che nel frattempo inizia a prendere corpo. Il Comune ha pubblicato un avviso per l’erogazione di contributi per spettacoli da realizzare tra il 15 aprile e il 15 luglio. L’avviso mette a disposizione oltre 734 mila euro, che arrivano dal ministero della Cultura. Ogni proposta che verrà finanziata potrà ottenere massimo 30 mila euro. Le proposte dovranno pervenire entro le 12 del 13 marzo a settorecultura@cert.comune.palermo.it

Inoltre il sindaco Roberto Lagalla con una determina ha costituito un comitato tecnico scientifico che sarà chiamato a valutare le proposte. A presiedere il comitato sarà l’assessore alla Cultura Giampiero Cannella.
Gli altri componenti sono: Marco Betta, sovrintendente del Teatro Massimo; Umberto De Paola, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Palermo; Ignazio Garsia, presidente The Brass Group; Pamela Villoresi, direttore del Teatro Biondo, Raffaele Bonsignore, presidente Fondazione Sicilia; Patrizia Monterosso, presidente Fondazione Federico II; Antonio Ticali, sovrintendente Fondazione Sant’Elia; Mauro Visconti, direttore del Conservatorio Alessandro Scarlatti; Andrea Peria Giaconia, sovrintendente Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana; Aldo Gerbino, presidente Accademia delle Scienze Mediche Gian Filippo Ingrassia”; la professoressa Rita Cedrini; il professore Tommaso Romano; Gabriele Carapezza Figlia, direttore Lumsa Libera Università Maria Ss. Assunta – Santa Silvia di Palermo; Filippo Sarullo, della Curia arcivescovile; Ignazio Buttitta, docente dell’Università di Palermo; il professore Manlio Corselli e il professore Aldo Sarullo. La partecipazione al comitato tecnico scientifico sarà a titolo gratuito.

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Fiera del Mediterraneo anticipata al 20 aprile, poi inizia il restyling

 

La 69/ma Fiera campionaria del Mediterraneo di Palermo verrà anticipata ad aprile per lasciare spazio da maggio ad ottobre ai lavori di ristrutturazione per dare un nuovo ‘look’ al centro fieristico. L’inaugurazione si terrà il 20 aprile e la Fiera sarà aperta al pubblico fino al 5 maggio. Nonostante le date fossero già state comunicate e già pubblicate sul sito del Comune di Palermo, al titolare di Mediexpo, Massimiliano Mazzara, che organizza la manifestazione, è stato chiesto di anticipare l’apertura della campionaria.

“Questi lavori sono previsti dall’accordo quadro per tre milioni – dice l’assessore alle attività produttive del comune di Palermo Giuliano Forzinetti, in una nota dei Mediexpo – e permetteranno di rifare gli ingressi, il sistema di videosorveglianza, l’impianto fognario e la realizzazione di pareti che serviranno a separare i padiglioni aperti e funzionanti da quelli in disuso. Da ottobre in poi farà seguito la programmazione degli eventi”.

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Il turismo congressuale a Palermo cambia volto con il Marina Convention Center

 

Cambia volto la proposta di turismo congressuale a Palermo. Da ottobre, ovvero da quando è stato inaugurato il nuovo Marina Convention Center ospitato all’interno del Molo Trapezoidale di Palermo, la struttura è diventata il cuore dell’innovazione eventistica in Sicilia, offrendo un ambiente unico per l’organizzazione di congressi, conferenze, workshop, meeting aziendali e molto altro ancora.

Posizionato strategicamente nel cuore di Palermo, il Marina Convention Center si trova a pochi passi dal centro storico della città e a soli 30 minuti dall’aeroporto, La posizione privilegiata garantisce una comodità senza eguali sia per i visitatori locali che per coloro che giungono da fuori Palermo. La struttura stessa è un esempio di architettura moderna e di design all’avanguardia, che si fonde perfettamente con l’atmosfera storica della città, creando una sinergia sorprendente tra passato e presente.

Grazie alla sua ampia sala plenaria da 220 posti, dal design elegante e contemporaneo, alle 2 sale rispettivamente da 50 e 20 posti e da ampi spazi modulari è possibile valorizzare ogni evento sfruttandone l’adattabilità per diversi allestimenti. Sale e spazi modulari, con luce naturale e sedute removibili, l’estrema flessibilità per una massima personalizzazione dell’evento e le innovazioni tecnologiche adottate, consentono ulteriori possibilità di configurazione, per rendere ciascun evento unico. L’ampio e comodo parcheggio, e la vasta gamma di servizi food & beverage offerti, definiscono e la identificano come un’offerta completa ed efficiente.

Una delle caratteristiche distintive del Marina Convention Center è la sua straordinaria versatilità. Grazie anche ai suoi spazi all’aperto, il centro congressi è in grado di adattarsi a una varietà di eventi di diverse dimensioni e tipologie, che si tratti di un’importante conferenza aziendale, di una mostra d’arte o di una festa privata, il Marina Convention Center offre soluzioni su misura per soddisfare ogni esigenza e per garantire un effetto wow reso possibile dai giochi pirotecnici dell’adiacente fontana, dalla presenza delle vasche d’acqua lungo le quali passeggiare al sole mentre si ammira la manovra di una nave da crociera che salpa dal porto della città.

Si tratta infatti di uno spazio aperto che si estende per più di 26 mila metri quadrati e che è stato oggetto di uno dei più importanti interventi di rigenerazione urbana realizzati a Palermo, un’opera di riconnessione dello scalo con il tessuto urbano e, soprattutto, un asset industriale e turistico.

travelnostop.com

Sicilia. Il ritorno del Gattopardo, restaurata la villa del principe


PALERMO - La dimora del principe, Villa Lampedusa, è risorta dalle sue ceneri e prende il nome di Villa Gattopardo. Stamattina è stata presentata alla stampa a Palermo.

È sede della Fondazione Dragotto e hotel di lusso che conta su 10 suite, un parco, una Spa ben attrezzata e una fontana con getti d'acqua che prendono colore e vita al ritmo delle musiche che si diffondono su tutto il parco. L'impresa è stata titanica, imponente. La dimora del principe, acquistata dal mecenate Tommaso Dragotto, illuminato imprenditore della compagnia di autonoleggio Sicily by Car, ha subito una ristrutturazione degna di stupore. Era distrutta, cadente, ferita in ogni sua parte, i solai, quando esistenti, erano in pericolo, i decori coperti dall'intonaco, e oggi, in soli due anni, tutto ha ripreso vita.
    Persino la piccola Cappella padronale è stata restaurata sotto la stretta vigilanza della Soprintendenza. Ai primi del '700 la villa fu costruita per Don Isidoro Terrana, come residenza agricola, ma passò di mano per vari proprietari, da Alliata di Villafranca fino a Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa che la comprò dopo che i Borbone gli avevano requisito l'isola di Lampedusa. "Fu conveniente - spiega Tommaso Dragotto - con il denaro dell'esproprio i Tomasi comprarono numerosi beni, mentre a quel tempo l'isola era solo un ammasso di pietre e scogli in mezzo al mare. Poi l'autore del Gattopardo ci racconta che la casa venne ampliata, per essere abitata. Il principe, come sappiamo dal romanzo, la usava non solo per l'estate, ma anche perché lì aveva organizzato il suo osservatorio astronomico. Il mio sogno? Si è realizzato oggi. So bene che non riprenderò mai i soldi spesi per il restauro, ma il grado di civiltà di un popolo si misura dalla bellezza che produce, che protegge, che custodisce. È un dovere morale verso ogni generazione futura". A occuparsi dell'immenso restauro sono stati gli architetti Katia Balistreri e Franco Di Peri, attenti compagni di lavoro per Dragotto che ogni giorno ha sorvegliato ogni centimetro dei lavori, affidati all'Ekklesiasteron Restauro. Ovviamente preceduti da un lungo periodo di studio e di scelte coraggiose ma perfettamente in linea con la guida della soprintendenza ai Beni Culturali. "Ho investito 6 milioni di euro - rivela Dragotto - non ci saranno eventi che potranno ripagare una somma simile, ma la gioia di creare qualcosa di bello che duri nel tempo, che superi i limiti umani della durata, mi riempie di consolazione. Ho scelto i marmi più pregiati, gli arabesque adatti e abbiamo conservato tutto ciò che poteva riprendere vita". C'è un filmato che testimonia ogni fase dei lavori e lì Tommaso Dragotto si commuove, nel rivedere l'abbandono di ciò che era stata una villa, ripercorrendo i due anni di tensione e di preoccupazione, per ogni decoro. Ma tutto si ricompone e torna al proprio posto quando la fontana inizia a lanciare getti d'acqua verso l'alto a suon di musica, da un valzer di Strauss alle note de "La vedova allegra", fino al celebre valzer del Gattopardo. Nella sala della colazione si trova l'unico soffitto a cassettoni salvato e conservato. Tommaso Dragotto va fiero delle opere della sua Fondazione: tra tutti citiamo il volume Sicilia, il Grand Tour, la cui copertina è stata adottata come immagine ufficiale del G7 di Taormina nel 2017, gli acquerelli commissionati apposta al francese Fabrice Moireau che sono andati in mostra in tutta Italia. La villa sarà visitabile la domenica mattina gratuitamente. 
ansa.it

I nove secoli della ‘Martorana’, chiesa di rito bizantino a Palermo


Tanti gli eventi in calendario per l’anniversario della fondazione di Santa Maria dell’Ammiraglio, affidata all'Eparchia di Piana degli Albanesi. L'Archimandrita papas Antonino Paratore: "Un momento importante per vivere la liturgia della comunità arbëreshe"

La chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio a Palermo, meglio nota come la “Martorana”, compie 880 anni. È infatti datata maggio 1143 la pergamena in lingua greca e araba, custodita presso il Tabulario della Cappella Palatina nel capoluogo siciliano, con cui l’ammiraglio Giorgio d’Antiochia, con il consenso di re Ruggero, assegna la chiesa da lui fondata al clero greco, insieme a terreni e altri beni per il funzionamento della chiesa stessa e il sostentamento del clero. La Chiesa della “Martorana”, dove dal 30 aprile è esposta la copia della pergamena, è affidata dal 1937 all’Eparchia di Piana degli Albanesi, di cui è concattedrale e che in essa celebra secondo il rito cattolico-bizantino.
L’Archimandrita Paratore: “Una festa per la comunità”

È un anniversario storico ma anche una festa per i fedeli sparsi per tutta la città di Palermo, spiega l’Archimandrita papas Antonino Paratore, parroco della chiesa che si trova in piazza Bellini, nel centro storico del capoluogo siciliano e Delegato ad omnia dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, “i quali venendo nella chiesa della Martorana, ritrovano ciò che è nelle loro comunità il luogo di culto, il luogo di preghiera, il luogo di spiritualità.” Animata dai canti del coro dei fedeli della Martorana, la divina liturgia di San Giovanni Crisostomo, la stessa che veniva celebrata dal clero greco ad essa assegnato, domenica 30 aprile nella Cappella Palatina di Palermo, ha dato il via al calendario dei festeggiamenti: la celebrazione è stata presieduta dall’Arcivescovo Giorgio Demetrio Gallaro, nominato da Papa Francesco il 31 marzo 2015 Amministratore Apostolico dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, e concelebrata da Monsignor Michele Polizzi, parroco della Cappella Palatina e dall’Archimandrita Paratore. Presenti il Ciantro della Cappella Palatina, monsignor Giuseppe Randazzo e il capitolo palatino. Domenica 21 maggio, giorno scelto come data simbolo dell’anniversario, nella chiesa della “Martorana” monsignor Gallaro, celebrerà un solenne pontificale. “Era opportuno che il solenne Pontificale avesse luogo in una domenica di maggio - spiega ancora l’Archimandrita Paratore - poiché era usanza dell’antico rito bizantino celebrare la Dedicazione delle Chiese le domeniche dopo Pasqua. Delle quattro domeniche del mese di maggio, è stata scelta la VII Domenica dopo Pasqua, quella che segue l’Ascensione e precede la Domenica di Pentecoste e in cui la liturgia bizantina fa memoria dei Santi Padri del Concilio di Nicea, il primo Concilio Ecumenico della Chiesa, in cui venne formulato il ‘Simbolo’ niceno che, ribadendo l’unicità di Dio, afferma la consustanzialità del Figlio al Padre”.
La ‘Martorana’, patrimonio Unesco

Dal 3 luglio 2015 la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio fa parte del patrocinio dell’umanità Unesco nell’ambito dell’itinerario arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale. Tanti i visitatori che giungono per ammirare i preziosi mosaici, tra i quali il Cristo Pantocratore nella cupola e le figure dei profeti nel tamburo, le scene dell’Annunciazione e della Presentazione al Tempio negli archi del quadrato centrale, la scena della Natività e i busti di santi nei sottarchi. Un orgoglio soprattutto per i fedeli della chiesa, così descritti da papas Paratore: “Una comunità che cerca di mantenere vive le tradizioni spirituali, liturgiche dei Paesi di origine, perché la Diocesi di Piana degli Albanesi, poi Eparchia, è sparsa nella provincia di Palermo. È una comunità unica nel suo modo di essere, di rito bizantino, ma anche di rito romano, che convivono insieme e quindi entusiasti anche in questo momento di questa data storica”. “Questo anniversario è un momento di grazia per tutti noi - aggiunge l’Archimandrita Paratore - in questo anno giubilare vogliamo offrire alla nostra comunità, a tutti i palermitani e ai turisti che visitano la nostra terra, la possibilità di conoscere la storia e la bellezza della Martorana, per comprendere il significato teologico e artistico dei mosaici e degli affreschi che la ornano e per vivere la liturgia del rito bizantino che celebra la comunità arbëreshe. Venerdì 9 giugno, la chiesa rimarrà gratuitamente aperta fino a mezzanotte per la notte bianca patrocinata dal Pontificio Consiglio per la Cultura, la ‘Lunga Notte delle Chiese’”.

vaticannews.va

Quando Palermo cambiò aspetto sotto le bombe del '43. In mostra foto, documenti, divise militari, jeep dell'epoca

PALERMO - Il 9 maggio del 1943 Palermo scoprì di essere in prima linea nel secondo conflitto mondiale. La città fu investita dal più devastante bombardamento statunitense di tutta la guerra.

Morte e distruzione. Persino l'assetto urbanistico ne fu irrimediabilmente compromesso. Quei giorni quando il cielo si tinse di scuro sono raccontati in una mostra che verrà inaugurata, il 9 maggio alle 17.30, nell'Archivio storico comunale di via Maqueda, promossa dall'assessorato alla Cultura guidato da Giampiero Cannella che ne ha spiegato i contenuti in una conferenza stampa.
    Foto d'epoca, documenti, divise militari, elmetti e jeep dell'epoca, un'auto Topolino, una moto con sidecar e tanti altri cimeli di quel periodo storico saranno esposti per farne tracce di memoria viva a beneficio anche delle nuove generazioni. "La mostra durerà quattro mesi e inquadra la storia cittadina dalla fine degli anni '30 fino all'ingresso dei soldati americani e al termine della belligeranza", afferma Attilio Albergoni, curatore dell'iniziativa che non si racchiude solo nell'Archivio storico.
    "Ci saranno altri eventi culturali che abbracceranno tutta la città - aggiunge - sarà possibile visitare i rifugi antiaerei, tra cui quello Madre Teresa di Calcutta, (escluso quello di piazza Pretoria chiuso per permettere i lavori di manutenzione al Palazzo delle Aquile). Ci sarà anche un'esibizione della fanfara dei carabinieri al castel Utveggio. Un chicca particolare è l'esposizione di una macchina Enigma che permise ad Alan Turing di decriptare i codici che celavano le comunicazioni dei tedeschi. Un ufficiale della guardia di finanza spiegherà il suo funzionamento. Verranno esposti anche i documenti dell'archivio storico. Si potrà conoscere come i palermitani hanno vissuto la guerra e come ne sono venuti fuori". "E purtroppo molte ferite urbanistiche - conclude Albergoni - sono state compiute durante la ricostruzione post bellica. Molti rioni potevano essere risanati e non rasi al suolo".
    Per Claudia Fucarino, funzionaria dell'assessorato comunale alla Cultura, "la mostra non vede protagonista solo l'archivio comunale, ma coinvolge altre sedi private e pubbliche. Tra queste la Biblioteca Bombace della Regione. La scuola Perez interverrà con un concerto. Nella Chiesa della confraternita di Maria Santissima degli agonizzanti si potrà visitare un rifugio antiaereo. Era in realtà una cripta utilizzata per proteggersi durante i bombardamenti. La struttura sarà aperta ai visitatori per la prima volta. Non mancheranno neppure rappresentazioni teatrali".
    Ci sarà pure l'esibizione del coro San Sebastiano del Corpo di polizia municipale e la possibilità di visitare a Boccadifalco il museo dell'associazione Arma aeronautica. Tutte le mostre e le visite saranno gratuite. Per alcune iniziative sarà necessaria la prenotazione. "Ricorrono 80 anni dal bombardamento del '43. Quell'evento bellico lasciò segni profondi nella città e molti sono ancora visibili. Palermo ha cambiato la sua morfologia. Sarà questa l'occasione per valorizzare quei monumenti che grazie ad appropriati interventi furono salvati. Tra questi ci sono quelli promossi grazie al capitano statunitense Mason Hammond che partecipò operazione Husky (lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel luglio del '43)".
    "Palermo ha il più grande centro storico d'Europa - aggiunge Cannella - venne coinvolto in gran parte perché l'intento era quello di fiaccare ogni resistenza. Oggi proponiamo un ricordo doveroso di quel periodo a beneficio di tutta la cittadinanza".

ansa.it
 

Le Soste di Ulisse lanciano il Continente Sicilia


 PALERMO - Le Soste di Ulisse, unico esempio virtuoso in Italia di rete integrata territoriale, nata nel 2002 in Sicilia per iniziativa di un gruppo di Chef lungimiranti, entrano nel loro terzo decennio di attività.

Una grande sfida da affrontare con l'obiettivo di ridisegnare l' Associazione, darle un nuovo ruolo in uno scenario completamente mutato - dopo 2 anni di pandemia e di sofferenza per il settore dell'Ospitalità - e farla divenire la voce di quella iniziativa privata che si pone come interlocutore qualificato per tutti quelli che vogliano conoscere il "Continente Sicilia" con un occhio più attento.
    Gli obiettivi dell'associazione e le iniziative in cantiere sono stati illustrati stamane, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta al Mec di Palermo.

Le Soste di Ulisse contano oggi 47 realtà associate, tra Ristoranti gourmet e tradizionali, Pasticcerie storiche, Hotel di Charme, Cantine ed Istituzioni culturali private unite dal desiderio di valorizzazione lo straordinario patrimonio enogastronomico, paesaggistico, artistico, culturale e monumentale dell'isola.
    Suddiviso geograficamente secondo i tre antichi "Valli" che caratterizzano la Sicilia ed il suo passato di influenze e dominazioni: Val di Noto, Val di Mazara e Val Demone, il territorio dell'isola diventa - grazie a "Le Soste di Ulisse" - un grande libro aperto da sfogliare.

ansa.it

Olio: studio, l'extravergine è buono e fa bene alla salute

 

L'olio extravergine di oliva, col suo alto contenuto di polifenoli, ha effetti terapeutici nei soggetti affetti da sindrome metabolica da sovrappeso, prediabete, diabete e ipertensione.

È il risultato dello studio scientifico portato avanti dall'Università degli studi di Palermo, presentato questa mattina alla quindicesima edizione de "L'Isola del Tesolio. Filiera e sostenibilità, le sfide future per un settore oleario di qualità", il convegno organizzato dal Cofiol, il consorzio della filiera olivicola, all'Orto Botanico di Palermo.

"Aggiungendo l'olio extravergine di oliva nella dieta di questi pazienti - ha spiegato Lydia Giannitrapani, docente di fisiopatologia e metodologia clinica alla facoltà di Medicina dell'Università di Palermo - in soli sei mesi c'è stato un miglioramento significativo di alcuni parametri biochimici". La Sicilia occupa il terzo posto in Italia per quantità di olio prodotto dopo Puglia e Calabria, vanta il primato per la più grande superficie biologica coltivata e per i giovani under 35 titolari di aziende agricole. "Dal 2 ottobre del 2013, data in cui è nato il Comitato promotore IGP Sicilia, è stata fatta molta strada - ha sottolineato Dario Cartabellotta, dirigente generale del dipartimento di Agricoltura della Regione - per merito di tutti quei produttori che nel tempo si sono aggregati alla grande famiglia dell'olio extravergine di oliva. Oggi l'olio è entrato a pieno titolo in quelli che definiamo i gioielli di famiglia dell'agricoltura siciliana, insieme all'IGP, al DOC, al biologico". Tra i vari progetti di cui si è parlato nel corso dell'incontro, quello supportato dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali con i fondi del PNRR, che coinvolge le filiere siciliane, pugliesi e calabresi puntando al riammodernamento di uliveti e frantoi, ma anche al miglioramento dei parametri di promozione e commercializzazione. Consegnati poi i premi della "Selezione Speciale Barbera"ideata da Manfredi Barbera, amministratore delegato dell'omonima azienda olivicola, ad alcune eccellenze del settore agroalimentare.

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A Berlino la Palermo e la mafia di Letizia Battaglia

 

BERLINO - I giovani, la vita nei quartieri popolari, i volti delle donne, e in particolare delle bambine come segnale di speranza per una città che negli anni sanguinosi delle guerre di mafia ha visto nelle strade i corpi di decine di persone. E poi i politici collusi, i boss nelle aule di tribunale o al momento dell' arresto, i magistrati e gli esponenti politici protagonisti - e vittime - della lotta di ieri e di oggi al crimine organizzato. Approda a Berlino il racconto della Palermo su cui per anni ha puntato il suo obiettivo Letizia Battaglia, maestra della fotografia tra le più famose della scena internazionale. L' Istituto Italiano di Cultura della capitale tedesca ha scelto per la riapertura al pubblico l' artista siciliana come protagonista del Progetto 'Dedika', che ogni anno concentra l' attenzione con iniziative e approfondimenti su un personaggio emblematico del panorama nazionale. Scatti potenti in bianco e nero sono raccolti nella mostra antologica 'Letizia Battaglia. Palermo e la lotta alla mafia'', a cura di Michela De Riso, inaugurata in questi giorni nell' ambito del Mese Europeo della Fotografia di Berlino, e visitabile fino al 31 marzo dell' anno prossimo. Per questo appuntamento dal 8 ottobre al 3 dicembre 2020 è in programma un ciclo di sei conferenze curate da Nando dalla Chiesa sul fenomeno delle mafie.

''Non mi sento soltanto una fotografa - ha detto Letizia Battaglia in videoconferenza -. Amo Palermo, la mia gente, la vita. Sono una militante. Con la macchina fotografica ho tentato di raccontare la violenza e il dolore Palermo, che è anche mio. Quegli anni sono stati umilianti. Sono avvenuti tanti orrori e ingiustizie nei confronti della vita, che è stata tolta alle brave persone ma anche a tanti mafiosi''. Letizia Battaglia ha ripetuto di aver sempre rispettato chi fotografava. ''Non ho mai infierito. Volevo solo una buona foto che raccontasse la realtà''. Certo, stare di fronte ai boss come Leoluca Bagarella o Luciano Liggio non era facile. ''Tremavo, spesso le mie foto venivano mosse per l' emozione. Bagarella cercò di darmi un calcio perché non sopportava l' idea di essere fotografato da una donna. Ritrarre i mafiosi è terribile. Hanno una vita crudele negli occhi e questi fa molto male''. Quando nel 1992 Falcone fu ucciso la fotografa era in casa della madre e apprese la notizia dalla tv. ''L' ho amato tanto perché era un eroe - ha spiegato - ma non ho avuto la forza di andare. Feci lo stesso mesi dopo quando morì Borsellino. Non ho voluto più raccontare i morti ammazzati''. Nonostante in seguito il suo lavoro l' abbia portata in giro per il mondo, il capoluogo siciliano le è rimasto nel cuore. ''Le foto di Palermo le amo più di tutte, le sento mie'' I ricchi, i poveri e i poverissimi, la vita violenta delle strade, le piazze…. Le immagini della grande fotografa compongono il mosaico affascinante e amaro della città.

''Letizia Battaglia - dice Maria Carolina Foi, direttrice dell' Istituto italiano di Cultura - interpreta la fotografia come impegno civile, descrivendo la realtà senza filtri, scevra da soluzioni tecniche e formali. Oltre ai corpi di giudici e vittime senza nome, Battaglia ritrae anche i suoi soggetti prediletti, bambine e giovani donne espressioni di un futuro possibile''. Una scelta condotta con ''passione militate e con uno sguardo allo stesso tempo distaccato e partecipe''.

Nata a Palermo nel 1935, Letizia Battaglia ha diretto dal 1974 al 1991 il team fotografico del quotidiano "L'Ora" di Palermo e fondato l'agenzia Informazione fotografica. Oltre ai fatti di cronaca, sul finire degli anni Settanta ha documentato con un lungo lavoro sul campo la realtà degli ospedali psichiatrici, ancora aperti nonostante la legge Basaglia approvata nel 1978. Nel 2017 ha realizzato il suo sogno inaugurando il Centro Internazionale di Fotografia ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo. Tra le foto esposte a Berlino le sue parole spiegano in modo chiaro il suo modo di osservare la realtà. ''La fotografia l' ho vissuta come documento, come interpretazione… l' ho vissuta come salvezza e verità''.

ansa

La Vucciria di Guttuso a Montecitorio dipinto in mostra a ingresso libero nella Sala della Lupa

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La Camera dei Deputati apre le porte a La Vucciria, il capolavoro di Renato Guttuso. Il dipinto sarà in mostra, a ingresso libero, dal 29 novembre al 12 gennaio 2020 nella prestigiosa Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio accanto ad altre due opere dell' artista, il 'Cristo deriso' (1938) e i 'Carrettieri siciliani' (1946), appartenenti alle Collezioni della Camera dei Deputati e mai esposte finora al pubblico. L' opera del maestro siciliano lascia così la collocazione abituale nel Complesso Monumentale di Palazzo Chiaromonte-Steri, sede il Rettorato dell' Università di Palermo, per essere ammirato a Roma nel periodo delle festività di fine anno. "L'esposizione, promossa dall'Università degli Studi di Palermo e dalla Fondazione Sicilia e organizzata da Civita con il contributo di Igea Banca, rappresenta - è detto in una nota - un importante momento di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale siciliano e vuole essere l'inizio di un ciclo di appuntamenti che renderanno protagoniste anche le altre regioni italiane". La Sala della Lupa sarà aperta ai visitatori dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30) .
    La Vucciria, dipinto tre metri quadri realizzato da Guttuso nel 1974 nel pieno della sua maturità, fu donato dall' autore all' Ateneo del capoluogo siciliano. Considerata l' opera più celebre dell' artista , è la descrizione realistica e suggestiva di una scena quotidiana dell' omonimo mercato di Palermo, tra i più affascinanti della città. Il termine 'vucciria' deriva dal francese boucherie (macelleria) che in siciliano ha anche assunto il significato di confusione, miscuglio incomprensibile di voci, persone, oggetti, espressioni e azioni tipiche del mercato. (ANSA).

Tornerà alla luce il porto di Selinunte

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PALERMO - Al via una nuova campagna di scavi a Selinunte, all'interno del più grande Parco archeologico d'Europa, per portare alla luce i resti dell'antico porto orientale della città greca che nel suo momento di massimo splendore arrivò ad avere fino a 100 mila abitanti. Una polis così grande da essere autonoma, organizzata e in una posizione strategica nel Mediterraneo. La missione, curata dall'Istituto Archeologico Germanico di Roma, dall'Università di Bonn e da quella di di Bochum in stretta collaborazione con il Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, è diretta dal professor Jon Albers ed ha lo scopo di indagare l'estensione dell'antico bacino portuale nella valle del Gorgo Cotone, tra la collina di Manuzza e la collina orientale. L'obiettivo principale è quello di individuare i limiti perimetrali dell'antico porto, datarne le strutture e definire la relazione tra lo scalo e l'impianto urbanistico.
L'iniziativa sarà presentata domani, venerdì 23 agosto, alle ore 18, e segna una nuova tappa del progetto "I Cantieri della conoscenza" voluto dal neo direttore del Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, l'architetto Bernardo Agrò. Una formula, quella dei "cantieri aperti" che ha l'obiettivo di coinvolgere i visitatori nelle campagne in corso favorendo così una "archeologia partecipata". "Le attività di ricerca del Parco - sottolinea Agrò - sono portate alla conoscenza attraverso la realizzazione di allestimenti museali a cantiere aperto, che costituiscono un valore aggiunto nella offerta culturale per i visitatori con rinnovati e sempre inediti percorsi. L'iniziativa che presentiamo è stata realizzata grazie anche al contributo di alcune associazioni come La Rotta dei Fenici - Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa - e il Gruppo Archeologico Selinunte. L'idea inoltre costituisce un modo nuovo anche per raggiungere i newcomers, cioè le persone che nei nostri siti museali non sono mai entrate ponendo come altro importante obiettivo far tornare loro e gli altri, facendo diventare il Parco come una realtà presente nella vita delle persone".
Per tornare alla città di Selinunte, costruita in riva al mare tra due fiumi, indagini geofisiche preliminari hanno evidenziato le tracce di una strada già parzialmente scavata dall'archeologo Dieter Mertens e indizi dell'esistenza di grandi strutture rettangolari che, per dimensioni e posizione, potrebbero essere riconducibili al porto. Gli scavi archeologici ancora in corso, supportati dalle prospezioni geologiche, hanno consentito l'identificazione di un ulteriore tratto della massiccia strada che conduce alla piccola porta est e dei resti di un grande edificio più a sud. Le indagini geologiche hanno inoltre rilevato la presenza, di materiale marittimo a una profondità di 4,60 metri. "Ci auguriamo adesso - conclude Agrò - che il prosieguo delle indagini possa contribuire ulteriormente alla conoscenza di una delle più importanti colonie greche d'Occidente disegnando una nuova museografia con rinnovati percorsi all'interno del Parco".

#Tour affascinanti con le Vie dei tesori a #Palermo




PALERMO - Sono 130 i siti visitabili nell'ambito dell'edizione delle ''Vie dei Tesori'' (diciotto i luoghi aperti su prenotazione), tra oggi e il 4 novembre nella città capitale italiana della cultura 2018. Il festival che da dodici anni "racconta" Palermo, ritorna a casa, dopo un entusiasmante tour fuori porta che lo ha portato in altre otto città siciliane e ha totalizzato oltre settantamila visitatori in tre settimane, dicono gli organizzatori. visivamente anche dagli esperti del CRIcd. Ma è soprattutto l'anno in cui Le Vie dei Tesori oltrepassa lo Stretto, con un'esperienza-pilota negli ultimi due weekend di ottobre a Milano, Mantova e la Valtellina.
    Palermo è come un unico, enorme museo diffuso che offre luoghi inediti a cominciare dall'ex aeroporto militare di Boccadifalco, voluto dai Florio e tra i più antichi d'Italia. Saranno attivi due percorsi diversi, uno che si visita con i coupon e comprende uno dei bunker della guerra, l'hangar storico dell'Aeroclub e una mostra fotografica sull'aeroporto a cura di Salvo Di Marco e Gaia Villani; e un secondo (su prenotazione) più approfondito che prevede una navetta che condurrà nei luoghi più lontani dall'ingresso, alla scoperta di altri due bunker, della Torre di controllo e di Villa Natoli. Sarà un simpatico elefantino nano, Lio, a accompagnare i bambini tra le Vie dei Tesori, nelle speciali visite guidate su misura in collaborazione con Babyplanner.it. Cinque luoghi dove le famiglie con bambini saranno protagoniste, con ingresso prioritario, una family card dedicata, giochi di enigmistica e una caccia al tesoro - con tanto di "book" che ogni bimbo potrà riempire, divertendosi e imparando - alla chiesa dell'Origlione, Palazzo Asmundo, Teatro Biondo, Archivio comunale ed ex Mulino di Sant'Antonino. Oltre a questi, c'è un progetto didattico per le scuole alle quali verranno proposte - in tutti i giorni della settimana e non solo nei weekend - differenti esperienze artistiche e culturali da associare alle visite dei "tesori".
    Nelle piazze Castelnuovo, Marina, Bellini e Verdi, ci saranno 4 gazebo dove bambini e ragazzi potranno partecipare a laboratori su Teatro dei Pupi, palazzi del '700, la scuola dei Serpotta e le maioliche. Lio nasce dalla matita di Nina Melan, 99POM piccola officina del meraviglioso. (ANSA).

Al via Manifesta, la biennale nomade invade Palermo



PALERMO - È bella Palermo punteggiata di eventi e di opere d'arte che si relazionano a luoghi diversi e a edifici storici proiettandoli nella contemporaneità. "Manifesta 12", ha detto il sindaco Leoluca Orlando nella conferenza stampa di apertura, "è una straordinaria opportunità perché la nostra città si guardi dentro traendone gli spunti per affermare sempre di più il suo ruolo di capitale delle culture". Un successo questa edizione della Biennale nomade europea che si apre oggi, testimoniato dalla presenza a Palermo della regina madre Beatrice, della principessa Mabel, vedova del principe Friso, e del principe Constantijn dei Paesi Bassi. Manifesta, diretta dal suo esordio da Hedwig Fijen, è infatti un progetto olandese di integrazione e di convivenza nato per unire l'Europa all'indomani della caduta del muro di Berlino.
Dal 16 giugno, con apertura ufficiale a piazza Magione, al 4 novembre, circa cinquanta fra artisti e collettivi, un po' da tutto il mondo, propongono i loro lavori per Palermo in 12 sedi della città. I curatori di Manifesta 12 hanno realizzato un sistema di mostre diffuso con video, installazioni, performance, interventi urbani e letterari che compongono il "Giardino planetario. Coltivare la coesistenza", ideato con l'ottica di una città laboratorio di differenze e meta costante di flussi migratori. Un giardino ispirato alla "Veduta di Palermo" di Francesco Lojacono, diviso in tre sezioni: "Garden of Flows" all'Orto botanico; "Out of control room"; "City on stage". Per questa operazione non sono stati scelti istituzioni e musei, ma spazi a forte valenza iconica, spesso inediti. L'Orto botanico ospita l'erbario siciliano del colombiano Alberto Baraya, l'orto sperimentale di Leone Contini, i disegni della nigeriana Toyin Ojin Odutola, il mercato eterogeneo di Khalil Rabah, le installazioni di Michael Wang e Lungiswa Gqunta. A Palazzo Butera, aperto per la prima volta dai nuovi proprietari Valsecchi dopo i restauri, sono esposte le opere di Maria Theresa Alvez e l'installazione con carta da parati "Public Fruit Map" di Palermo di Fallen Fruit (Los Angeles), il film in 16 mm. di Renato Leotta, la video installazione dello svizzero Uriel Orlow e la serie di polaroid del russo Sergey Saponizow.
Il collettivo londinese Cooking Sections raffigura la sua ricerca sui sistemi irrigui a secco a Volpe Astuta, al Giardino dei giusti e allo Spasimo. A Palazzo Ajutamicristo è in mostra la documentazione tratta dagli archivi degli attivisti No Muos della cubana Tania Brughera, il progetto su migrazione e identità di Filippo Minelli e l'intervento dell'olandese Richard Vijgen. Palazzo De Seta accoglie video e scultura dell'algerino Kader Attia, la video installazione dei Forensic Oceanography, l'irlandese John Gerrard, i ritratti dell'olandese Patricia Kaersenhout, l'inchiesta del turco Erkan Özgen e il viaggio narrativo del Premio Oscar Laura Poitras. La Casa del mutilato è sede della video installazione sulle guerre dei nostri giorni della spagnola Cristina Lucas, mentre a Palazzo Trinacria è possibile vedere il video della performance della russa Taus Makhaceva. La struttura espositiva ricavata nel cantiere incompiuto di palazzo Costantino offre al pubblico la rappresentazione visiva del lavoro di preparazione dei progetti urbani per Zen, Pizzo Sella e Costa sud. L'Oratorio della Madonna rifugio dei peccatori pentiti ospita la video-installazione dell'italiano Yuri Ancarani e quello di San Lorenzo il lavoro per la perfomance della croato-olandese Nora Turato. Nella Chiesa dei Ss. Euno e Giuliano sono esposti gli studi preparatori per "Palermo Procession", performance di Marinella Senatore e la Fondazione Padre Messina del film di Jordi Colomer. Al Teatro Garibaldi, quartier generale di Manifesta 12, è visibile la rappresentazione dei percorsi narrativi del palermitano Giorgio Vasta e di Wu Ming 2, pseudonimo di Giovanni Cattabriga.
Le sedi di Manifesta sono aperte tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle 10 alle 20. Lo Spasimo e visitabile dalle 9.30, Volpe Astuta dalle 10 ed entrambi chiudono alle 18.
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A Palermo la storia del Castello a mare



PALERMO - Il 27 maggio 1860 le artiglierie del Castello a mare e delle navi borboniche in rada vomitarono su Palermo fuoco e morte. Il compianto Rosario La Duca ha dedicato numerose pagine al baluardo posto all'imboccatura del porto, carcere dalle oscure segrete, sede vicereale e poi dell'Inquisizione. Forse per la sua storia, nel 1922, il forte venne distrutto fra l'indifferenza generale per far posto all'ampliamento del porto. Solo qualche voce di intellettuale si levò alta in difesa. Grazie all'impegno di storici, architetti e archeologi, primo fra tutti proprio La Duca, da un ventennio il sito dove sorgeva è sede di ricerche per riportare alla luce le consistenti fabbriche superstiti, fra cui spicca la torre aragonese. "Il Castello a mare, un poderoso baluardo difensivo nel porto di Palermo" è il titolo della mostra documentaria, allestita nel cortile Maqueda del Palazzo reale, dedicata al Castello attraverso i secoli. Un'iniziativa che conduce al convegno del prossimo luglio di Unesco Sicilia con l'obiettivo di ottenere un ampliamento del percorso arabo-normanno. Il Castello a mare è, infatti, con le chiese della Magione e della Maddalena e il castello di Maredolce e la Cuba, fra i principali candidati ad entrare nell'itinerario della World Heritage List, anche perché il Molo Sammuzzo sarà il nuovo hub delle grandi navi da crociera e il Castello potrebbe così diventare l'apertura del percorso arabo normanno dal mare. La mostra, su progetto di Marco Failla, è divisa in cinque sezioni accompagnate da un esaustivo repertorio iconografico.
    Nelle prime tre sono illustrate le vicende storiche e architettoniche del Castello a mare dalle origini fino al suo recupero; la quarta sezione descrive lo stato attuale; l'ultima offre ipotetiche proposte di fruizione che raccontano virtualmente il sito futuro. Il Castello a Mare è già documentato nel XII secolo come Castrum inferior, per distinguerlo dal Castrum superior (il Palazzo Reale). Era costituito da un impianto con alte torri collegate da cortine murarie, che racchiudevano un baglio; un primo ampliamento è datato XV secolo sotto Ferdinando il Cattolico. Utilizzato come dimora dei vicerè di Sicilia dal 1517 al 1553, il Castello fu rafforzato dal Ferramolino. Nel 1860 fu incamerato dallo Stato italiano, venne adibito a caserma del Regio Esercito d'Italia (Caserma Orsini) fino al 1922 quando venne raso al suolo.
    Quarant'anni dopo l'area con i resti del Castello a mare passò all'Ente autonomo del porto. Nel frattempo, il cemento e le costruzioni abusive avevano coperto le tracce dell'ex fortezza.
    Fino agli anni '80, quando fu iniziato il recupero dell'area, riportando alla luce le antiche strutture del castello, che dal 2009 è stato riaperto al pubblico. Nell'anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura, la mostra è promossa dal Comitato del sito seriale Unesco "Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale", realizzata dalla Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia con il Lions Club Palermo Host. All'inaugurazione interverranno l'assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa, il direttore della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso, il direttore della Fondazione Unesco Sicilia Aurelio Angelini, Francesco Montemagno (Lions Sicilia), Francesco Bertolino a capo della Commissione Cultura del Comune di Palermo, Marilena Volpes, già direttore generale dell'assessorato regionale ai Beni Culturali e l'attuale direttore generale, Sergio Alessandro. La mostra è aperta fino al 3 luglio.

Da Cinque Terre a Cefalù ecco Sentinelle mare

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La Liguria di Ventimiglia, oggi mare di confine, dove prevalgono notizie di cronaca, o del paradiso delle Cinque Terre, dove lavorare alla gestione dei flussi turistici. E poi i fondali della Maddalena o del Parco dell'Uccellina; Palermo, sempre più meta di Vip, tra la spiaggia di Cefalù e Mondello; le acque di Taranto, dove a dispetto dell'Ilva nuotano i delfini; le Marche e la Costa dei Trabocchi fino al Lido di Roma, che si candida 'estensione mare' dei tour nella capitale. Sono le prime Sentinelle del mare, scelte per il progetto Confcommercio-Università di Bologna, nato per monitorare la biodiversità marina e coinvolgere la cittadinanza a diffondere la consapevolezza ambientale e salvaguardare l'ambiente. Un lavoro di squadra, che impegnerà biologi, turisti e residenti in diverse aree degli 8 mila chilometri di costa italiana. ''La parola chiave è qualità - dice Carlo Sangalli, presidente Confcommercio - Qualità dell'accoglienza e dei servizi del turismo e naturalmente qualità del nostro mare e coste''
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Moireau in Sicilia, acquerelli per nuovo Grand Tour

Una delle opere di Fabrice Moireau che sara' in esposizione a Roma a Palazzo Cipolla dall' 8 maggio  al 22 luglio, in occasione della mostra In

PALERMO - Dai tetti di Parigi che lo hanno reso famoso alla natura e ai paesaggi senza tempo della Sicilia, sulle tracce degli antichi viaggiatori del Settecento che in Italia cercavano il senso del bello tra le rovine del passato, i monumenti greci e romani, i capolavori della pittura e della scultura in una immersione totale nella storia dell' arte da cui uscivano cambiati profondamente. Fabrice Moireau, considerato uno dei maggiori acquarellisti del mondo, ha ripetuto due secoli e mezzo dopo la stessa esperienza spostandosi nell' isola con uno zaino in spalla, pennelli, matite, tavolozza, fogli bianchi e sgabello pieghevole. Il risultato di questo nuovo Grand Tour che lo ha impegnato nell' arco di due anni sono quasi 400 opere, concesse dalla Fondazione Dragotto, esposte a Roma a Palazzo Cipolla dall' 8 maggio al 22 luglio, dopo il successo ottenuto a Palazzo Reale di Palermo. Alla carrellata di lavori dell' artista francese si affianca il racconto di Lorenzo Matassa, magistrato scrittore. Immagini e parole, quindi, sulla scia di quanto fece nel 1787 Johann Wolfgang Goethe durante il suo celebre Viaggio in Italia raccontato con le illustrazioni di Christoph Heinrich Kniep.
    In "Sicilia, il Grand Tour", la mostra realizzata dalla Fondazione Cultura e Arte in collaborazione con la Fondazione Federico II, scorrono scorci suggestivi e angoli nascosti di grande suggestione. Riserve naturali, siti archeologici, le isole minori, e castelli negli acquerelli di Moireau affascinano per l' attenzione al particolare. Il paesaggio prende forma con macchie di colore, tonalità calde e avvolgenti, tagli di luce e ombre di grande effetto. Tra i tanti, colpiscono l' occhio il teatro greco di Taormina, la cattedrale di Monreale descritta con attenzione minuziosa, uno dei templi della Valle di Agrigento, il Santuario di Tindari. Difficile dire quale scenario lo abbia rapito più degli altri. Ammette però che a dargli emozioni particolari è stato il tempio di Segesta, descritto "come una farfalla rimasta poggiata lì da secoli".
    "Ho percorso l' isola a zig-zag, incontrando una terra impressionante e affascinante per la bellezza - ha detto il maestro di Blois, 56 anni -. La Sicilia è un piccolo continente con paesaggi e persone straordinarie. I siciliani sono speciali, pensano il mondo in modo filosofico". Moireau si definisce "pittore impressionista, disegno un paesaggio o un soggetto in un momento preciso con quella luce, e anche se sono famoso, lavoro nell' ombra, da solo. Mi sento di un altro secolo". E racconta un aneddoto del suo lavoro sul campo: "A Ispica ero alle prese con una chiesetta rupestre. Un contadino su una vecchia auto si è fermato e mi ha detto: 'Lo sai, qui si è fermato Goethe per fare un disegno. Mi raccomando...".
    "Il Mediterraneo è il mare da cui tutto è nato - ha detto Emmanuele Emanuele, presidente onorario della Fondazione Cultura e arte - ha consentito l' osmosi tra le civiltà e il dialogo tra le genti. Sono convito che alla Sicilia debba essere riconosciuto il ruolo di capitale del Mediterraneo". Lorenzo Matassa ha descritto la Sicilia con passione. "Mi sono commosso fino al pianto - ha detto - nel vedere le immagini della mia terra lontana dagli stereotipi di violenza e di morte. In questi acquerelli ritroviamo la capacità di emozionarci. Questa è la terra delle domande, ci costringe ad entrare nel luogo più profondo della nostra anima".
    La mostra alterna vedute classiche alla ricerca del dettaglio "parlante". Ecco le case di Sciacca, il duomo di Palermo, la spiaggia di Mondello, la tonnara di Scopello, la riserva dello Zingaro. Poi le facciate scrostate di vecchie case a Gangi, fichi d' india, pomodori secchi, i colori sgargianti di una barca di pescatori nel porto di Palermo che emergono dal foglio bianco in cui il resto della scena è solo tratteggiato a matita. Un richiamo esplicito ai tormenti perenni dell' isola viene dal monumento di Piazza Politeama a Palermo con lo striscione "Lo Stato è più forte della mafia perchè lo Stato siamo noi". Se Fabrice Moireau non dimentica le sue origini e la tradizione dei viaggiatori di un tempo lo si capisce dall' acquerello del portale di Villa Valguarnera: "Stendhal è passato da qui" ha aggiunto a matita nella didascalia. 
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Giardino Planetario di Manifesta 12 A Palermo dal 16 giugno la Biennale itinerante europea

PALERMO - E' 'Il Giardino Planetario' il titolo e il programma di fondo della dodicesima edizione di Manifesta, la biennale itinerante europea, partita da Lubiana nel 2000, che si svolgerà a Palermo dal 16 giugno al 4 novembre. Per la seconda volta in Italia (dopo il Trentino Alto Adige nel 2008), l'importante manifestazione internazionale avrà quest'anno come tema quello della coesistenza, che sarà sviluppato nel segno dell'interdisciplinarità, con numerosi eventi (alcuni già partiti) e l'adesione delle maggiori istituzioni civiche della città Capitale italiana della Cultura nel 2018.
ù''Palermo - ha detto il ministro Franceschini - è di per sé una capitale nel cuore del Mediterraneo, che è riuscita a ritrovare la propria centralità grazie alla cultura, al turismo, alla riqualificazione degli spazi urbani''. Un'offerta culturale di qualità, come quella di Manifesta 12, ha proseguito il ministro, ''unita alle iniziative per Palermo Capitale italiana della cultura 2018 e dell'Anno Europeo del Patrimonio, faranno di questa metropoli un centro vitale e attrattivo agli occhi del mondo''. E questo, ha sottolineato Franceschini, ''avverrà nel nome della cultura e dell'arte contemporanea, che con Manifesta ha scelto un tema pienamente coerente con il carattere originale di Palermo, vale a dire il confronto e il dialogo tra le diversità per coltivare la coesistenza". Quindi una città che cambia nel nome dell'accoglienza, perché, ha aggiunto il sindaco Leoluca Orlando, ''a Palermo la coesistenza è storicamente prassi e quotidianità, non più e non solo progetto''. E ha ribadito come in realtà la città sia da sempre ''capitale delle culture'', dunque non semplicemente europea, ma anche ''mediorientale e mediterranea'', capace di offrire alla manifestazione internazionale ''un terreno fertile e fruttuoso per il dialogo e l'arricchimento reciproco''.
Non a caso, per la realizzazione del progetto curatoriale di Manifesta 12 si è ricorsi (per la prima volta) all'esperienza di uno studio internazionale, quello di architettura Oma (Office for Metropolitan Architecture) che, con l'obiettivo di ottenere una comprensione più profonda delle strutture sociali, culturali e geografiche di una città tanto complessa e stratificata, ha dato vita a 'Palermo Atlas'. ''Si tratta - ha spiegato l'architetto italiano e partner di Oma Ippolito Pestellini Laparelli - di un'approfondita ricerca sulla città passata e presente, una raccolta di modelli, percezioni, storie e testimonianze raccolte sul terreno, visitando un centinaio di siti. Da un lato, Palermo è punto di partenza per raccontare la storia del Mediterraneo e dell'Europa in generale, dall'altra è una riflessione sulle caratteristiche specifiche della città''.
Ecco dunque 'Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza', progetto che esplora il significato di 'coesistenza', quasi un universo mosso da reti informative invisibili, interessi privati transnazionali, processi ambientali e ineguaglianze proprio attraverso la lente unica di Palermo, crocevia nel cuore del Mediterraneo, divenuta così laboratorio per le sfide contemporanee e per possibili risvolti futuri. Tra i luoghi che ospiteranno le numerose iniziative, il Teatro Garibaldi, Piazza Magione, la Chiesa dei Santi Euno e Giuliano, l'Orto Botanico.
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