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Relax all’Aquadulci di Chia in Sardegna, tra dune di sabbia e mare smeraldo

 

Su Giudeu, detta anche ‘spiaggia dell’acqua dolce’, è una delle meraviglie naturalistiche del Sud della Sardegna. A pochi passi, attraversando l’oasi naturalistica dello stagno di Spartivento, sorge Aquadulci, resort intimo, immerso in un giardino mediterraneo, nella splendida Chia (CA).

La grande piscina open air regala momenti di relax dopo le giornate trascorse in esplorazione sulle spiagge, mentre il gazebo in bambù invita a provare i trattamenti e i massaggi a base di essenze biologiche estrapolate da piante autoctone. I profumi e i sapori di questo meraviglioso lembo di terra baciato dal mare sono di ispirazione anche in cucina, nelle ricette del ristorante à la carte Aquadulci.

Dall’Aquadulci si parte ogni giorno alla scoperta di spiagge e calette nascoste. Tanti i percorsi da fare a piedi o le escursioni via mare, a bordo di una tipica goletta a vela. Ma anche passeggiate in bicicletta, a disposizione nell’hotel, tour in mountain bike, tennis e golf nel vicino campo a 18 buche, esperienze a cavallo e per gli amanti delle onde: corsi di windsurf e kitesurf.
Dal 16 maggio 2024, prezzi a partire da 79 euro a persona a notte con pernottamento e colazione. Numerose le promozioni per la nuova stagione: per chi prenota almeno 3 notti tra il 16 e il 30 maggio, la quarta notte è offerta al 50%; oppure prenotando una camera Classic Garden e Superior Garden tra il 16 e 26 maggio, si riceve l’upgrade della stessa categoria al primo piano con supplemento vista mare incluso, e uno sconto fino al 15% sul traghetto, prenotando sul portale Traghettilines.

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Traghettilines

Delphina hotels & resorts presenta i nuovi investimenti nell’offerta luxury

 

Delphina hotels & resorts rafforza la sua offerta ‘five stars’ con un piano che arricchisce la proposta di alto livello per famiglie dell’Hotel Marinedda a Isola Rossa, la ristrutturazione delle Junior Suite Cardinal dell’Hotel Capo d’Orso e il lancio di una nuova villa con piscina privata a Isola Rossa. La proposta “5 stelle in libertà 2024” sarà presentata alla BIT.

Il gruppo alberghiero gallurese, specialista delle vacanze nel Nord Sardegna, festeggerà alla fiera del turismo di Milano i premi internazionali della rivista di viaggi Condé Nast Traveler, i Reader’s Choice Awards 2023, uno dei riconoscimenti più prestigiosi nel settore. Inserito nella Top 25 Resort in Europa, il Resort Valle dell’Erica a Santa Teresa Gallura è immerso in un parco mediterraneo di ben 28 ettari e 1400 metri di costa davanti alle isole dell’Arcipelago di La Maddalena e l’Arcipelago corso. Premiata anche l’offerta benessere dell’Hotel Marinedda a Isola Rossa, inclusa da Condé Nast Traveller UK tra le Best Destination SPAs al mondo.

Nuovi investimenti a Isola Rossa, Hotel Marinedda Thalasso & SPA 5*
Affacciato sul Golfo dell’Asinara, immerso nella natura unica, l’Hotel Marinedda rafforza la sua anima family-friendly grazie a importanti investimenti che puntano all’ampliamento degli spazi e dei servizi dedicati alle famiglie con bambini. A partire dalla nuova Area Family con suite e family suite immerse nel verde arredate in stile mediterraneo, vicine ai servizi dedicati ai più piccoli. Raddoppiano anche gli spazi per i bambini con ristorante dedicato piscina, giochi, attività sportive e un servizio Miniclub gratuito attivo 12 ore non-stop, 7 giorni su 7. Potenziato anche il servizio Junior Club con la possibilità di praticare numerose attività sportive come lezioni collettive di calcetto, padel, tennis, minibasket e tiro con l’arco.

Ristrutturazioni e implementazione dell’offerta del segmento luxury a Palau, Hotel Capo d’Orso 5*
Al centro degli investimenti anche l’offerta dell’Hotel Capo d’Orso Thalasso & SPA 5* a Palau, l’unico hotel in Sardegna incluso dal The Telegraph nella selezione “The best beach hotels in Italy 2023”. Un elegante boutique hotel con 86 camere immerso nel Parco di Cala Capra che guarda l’Isola di Caprera e la Costa Smeralda, con spiagge, marina privata, centro Thalasso & SPA e ristoranti esclusivi. Tra le novità 2024, la completa ristrutturazione delle Junior Suite Cardinal Vista Mare in elegante stile sardo contemporaneo, pensate per soddisfare le esigenze del segmento di mercato di fascia alta, a pochi metri dai solarium sul mare e dal centro benessere. Un percorso di potenziamento dell’offerta luxury già avviato nel 2023 che ha portato al rinnovamento completo della palestra panoramica con attrezzature Technogym e al rafforzamento dall’offerta golf con un simulatore per giocare virtualmente sui campi più prestigiosi al mondo.

La nuova Villa Lentischio Vista sul Golfo con piscina privata a Isola Rossa
La collezione di Ville dell’Hotel Torreruja a Isola Rossa si arricchisce della Villa Lentischio: circa 180 mq più 100 mq di verande coperte con solarium, piscina privata esterna con vista sul Golfo dell’Asinara. La Villa Lentischio è circondata da una grande veranda, patio esterno e aree attrezzate per il barbecue. Arricchita da arredi moderni e ricercati, la villa assicura riservatezza e privacy, con la possibilità di usufruire di tutti i servizi offerti dall’hotel, tra cui il Centro Thalasso & SPA Venere con piscine multifunzione di acqua marina riscaldata, ristoranti e area fitness all’aperto.

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Sardegna. Visit Sanluri, progetto inclusivo prodotto turistico integrato

 

SANLURI - Non solo meta di una gita fuori porta.

Sanluri punta a diventare una destinazione per un turismo di prossimità e per viaggiatori da ogni parte d'Italia e del mondo, desiderosi di immergersi nella cultura, storia, tradizioni, bellezze e la natura dei luoghi.

Per una vacanza nel segno del turismo lento e sostenibile.
    Nasce un progetto inclusivo per un prodotto turistico integrato, Visit Sanluri, "per rendere ancor più accogliente il centro sulla piana del Campidano, nel cuore della storica regione della Marmilla con le sue dolci colline, a due passi dalla 131, il mare è a meno di un'ora di auto come anche l'aeroporto di Cagliari", spiega il coordinatore del progetto Martino Di Martino.
    Sorge attorno al Castello Medievale Eleonora d'Arborea, fiore all'occhiello della cittadina, con le sue ampie sale che ospitano le collezioni dedicate alle ceroplastiche artistiche e al Risorgimento e alla Prima Guerra Mondiale. Tra i cimeli il Tricolore che dalla torre di San Giusto consacrò Trieste all'Italia il 3 novembre 1918 e il bollettino della Vittoria, originale, sottoscritto dal Maresciallo Supremo, Comandante d'Italia, Armando Diaz.
    L'iniziativa chiama a raccolta musei, ristoranti, strutture ricettive, artigiani, associazioni, produttori del settore enogastronomico, guide, per promuovere il turismo con una proposta integrata nel segno dell' ospitalità diffusa.
    "Un'offerta moderna, per il mercato di prossimità ma anche italiano ed estero, fruibile on line. Diventa necessario rafforzare l'ospitalità e l'offerta enogastronomica con un progetto sostenibile e diffuso. Utilizzando da un lato le numerose fattorie ideali per un turismo rurale, dall'altro le case campidanesi e non solo, del paese disabitate - spiega l'assessore al Turismo di Sanluri Fabrizio Collu - sono numerose le occasioni per visitare Sanluri".
    Il polo culturale si arricchisce con il Museo di arte sacra ed etnografica presso il convento dei cappuccini e il Museo Casa del pane. In primo piano la specialità della cittadina, il civraxu, il gustoso pane tipico. La cittadina conta nove chiese ed è inserito nel Cammino francescano. E' in fase di attivazione un DMS - Destination Management System - sistema di prenotazione integrato on line per la vendita di servizi, itinerari, ingressi a musei, ticket per eventi e spettacoli e pacchetti turistici e produzioni locali.

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Viaggi Mare e Monti / Il successo della Sirenetta traina il Nord Sardegna

"Il successo della Sirenetta sta trainando il Nord Sardegna, riscontriamo un grande interesse per scoprire le località in cui è stato girato il film".

Lo spiega Libero Muntoni, direttore generale di Delphina hotels & resorts, catena alberghiera da 30 anni è specialista delle vacanze nel Nord Sardegna, nel commentare le tendenze dei flussi turistici e nel tracciare un primo bilancio a pochi mesi dall'uscita del film della Disney.

"Alla domanda classica di Sardegna - continua Libero Muntoni - si è aggiunta quella del turismo cinematografico con una crescente richiesta proveniente non solo dai paesi europei e dall’Italia, ma anche dalle Americhe. I nostri ospiti potranno vivere la magia di questa favola senza tempo attraverso un programma di attività nelle nostre strutture più vicine ai luoghi del film".

Sono gli scenari costieri tra Capo Testa e Castelsardo, per la varietà dei paesaggi e per il loro fascino ancora selvaggio, tra spiagge caraibiche, scogliere e baie appartate, a fare da sfondo al nuovo film live action della Walt Disney La Sirenetta. “L'acqua è la più blu, le rocce sono le più belle che abbia mai visto. Abbiamo trovato la Sardegna nei nostri sogni ancor prima di arrivare lì” ha dichiarato John Myhre, sceneggiatore del film campione di incassi.

Il viaggio alla scoperta dei luoghi del film fa tappa a Santa Teresa Gallura, tra i grossi massi di granito della penisola di Capo Testa, per poi proseguire a occidente lungo la costa frastagliata intorno a Rena di Matteu nel comune di Aglientu. Questa spiaggia di sabbia chiara, con due piccole scogliere alle estremità davanti a acque cristalline, è stata scelta per la scena della corsa in carrozza di Ariel ed Eric. Rena Majori, la lunga spiaggia nota per il sole che si tuffa nell’acqua al tramonto, è invece la location dell’iconica scena in cui Ariel salva il principe dalla tempesta. Si prosegue poi in direzione sud-ovest per raggiungere Castelsardo, borgo medievale affacciato sul golfo dell’Asinara, utilizzato in parte come ambientazione del castello di Eric.

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In spiaggia in Sardegna tra numero chiuso e ticket d'ingresso

CAGLIARI - Solstizio d'estate e stagione balneare e turistica già avviata in Sardegna, ma per la scelta delle spiagge si dovrà fare i conti con ingressi contigentati, parcheggi a pagamento, divieti e misure per salvarguardare i litorali sempre più fragili a causa dell'erosione e della presenza massiccia dell'uomo. In alcuni gioielli delle coste sarde una giornata al mare diventa un'esperienza esclusiva, tra un'acqua blu-turchese, baie, calette, lunghe distese di sabbia candida e soffice punteggiate da rocce scolpite dal vento e dell'acqua.

La filosofia dei comuni costieri si fonda su semplici principi: gli arenili vanno rispettati non solo limitando gli ingressi ma soprattutto imponendo una serie di norme a tutela dell'ecosistema e della salute pubblica: vietato fumare, portare plastica in spiaggia, abbandonare i rifiuti, raccogliere sabbia e conchiglie come souvenir della vacanza. La sabbia è un bene prezioso, per ridurne l'asportazione anche involontaria da parte dei bagnanti, sono importanti docce, lavapiedi o stuoie da sistemare sotto i teli da mare, come a La Pelosa di Stintino. - Sud - A Cagliari nella lunga spiaggia del Poetto, vietato fumare, niente plastica usa e getta, solo materiali compostabili. A Punta Molentis, una delle perle di Villasimius protetta da lembi di costa rocciose, con le sue acque turchesi, fino al 31 ottobre il tetto massimo è 600 persone, per accedere alla spiaggia il costo è un euro a persona, la tariffa per il parcheggio che può accogliere fino a 200 auto, è di 10 euro, (6 dalle 16 alle 20), 5 per le moto, 15 i camper. Paga 3 euro chi arriva in bici o altri mezzi. Per godere della spiaggia di Tuerredda, nel comune di Teulada, non si paga l'accesso ma il numero massino consentito fino al 30 settembre è 1.100 persone, 729 in spiaggia libera e 371 presso stabilimenti. - Oristanese - Con 34 chilometri di costa dove spiccano le spiagge del Sinis, Mari Ermi, Maimoni, Is Arutas, il comune di Cabras lascia per tutte il libero accesso. Per contenere l'afflusso ci sono i parcheggi con le strisce blu a pagamento.
    Ma è nella volontà dell'amministrazione tutelare maggiormente Is Arutas con la diminuzione del numero di accessi. - Ogliastra - Il mare più bello d'Italia per Legambiente e Touring Club è ancora una volta a Baunei. Ingresso contingentato, massimo 250 persone a Goloritzè. Per entrare non c'è un ticket, ma si paga 6 euro per percorrere a piedi il sentiero naturalistico assistito, unica via verso il mare, usufruire dei servizi igienici e parcheggiare in cima. A Cala Mariolu-Ispuligedenìe, con i suoi sassolini bianchi, il tetto massimo è di 700 persone. Paga un euro solo chi arriva utilizzando il pontile d'attracco. A duecento metri da Mariolu, divisa da una roccia, c'è la spiaggia dei Gabbiani, consentita a 300 persone, come anche a Cala Biriala. - Nord Est - A Cala Brandinchi e Lu Impostu nel comune di San Teodoro, il massimo consentito è 1.447 persone nella prima, 3.352 nella seconda. In entrambe il ticket è di 2 euro. "Numero comodo" per una giornata a Cala Coticcio e Cala Brigantina, nell'arcipelago della Maddalena. È possibile accedere senza costi, via mare. Via terra, invece, solo accompagnati dalle guide autorizzate del Parco, lungo i sentieri che dalla parte alta di Caprera arrivano alle cale. Il costo è di 25 euro a giornata con visita guidata e per gruppi di massimo 60 persone. - Nord Ovest - Accesso limitato a 1.500 bagnanti nella spiaggia de La Pelosa a Stintino. Si paga 3,50 euro a persona, servizi igienici e docce inclusi, nessun costo per gli under 12.
    Il parcheggio è 2 euro all'ora, 1,50 i giorni feriali, da luglio 2,50 e 2 i feriali. È obbligatoria la stuoia, che non trattiene la sabbia, da sistemare sotto il telo da mare. Vietato fumare.

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Dal Salento alla Sardegna, ecco 10 spiagge nascoste in Italia

Clima mite, posti poco affollati e prezzi più convenienti sono alcuni degli innegabili vantaggi di una vacanza al mare in primavera. Goboony, la piattaforma di camper sharing, ha selezionato dieci tra le più suggestive spiagge italiane nascoste e perfette per una vacanza in camper al mare durante la stagione primaverile.

Eccole:

1. TORRE ULUZZO E PORTO SELVAGGIO – SALENTO, PUGLIA
In Salento, più precisamente nel territorio di Nardò, c’è una bellissima spiaggia selvaggia e rocciosa: la baia di Torre Uluzzo. A strapiombo sul mare, la torre dal prestigioso valore archeologico domina una cala incantevole. Il periodo migliore per visitare questo luogo è sicuramente la primavera, quando il fiore da cuiprende il nome – l’asfodelo, in dialetto uluzzu – fiorisce e colora tutto di bianco. Questa meravigliosa baia
regala spazi rocciosi isolati dove poter prendere il sole, un mare azzurro e cristallino dove potersi tuffare e fresche pinete dove potersi appisolare all’ombra di alti pini.  Torre Uluzzo è raggiungibile a piedi tramite un sentiero sterrato accessibile dalla strada litoranea tra Santa
Caterina e Sant’Isidoro. Da Torre Uluzzo è poi possibile percorrere un bellissimo sentiero naturale che collega la baia a un altro luogo spettacolare e incontaminato: Porto Selvaggio. Tutta la zona fa parte dell’area naturale protetta del Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano, inserita nel 2007 dal FAI nell’elenco dei “100 luoghi da salvare”. Raggiungibile solo a piedi con una passeggiata di circa venti minuti, la spiaggia di Porto Selvaggio, contornata da maestosi pini d’Aleppo, è il luogo ideale dove passare, anche in primavera, piacevoli giornate in totale tranquillità con il pregio di essere immersi in un ambiente naturale, incontaminato e selvaggio.
La zona è ricca di parcheggi, aree sosta e campeggi dove poter sostare o alloggiare.

2. SPIAGGIA DI CALAMOSCHE – SICILIA
Nel Parco Naturale di Vendicari, nella zona sud-orientale della Sicilia, in provincia di Siracusa, c’è un luogo magico: la spiaggia di Calamosche. Una caletta di sabbia dorata e finissima lunga circa 200 metri e circondata da scogliere e vegetazione mediterranea. Il mare turchese e cristallino è sempre calmo perché è protetto dalle correnti grazie ai due promontori che sorgono alle estremità laterali.
Il fondale è sabbioso e basso nella parte centrale, diventa più profondo e roccioso alle estremità. Qui è facile incontrare splendidi esemplari di fauna marina locale. Questa spiaggia infatti è tra le preferite tra gli amanti dello snorkelling. Dal parcheggio attrezzato che si trova percorrendo la SP19, parte un sentiero naturale di circa 1,2 km praticabile solo a piedi e che porta direttamente alla spiaggia. Una piccola fatica per godere di un vero e proprio paradiso naturale.

3. CALA VIOLINA – TOSCANA
Nella macchia mediterranea della riserva naturale di Scarlino, Cala Violina è un lembo di spiaggia con un mare incontaminato e racchiuso tra due promontori. È un patrimonio naturale di altissimo valore e fortemente tutelato. Cala Violina è famosa per un particolare che la rende un luogo unico e magico: ad ogni passo fatto sulla spiaggia i minuscoli granelli di quarzo “suonano” una melodia. Già narrate nei viaggi di Marco Polo, le spiagge sonore sono un fenomeno antico ed esclusivo di pochi luoghi nel mondo. Se ne contano appena un centinaio in tutto il mondo e Cala Violina è uno di questi luoghi magici. Dopo aver parcheggiato il proprio veicolo, (l’area di sosta più vicina è quella di Val Martina con 200 posti disponibili) Cala Violina si raggiunge esclusivamente a piedi o in bicicletta. Dal 1° giugno al 30 settembre l’accesso è regolato tramite un sistema di prenotazione. La prenotazione si fa online sul sito dedicato e il costo per l’accesso alla Cala è di 1 euro. Mentre la tariffa giornaliera per il parcheggio del camper è di 15 euro.

4. CALA GOLORITZÈ – SARDEGNA
Situata su uno dei tratti costieri del Golfo di Orosei, il nome Goloritzè deriva probabilmente dalle parole sarde “colóvuru”, “caboru”, “carhodu” che significano serpente. La spiaggia viene anche chiamata “spiaggia dell’Aguglia”, per la presenza dell’Aguglia, una formazione rocciosa appuntita nota anche come Punta Caroddi. La cala si può raggiungere via terra con una camminata di circa un’ora attraverso il sentiero Bacu Goloritzè sul Supramonte di Baunei. Proprio perché si tratta di un’area preservata non è possibile fare camping su questa spiaggia, ma è possibile sostare presso la Cooperativa Goloritzè. Qui sono disponibili diversi servizi come maneggio, ristoro ed anche
guide ambientali in grado di consigliare itinerari di trekking, arrampicata e fuoristrada.

5. SPIAGGIA DI SAN FRUTTUOSO DI CAMOGLI – LIGURIA
La spiaggia di San Fruttuoso è probabilmente la spiaggia più piccola di tutta la riviera ligure e la più incontaminata, probabilmente per via del difficile accesso. Può essere raggiunta, infatti, solo in barca o a piedi attraverso vari sentieri escursionistici, caratterizzati da diversi gradi di difficoltà. Uno dei più belli è quello che parte da Portofino e dura circa 1 ora e mezza. La spiaggia si trova nel Parco Regionale di Portofino – zona B dell’area naturale marina protetta, è piuttosto piccola e caratterizzata da ciottoli bianchi; il mare è cristallino e dal colore verde smeraldo. È molto amata dai sub, grazie alla bellezza dei fondali e alla presenza del Cristo degli Abissi, una statua di bronzo alta circa 2,5 metri che è stata posta nel 1954 sul fondale della baia a 17 metri di profondità.

6. BAIA DI PORTO MIGGIANO O SPIAGGIA DEI CENTO SCALINI – SALENTO, PUGLIA
La Baia di Porto Miggiano è conosciuta anche come “spiaggia dei cento scalini”, per via del numero di scale che bisogna fare prima di arrivare al mare. Situata nella cittadina di Santa Cesarea Terme – famosa stazione termale ricca di sorgenti naturali – Porto Miggiano è un vero e proprio gioiello incastonato in una meravigliosa insenatura. Fondali ricchi di meraviglie da scoprire, caratteristici faraglioni e suggestive grotte preistoriche, come quella dei Romanelli, rendono questo luogo un paradiso terrestre dove potersi rilassare e ammirare l’incanto della
natura. Da visitare preferibilmente in primavera, tra maggio e giugno o a settembre. In piena estate infatti è una meta molto affollata. La zona dispone di un ampio parcheggio, su strada sterrata, dove poter parcheggiare il proprio veicolo. Inoltre, proprio in cima alla baia e immerso nel verde si trova il Camping Porto Miggiano, luogo ideale per un camping con vista sulla splendida insenatura.

7. SPIAGGIA DELLA GAVITELLA, CAMPANIA
La spiaggia della Gavitella è un delizioso angolo di paradiso custodito tra le scogliere della splendida Costiera Amalfitana, luogo e patrimonio storico e gastronomico dall’inestimabile valore (sito Unesco dal 1997). Si tratta di una caletta naturale situata nella frazione di Vettica Maggiore a Praiano, raggiungibile percorrendo una scalinata panoramica costruita nel 1926. La via di accesso alla spiaggia della Gavitella inizia con la lunga scalinata di 413 gradini presso la Piazza San Gennaro di Praiano. Da qui il panorama incantevole su Positano e sui faraglioni di Capri lascia senza fiato. Altra particolarità di questo posto è la possibilità di godere del sole fino al tramonto grazie all’esposizione a ovest.

8. SPIAGGIA DELLA MARINELLA DI PALMI, CALABRIA 
Nella parte settentrionale della Costa viola e sovrastata dal Monte Sant’Elia, si trova la spiaggia della Marinella di Palmi, una baia caratterizzata da ghiaia bianca e da un mare turchese, limpido e trasparente. Nonostante sia facilmente raggiungibile è poco frequentata, perfetta per rilassarsi e godersi la pace del mare in primavera. Per poter arrivare è necessario prendere l’uscita per Palmi dalla Statale 18. Una volta qui basterà seguire le indicazioni per la spiaggia che è ben segnalata. Per quanto riguarda l’area camper dove poter sostare, a venti
minuti di guida dalla spiaggia si trova Summerland, un’area sosta dove sono disponibili servizi basici ma estremamente funzionali.

9. BAGNI DELLA REGINA GIOVANNA, SORRENTO
I Bagni della Regina Giovanna si trovano sul promontorio di Punta Capo a Sorrento e sono una delle spiagge nascoste più belle d’Italia.
Si tratta di una vera e propria piscina naturale circondata da roccia, natura incontaminata e dai resti di un’antica villa romana. Oltre che una piccola oasi naturale nell’area Marina Protetta di Punta Campanella, i Bagni della Regina Giovanna sono anche un sito archeologico protetto di notevole valore. I Bagni sono raggiungibili esclusivamente a piedi tramite un’escursione di circa 25/30 minuti o via mare. L’ingresso è gratuito ma contingentato durante tutto l’anno.

10. CALA LUNA – SARDEGNA
Simbolo della Sardegna orientale, Cala Luna è un vero e proprio monumento naturale di straordinario fascino. Si tratta di un’insenatura tra le falesie con al centro una striscia di sabbia finissima e dorata che si allunga nel mare limpido e azzurro. Ai confini tra Barbagia e Ogliastra, la spiaggia è di una bellezza selvaggia e incontaminata da lasciare senza fiato. È raggiungibile via mare con le barche che partono dal porticciolo di Cala Gonone e dalla spiaggia della Marina di Orosei. Per i camminatori esperti e allenati è possibile raggiungerla anche a piedi. Il sentiero di trekking è piuttosto difficile e parte da Cala Fuili o da Baunei.

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SARDEGNA | Saboris Antigus, in Trexenta e Sarcidano case e piazze aperte ai visitatori: nove Comuni in rete


 

Nove comuni si mettono in rete insieme alla camera di commercio per la valorizzazione del territorio, la promozione delle eccellenze locali e dei beni archeologici. "Sapori e tradizioni in Trexenta e Sarcidano" la manifestazione nota come Saboris Antigus, giunge alla sua nona edizione per il 2022, e arriva a quota nove Comuni, che si sono uniti quest'anno in un circuito insieme alla Camera di Commercio di Cagliari-Oristano, che ha guidato la promozione dell'evento.
(TurismoItaliaNews) Il primo appuntamento parte il 6 novembre da Gergei, segue Selegas il 13 novembre, Serri il 20, Siurgus Donigala il 27, Suelli il 4 dicembre, l'8 Guasila, l'11 Gesico, il 18 dicembre si chiude con Mandas e Nurri. La manifestazione, che nasce come evento enogastronomico destinato alla promozione dei prodotti del territorio, ha in realtà la più nobile finalità di promuovere tutta l'area geografica e le sue ricchezze, siano esse materiali o immateriali - spesso poco conosciute ai più, come le feste e le tradizioni popolari, le ricette, i festival... - e invitare così i visitatori a tornare in questi luoghi oltre i giorni di festa. La nona edizione è stata pensata ancora di più a dimensione di famiglia, con attività e laboratori per bambini e ragazzi, escursioni archeologiche, visite ai santuari e ai musei, e tanto altro.

Siti di Barumini trainano il turismo culturale in Sardegna

 

Il sito Unesco di Su Nuraxi, a Barumini, continua a essere la meta preferita in Sardegna per il turismo archeologico-culturale. La conferma arriva dai numeri dell'estate 2021 che, nonostante gli strascichi ancora evidenti della pandemia Covid, certificano come l'area archeologica di Barumini sia la più ricercata dai turisti nazionali e internazionali che scelgono l'isola.
    Nel trimestre giugno-luglio-agosto, infatti, Su Nuraxi ha registrato quasi 26.500 mila presenze, segnando + 11mila ingressi rispetto allo stesso periodo dell'anno prima. Sui grandi numeri, i siti del territorio, raggiungono il 65% di presenze rispetto al 2019, anno pre pandemia e dunque periodo di normalità.
    "Si tratta di numeri incoraggianti e che ci fanno ben sperare che la ripresa sia finalmente arrivata e ci auguriamo possa consolidarsi nel proseguo della stagione e nel prossimo futuro - sottolinea il presidente della Fondazione Barumini sistema cultura, Emanuele Lilliu - un traguardo importante dopo le grandi difficoltà passate che non hanno, comunque, interrotto il grande lavoro della Fondazione per rendere l'offerta ancora più integrata e per attivare nuovi eventi e percorsi in grado di sostenere la ripresa del turismo in Sardegna e nei nostri siti".
    E proprio dall'offerta generata dalla Fondazione arrivano altre importanti indicazioni, grazie al successo della mostra: 'Humanum. Sardegna e Campania, da Su Nuraxi a Pompei', nata grazie alla collaborazione tra la Fondazione, il Museo Archeologico di Napoli, la Soprintendenza Archeologica per la Città Metropolitana di Cagliari e ancora visitabile al centro Giovanni Lilliu. Dall'inaugurazione dello scorso 3 luglio a oggi, infatti, le visite hanno toccato quota 4.600 (che contando anche giugno portano in totale a 5.400 ingressi al centro G.Lilliu).
    Tra gli altri numeri di rilievo anche la continua crescita di visitatori a Casa Zapata, altra importante attrazione di Barumini. Nel periodo giugno-agosto sono stati quasi 10.900 gli ingressi registrati con 2.500 turisti in più rispetto allo stesso periodo del 2020. (ANSA).

Man festeggia l'ivoriano François-Xavier Gbré

 

Il Man di Nuoro festeggia l'artista ivoriano François-Xavier Gbré, vincitore del Prix Découverte Louis Roederer 2020 del Festival Les Recontres de la Photographie di Arles e già protagonista nel 2018 nel museo barbaricino della prima mostra personale in Italia "Sogno d' oltre mare". Il prestigioso riconoscimento è arrivato per l'installazione di 57 fotografie sotto il titolo "Émergence, Abidjan, Côte d'Ivoire, 2013- 2020", in cui l'artista documenta la rapida evoluzione della città e del paesaggio circostante dopo il superamento della crisi post-elettorale attraversata dalla Costa d'Avorio nel 2011. Nel 2018 il Man aveva presentato una scelta di fotografie che esploravano le capitali dell'Africa occidentale, accostate a una nuova serie di immagini commissionate direttamente dal museo di Nuoro e realizzate dall'artista durante la sua residenza nell'Isola, resa possibile grazie al supporto della Sardena Film Commission. François-Xavier Gbré ha poi donato alla collezione permanente del Man una raccolta di 70 scatti dal titolo "Sardegna".

"Anche quest'anno il Man può celebrare un importante riconoscimento internazionale attribuito a un artista presente nella nostra collezione permanente e di cui abbiamo prodotto una mostra esito delle sue ricerche in Sardegna - spiega il direttore del Museo d'arte nuorese Luigi Fassi - Le scelte compiute dal Man nel corso degli ultimi anni per dotare la Sardegna di un fondo di importanti opere contemporanee, di artisti anche internazionali, che ne raccontino l'ambiente e le trasformazioni sociali, si vedono così ancora una volta autorevolmente confermate e condivise a livello europeo". Il lavoro di François-Xavier Gbré, nato nel 1978 a Lille e residente tra la Francia e la Costa D'Avorio, chiama il linguaggio dell'architettura a testimoniare la memoria storica dei luoghi e la velocità dei cambiamenti sociali.

Nell'esposizione al museo nuorese, con la proposta di immagini delle capitali dell'Africa e dei luoghi della Sardegna, si mescolano storie e culture di un artista cresciuto in un Paese che si affaccia nel Mediterraneo e che guarda alla Sardegna vista dal sud. Nel presentare la mostra del 2018 - comprendeva anche altre due esposizioni fotografiche, "Sabir" dell'artista israeliano Dor Guez, e "O Youth and Beauty", collettiva di Anna Bjerger, Louis Fratino e Waldemar Zimbelmann - il direttore del Man aveva sottolineato: "Gbré ha scelto di fotografare l'interno dell'isola da cui trarre le suggestioni del suo Paese nel post colonialismo: il sogno industriale prima e gli edifici abbandonati poi".

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Gallura e Sulcis da scoprire sugli ex tracciati ferroviari

 

CAGLIARI - A piedi o in bici, lungo i tracciati di ferrovie storiche non più in uso. Vecchi cammini ferrati dove i rumori della natura hanno preso il posto dei fischi del macchinista e dello sbuffare delle locomotive a vapore. In "Vie Verdi" la giornalista e autrice di reportage Ornella D'Alessio conduce nel cuore della Gallura sulla Calangianus-Monti e nel sud ovest della Sardegna sulla Carbonia-Sant'Antioco-Calasetta, tra scenari naturalistici, ponti, passaggi a livello, memorie, archeologia. Sono due tra i venti tracciati italiani ferroviari dismessi raccontati nel suo libro-guida edito da Cinquesensi, con la loro storia e il riuso in chiave turistica come percorsi ciclabili. In tutto 208 pagine arricchite da foto in bianco e nero, strumento prezioso per incoraggiare un turismo lento e sostenibile legato al mondo delle rotaie.

La Calangianus-Monti è una passeggiata o pedalata sulle tracce della prima linea pubblica a scartamento ridotto ad entrare in servizio in Sardegna nel 1888 in contemporanea alla Cagliari-Isili. Quaranta chilometri in uno straordinario contesto naturalistico ai piedi del Monte Limbara. Suggestivo il passaggio tra pareti granitiche, o l'incanto di sorgenti, querce da sughero, ginepri, cisti, lecci, mirti e lentischi, immersi in profumi di stagione. Verso Monti, guardando a est, si possono vedere costa e mare e il colpo d'occhio arriva fino alle cime dell'isola di Tavolara. Ai lati del tragitto le case cantoniere numerate. La prima parte del percorso è attrezzata per la ginnastica a cielo aperto.

Subito 'sapore' di antichi mestieri con il tracciato Carbonia-Sant'Antioco-Calasetta. Appena si parte dopo 500 metri appaiono le due torri dei due pozzi principali della miniera di Serbariu. Si estende per 27 chilometri in pianura il tratto ciclabile, ricalcato sulla vecchia ferrovia. In asfalto ecologico color mattone, corre parallelo alla statale 126 tra oleandri, olivastri, eucaliptus, bassa macchia mediterranea, filari di Carignano, vitigno tipico del Sulcis, e vecchie case cantoniere abbandonate. E tra i siti spicca la centrale termoelettrica di Santa Caterina, a San Giovanni Suergiu.

Dall'Archeologia industriale ai segni più antichi della storia con i menhir Su Para e Sa Mongia, ribattezzati il frate e la suora, le ex Saline di Stato e a Sant'Antioco il ponte romano Pontimannu. 

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Clooney e il mirto, "mi fa ringiovanire" Attore e regista testimonial delle eccellenze della Sardegna

George Clooney © ANSA


OLBIA - George Clooney considera il mirto il suo elisir di giovinezza. Durante le riprese a Olbia della serie "Catch-22", andata in onda su Sky Atlantic, sia lui che lo staff della Paramount sono stati omaggiati del tipico liquore sardo nel catering del set che era stato allestito dalla squadra del festival Mirtò: Nicola Mancini, l'ideatore, Salvatore Pinducciu e Giovanni Pirina.
    "Clooney è un amico di Mirtò - raccontano gli organizzatori dell'evento - ed è diventato un ottimo testimonial: non solo le bellezze della Sardegna, dunque, ma anche le sue eccellenze agroalimentari hanno fatto breccia nelle passioni dell'attore e regista". Il primo 'amore' è stato il pecorino sardo, che ora Clooney punta ad importare negli Usa. Dopo averlo assaggiato in Sardegna dal pastore Peppino, ne avrebbe già spediti 32 chili a Los Angeles per farlo assaggiare agli amici e ai futuri clienti.
    Ma la sua seconda passione è il mirto. In un'intervista al settimanale Oggi in occasione delle riprese della serie Sky all'aeroporto di Olbia, Clooney aveva raccontato il suo amore per i cibi prodotti in Sardegna. "Adoro il pane Carasau! Ne mangerei a quintali. E poi il mirto: lo conosco da 20 anni, ma bevendolo tutti giorni per mesi, guardami: non mi ha fatto ringiovanire?", aveva scherzato con il giornalista. Il mirto e Mirtò hanno quindi conquistato nel tempo palcoscenici nazionali e internazionali. In questa quinta edizione del festival il modello del Vinitaly in salsa gallurese è stato affinato, con gli stand e gli espositori che si sono ritrovati lungo il Corso Umberto: un formidabile mezzo di promozione per le aziende partecipanti. (ANSA).

Sardegna, incanti per due nell'isola di Caprera

Cala Coticcio

Il Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena è una riserva geomarina che offre bellezze naturalistiche tutelate in un territorio da cartolina. In questo contesto da paradiso terrestre si colloca l’Isola di Caprera, una delle tappe più selvagge dell’intero arcipelago. Siamo nella parte nord orientale della Sardegna, in un ambiente dalla costa riparata da boschi, il profilo frastagliato dove si alternano diverse calette a scarpate a piccolo sul mare. L’ultima residenza di Giuseppe Garibaldi è una destinazione perfetta per le coppie che, provenienti dalla Maddalena con cui è collegata da un ponte di 600 metri, sono alla ricerca di angoli tranquilli. Vale la pena visitare la Casa Bianca dove l’Eroe dei due mondi dimorò per 26 anni prima della morte.

Oltre all'edificio centrale, si possono visitare tutte le strutture del cosiddetto Compendio Garibaldino, l’insieme di quelle che furono le proprietà del generale: il cortile con il grande albero dedicato alla figlia Clelia, l'abbeveratoio, il frantoio, il mulino, la stalla, la "casa di legno", la "casa di ferro", la rimessa delle barche. Tutto con gli oggetti quotidiani, i beni e cimeli che ricordano come il generale vivesse anche in veste di agricoltore: fu infatti grazie a Garibaldi che l’isola, da arida com’era a fine Ottocento, è oggi coperta da una fitta vegetazione, poiché vi fece crescere ogni tipo di pianta ancora poco comune nell’arcipelago come cipressi, frassini pini e acacie. Gli scenari più suggestivi, ideali da scoprire in due, sono quelli offerte da Cala Coticcio, conosciuta anche come la Tahiti sarda, che si raggiunge tramite un sentiero o via mare; Cala Portese o dei Due Mari,? dove l’acqua limpida bagna entrambi i lati dell’insenatura; da Punta Rossa, dopo un tratto a piedi, si raggiunge la splendida spiaggia del Relitto, caratterizzata, oltre che da sabbia bianca e sottile, dallo scheletro di una nave antica sulla riva.

Le distese pianeggianti e la vasta pineta occupano la parte occidentale di Caprera, dove si trovano Cala Napoletana, Cala Garibaldi e Cala Serena. Per le coppie che amano le escursioni da non perdere sono i sentieri aperti dai militari durante la seconda guerra mondiale sul monte Poggio Stefano costituito interamente di granito rosa; arrivati in cima si possono osservare i resti degli edifici militari. Un'altra vetta da visitare è Monte Teialone. C’è poi l’ex borgo militare di Stagnali, il centro più abitato, noto per i panorami indimenticabili che si godono da luoghi come Porto Palma e l’isoletta il Porco mentre più a sud si incontra Monte Fico, in realtà più simile a un collina. Nel Centro di Educazione Ambientale del borgo si trova anche il museo mineralogico, che espone una vasta collezione di rocce e fossili.
turismo.it - segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale

Sardegna diversa antica ricetta Pane sposi


''Per me il pane è un alimento magico. E davvero vorrei che anche chi non è di qui sperimentasse la sua magia''. Parola di Chiara, che sotto l'albero di fico del cortile di casa, lavora il pane degli sposi creando fiori e uccellini, secondo l'antica ricetta ''imparata dalla zia di mia mamma che oggi ha 92 anni''. E' una delle Experience di Airbnb in Sardegna, prenotabili con un click tra le oltre 1500 proposte già on line del nuovo settore dedicato alle attività da condividere sul territorio con gli abitanti del luogo. Tra arte, natura, sport, artigianto, Chiara ha scelto di mantenere vive le antiche tradizioni di famiglia con un'Experience a Paulilatino (OR) tutta ''mani in pasta'', tra dolci come sas tzipullas e sos arrubiollos, pasta fresca come i malloreddus e il rito del Pane degli sposi. ''Fino a un anno fa lavoravo come hostess - dice - Ho deciso di cambiare vita e tornare nella mia terra, cui sono legatissima. Ci sono riuscita con Airbnb, raccontando anche una Sardegna 'diversa' e autentica''.
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La Sardegna oltre il mare. L’esperienza dei borghi: dagli echi della letteratura alle maschere, dai murales al vino

La Sardegna oltre il mare © Ansa


Quando si pensa alla Sardegna viene subito in mente il mare, un mare cristallino che cambia tonalità in ogni porzione di costa dell’isola, a completare un paesaggio che non ha eguali nel mondo. Eppure la Sardegna non è solo mare: percorrendo le strade che dalla costa giungono all’entroterra, si trovano borghi di pace in cui riecheggiano gli echi del passato; un popolo e una terra che mantengono vivo il legame con la natura, con le tradizioni popolari, con la superstizione, con la devozione, con l’arte come espressione della vita e dei desideri di una comunità.
In occasione dell’evento dedicato ai ‘borghi autentici e turismo rurale’, nel centro congressi MBC dell’aeroporto Olbia-Costa Smeralda, siamo andati a visitare tre borghi della Sardegna centro-orientale, in provincia di Nuoro, per poter vivere un’esperienza autenticamente sarda.

Il primo è Galtellì, nella regione della Baronìa, tra i piedi del monte Tuttavista e le sponde del fiume Cedrino, a 50 minuti di auto dall’aeroporto di Olbia e a dieci minuti dalle località balneari del Golfo di Orosei. È il paese delle “Canne al vento” che nel 1912 ispirarono il romanzo di Grazia Deledda. L’autrice nuorese, Premio Nobel per la letteratura italiana, trascorreva periodi di vacanza a Galtellì e ancora oggi, ripercorrendo il parco a lei dedicato, si respira l’atmosfera rurale, si rivivono gli scenari e la cultura pastorale di allora, l’ospitalità e la cura che fanno sentire i visitatori abitanti temporanei del borgo.
Nella chiesa di San Pietro, antica basilica medievale edificata tra l’XI e il XII secolo e allora sede vescovile della Diocesi di Galtellì, è di recente venuto alla luce un ciclo pittorico di affreschi di richiamo bizantino, tra i più antichi ritrovati in Sardegna. Il Cristo a grandezza naturale di probabile Scuola Pisana sull’altare della chiesa del Santissimo Crocifisso, al centro del borgo, è stato a lungo venerato per numerosi atti miracolosi documentati dagli atti ufficiali a partire dal Seicento. Ma il fascino di questo piccolo borgo è dovuto, soprattutto, alla vita di comunità e alla sua peculiare urbanistica, caratterizzata dalla presenza di case padronali appartenute alle famiglie nobiliari galtellinesi. Tra queste abitazioni, la settecentesca “Sa Domo e sos Marras” è divenuta sede del museo etnografico del borgo e, negli spazi intorno al cortile acciottolato, custodisce le testimonianze della vita agricola e artigiana di un tempo.
Il monte Tuttavista è raggiungibile in auto fino a poche centinaia di metri dalla vetta ma chi ama il trekking può seguire il sentiero dal borgo e intraprendere una camminata di circa due ore nella natura, per giungere in cima e ammirare dall’alto il golfo di Orosei in tutto il suo splendore.

Da “un tempo immemorabile” vengono le maschere di Mamoiada, piccolo borgo della subregione della Barbagia, secondo i suoi abitanti. I Mamuthones indossano una maschera nera antropomorfa, la casacca di pelle ovina, il fazzoletto nero sul capo e un pesante mazzo di campanacci sul dorso. Accompagnati dagli Issohadores, che invece indossano un costume tradizionale con un corpetto rosso, dopo una lunga vestizione i Mamuthones escono in pubblico il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio, quando in tutta la Barbagia si accendono grandi fuochi votivi, per proseguire i rituali durante tutto il Carnevale. La sfilata dei Mamuthones è una processione danzata in cui i figuranti si muovono a intervalli regolari, dando dei colpi di spalla una volta verso destra e un’altra verso sinistra e emettendo all’unisono il forte suono dei campanacci. Il rituale richiama una devozione arcaica che è stata miracolosamente mantenuta fino ai giorni nostri: gli etnografi e gli abitanti di Mamoiada ancora oggi parlano dei Mamuthones non come delle maschere carnevalesche o della commedia dell’arte ma come un cambio di identità, come l’esperienza di una mutazione, il mistero di una metamorfosi.
I Mamuthones e gli Issohadores, dall’antichità ad oggi, hanno assunto diversi significati, incrociando la dimensione mitica con quella storica: la maschera come comunicazione con la divinità, come rito di propiziazione per la caccia, come rituale afrodisiaco, come rappresentazione di morte e di nascita, come memoria delle battaglie. Poter ammirare gli artigiani che realizzano le maschere dell’arcaica tradizione locale, poter assistere alla misteriosa e coinvolgente processione di questo borgo sardo e visitare il Museo delle maschere mediterranee valgono una visita a Mamoiada.

Raccontano la vita quotidiana, esprimono messaggi di denuncia sociale, di lotta popolare, manifestano posizioni politiche rispetto ai temi contemporanei. Sono oltre 150 i murales artistici di Orgosolo, borgo di bassa montagna a venti chilometri da Nuoro e a circa un’ora dalla costa. Questo piccolo paese nel cuore della Barbagia di Ollolai, circondato dall’altopiano montuoso del Supramonte e noto alle cronache per essere stato a lungo luogo di banditismo e di sequestri, oggi è un vero museo a cielo aperto. Tutto è iniziato quando, a seguito di alcuni murales di anarchici milanesi, l’insegnante toscano Francesco De Casino nel 1975 portò i suoi alunni a dipingere lungo le strade del borgo sardo. Da allora artisti provenienti da ogni dove hanno deciso di esporre la propria opera murale a Orgosolo, accordando il permesso con la popolazione locale. “Concimi, non proiettili”, “No alla repressione”, “No ai licenziamenti”, si legge sui muri delle abitazioni di Orgosolo. E ancora: “Nostra patria è il mondo intero”, “Siamo tutti clandestini”.
Agli amanti del trekking, i sentieri dei monti che circondano il borgo assicurano un’immersione nella natura selvaggia e incontaminata e gli amanti dell’archeologia troveranno pane per i loro denti visitando testimonianze preistoriche come le strutture sepolcrali Domus de Janas, Tombe di giganti e i nuraghi Su Calavriche e Mereu.

Nei suoi borghi la Sardegna mantiene la promessa di un’esperienza multipla e variegata: da non dimenticare la lunga tradizione gastronomica e enologica. Nell’area centro orientale dell’isola si trovano i piatti delle antiche ricette sarde, cucinati con ingredienti genuini e con materie prime locali come il pane carasau, la pasta lavorata a mano con farine di grano sardo, il porcetto e l’agnello arrosto, i salumi e i formaggi prodotti dai pastori, dolci, liquori di bacche e di erbe. Interessante un giro di degustazioni nelle cantine delle aziende agricole locali, come il vigneto Sedilesu: proprio quella tracciata da questi borghi è la terra del Cannonau rosso o rosato, il vino più antico del Mediterraneo.
"Girotonno è una manifestazione all'insegna della promozione del tonno rosso in tutte le sue varianti, un evento ormai storico - ricorda il sindaco di Carloforte Salvatore Puggioni - che permette di far conoscere l'isola di San Pietro e il Sulcis in tutto il mondo e che in questa edizione abbiamo voluto arricchire con diverse novità". Fondata nel 1738, Carloforte vanta una storia affascinante. A breve partirà la candidatura Unesco come patrimonio immateriale dell'Umanità per l'Epopea Tabarchina, con le sue vicende storiche e culturali. Capofila è la Tunisia in cordata con Liguria e Sardegna e i due consigli comunali di Carloforte e Calasetta. 
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La Sardegna oltre il mare L’esperienza dei borghi: dagli echi della letteratura alle maschere, dai murales al vino

Sardegna © ANSA

NUORO - Quando si pensa alla Sardegna viene subito in mente il mare, un mare cristallino che cambia tonalità in ogni porzione di costa dell’isola, a completare un paesaggio che non ha eguali nel mondo. Eppure la Sardegna non è solo mare: percorrendo le strade che dalla costa giungono all’entroterra, si trovano borghi di pace in cui riecheggiano gli echi del passato; un popolo e una terra che mantengono vivo il legame con la natura, con le tradizioni popolari, con la superstizione, con la devozione, con l’arte come espressione della vita e dei desideri di una comunità.


In occasione dell’evento dedicato ai ‘borghi autentici e turismo rurale’, nel centro congressi MBC dell’aeroporto Olbia-Costa Smeralda, siamo andati a visitare tre borghi della Sardegna centro-orientale, in provincia di Nuoro, per poter vivere un’esperienza autenticamente sarda.



Il primo è Galtellì, nella regione della Baronìa, tra i piedi del monte Tuttavista e le sponde del fiume Cedrino, a 50 minuti di auto dall’aeroporto di Olbia e a dieci minuti dalle località balneari del Golfo di Orosei. È il paese delle “Canne al vento” che nel 1912 ispirarono il romanzo di Grazia Deledda. L’autrice nuorese, Premio Nobel per la letteratura italiana, trascorreva periodi di vacanza a Galtellì e ancora oggi, ripercorrendo il parco a lei dedicato, si respira l’atmosfera rurale, si rivivono gli scenari e la cultura pastorale di allora, l’ospitalità e la cura che fanno sentire i visitatori abitanti temporanei del borgo.


Nella chiesa di San Pietro, antica basilica medievale edificata tra l’XI e il XII secolo e allora sede vescovile della Diocesi di Galtellì, è di recente venuto alla luce un ciclo pittorico di affreschi di richiamo bizantino, tra i più antichi ritrovati in Sardegna. Il Cristo a grandezza naturale di probabile Scuola Pisana sull’altare della chiesa del Santissimo Crocifisso, al centro del borgo, è stato a lungo venerato per numerosi atti miracolosi documentati dagli atti ufficiali a partire dal Seicento. Ma il fascino di questo piccolo borgo è dovuto, soprattutto, alla vita di comunità e alla sua peculiare urbanistica, caratterizzata dalla presenza di case padronali appartenute alle famiglie nobiliari galtellinesi. Tra queste abitazioni, la settecentesca “Sa Domo e sos Marras” è divenuta sede del museo etnografico del borgo e, negli spazi intorno al cortile acciottolato, custodisce le testimonianze della vita agricola e artigiana di un tempo.

Il monte Tuttavista è raggiungibile in auto fino a poche centinaia di metri dalla vetta ma chi ama il trekking può seguire il sentiero dal borgo e intraprendere una camminata di circa due ore nella natura, per giungere in cima e ammirare dall’alto il golfo di Orosei in tutto il suo splendore.

Da “un tempo immemorabile” vengono le maschere di Mamoiada, piccolo borgo della subregione della Barbagia, secondo i suoi abitanti. I Mamuthones indossano una maschera nera antropomorfa, la casacca di pelle ovina, il fazzoletto nero sul capo e un pesante mazzo di campanacci sul dorso. Accompagnati dagli Issohadores, che invece indossano un costume tradizionale con un corpetto rosso, dopo una lunga vestizione i Mamuthones escono in pubblico il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio, quando in tutta la Barbagia si accendono grandi fuochi votivi, per proseguire i rituali durante tutto il Carnevale. La sfilata dei Mamuthones è una processione danzata in cui i figuranti si muovono a intervalli regolari, dando dei colpi di spalla una volta verso destra e un’altra verso sinistra e emettendo all’unisono il forte suono dei campanacci. Il rituale richiama una devozione arcaica che è stata miracolosamente mantenuta fino ai giorni nostri: gli etnografi e gli abitanti di Mamoiada ancora oggi parlano dei Mamuthones non come delle maschere carnevalesche o della commedia dell’arte ma come un cambio di identità, come l’esperienza di una mutazione, il mistero di una metamorfosi.


I Mamuthones e gli Issohadores, dall’antichità ad oggi, hanno assunto diversi significati, incrociando la dimensione mitica con quella storica: la maschera come comunicazione con la divinità, come rito di propiziazione per la caccia, come rituale afrodisiaco, come rappresentazione di morte e di nascita, come memoria delle battaglie. Poter ammirare gli artigiani che realizzano le maschere dell’arcaica tradizione locale, poter assistere alla misteriosa e coinvolgente processione di questo borgo sardo e visitare il Museo delle maschere mediterranee valgono una visita a Mamoiada.

Raccontano la vita quotidiana, esprimono messaggi di denuncia sociale, di lotta popolare, manifestano posizioni politiche rispetto ai temi contemporanei. Sono oltre 150 i murales artistici di Orgosolo, borgo di bassa montagna a venti chilometri da Nuoro e a circa un’ora dalla costa. Questo piccolo paese nel cuore della Barbagia di Ollolai, circondato dall’altopiano montuoso del Supramonte e noto alle cronache per essere stato a lungo luogo di banditismo e di sequestri, oggi è un vero museo a cielo aperto. Tutto è iniziato quando, a seguito di alcuni murales di anarchici milanesi, l’insegnante toscano Francesco De Casino nel 1975 portò i suoi alunni a dipingere lungo le strade del borgo sardo. Da allora artisti provenienti da ogni dove hanno deciso di esporre la propria opera murale a Orgosolo, accordando il permesso con la popolazione locale. “Concimi, non proiettili”, “No alla repressione”, “No ai licenziamenti”, si legge sui muri delle abitazioni di Orgosolo. E ancora: “Nostra patria è il mondo intero”, “Siamo tutti clandestini”.

Agli amanti del trekking, i sentieri dei monti che circondano il borgo assicurano un’immersione nella natura selvaggia e incontaminata e gli amanti dell’archeologia troveranno pane per i loro denti visitando testimonianze preistoriche come le strutture sepolcrali Domus de Janas, Tombe di giganti e i nuraghi Su Calavriche e Mereu.

Nei suoi borghi la Sardegna mantiene la promessa di un’esperienza multipla e variegata: da non dimenticare la lunga tradizione gastronomica e enologica. Nell’area centro orientale dell’isola si trovano i piatti delle antiche ricette sarde, cucinati con ingredienti genuini e con materie prime locali come il pane carasau, la pasta lavorata a mano con farine di grano sardo, il porcetto e l’agnello arrosto, i salumi e i formaggi prodotti dai pastori, dolci, liquori di bacche e di erbe. Interessante un giro di degustazioni nelle cantine delle aziende agricole locali, come il vigneto Sedilesu: proprio quella tracciata da questi borghi è la terra del Cannonau rosso o rosato, il vino più antico del Mediterraneo.


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Mare, Emilia Romagna star con Sardegna


(ANSA) - ROMA, 13 GIU - Emilia Romagna, Sardegna e Veneto sono le tre regine della classifica generale sull'offerta mare italiana. La Sardegna è in testa al ranking anche per quanto riguarda la regione più famosa e quella con le migliori spiagge.
    La Puglia svetta nella top delle regioni più trendy. Emerge dalla ricerca Panorama Turismo - Mare Italia di Jfc che prevede un incremento complessivo delle presenze del +4,7% e degli arrivi del +4,8%. Positivo anche il dato relativo al fatturato del comparto balneare (+4.5%).
    Quanto alle singole destinazioni vince, come più accogliente e ospitale, Rimini seguita da Jesolo e Riccione. Forte dei Marmi è considerata la località più di tendenza e alla moda, seguita da Cervia-Milano Marittima e Riccione. Quella più "rilassante e tranquilla" è Castiglione della Pescaia, seguita da Campo nell'Elba e da Numana. La località considerata più divertente e giovanile è Gallipoli, seguita da Porto Cesareo e Jesolo. La più conveniente è Alba Adriatica, poi Roseto degli Abruzzi e Gatteo a Mare.La più costosa è Porto Cervo, seguita da Forte dei Marmi e da Capri. Infine la località balneare "più comunicata e vista in tv" è l'Isola di Capri, poi Rimini e Cervia-Milano Marittima.

Sardegna non solo mare: 5 tappe tra arte e archeologia


IN BARBARGIA IL CASTELLO ARANGINO Il comune di Aritzo, ai piedi del Gerrargentu, ospita particolari chiese, palazzi e complessi architettonici: tra questi il neogotico Castello. 

Turismo: albergo diffuso nuova frontiera dell'accoglienza

 "Gli operatori dell'Albergo Diffuso devono unirsi in una rete nazionale per dare dinamicità a questa formula ricettiva innovativa e sostenibile". Parte dalla Sardegna la sfida per un nuovo modello di accoglienza in Italia. Se ne fa promotore il Patto territoriale di Oristano (Pto) con il convegno nazionale in programma a Cabras il 24 giugno prossimo nei locali del Centro polivalente, evento promosso in collaborazione con la Provincia.
    "L'obiettivo - spiega il liquidatore del Pto, Remigio Sequi - è quello di mettere insieme le varie realtà per creare un vero e proprio sistema in Italia". L'incontro si propone di dar vita ad un dialogo costruttivo tra Operatori e istituzioni sono chiamati a Cabras a dare vita a un dialogo costruttivo per mettere a frutto le esperienze attuali e le prospettive future, definire il quadro normativo, mettere a confronto le diverse realtà in ambito internazionale.
    Più casa che albergo, dimensione familiare ed elegante allo stesso tempo, questa tipologia di accoglienza turistica permette una vacanza emozionale ed esperienziale a contatto col territorio, la sua cultura le sue tradizioni. Le stanze arredate con gusto e dotate di tutti i comfort sono ricavate da case, abitazioni padronali ed edifici di pregio carichi di storia e bellezza sopravvissuti allo scempio urbanistico e distribuiti tutti nelle vicinanze, nel cuore di affascinanti borghi.
    "La nostra isola che ha fatto da apripista, deve diventare un modello nazionale - sottolinea Sequi - il primo passo è un comitato che si occupi di informare e promuovere in modo coordinato l'offerta di strutture e servizi". Sarà la terra dei Giganti di Mont'e Prama, sulla costa oristanese, patria del muggine e bottarga, ad accogliere a partire dalle 9.30 operatori del settore, esperti ed istituzioni per ragionare attorno a questa tipologia di ospitalità, formula vincente per l'offerta e la fruizione turistica del territorio in Sardegna e in particolare nella provincia di Oristano.
    Tra gli ospiti del convegno, Ottavia Ricci, consigliere per il Turismo sostenibile del Mibact, Vincenzo Donato, capo Dipartimento delle Politiche di Coesione della presidenza del Consiglio dei Ministri, Giancarlo Dall'Ara, presidente dell'associazione nazionale Alberghi Diffusi, Francesco Morandi, assessore al Turismo della Regione Sardegna.
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Urzulei da record, la grotta lunga 70 chilometri

PERCHE’ SE NE PARLA Un passaggio subacqueo da record che porta alla grotta di Su Molente: c’è un sistema carsico che unisce la cavità a Su Palu, Monte Logos e Bue Marino, lungo ben 70 chilometri, il più esteso d’ Italia. Una tappa importante per la ricostruzione dell’intricata mappa di cunicoli era stata la scoperta della grotta di Su Molente, nel 2007. Ora, in seguito all'esplorazione del 3 giugno, il grande sistema carsico della Codula di Luna (44 chilometri) è stato unito alle grotte di Su Molente e Bue Marino.

PERCHE’ ANDARCI Urzulei è situato nella parte settentrionale dell'Ogliastra, al confine con la Barbagia nella Sardegna centro-orientale. Tra le principali attrattive turistiche, nei dintorni del paese si possono ammirare le famose Giunturas. Poco distante anche il bel villaggio medioevale di Mannorri. Numerose le chiese nel piccolo centro: la chiesa parrocchiale di Urzulei, San Giovanni Battista, San Giorgio Vescovo, Sant'Antonio da Padova, San Basilio Magno e la chiesa dell'Angelo.
 
DA NON PERDERE Nel confine tra Urzulei e il territorio di Orgosolo è presente una gola enorme chiamata ''Gola di Gorropu'', che con i suoi 490 metri di profondità e 1,5 km di lunghezza è annoverata tra i canyon più grandi d'Europa. Il territorio di Urzulei è al confine nord dell'Ogliastra con la Barbagia, i boschi son popolati da mufloni e cinghiali.
 
PERCHE’ NON ANDARCI Per accedere ad Urzulei, si deve percorrere la ss 125 (l'Orientale Sarda), l'unica strada che si snoda nella zona orientale dell'Ogliastra.
 
COSA NON COMPRARE Il comune è famoso per la produzione di alcuni prodotti alimentari di nicchia, come il famoso caglio di Capretto: l'abomaso dei capretti in lattazione, lavati e farciti di latte che a contatto con le pellette all'interno dello stomaco, si coagula come una crema, diventando spalmabile. 
turismo.it

Corsica Ferries: nuovi collegamenti con Corsica e Sardegna

Costa Azzurra sempre più vicina alla Corsica e alla Sardegna. Dal quartier generale di Vado Ligure della Corsica Ferries sono stati varati nuovi collegamenti con la nuova ammiraglia "Mega Andrea" che partono da Nizza per Porto Vecchio (Corsica) e Golfo Aranci (Sardegna).

Il nuovo collegamento ha debuttato ieri sera con il viaggio inaugurale presentato ufficialmente a Golfo Aranci. "I collegamenti tra la Sardegna e la Corsica arricchiranno maggiormente l'offerta commerciale della compagnia e favoriranno ancor più le relazioni economiche e sociali tra le due 'Isole Gemelle'", hanno sottolineato Pierre Mattei e Raoul Zanelli Bono, rispettivamente direttore generale e direttore commerciale di Corsica Ferries. Corsica Ferries collegherà anche Tolone con Porto Torres. Per la Sardegna si stringono importanti relazioni con Corsica Ferries anche dopo la ristrutturazione dello scalo di Golfo Aranci che Ferrovie dello Stato avevano abbandonato.
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