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''Una luce nel buio'', streaming dall'antichità Dal Teatro di Taormina sul sito ANSA concerto gratuito

 

TAORMINA -  ''Questo concerto rappresenta una luce nel buio. Siamo tutti molto spaventati. E' un momento difficile che nessuno si sarebbe mai aspettato. La musica, l' arte, l'archeologia, la bellezza dei nostri paesaggi possono dare un po' di conforto a tutti noi, costretti a stare in casa o a muoverci con tutte le precauzioni''. Gabriella Tigano, direttrice del Parco Naxos Taormina, definisce così l' appuntamento gratuito che sarà possibile seguire in diretta streaming sul sito dell'ANSA domenica 15 novembre alle 12, con la storica Orchestra a plettro Città di Taormina impegnata nel Teatro Antico nell' esecuzione di una serie di famose colonne sonore cinematografiche. Lo spettacolo nello scenario archeologico fantastico della citta siciliana si aggiunge all' elenco di iniziative live promosse da istituzioni pubbliche e private live che l' ANSA ha proposto di rilanciare sul web all'indomani della chiusura di cinema, teatri e sale da concerto in tutta Italia. Il concerto di domenica è organizzato il Parco Archeologico Naxos Taormina insieme con la Fondazione TaoArte Sicilia, il Taormina Film Fest e Videobank partner tecnologico e produttore di spettacolari riprese aeree con i droni.
    ''Siamo molto contenti di essere riusciti a organizzare questo evento - dice Tigano - . La nuova chiusura per l' emergenza Covid è stata un colpo durissimo. I visitatori per noi sono la linfa. Vedere il Teatro deserto è davvero un dolore, specialmente con il bellissimo tempo primaverile di questi giorni''. Nel panorama di difficoltà e divieti, tuttavia, una vera e propria boccata di aria pura è arrivata con il milione e 800 mila euro assegnato dal Mibact per compensare le perdite registrate tra marzo e maggio nel primo lockdown. ''E' molto importante per noi perché il Parco vive di sbigliettamento - spiega la direttrice -. Quando siamo chiusi abbiamo un danno enorme. Il Teatro di Taormina è visitato tutto l' anno. Nel 2019 abbiamo avuto nei vari siti del Parco una stagione eccezionale con un milione di visitatori. In questo periodo l' anno scorso avevamo un mare di gente perché gli orientali e gli americani viaggiano proprio tra novembre, dicembre e gennaio''. Il 2020 funestato dal virus ha invece determinato il crollo del 70 per cento delle presenze, particolarmente grave perché l' anno precedente proprio i visitatori da Cina, Giappone, Usa e Australia avevano fatto toccare livelli di crescita straordinari.
    Il Parco Naxos Taormina - che oltre al Teatro, comprende il Museo e l'area archeologica di Naxos e Isolabella - attualmente è un cantiere. ''Non ci fermiamo mai - sottolinea Gabriella Tigano - e stiamo approfittando di questa chiusura per mettere in campo una serie di iniziative che speriamo di poter svolgere appena sarà possibile riaprire. Intanto, una mostra a Palazzo Ciampoli di arte contemporanea dedicata a pittori siciliani che non credo riusciremo ad inaugurare per Natale, viste che nessuno sa se si potrà riaprire. Poi lavoriamo a progetti di scavo che come Parco possiamo programmare in autonomia, e stiamo sistemando tutti i percorsi interni del teatro Antico in particolare le scalinate fatte negli anni Cinquanta ormai usurate e pericolose. Altri interventi riguardano il restauro di reperti archeologici subacquei che erano custoditi da molto tempo nei depositi e Isolabella con la perizia per la sistemazione della meravigliosa villa a padiglioni''.

L' 'Orchestra a Plettro Città di Taormina, protagonista del concerto, è nata agli inizi del 1900 ed formata da musicisti che usano solo strumenti a plettro come mandolino, mandola, mandoloncello, chitarra e contrabbasso. Dopo l' Intermezzo dalla "Cavalleria Rusticana" di Mascagni, il programma prevede una selezione di capolavori musicali della storia del cinema fra cui spiccano C' era una volta il West di Ennio Morricone, Il Gattopardo e Il Padrino di Nino Rota, La vita è bella di Nicola Piovani, Il postino di Luis Bacalov, e Libertango, di Astor Piazzolla. (ANSA).
   

Destination Italia Awards 2018: Catania e Taormina vincono come destinazione must see


travelnonstop

Sono stati consegnati a Rimini nell’ambito di TTG Travel Experience i primi Destination Italia Awards. Il premio, alla sua prima edizione, è stato istituito da Destination Italia, azienda che opera nel turismo incoming in Italia, che ha voluto premiare le destinazioni italiane che si sono distinte nel sentiment delle recensioni online dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese secondo le analisi redatte da Travel Appeal, realtà specializzata in Intelligenza Artificiale al servizio dell’industria turistica e partner di Destination Italia.
In particolare, tra le recensioni dei turisti stranieri provenienti dai mercati top di Francia, Germania, UK, Paesi Bassi, USA e Spagna (nell’ordine) è emersa quale destinazione “must see” Catania e Taormina con una percentuale di soddisfazione degli ospiti pari al 90,4%, molto alta, dunque, rispetto alla media nazionale e anche alla media generale del Sud Italia. Catania e Taormina sono state, appunto, percepite come territorio “omogeneo”, al di là dei confini provinciali, accomunate da un’eccellente proposta turistica di strutture e servizi.
Tra le destinazioni “secret”, analizzando i mercati di riferimento quali Germania, Paesi Bassi, UK, Francia, Belgio e Russia, è emersa invece la destinazione Ascoli e Valle del Tronto con una percentuale di sentiment positivo dell’89,4%, anche in questo caso ben superiore alla media nazionale e del Centro Italia.
Per Catania, in rappresentanza del sindaco Salvo Pogliese e dell’assessore alla Cultura Barbara Mirabella, ha ritirato il Premio Mavi Fesco, consigliere di Federalberghi Catania e vice-presidente Comitato Nazionale Giovani Albergatori Federalberghi, mentre per Taormina è stato Nicola Salerno di Egmont Viaggi a rappresentare il sindaco Mario Bolognari.
Per Ascoli e Valle del Tronto ha ritirato il premio Valentino Torbidoni, coordinatore delle attività di promozione della Regione Marche.
Le categorie “must see” e “secret” si riferiscono alla segmentazione delle destinazioni presente su www.destinationitalia.com, la piattaforma lanciata un anno fa da Destination Italia – che conta azionisti quali Gruppo Lastminute.com, Intesa San Paolo, il co-founder e CEO Marco Ficarra – con l’intento di servire sia i turisti stranieri che desiderano organizzare direttamente i propri viaggi nel Belpaese, sia i grandi tour operator internazionali alla ricerca di prodotto di qualità da offrire ai loro clienti più esigenti.
In generale, l’Italia presenta una percentuale di soddisfazione degli ospiti pari al 86,4% (+2,5 vs lo scorso anno) con un dettaglio che vede il Nord Italia a 85,9%, il Centro a 86,2% e il Sud a 87,5%.

Casa Cuseni, nella stanza segreta con murales proibiti Alla scoperta di una misteriosa opera d'arte a Taormina

Affreschi della stanza segreta di Casa Cuseni-Taormina © ANSA

ansa
Misteriosa, per il segreto di un amore omosessuale che ha custodito per oltre un secolo, e magica per la quantità di storie e personaggi che ha ospitato - da Greta Garbo a Coco Chanel, Pablo Picasso, Bertrand Russell e Roald Dahl - Casa Cuseni a Taormina non è semplicemente un luogo da visitare, è un'opera d'arte che non si finisce mai di scoprire.
Fatta costruire nel 1905 dal pittore inglese Robert Hawthorn Kitson, figlio di un ricchissimo costruttore di locomotive di Leeds, la villa, progettata con gli amici Sir Alfred East, presidente della Royal Society e Sir Frank Brangwyn, allievo di William Morris, prende il nome dalla località collinare dove sorge ed è una tappa imperdibile del 'Taormina Cult', il suggestivo tour in 21 tappe su un Ape calessino, da Villa Mon Repos al Teatro Antico, ideato da Antonella Ferrara, presidente di Taobuk con Alfio Bonaccorso.
 La sorpresa più grande per chi arriva è la dining-room: camera segreta rimasta chiusa per 100 anni, aperta nel 2012, che mantiene ancora un'aria proibita e di cui si è da poco cominciato a parlare. Alle pareti è affrescata la storia di un amore omosessuale e la prima adozione maschile nella storia dell'arte. I murales, realizzati da Brangwyn, famoso per essere stato il primo decoratore di Louis Confort Tiffany e per aver decorato la Galleria Reale della Casa dei Lords, a Westminster, e il Foyer del Rockfeller Center Museum di New York, sono miracolosamente integri, nonostante due guerre mondiali. Durante il secondo conflitto, la casa venne occupata dai tedeschi ma gli abitanti del paese si mobilitarono per nascondere le opere (600 i quadri della collezione) e così le salvarono.
In stile Art Nouveau, gli affreschi della stanza segreta ritraggono l'amore fra Robert Kitson e il suo compagno di una vita, il pittore Carlo Siligato, che nel 1908, quando Messina venne distrutta dal terremoto, adottarono il piccolo Francesco, diventando così una famiglia omosessuale, la prima nelle arti figurative, all'epoca assolutamente proibita. Tanto che Pablo Picasso, in visita a Casa Cuseni nel 1917, vide la camera e mantenne assolutamente il segreto, proteggendo i suoi amici pittori che sarebbero potuti finire in prigione. Unico interior esistente al mondo interamente realizzato da Brangwyn, la stanza dei segreti ospita anche una bicicletta-triciclo di legno, realizzata dai futuristi di Messina per il piccolo Francesco, e su un antico tavolo al centro della stanza spicca un portatovagliolo con ricamate le due C intrecciate di Casa Cuseni che hanno ispirato Coco Chanel per il logo della sua maison.
Ma sono tante le cose straordinarie accadute qui: quando nel 1950 Bertrand Russell ha saputo di aver vinto il Nobel era a Casa Cuseni; nel salone è in bella vista il divano di Greta Garbo che soggiornò nella Villa per circa un anno e la stanza dove l'attrice ha dormito porta ora il suo nome. Roald Dahl, l'autore de 'La fabbrica di cioccolato' ha ideato qui il suo famoso libro e iniziato a scrivere la sceneggiatura di 'Agente 007 - Si vive solo due volte'. A Casa Cuseni sono stati più volte David Herbert Lawrence, la moglie Frida e Tennessee Williams.
 A raccontarci e custodire tutte queste storie sono oggi Domenica (Mimma) Cundari, cresciuta in questa casa, i suoi genitori lavoravano per Daphne Phelps, nipote di Kitson, e il marito di Mimma, il medico Francesco Spadaro, attuali proprietari che dirigono la Fondazione.

Dichiarata monumento Nazionale Italiano nel 1998, museo ufficiale della Città di Taormina dal 2015 e Grande Giardino Italiano nel 2016, Casa Cuseni è un prezioso crocevia di storie che vanno oltre la sua dining-room. "L'inglese pazzo", come chiamavano Kitson a Taormina dove era arrivato, negli anni del puritanesimo vittoriano, con Oscar Wilde e altri amici, per andare a trovare il fotografo Von Gloeden, famoso per i suoi ritratti di ragazzi nudi, aveva acquistato il terreno dove sorge Casa Cuseni nel 1897 e fino alla morte, nel 1947, non aveva più lasciato, tranne negli anni della guerra, la sua dimora e il suo meraviglioso giardino che ospita un'opera inedita e originale di Giacomo Balla.
Anche Daphne Phelps, la brillante aristocratica nipote di Kitson, allieva di Anna Freud e amica di Albert Einstein, arrivata a Villa Cuseni alla morte del pittore, si è innamorata del luogo ed è rimasta a Taormina fino alla sua morte nel 2005. Per mantenere la villa nel 1948 la ha trasformata nel primo hotel per artisti e studiosi in Europa. Autrice del libro, 'Una casa in Sicilia' (Neri Pozza), dopo la sua scomparsa la Casa è stata acquistata nel 2011 da Domenica (Mimma) Cundari che adora questa dimora dove Dahl le leggeva le sue storie quando aveva 4 anni. 

La Sicilia, il turismo religioso e le vie francigene

Tra le varie forme di turismo c’è quello religioso e nell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco tramite la bolla pontifica “Misericordiae Vultus”, può diventare uno strumento interessante per far riscoprire luoghi che sfuggono all’immaginario collettivo. L’associazione Onlus “Amici dei cammini francigeni di Sicilia” ha presentato un progetto che è stato inserito nel piano turistico regionale 2014/2020 e in particolar modo è sostenuto dall’assessorato al Turismo regionale. Un’idea appoggiata anche dall’assessorato alla Cultura, l’Identità e il Turismo di Messina, in quanto rientra nel segmento del turismo religioso. L’appuntamento sarà per venerdì 19 giugno alle ore 10.30, dove verrà presentato l’evento “Cammini francigeni di Sicilia: la Palermo-Messina per le montagne”. Già, ma cosa ha spinto l’associazione “Amici dei cammini francigeni di Sicilia” a interessarsi di un argomento del genere? Come si legge in un documento dell’associazione onlus, «siamo una piccola associazione di camminatori, studiosi e ricercatori e ci occupiamo di ripercorrere a piedi, o in bici, o ad asino, se avete un asino, le vie storiche di Sicilia, quel sistema intrecciato che da secoli e secoli è stato percorso da Greci, Romani, Bizantini, Arabi e cavalieri Normanni».
«Sono questi ultimi, giunti al seguito del Gran Conte Ruggiero il Normanno nel 1060, a riprendere il controllo dell’araba Siqilliyya, ripristinando il culto cristiano, edificando abbazie, monasteri e chiese-fortezze e portando anche nel sud dell’Italia la cultura francese, le canzoni dei bardi, le gesta eroiche dei paladini che conosciamo ancora oggi. La loro corte s’insedia a Palermo e controlla tutto il territorio dividendolo in diocesi e solo grazie alla precisione delle cancellerie reali abbiamo, negli atti notarili, la menzione di via francigena anche per la Sicilia. I Siculi Viandanti cercano le tracce di questo sistema di vie che ha permesso da sempre di muoversi attraverso le valli e le piane della nostra regione, verso i porti d’imbarco per l’Italia, l’Europa o la Terra Santa». Ciò che fanno è confrontare le informazioni, osservare le tracce sul terreno e i molti beni archeologici e architettonici ancora presenti rispettando la storia e il passato e stando attenti ad evitare quanto più asfalto possibile.
Sono riusciti a mettere a punto un sistema di vie che hanno come punto d’unione la via francigena: la via che da Agrigento risale verso Palermo, chiamata Magna Via Francigena; la via che da Palermo porta a Messina lungo le Madonie e i Nebrodi, chiamata “Palermo – Messina per le montagne ”; la via che da Mazara del Vallo risale verso Palermo, chiamata Via Francigena mazarense; la via romana che da Mazara porta a Siracusa, chiamata Via Selinuntina; la via che da Gela, lascia la Selinuntina e punta a Maniace ed alla sua abbazia, chiamata Via Francigena Fabaria. Un sistema di più di 1000 km di vie che permettono di camminare in zone spesso lontane dal grande turismo ma ricche di tradizioni, cultura, buon cibo e ottimi sorrisi, dove l’accoglienza è garantita da strutture convenzionate o da alloggi “pellegrini” messi a disposizione dai comuni. Sacco a pelo, materassino, bacchette da cammino o bastone, zaino leggero ed essenziale, scarpe comode e impermeabili.
Già da alcuni anni, numerosi studi scientifici di settore sulla viabilità siciliana antica, hanno riportato in luce il complesso sistema viario che attraversava (e attraversa) la Sicilia, percorrendone linee di costa e linee montane e toccando i più grandi insediamenti, indigeni prima e greci poi. Tale sistema permetteva di connettere, con precisi criteri di funzionalità, punti importanti nel territorio, insediamenti, villaggi o centri embrionali di commercio e scambio, connettendoli tra di loro per mezzo di sentieri battuti dalle popolazioni che lì abitavano sin dal XV secolo a.C. La dominazione romana, dal 260 a.C. in poi, assesta un sistema viario e, grazie all’attività dei consoli a cui la provincia era stata affidata, lo fortifica e lo mette a regime con la costruzione di una serie ponderata di stazio e mansio, stazioni di sosta e riposo per i corrieri e per le loro cavalcature, luoghi dove era possibile mangiare e fermarsi per la notte. Durante il corso di tutto il Medioevo la dominazione araba prima e normanna poi, eredita questo sistema viario. Pur non gestendolo con la stessa meticolosità delle magistrature imperiali, lo mantiene in vita attraverso l’utilizzo e l’ufficio del pellegrinaggio, che sotto la spinta dei monaci dell’Abbazia di Cluny diventa vero e proprio modello culturale, avvia quel complesso fenomeno di latinizzazione che riporterà l’araba Siqilliyya tra le terre cristiane amministrate dalle corti normanne, militarmente forti e fedeli al Papa di Roma. Pellegrinaggio che è marcia e cammino verso i luoghi santi: Roma, sede del martirio degli apostoli Pietro e Paolo; Santiago de Compostela, punto estremo della penisola europea e sede del ritrovamento delle reliquie di Giacomo il Maggiore, santo caro alle corti normanne del tempo, emblema della reconquista che ridarà ai conti normanni il controllo della Sicilia; Gerusalemme, luogo santo della vita e delle morte di Gesù Cristo, limes fondamentale che ispira venerazione e genera appartenenza in tutto quel movimento politico economico religioso che prenderà il nome di Crociate. Negli atti e nei diplomi normanni di questo periodo, appaiono così indicati confini poderali, limiti territoriali o lasciti e donazioni alle varie abbazie e santuari che riportano il toponimo di megale odos, magna via, basilike odos, via regia e per ben quattro volte, nel 1089 nel territorio di S.Filippo del Mela (Me), nel 1096 in prossimità dell’odierno comune di Castronovo di Sicilia, con l’attestazione di “Magna via francigena castronobi”, nel 1105 nel territorio di Vizzini in contrada Fabaria e nel 1267 in una pergamena che cita una via “Francigena” «qua venitur a turri Maymonis Mazariam», nella odierna Mazara del Vallo. L’associazione “Amici dei cammini francigeni di Sicilia”, basa la sua azione su questi studi e si preoccupa di sperimentare, studiando e camminando, la fattibilità di questa rete viaria che permetteva ai pellegrini di giungere ai punti di imbarco di Mazara del Vallo ad occidente come a Messina ad Oriente.
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