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Scenari. I musei, fulcro di una nuova stagione idealista

 Dal 20 al 28 agosto, a Praga, si svolgerà la 26ma Conferenza dell’International council of museums (Icom). Tante aspettative, un po' di apprensione


Siamo prossimi a un importante appuntamento per chiunque abbia a cuore il rapporto tra società e cultura: dal 20 al 28 agosto, a Praga, si svolgerà la 26ma Conferenza dell’International council of museums (Icom), un evento al quale giungiamo con grandi aspettative e con una certa apprensione. Gli anni difficili appena trascorsi hanno reso ancor più evidente il ruolo cruciale che i musei possono e devono svolgere nella contemporaneità: di fronte alla crisi pandemica, alle tensioni politiche, ai contesti di guerra, alle persistenti disuguaglianze i musei hanno dimostrato non soltanto un’indubbia resilienza, ma anche la capacità di prendere posizione, di scendere in campo e di formulare soluzioni possibili (una facoltà che, per ragioni di convenienza, la politica fatica a esercitare). Il fermento che precede la conferenza imminente si è aggiunto al dibattito esploso nel precedente incontro dell’Icom: a Kyoto, nel 2019, la proposta di una nuova definizione di museo aveva suscitato una spaccatura così profonda da indurre a una sospensione del voto. Una decisione opportuna, tale da stimolare un lavoro di riflessione che si è esteso ben oltre l’ambiente degli addetti ai lavori, coinvolgendo gli organi di stampa, l’opinione pubblica, le università, il terzo settore, la scuola. Si è accesa così una consapevolezza di cambiamento ancor più forte e significativa, favorendo la comprensione dell’impatto che la nuova definizione poteva suscitare, non solo per i musei, ma per i territori e le comunità ai quali i musei si rivolgono. La definizione di Kyoto, da molti ritenuta troppo politica, suggeriva una spinta vigorosa dei musei verso una esplicita militanza etica, ispirata a principi di democrazia e di pluralità, volta a incoraggiare 'le diverse comprensioni del mondo, contribuendo alla dignità umana e alla giustizia sociale, all’eguaglianza globale, al benessere planetario'. Temi cruciali, dunque, che interessano il ruolo che intendiamo assegnare alle istituzioni culturali e la parte che esse possono svolgere nel plasmare il futuro. Un sondaggio ha consentito di analizzare la questione, selezionando gli obiettivi e le azioni che i musei intendono riconoscere nella propria missione. Il confronto è stato complesso e ha portato a una proposta ben più moderata di quella avanzata nel 2019, certamente meno coraggiosa e dirompente, anche se vi compaiono le parole diversità e sostenibilità, accessibilità e inclusione, partecipazione e condivisione. La formulazione è frutto di mediazione: tra un mondo professionale vincolato da rigidità organizzative e dalle legislazioni locali e un contesto sociale che reclama un maggiore attivismo da parte delle istituzioni culturali, mosso dal bisogno di colmare l’assenza della politica e di riconoscersi in una dimensione di slancio valoriale. L’apertura verso queste istanze è visibile nei temi scelti per la Conferenza di Praga: scopo (museo e società); sostenibilità (musei e resilienza); visione (musei e leadership); servizio (musei e nuove tecnologie). Il 'potere dei musei' (questo il titolo scelto per l’edizione 2022) deriva innanzitutto dalla consapevolezza che 'rimanere neutrali di fronte all’esclusione e alla discriminazione, comprometterebbe la rilevanza stessa delle istituzioni museali'. Come si concilia, dunque, la moderazione della proposta di nuova definizione col dichiarato attivismo che sembra ispirare il confronto che ci attende? La discrasia non è casuale e sembra chiarire tra le righe i termini della riflessione in corso: l’opportunità di una cornice di consenso, che non destabilizzi un contesto assai variegato e spesso in precario equilibrio con gli orientamenti politici di alcune nazioni, ma che possa accogliere al suo interno la vitalità di un dibattito urgente sui principi che l’umanità intende perseguire. Il museo, quale spazio pubblico di condivisione e di esercizio del libero pensiero, è il luogo privilegiato dove oggi è possibile promuovere un discorso politico sui diritti e sui valori. Non è utopia immaginare che da qui sia possibile fare la differenza. Un’ispirazione attivista anima il mondo dei musei da almeno un secolo: all’indomani del primo conflitto mondiale, il vento pacifista della Società delle Nazioni aveva favorito un clima di fiducia nel potere della cultura e dell’arte. Nel 1921, Henri Focillon, tra i grandi protagonisti di quella breve stagione di idealismo, affermava: 'La cosa essenziale è che i musei siano vivi: si viene qui non per giudicare, ma per apprendere, e - ancor più di apprendere per essere felici e per amare'. Il potere dei musei va inteso oggi non soltanto per questa capacità di stimolare curiosità e di ispirare benessere, ma quale baluardo di civiltà e di speranza, leva di cambiamento sociale, monito costante a vigilare in difesa dell’umano.

Avvenire

Viaggio romantico tra i giardini di Praga, Kroměříž e Český Krumlov

PRAGA - Nell’anno della celebrazione del Barocco, movimento artistico e culturale che nel XVII secolo fece fiorire architettura, arti e musica, la Repubblica Ceca invita a scoprire i suoi più bei monumenti e le sue più ricche testimonianze culturali. Per l’occasione l’Ente del Turismo ha creato numerosi itinerari, pacchetti e proposte mirati a scoprire il favoloso Seicento, quando il Paese martoriato dalla Guerra dei Trent’anni risorse dalle ceneri. La rinascita fu soprattutto artistica e oggi fare un viaggio tra le bellezze barocche della Repubblica Ceca significa appunto capire quanto siano correlate storia e cultura. 
Tra le testimonianze architettoniche più romantiche e curiose ci sono i giardini: l’inconfondibile stile seicentesco, infatti, oltre ad arricchire palazzi, residenze e borghi, abbellì anche le campagne, i parchi, le serre e i giardini, trasformandoli in eleganti, ricchi e ridondanti capolavori d’arte.
Si parte dalla capitale Praga e dai suoi giardini di Vrtba, a Malá Strana, nel cuore della città. E’ uno dei più eleganti giardini barocchi all’italiana, le cui terrazze sono collegate da una raffinata scalinata, fiancheggiata da statue dello scultore barocco Matthias Bernard Braun. Il giardino, disteso ai piedi della collina di Petřín, meta dei praghesi per i pic-nic estivi, è aperto tutti i giorni, da aprile a ottobre, dalle 10 alle 18.
Sempre nel piccolo quartiere di Malá Strana c’è il giardino di Wallenstein, che risale al primo barocco boemo, e che fa parte del palazzo omonimo, sede del Senato della Repubblica Ceca. Spiccano per magnificenza la “sala terrena”, una loggia monumentale, il grande stagno con la statua di Ercole e la grotta artificiale con stalattiti. Impreziosiscono il parco i pavoni, che passeggiano liberamente nel giardino facendo bella mostra delle loro splendide code, mentre d’estate vi si tengono concerti o spettacoli teatrali. Il giardino si visita da aprile a ottobre nei giorni feriali.

Spostandosi verso nordest si giunge nel quartiere di Troja, dove sorgono l’omonimo castello, l’orto botanico e lo zoo. Il maniero barocco, in particolare, ospita ampi giardini del XVII secolo che racchiudono un labirinto naturale, fontane, vasche e una grande scala raffigurante la “gigantomachia”, la vittoria degli dei dell’Olimpo sui Titani. I giardini del castello sono sempre aperti al pubblico e con un biglietto supplementare si visitano anche gli interni del castello, che conserva una mostra di collezioni della Galleria di Praga.
Dalla capitale si viaggia verso sud e, superata Brno, si giunge nella città di Kroměříž, nella Moravia orientale. Qui meritano una visita i giardini del palazzo arcivescovile, tra i più importanti del mondo: con la residenza sono iscritti nell’elenco del patrimonio mondiale dell’Unesco. Oggi Podzámecká, il più grande dei giardini, è in realtà un vasto parco mentre Květná è un delizioso giardino fiorito, unico per le influenze del tardo rinascimento italiano e del primo barocco francese. Qui ci si ripara dal sole sotto il porticato o si cammina tra aiuole fiorite, siepi potate ad arte e serre storiche, oppure ancora ci si inoltra nel labirinto di pareti verdi. I giardini sono aperti fino al 30 settembre tutti i giorni, dalle 8 alle 18.30.
A sudovest di Praga, invece si raggiunge la città di Český Krumlov, gioiello della Boemia meridionale, apprezzato per l’atmosfera medievale del centro storico, patrimonio mondiale dell’Unesco. Tra i gioielli spicca il castello, rinomato soprattutto per il suo romantico giardino barocco che nasconde tra siepi ornamentali la fontana di Nettuno ornata di statue e il padiglione rococò Bellaria, collegato a un auditorio girevole.
ansa

Viaggio tra chiese e monasteri nella Repubblica Ceca

PRAGA - Antichi conventi e maestosi monasteri, impreziositi da alte torri e immersi nella natura della Repubblica ceca, sono stati trasformati in centri di cultura, in monumenti architettonici e in biblioteche prestigiose e ricche di fascino, aperte al pubblico.
Viaggiando nelle regioni a est e a ovest di Praga, rispettivamente nel nord della Cechia e nella Boemia occidentale e meridionale, si incontrano numerosi luoghi di culto che riportano indietro nell’arte barocca e nelle profonde tradizioni cristiane del Paese, espresse in cattedrali solenni, in monasteri e conventi dai chiostri silenziosi e dalle grandi sale capitolari. Molti di questi luoghi dello spirito sono stati realizzati dal talento degli architetti bavaresi Dientzenhofer, padre e figlio, che tra il XVII e il XVIII secolo contribuirono a diffondere il barocco nelle regioni meridionali e occidentali dell’attuale Repubblica Ceca.
Nella capitale Praga sono tantissimi gli esempi di luoghi di culto trasformati in biblioteche e centri di cultura, da scoprire partendo da Malá Strana, il quartiere barocco per eccellenza, precisamente dalla cattedrale di san Nicola, capolavoro architettonico e artistico. Il “pellegrinaggio” tra le opere barocche passa poi a Hradčany, dove sorge il convento di Loreto, e si sposta nel quartiere di Strahov per scoprire i sontuosi interni della biblioteca e della pinacoteca dell’antico monastero di Strahov, fondato nel 1140, fino ad arrivare nel sobborgo di Břevnov per ammirare l’omonima abbazia benedettina. Il capolavoro barocco per eccellenza nella capitale, tuttavia, è la biblioteca del Klementinum, antico collegio gesuita costruito a Staré Mesto, la “città vecchia”, e diventato presto uno dei più grandi complessi architettonici d’Europa. All’interno sono conservati bellissimi affreschi, arredi e mappamondi di valore storico; nella visita al complesso ci sono anche la cappella degli specchi, dove si svolgono suggestivi concerti di musica classica, e la storica torre astronomica, risalente alla metà del XVIII secolo, da dove sin dal 1775 si effettuano misurazioni meteorologiche. Nella torre si possono ammirare gli strumenti di misurazione d’epoca e dal suo ballatoio godere di una splendida vista sul centro storico di Praga.
Nella regione della Cechia settentrionale, a est della capitale, si visitano alcuni prestigiosi ed emozionanti luoghi di culto, tra cui l’imponente monastero benedettino di Broumov, opera barocca di grande prestigio architettonico con le decorazioni della famiglia Dientzenhofer. Oltre alla biblioteca del complesso monastico e alla chiesa di sant’Adalberto, meritano una visita anche il vecchio refettorio, che custodisce una copia della Sacra Sindone, e gli estesi sotterranei, nelle cui cripte si trovano decine di mummie. Il luogo di culto offre anche la possibilità di ammirare l’affresco gotico I doni dei re Magi, conservato nel campanile, un frammento della croce di Gesù in un reliquario ospitato nei depositi e gli originali resti sacri di san Procopio. Per chi vuole pernottare nel monastero e apprezzare l’atmosfera rasserenante e spirituale della zona, può alloggiare nelle celle che ospitarono i monaci. Bellissime sono anche le basiliche di Broumov, complesso di chiese barocche di campagna, unico in Europa, costruite nella prima metà del XVIII secolo dai Dientzenhofer su commissione dei monaci benedettini.
Viaggiando più a sud, verso la Slovacchia, si arriva al maestoso santuario di Svatý Kopeček, la “collina santa”, presso Olomouco: è un luogo di culto monumentale, frequentato da pellegrini e dagli amanti dell’arte sacra barocca. Qui si visita la basilica della Visitazione della Vergine Maria o si fanno escursioni, anche in bicicletta, nei dintorni del borgo, tra boschi e ruscelli.
Anche in Boemia, regione a ovest della capitale, si incontrano numerosi luoghi dello spirito, alcuni dei quali ancora abitati dai monaci; è il caso del monastero dei Premonstrati di Teplá, grande e prestigioso centro spirituale della Boemia occidentale, fondato alla fine del XII secolo alle porte delle terme di Mariánské Láznĕ. All’interno della struttura si trovano la chiesa in stile romanico-gotico, ristrutturata e adornata dal più giovane architetto Dienzenhofer, e la biblioteca con una collezione di manoscritti di grande prestigio. Non lontano sorge il monastero di Plasy, luogo di pace e di meditazione e vero capolavoro di architettura e ingegneria: l’avveniristico complesso sorge, infatti, su un terreno paludoso e poggia su migliaia di palafitte di quercia, le cui fondamenta ancora oggi vengono irrorate con l’acqua di una piscina, situata all’interno della struttura. Bellissimi sono il chiostro, la sala capitolare, la biblioteca, lo studio dell’abate, la scenografica scala barocca di Jan Santini e l’ala dell’ospedale con una mostra dedicata alla farmaceutica. Imperdibile è anche lo spettacolare complesso barocco di Příbram, nota meta di pellegrinaggio mariano che sfoggia la cattedrale dell’Assunta con magnifici chiostri e un museo del pellegrinaggio.
Più a sud, infine, merita una visita il monastero cistercense di Vyšší Brod, conservato quasi allo stato originario; durante la visita si ammirano la chiesa dell’Assunta, impreziosita da arredi gotici e barocchi, la sala capitolare in stile gotico antico, la pinacoteca e la biblioteca con ricche decorazioni barocche. Qui, ancora oggi vive una piccola comunità di monaci.

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Mercatini di Natale Low Cost ecco la classifica delle più economiche città nostrane dove fare acquisti natalizi

Si accendono e brillano i mercatini di Natale che animeranno diverse città italiane ed europee nei prossimi giorni. Per coloro che vorranno godersi la magia dell’evento, badando però al portafogli, l’Osservatorio trivago ha analizzato i prezzi degli hotel durante i prossimi weekend. In Italia tra le città regine del low cost c’è Napoli, con i pittoreschi vicoli del quartiere di San Gregorio Armeno.  Soggiornare nella città partenopea costerà in media 79€ a notte, toccando poi i 91€ nei fine settimana a ridosso del Natale. Stesso prezzo anche per Bologna che punta sui mercatini del centro tra cui spicca quello ormai consueto di Via Altabella. Tuttavia, per il lungo ponte dell’Immacolata la città più conveniente è stata Torino (90€ in media per notte), con le strade intorno a Piazza Castello addobbate con bancarelle e luminarie.

 Chi invece preferisce gustare la magia del Natale in un’atmosfera più intima, oltre che economica, la scelta migliore è Rovereto. Dormire nel borgo trentino costa in media 75€, fino ad arrivare a un massimo di 82€ vicino alla tanto attesa notte di Natale. Simile situazione a Trento che rimane al di sotto dei 100€ di media a notte.  Coloro che amano particolarmente l’aria natalizia, tanto da non badare a spese, potranno invece optare per Bolzano e Merano, con quest’ultima che ospita il mercatino di Natale più caro d’Italia superando mediamente i 150€ a notte (benchè risulti essere anche il più amato dagli italiani)

Invece, spostandosi fuori confine  la soluzione più economica è Praga: la capitale ceca è infatti la meta più vantaggiosa del vecchio continente con circa 80€ per notte. Pochi euro in più per Berlino e soprattutto per Francoforte, Malmo e Maastricht, soluzioni “alternative” che possono rappresentare delle inaspettate sorprese. Per maggiori informazioni cliccare su osservatorio.trivago.it