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Wanderlust, il mindful festival fa tappa a Milano, Roma e Venezia

 

C’è ancora tempo, dato che l’evento è atteso dopo l’estate, ma sono appena state aperte le iscrizioni con l’acquisto dei biglietti: parliamo dell’appuntamento dedicato alla consapevolezza targato Wanderlust che farà quattro tappe a settembre.

Alle date di Milano e Roma si aggiunge infatti Venezia. Wanderlust torna in Italia riconfermando il format Wanderlust 108: una giornata di unione e consapevolezza dedicata al benessere, mentale e fisico. L’occasione perfetta per praticare insieme alla community il Mindful Movement.

L’evento, ospite dei parchi nelle città italiane, avrà quest’anno quattro appuntamenti: Milano, sabato 21 e domenica 22 settembre presso il parco di City Life, Venezia, sabato 28 settembre presso il Parco di San Giuliano, affacciato direttamente sulla laguna, Roma, sabato 5 ottobre, presso il Parco degli Acquedotti.

In programma un mindful triathlon per un’esperienza all’aria aperta composto da corsa, yoga e meditazione. Si inizia con un carico di energia grazie alla corsa di 5km guidata da runner professionisti: un’attività adatta a tutti, con la possibilità di camminare e di godersi una passeggiata o di seguire un’attività alternativa di mindful fitness direttamente dal main stage. A seguire una sessione di yoga flow di 60 minuti seguita da una sessione di meditazione guidata. A condurre le attività dal main stage ci saranno talent e maestri spirituali che guideranno i partecipanti attraverso le loro pratiche, con dj set e musica dal vivo ad accompagnare tutte le attività.

Nel pomeriggio, al termine del Mindful Triathlon, si potrà partecipare alle attività “The Uncommons” incluse nel biglietto: sessioni esperienziali, workshop, speech. Yoga in the Dark, Cerimonia del cacao, Thai Chi, Sound Bath, Yoga flow & Sound Healing Journey sono alcune delle attività andate per esempio in scena l’anno scorso.

All’interno del village, aperto a partecipanti e visitatori, sarà possibile visitare il Kula Market, il tradizionale mercatino olistico e l’area True North Cafè per concedersi una pausa ristorativa.

lagenziadiviaggimag.it - viaggiooff.it

(Post a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it)

Biennale. Il Padiglione Vaticano a Venezia: l’arte intreccia cultura e società

 
Calle di ingresso, Padiglione della Santa Sede presso la casa di reclusione femminile Venezia-Giudecca - Marco Cremascoli, 2024

La visita di papa Francesco a Venezia del prossimo 28 aprile «sarà un momento storico». Infatti sarà il primo Pontefice a visitare la Biennale. E questo «dimostra chiaramente la volontà della Chiesa di consolidare un dialogo fecondo e ravvicinato con il mondo delle arti e della cultura». Lo ha ribadito con forza e argomenti il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’educazione, presentando ieri in sala stampa vaticana il Padiglione della Santa Sede alla prossima Biennale di Venezia, sul tema “Con i miei occhi”, visitabile dal 20 aprile al 24 novembre su appuntamento. «Non è un caso - ha fatto notare il porporato portoghese - che la Santa Sede abbia scelto di presentare il suo padiglione alla Biennale di Venezia – nell’anno in cui questa celebra la sua sessantesima edizione – in un luogo apparentemente inaspettato, come lo può essere il Carcere femminile dell’Isola della Giudecca».

E «non è certo un caso che il titolo del padiglione, “Con i miei occhi”, voglia focalizzare la nostra attenzione sull’importanza di come, responsabilmente, concepiamo, esprimiamo e costruiamo il nostro convivere sociale, culturale e spirituale». Infatti «viviamo in un’epoca, marcata dal predominio del digitale e dal trionfo delle tecnologie di comunicazione a distanza, che propongono uno sguardo umano sempre più differito e indiretto, correndo il rischio che esso rimanga distaccato dalla realtà stessa». Così la contemporaneità «preferisce metaforizzare lo sguardo», invece «vedere con i propri occhi conferisce alla visione uno statuto unico, poiché ci coinvolge direttamente nella realtà e ci rende non spettatori, ma testimoni».

Ed è proprio questo è ciò che «accomuna l’esperienza religiosa con l’esperienza artistica», difatti «nessuna delle due smette di valorizzare l’implicazione totale e anticonformista del soggetto». Il cardinale de Mendonça a questo proposito ha sottolineato che l’anno in cui la Biennale Arte celebra il suo sessantesimo anniversario segna anche i 60 anni dalla prima esibizione del film Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, proiettato per la prima volta a Venezia. E lo ha fatto con un richiamo alla consonanza tra i temi pasoliniani e il tema della misericordia, a partire dal capitolo 25 del Vangelo di Matteo, «uno dei testi biblici più commentati da Papa Francesco e che possiamo certamente associare alle linee portanti del Suo pontificato».

A questo proposito il porporato ha rimarcato che le opere di misericordia «non sono temi teorici», ma «testimonianze concrete», che «obbligano a rimboccarsi le maniche per alleviare la sofferenza». «A noi, dunque, - ha spiegato - è richiesto di rimanere vigili come sentinelle, perché non accada che, davanti alle povertà prodotte dalla cultura del benessere, lo sguardo dei cristiani si indebolisca e diventi incapace di mirare». E questo vale anche per gli artisti. Da qui la scelta del luogo che ospiterà il Padiglione vaticano. Luogo del tutto eccezionale e «apparentemente inaspettato»: il Carcere femminile dell’Isola della Giudecca. Idea nata dall’esigenza di tradurre nella pratica le parole del Papa, a partire soprattutto dal suo Discorso agli artisti, pronunciato il 23 giugno scorso nella Cappella Sistina, dove li invitava a non dimenticare i poveri, chi vive condizioni di vita durissime, che non hanno voce per farsi sentire e quindi invitandoli a «farvi interpreti del loro grido silenzioso». Tra questi i carcerati.

Nel corso della conferenza stampa il cardinale de Mendonça ha rivelato che quando ha mostrato a papa Francesco il progetto del padiglione, Francesco - prendendo spunto dal tema scelto - gli ha risposto: «Andrò anche io con i miei occhi». Il prefetto del Dicastero per la Cultura ha poi ringraziato le «autorità italiane per la loro indispensabile collaborazione», e «in particolare» il ministero della Giustizia nella persona del capo dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria nazionale, Giovanni Russo. Ringraziamento esteso ai curatori Bruno Racine e Chiara Parisi, «che formano una squadra straordinaria che, ne sono certo, elaborerà una proposta ispiratrice». Quindi il grazie a «coloro che stanno collaborando alla realizzazione del padiglione: COR architetti, e in particolare l’Architetto Roberto Cremascoli». E poi ha espresso gratitudine al «principale partner», la banca Intesa-San Paolo. Ed infine il grazie al Patriarcato di Venezia guidato da monsignor Francesco Moraglia, «con il quale intrattengo una stretta ed amichevole collaborazione». Alla conferenza stampa hanno partecipato Russo, i curatori Racine e Parisi, e Paolo Maria Vittorio Grandi, Chief Governance Officer di Intesa Sanpaolo.

«Il carcere è un luogo inaspettato, ma dove l’attesa è una condizione permanente», ha detto il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia. «Il nostro compito – ha proseguito Russo descrivendo l’emozione provata alla notizia della visita di Francesco, primo papa a visitare la Biennale – è quello di aiutare i detenuti, in questo caso le detenute, a ricostruire il proprio vissuto dopo gli errori che, per svariate ragioni, sono stati compiuti nella loro vita precedente. Le detenute sono state chiamate non solo ad ospitare, ma anche a collaborare attivamente alla costruzione del Padiglione, e ciò ha avuto un importante ruolo riparativo, un modo per vivere in concreto la generosità, la solidarietà, e tutti quei valori che sono tipici del cristianesimo e che loro nella loro vita passata avevano per ragioni diverse calpestato».

Per Bruno Racine «trovare un luogo che sia già in sé un messaggio» è stata la prima sfida che si è dovuta raccogliere per il Padiglione della Santa Sede, allestito alla Giudecca che prima di essere un carcere è stato il Convento delle Convertite, e oggi è «il luogo simbolico di una proposta artistica, ma anche relazionale» tra artisti e detenute, a cui il visitatore potrà accedere lungo un percorso guidato dalle detenute stesse. E questa «sarà un’esperienza per gli artisti, le detenuti e i visitatori, che dovranno capire che attraversano un confine, in sintonia con il tema generale della Biennale, “Stranieri ovunque”». Da parte sua Chiara Parisi, che intervistiamo in questa pagina, ha parlato della «doppia creatività» degli artisti e delle detenute, che ha portato frutti come un docufilm girato nel carcere, a cui hanno partecipato una ventina di detenute, ed opere ispirate alle foto di famiglia delle recluse o a poesie scritte da loro.

Tra gli artisti che animano lo spazio della Biennale allestito dalla Santa Sede c’è anche Maurizio Cattelan, che 25 anni dopo la sua opera esposta sempre qui alla Biennale del 1999, dal titolo Mother, realizzerà un’altra opera ispirata alla figura materna. Nel 1999 l'opera di Cattelan La Nona Ora, provocatoria statua raffigurante Giovanni Paolo II colpito da un meteorite, aveva suscitato critiche e imbarazzi nel mondo cattolico. «Quella di Cattelan - ha spiegato Parisi - non è un arte provocatoria, lui lavora sui tabù, è molto malinconico e ha una diffidenza per cui mai accetta inviti e invece ha detto sì in modo spontaneo». «Una poetessa europea ha scritto che “l’iconoclasta ricostruisce l’icona”», ha commentato il cardinale de Mendonça. «A volte - ha precisato - interrogativi che possiamo in un primo momento giudicare come radicali sono modi di ricostruire la visione del sacro, e questo fa parte dell’incontro della Chiesa con il mondo artistico, le sue categorie, le sue logiche». Perché – ha puntualizzato – «non è che la Chiesa si aspetti che gli artisti siano cassa di risonanza immediata dei suoi valori e delle sue idee, un dialogo è polifonia, incontro nell’inatteso, ma un vero incontro».

Oltre a Cattelan gli altri artisti coinvolti sono Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Fontaine, Sonia Gomes, Corita Kent, Marco Perego & Zoe Saldana, Claire Tabouret. Tranne Corita Kent, scomparsa nel 1986, tutti saranno a Venezia per curare e allestire le proprie opere. «Gli artisti sono toccati dall’estrema disponibilità di papa Francesco», ha testimoniato Parisi, precisando che sono ottanta le detenute che a titolo volontario collaborano con l’allestimento del Padiglione e fanno da guida ai visitatori. «Sicuramente si apriranno per loro molti benefici penitenziari», ha assicurato Russo, spiegando che la selezione delle detenute è stata fatta con la direzione del carcere e che si è registrata «una grandissima adesione, con alcune esclusioni solo per motivi sanitari o di sicurezza».

avvenire.it

Le vie dello shopping, il nuovo volto dei centri città

 

In uno scenario che vede molteplici alternative di shopping a disposizione dei turisti (e non solo), le vie dei centri città se caratterizzate da un’offerta e un’organizzazione di buon livello, vengono spesso preferite da coloro che decidono di recarsi nel nostro Paese per fare acquisti. Shopping Tourism ha riunito i rappresentanti dei principali “distretti” italiani per capire quali siano i punti di forza, ma anche le problematiche.

Roma e Milano

“La nostra realtà è nata 12 anni fa con l’obiettivo di valorizzare e tutelare l’Area del Tridente e degli esercizi commerciali che vi si trovano. -afferma Maria Letizia Rapetti, presidente dell’Associazione Via del Babuino Roma– Nel corso della nostra attività siamo riusciti a ottenere alcune migliorie nella nostra area come la piantumazione di 60 alberi, l’allargamento dei marciapiedi e un presidio fisso di vigili urbani per combattere l’abusivismo, c’è ancora il grande scoglio della spazzatura, ma ci stiamo impegnando per la risoluzione di questo problema. La zona, inoltre, entro il 2025 si arricchirà di numerose nuove aperture soprattutto per quanto riguarda il comparto dell’hotellerie”.

5Vie Art+Design Milano è il più antico distretto di Milano e da 11 anni è attivo nel capoluogo lombardo. “Il Comune ha cambiato approccio e ha lasciato sempre più margine a una sorta di autorganizzazione che ha agevolato le azioni di attività come le nostra. -afferma il presidente Emanuele Tessarolo- Il nostro obiettivo è mettere insieme piccole realtà per dialogare con le istituzioni. Milano è in una fase molto forte di sviluppo che coinvolge positivamente anche le periferie, purtroppo ci sono ancora alcuni disagi legati al traffico tuttavia il grande traino degli eventi rende vive diverse aree della città tutto l’anno.

Firenze e Venezia

Da 14 anni, invece, a Firenze opera lAssociazione esercizi storici fiorentini che raggruppa le botteghe con oltre mezzo secolo di storia alle spalle. “Tra le nostre nuove iniziative, la formazione del personale alberghiero per promuovere ai clienti la visita nei nostri negozi o laboratori ai quali possono partecipare” dichiara il presidente Gabriele Maselli.

Nel corso dei 32 anni di attività ha avuto la capacità di evolvere e svilupparsi insieme alla città che ultimamente è diventata, suo malgrado, l’emblema dell’overtourism. Si tratta dell’Associazione Piazza San Marco Venezia e ne parla il presidente Claudio Vernier. “La nostra lungimiranza consiste nell’aver avvicinato i turisti allo shopping sì, ma di settori estremamente differenti tra loro. Ad oggi contiamo oltre cento soci, 3500 dipendenti, siamo riconosciuti come associazione no profit impegnata nella tutela della città e riusciamo ad avere continuità nonostante l’avvicendarsi delle diverse amministrazioni che hanno anche preso esempio da alcune nostre iniziative come la formazione di steward per aiutare i turisti in città”.

Il boom di Napoli

Tra i centri dello shopping c’è anche il Distretto Chiaia Napoli. “Nella nostra città il centro storico non coincide con il cuore del commercio, si tratta quindi di un contesto un po’ speciale. -conclude Maura Pane, membro del direttivo- Il dialogo con le istituzioni è in divenire per risolvere ancora alcune questioni legate al decoro urbano che inevitabilmente influiscono sull’offerta. Napoli si sta affermando sempre più come destinazione turistica e non solo come punto di arrivo e di transito verso le isole, ma come vera e propria meta. I dati lo confermano, nel 2023 l’aeroporto di Napoli-Capodichino ha registrato 23 milioni di pax. Attualmente siamo al lavoro su un nuovo portale che raggruppi tutta l’offerta e allo stesso tempo valorizzi i nostri prodotti legati a shopping, cultura, food e ricettività”.

guidaviaggi.it

Crociere a Venezia

Numeri in crescita per la stagione crocieristica. E’ questo il quadro per il 2024 di Venezia, che continuerà ad operare in modalità di “porto diffuso” a Marghera. La stagione si aprirà ufficialmente il prossimo 24 marzo con l’arrivo di Msc Sinfonia, e prevede un incremento dei pax movimentati – stimati in 540.000, in crescita del 9% circa rispetto al 2023 – e degli scali, con le compagnie che quest’anno garantiranno 242 toccate, di cui il 95% saranno effettuate in modalità “Home Port”.

A Venezia quest’anno ci saranno 20 compagnie operative con 39 navi che faranno scalo presso gli approdi diffusi in area Porto Marghera (alle banchine Liguria e Lombardia), presso le due banchine disponibili a Fusina e gli accosti a San Basilio e della Marittima (per le navi fino alle 25mila tonnellate di stazza). Il 90% delle compagnie in arrivo appartengono al segmento premium e luxury confermando la tendenza dell’attrattività di Venezia per questo “nuovo” tipo di turismo e tipologia di passeggeri che, unitamente alla quota di Home Port, portano ulteriore valore aggiunto al turismo in città e a tutta la filiera economica collegata alla crocieristica.

Sul fronte delle crociere fluviali i risultati attesi nel 2024 sono in linea con quelli realizzati lo scorso anno. Quest’anno saranno infatti 2 le compagnie operative in Laguna per oltre 70 scali e circa 13.000 passeggeri.

Questo risultato è reso possibile anche grazie agli investimenti realizzati da Vtp nel corso del 2023 e quelli previsti nel 2024 per un totale di circa 6,3 milioni di euro mirati alla realizzazione del terminal a Fusina e i lavori accessori presso i relativi accosti, l’acquisto di attrezzature per adeguare ulteriormente i servizi di safety e security, il rinnovamento dei sistemi hardware e software a servizio dell’attività di gestione delle navi e dei passeggeri e in generale per apportare le migliorie necessarie ai terminal esistenti.

Nel breve e medio periodo poi, l’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico settentrionale intende proseguire nella programmazione di investimenti e nell’adozione di azioni rivolte ad incrementare la sostenibilità del comparto crocieristico. Sono infatti previsti investimenti totali per 90 milioni di euro per l’elettrificazione delle banchine – fra cui quelle di Marittima e Fusina – oltre ad attività, operative e infrastrutturali, di sostegno allo sviluppo del settore.

A queste si aggiungono le opere commissariali che, al 2023, vedono già impegnati 21 milioni di euro per sostenere il settore crocieristico di cui 6 milioni di euro già spesi per lavori già completati sulle banchine “Liguria” e “Lombardia” e 15 milioni di euro impegnati per attività di progettazione, studi e indagini ambientali relativi ad interventi di manutenzione del canale Malamocco-Marghera e del canale Vittorio Emanuele III oltre ad interventi propedeutici agli approdi previsti per il nuovo Terminal Canale Nord.

Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico settentrionale, Fulvio Lino Di Blasio, ha dichiarato: “I numeri del 2023 sono frutto di un lavoro incessante svolto dalla struttura commissariale e dell’Autorità di Sistema Portuale per assicurare alle compagnie un ventaglio di possibilità alternative di approdo, in attesa della realizzazione del nuovo terminal a Porto Marghera previsto entro il 2026, e per conseguire una serie di interventi volti al miglioramento dell’accessibilità nautica, nel rispetto del principio generale di salvaguardia della Laguna. Il 2024 vedrà una sostanziale conferma di queste cifre che consentono a Venezia di rimanere in assoluto tra i primi 15 porti crocieristici d’Italia, con un rapporto tra toccate e passeggeri che testimonia il cambio di passo concreto verso una crocieristica più sostenibile, anche in relazione alla forte presenza di navi di tipologia medio-piccola, spesso appartenenti al segmento luxury”.

Fabrizio Spagna, presidente e a.d. di Venezia Terminal Passeggeri, ha sottolineato: “La costruzione del nuovo modello di crocieristica diffusa, compatibile con la città e con il traffico merci, prosegue e vede la stretta collaborazione tra tutte le autorità locali, regionali e nazionali per garantire il rispetto delle normative vigenti e promuovere una gestione responsabile del turismo crocieristico.Venezia Terminal Passeggeri, anche grazie a un cospicuo piano di investimenti, sta lavorando per predisporre tutte le strutture e le facilities che permettano a compagnie e passeggeri di poter usufruire di un servizio che garantisca un approdo sicuro e agevole affinché si preservi la funzione di Home Port e si dia piena attuazione al modello degli approdi diffusi. A tal proposito, sono iniziati i lavori per la realizzazione del terminal di Fusina che dovrebbe entrare in funzione ad agosto, rendendo così possibile la gestione in loco delle operazioni di Home Port con notevole miglioramento dell’esperienza di viaggio dei passeggeri. Stiamo riscrivendo il presente e il futuro delle crociere a Venezia, nel tentativo di bilanciare le diverse esigenze in gioco, in modo tale che l’arrivo di navi e passeggeri possano contribuire positivamente alla crescita economica della città”.

guidaviaggi.it

Si pagherà per entrare a Venezia

AGI -  La Giunta comunale ha dato il via libera all'emendamento con il testo finale della delibera che istituisce il "Regolamento per l'istituzione e la disciplina del Contributo di accesso, con o senza vettore, alla Città antica del Comune di Venezia e alle altre Isole minori della Laguna". La delibera ora sarà inviata alle commissioni competenti e andrà in Consiglio comunale per la sua approvazione il prossimo 12 settembre.

"Il provvedimento - è scritto in una nota - fissa le linee guida per l'introduzione di un nuovo sistema di gestione dei flussi turistici, con la definizione di principi generali, esclusioni, esenzioni, controlli e sanzioni, attraverso una piattaforma multicanale e multilingua che sarà resa disponibile a breve. L'obiettivo è quello di disincentivare il turismo giornaliero in alcuni periodi, in linea con la delicatezza e unicità della Città.

La sperimentazione per il 2024 sarà per circa 30 giornate, che verranno definite dalla Giunta con un apposito calendario nelle prossime settimane. In linea generale, si concentrerà sui ponti primaverili e sui week end estivi".

Chi pagherà il contributo 

Chi dovrà pagare il contributo di accesso? Nello specifico si è stabilito che il Contributo di accesso dovrà essere corrisposto da ogni persona fisica, di età superiore ai 14 anni, che acceda alla Città antica del Comune di Venezia, salvo che non rientri nelle categorie di esclusioni ed esenzioni. In linea generale, il contributo sarà richiesto ai visitatori giornalieri.

Non dovranno pagare il Contributo di accesso i residenti nel Comune di Venezia, i lavoratori (dipendenti o autonomi), anche pendolari, gli studenti di qualsiasi grado e ordine di scuole e università che hanno sede in Città antica o nelle Isole minori, i soggetti e i componenti dei nuclei familiari di chi risulta aver pagato l'IMU nel Comune di Venezia. 

Sono esentati dal pagamento del Contributo di accesso coloro che soggiornano in strutture ricettive situate all'interno del territorio comunale (turisti pernottanti), i residenti nella Regione Veneto, i bambini fino ai 14 anni di età, chi ha necessità di cure, chi partecipa a competizioni sportive, forze dell'ordine in servizio, il coniuge, il convivente, i parenti o affini fino al 3 grado di residenti nelle aree in cui vale il Contributo di accesso, e una serie ulteriore di esenzioni previste nel Regolamento.

Dopo l'approvazione del Consiglio Comunale, infatti un'ulteriore delibera di Giunta definirà, oltre alle giornate interessate dal contributo, specifici dettagli e declinazioni, come ad esempio l'esenzione per tutte le isole minori della Laguna, le fasce orarie di validità del contributo e il valore dello stesso, che inizialmente sarà posto a 5 euro.

In quella delibera, la Giunta definirà anche le modalità di prenotazione obbligatoria per alcune categorie di esenzione, in modalità smart e telematica. Ad esempio, tutti i residenti in Veneto non pagheranno alcun contributo, ma avranno l'obbligo di prenotarsi sul portale apposito.

Venezia apripista a livello mondiale

"Dopo aver ascoltato i cittadini, attraverso una consultazione online, e aver recepito alcune indicazioni nella fase di confronto interna al Consiglio comunale abbiamo elaborato un'integrazione alla versione originaria del Contributo d'accesso - spiega l'assessore al Turismo, Simone Venturini - L'abbiamo fatto nella convinzione che l'idea di prenotabilità della città dovesse essere la più partecipata possibile. Ci poniamo così come apripista a livello mondiale, consapevoli dell'urgenza di trovare un nuovo equilibrio tra i diritti di chi a Venezia ci vive, ci studia o ci lavora e di chi visita la città".

"Per questo - prosegue Venturini - in determinati periodi e in alcune giornate, si rende necessaria una gestione dei flussi innovativa, in grado di porre un freno al turismo giornaliero. Da oggi inizia un percorso che intraprendiamo con umiltà, consapevoli che ci saranno problemi da risolvere e ostacoli da superare. Nessuno ci ha indicato la strada prima, la stiamo tracciando noi nella convinzione che la gestione del turismo è una priorità per il futuro della nostra città.

Una città che rimarrà sempre aperta a tutti. La sua prenotabilità non è infatti uno strumento per fare cassa (anzi, permetterà di coprire solo i costi del sistema) ma garantirà ai residenti una qualità della vita migliore e ai turisti pernottanti una visita in grado di regalare emozioni più vivide. Dopo un lungo e difficile iter è arrivato il momento di agire concretamente, come siamo abituati a fare". 

"Con la massima umiltà saremo pronti a correggere il provvedimento, con una serie di delibere di Giunta, finalizzate alla definizione delle modalità operative del Regolamento - prosegue l'assessore al Bilancio Michele Zuin - Si tratta di un punto di svolta rilevante nella gestione dei flussi turistici di Venezia, sperimentale, per questo avvieremo un confronto continuo e diretto con tutte le categorie economiche e sociali per monitorare assieme gli effetti a breve e medio termine, in un'ottica di coinvolgimento di tutti gli stakeholder.

Le esenzioni rispondono a norme di buon senso per garantire l'accesso a Venezia a chi lavora, studia, ha i propri affetti, ha esigenze sanitarie o deve recarsi per necessità nel capoluogo della regione, che ospita tantissime funzioni amministrative. Il messaggio che vogliamo dare è che Venezia è accessibile, aperta, ma i visitatori, sia nazionali che internazionali, devono comprendere che serve una programmazione per gestire al meglio l'equilibrio tra residenzialità e turismo". 

Alla Biennale di Venezia con ‘Sicincinema’ per raccontare la Sicilia che cambia

Giovedì 31 agosto alle 18.30, nell’ambito delle manifestazioni previste nel programma dell’80^ edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica, nell’Italian pavillion dell’hotel Excelsior di Venezia si terrà l’evento ‘Sicinema – Un set a tre punte’.
All’incontro, organizzato dall’assessorato regionale del Turismo, dello sport e dello spettacolo, parteciperanno l’assessore Elvira Amata, il sottosegretario di Stato al ministero della Cultura, Lucia Borgonzoni, il dirigente della Sicilia Film Commission, Nicola Tarantino, il direttore del Centro sperimentale del cinema della Sicilia, Ivan Scinardo, e la presidente del Taobuk festival, Antonella Ferrara.
“Ringrazio il sottosegretario Borgonzoni – dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – per aver voluto dedicare un panel alla Sicilia nella settimana del Festival del Cinema di Venezia. È una grande opportunità per ribadire il connubio fertile tra la nostra isola e la cosiddetta ‘settima arte’. La Sicilia è, insieme, protagonista e scenario naturale e impareggiabile per tante produzioni e le sue storie, la sua letteratura, i suoi autori, registi e attori, sono parte importante della storia del cinema nazionale e mondiale”.
“L’evento dell’Italian pavillion – aggiunge l’assessore Amata – sarà l’occasione per presentare le strategie del governo Schifani per incentivare e sostenere le nuove produzioni nell’isola, ma anche per illustrare gli straordinari risultati dei bandi pubblicati dalla Regione Siciliana e il ritorno, in termini di investimento e di immagine, che hanno fruttato. Siamo convinti che investire nel cinema e nella cultura in generale sia una scelta vincente per promuovere l’immagine di una Sicilia che cambia, che cresce e si rinnova, pur restando fedele alle sue radici, che scardina i luoghi comuni e gli stereotipi. Attraverso l’audiovisivo possiamo proporre luoghi, itinerari, stili di vita e ambienti che possono invogliare i turisti a farne tappa di un viaggio che diventa esperienza”.

travelnostop.com

Venezia . Al via i restauri della Basilica di San Marco

Partiranno nei prossimi giorni i restauri nella Basilica di San Marco per risolvere i danni causati dalle acque alte nelle aree del nartece e del transetto sud. Sono interventi che interessano vaste aree della basilica e si avvalgono di un corposo finanziamento di 3,3 milioni di euro ottenuto dal Ministero della Cultura nell’ambito del Piano Strategico 2021-2023 “Grandi Progetti Beni Culturali”.

Poiché si trova nell'area più depressa dell'area della piazza, la basilica di San Marco ha sofferto e soffre particolarmente del fenomeno delle acque alte. Nel decennio precedente il 2019 (anno dell’entrata in funzione della prima difesa fino a +87 cm sul medio mare, seguita dall’installazione temporanea della barriera in vetro) la media delle invasioni si è aggirata intorno ai 110 eventi annui. Come spiega il "Proto" di San Marco (ossia l'architetto responsabile della tutela e del restauro della basilica) Mario Piana, «ogni invasione dovuta alla marea, sommergendo talvolta anche per oltre un metro la base dell'edificio, ha significato l'azione di notevoli quantità di acqua salata che hanno esasperato la degradazione delle pietre e dei marmi che la rivestono, fatto particolarmente preoccupante perché il loro spessore, esilissimo, di rado supera i 3 cm, ma anche degli apparati scultorei, delle pavimentazioni in opus sectile e tessellatum, degli stessi mosaici parietali... Tra le parti che hanno particolarmente sofferto dalla grande invasione del novembre 2019 ricadono le cruste lapidee e marmoree che rivestono le pareti interne dell’ala nord del nartece, e la pavimentazione in opus tessellatum attorno all’altare del Santissimo Sacramento».

I restauri del nartece

Sono proprio queste le aree interessate dagli interventi. I marmi del nartece, che soffrono anche a causa delle conseguenze delle malte impiegate nei restauri ottocenteschi, sono costituiti da marmo Proconnesio, Pietra d’Istria, Pietra d’Aurisina, Portasanta (marmo Chio), Bigio antico (marmo Lesbio), Verde antico di Tessaglia, marmo statuario Lunense, Rosso Ammonitico veronese, Pavonazzetto antico, Pomarolo (breccia di Arbe), Grigio carnico, Occhio di pavone, Nero assoluto, Cipollino rosso (marmo Iassense), Lumachella di San Vitale, oltre a un Marmo bianco e una Lumachella a megalodon, ambedue di provenienza incerta. Come spiega Piana, «l’intervento previsto – preceduto una campagna di analisi mineralogico-petrografiche e chimico-fisiche – si è posto due obiettivi fondamentali: da un lato rimuovere, nei limiti del possibile, le cause del degrado delle incrostazioni marmoree, dall’altro arrestare l’avanzare del degrado stesso che in forme e misura diversa le colpisce».

L’area pavimentale attorno all’altare del Santissimo, affacciato sul braccio meridionale del transetto, è costituita da una pavimentazione musiva di età medievale, probabilmente risalente al XII-XIII secolo. Composta da un tappeto centrale percorso da girali vegetali e contenente coppie di animali e contornato da una fascia di girali vegetali, guarnita nel suo lato breve rivolto a meridione, da una banda di filetti tra loro intrecciati, la superficie mosaicata ha subito nel corso dei secoli consistenti rifacimenti e restauri.

I mosaici del transetto

La superficie mosaicata presentava già forme di degrado che si sono esasperate a seguito dell’acqua alta del novembre 2019, con la comparsa di rigonfiamenti diffusi, la perdita di quasi 2 metri quadri di superficie, lo scalzamento e la dispersione delle tessere musive. Nei giorni immediatamente successivi la grande acqua alta, la pavimentazione è stata sottoposta a numerosi cicli di desalinizzazione, attuati mediante impacchi di carta giapponese e acqua distillata.

«Anche il mosaico pavimentale - spiega l'architetto Piana - verrà sottoposto a un impegnativo intervento che comprenderà il completo distacco del tappeto centrale, la rimozione delle malte compromesse e la ricollocazione delle superfici musive. Le sezioni distaccate verranno immerse in vasche e colme di acqua deionizzata, per rimuovere i sali presenti nelle tessere lapidee e nelle malte. L’area di pavimento distaccato verrà impermeabilizzata, per preservare il pavimento dall’acqua salmastra che impregna i terreni. La ricollocazione delle sezioni avverrà, nel rispetto delle ondulazioni e inclinazioni delle sue superfici iniziali. Le aree scomparse – grazie alla documentazione offerta da vecchie lastre fotografiche e a un calco di carta dell’area realizzato nel passato – verranno integrate riproducendone i motivi, con l’impiego di tessere lapidee e vitree di colorazione leggermente attenuata rispetto alle esistenti».

Chi conserva la basilica di San Marco?

Dalle origini e fino alla fine del XVIII secolo la basilica di San Marco è stata cappella ducale ed è perciò segnata dalla secolare storia civile e religiosa della Serenissima. Solo dal 1807, per volere di Napoleone Bonaparte, fu passata dallo Stato alla Chiesa, divenendo cattedrale della diocesi veneziana. La basilica è stata realizzata e conservata dai Procuratori di San Marco, la più alta magistratura della Repubblica Serenissima, che gestiva tutte le proprietà del Doge. Dopo la caduta della Repubblica Serenissima (1797) e la parentesi napoleonica, sotto il governo austriaco (1815-1866), la conservazione fu gestita da una Imperial Regia Commissione, che fu direttrice dei lavori fino al 1853, quando il ruolo fu affidato all’ing. Giovanbattista Meduna, che lo mantenne fino alla morte nel 1887.

Nel concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica del 1929 vengono definite le fabbricerie, organi di gestione i cui componenti sono nominati dal Ministro dell’Interno (5) e dal Vescovo (2) per un numero limitato di Chiese di particolare valore storico-artistico e con un particolare rapporto con le città che le ospitano. Molte di queste fabbricerie, tra cui quella di San Marco, si sono costituite successivamente come Onlus. Per regio decreto, la fabbriceria che gestisce la Basilica di San Marco assume il nome antico di Procuratoria e i componenti del Consiglio sono chiamati Procuratori. Essi svolgono il loro mandato triennale (rinnovabile), non retribuito, come volontari e in assenza di conflitti di interesse. La Procuratoria è l’ente cui compete la tutela, la manutenzione ed il restauro della Basilica.

avvenire.it

Biennale Architettura, Leone d'Oro al Brasile


 Il Brasile ha vinto il Leone d'Oro per la miglior partecipazione nazionale alla 18/a Biennale di Architettura di Venezia, con il padiglione "Terra" (Earth), ai Giardini.
    La proclamazione è avvenuta nel corso della cerimonia delle premiazioni dell'edizione 2023 della Mostra lagunare, intitolata "Il Laboratorio del Futuro", curata dall'architetto e scrittrice anglo-ghanese, Lesley Lokko.

Il padiglione brasiliano, curato da Gabriela De Matos e Paulo Tavares, si concentra sul ruolo del passato nella comprensione del futuro, con filo conduttore la terra.

ansa.it

Venezia rinnova lo Sposalizio del mare

 - Venezia rinnova domenica prossima, 21 maggio, lo "Sposalizio con il mare" in occasione della festa de "la Sensa", l'Ascensione, il tradizionale appuntamento con cui la città lagunare celebra la ricorrenza legata alla storia della Repubblica Serenissima e riconsolida suo intimo rapporto con l'acqua.
    Quest'anno sarà Longarone (Belluno) a ricevere l'anello dogale del gemellaggio adriatico, restituito dalla città ucraina di Odessa, a cui era stato dato in custodia nell'ultima edizione del 2022.

La Festa della Sensa inizierà dai Giardini Reali a San Marco, dove è previsto l'inizio della cerimonia del gemellaggio, con lo scambio dell'anello tra il sindaco Luigi Brugnaro e quello di Longarone, Roberto Padrin. Partirà poi il corteo acqueo verso il Lido, dove il sindaco Luigi Brugnaro, il Patriarca Francesco Moraglia e l'ammiraglio Andrea Petroni rinnoveranno il rito dello Sposalizio del mare, con il lancio di una corona d'alloro per tutti i Caduti del mare e dell'anello dogale da parte del sindaco.
    Oltre al corteo, durante la mattinata, sullo stesso percorso di tengono anche le "Regate della Sensa": uomini su gondole a 4 remi, donne su "mascarete" a 2 remi e giovanissimi su "pupparini" a 2 remi.

ansa.it

E’ questione di poche centinaia di unità: 48.596 contro 49.365. Ormai il numero dei residenti di Venezia sarà superato a breve da quello dei posti letto presenti in città

Questi due dati, che dicono più di qualcosa sul possibile destino del centro storico, sono segnalati da due display in “dialogo” tra loro, messi in bella vista dietro le vetrine di due negozi veneziani: al primo contatore, posto nella farmacia Morelli in campo san Bartolomeo, che da 15 anni indica lo stillicidio continuo di residenti, ora ne è stato attivato un altro “gemello” che segnala invece il numero dei posti letto  presenti in città. Questo secondo display è stato collocato in vetrina della libreria  “Usata by Marco Polo”, in campo Santa Margherita, uno dei luoghi più popolari e di maggior transito del centro storico veneziano.

   Protagonisti dell’iniziativa  il collettivo Ocio (Osservatorio civico sulla casa e sulla residenza) e l’associazione Venessia.com. che vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che a fianco dello spopolamento inesorabile del centro storico sta la sua progressiva trasformazione in “albergo diffuso” e che i due fenomeni sono in stretta correlazione.

   «Avremo un posto letto per turismo per ogni abitante del centro storico entro pochi mesi: 49.365, infatti, è il numero di residenti che registra all'11 aprile il contatore della farmacia Morelli (che ricava i dati dell'Ufficio Anagrafe del Comune di Venezia); mentre 48.596 è il numero di posti letto dell'offerta ricettiva registrati alla stessa data per la città storica», afferma Francesco Penzo, di Ocio.

   «I dati del contatore sono quelli del geoPortale del Comune di Venezia che mappa le strutture ricettive in tutto il territorio comunale (hotel, B&B, locazioni brevi turistiche..) e da cui estraiamo e pubblichiamo i dati su questo sito dal 2019. Dati che ci consentono di monitorare l'offerta ricettiva cittadina a diversi livelli: Comune, città d'acqua, città storica, singoli sestieri, isolati, che ci restituiscono la fotografia dello squilibrio turistico esistenteNella città storica risiede solo il 20% della popolazione comunale che complessivamente tocca le 260 mila persone, mentre ci sono 48.596 posti letto a uso turistico che rappresentano il 61 per cento dell'offerta ricettiva di tutto il Comune. E di  questi posti letto, ben 21372 sono quelli di locazioni turistiche». 

   Da qui l’allarme dell’osservatorio, lanciato con l’esposizione del display. Se il trend non s’inverte, ma nulla lascia pensare che ciò possa avvenire a breve termine, il numero dei residenti nel centro storico sarà inferiore a quello dei posti letto complessivi messi a disposizione dei turisti.  E così un'altra soglia “psicologica”  verrebbe abbattuta, dopo quella varcata l’estate scorsa, quando per la prima volta da tempo immemore, i residenti del centro storico sono scesi sotto le 50 mila unità. In altri termini: la “città turistica” supera anche  simbolicamente (nel numero dei letti, se non ancora dei turisti presenti quotidianamente) la città abitata. E per evitare ciò che tutti paventano, ma che nessuna amministrazione sembra aver mai contrastato veramente,  cioè la trasformazione di Venezia in un una Disneyland d’acqua e marmi, la città dovrà ritrovare i propri residenti (nel 1951 il centro storico contava quasi 175 mila abitanti), e limitare l’afflusso dei turisti.

   «Quante volte s’è parlato  di regolare i flussi, di mettere un numero chiuso? Ma che senso ha mettere i tornelli alle porte di Venezia, quando non si pone poi alcun freno al numero di posti letto? Si deve agire a monte, regolando e normando la disponibilità ricettiva, con una autentica politica della casa. Quasi metà di tutti posti letto, oggi, è costituito dalle cosiddette “locazioni brevi”, più che raddoppiate negli ultimi cinque anni, cioè i B&B, con le piattaforme che li mettono sul mercato. Queste locazioni non sono soggette ad alcun tipo di regolamentazione urbanistica, se non quella fiscale e si addensano in certe aree del centro creando squilibri enormi, “alta tensione abitativa”, cioè  luoghi dove è più difficile trovare casa.  Caso clamoroso, denunciato da Ocio, è quello del campo  veneziano di campo san Zan Degolà,  dove su nove unità abitative, solo una è occupata da residenti stabili.  «In queste città la soluzione è che si limitino le locazioni vincolandole al numero dei residenti. Esiste una proposta di legge che va proprio in questo senso e la città di Venezia; e, grazie a un emendamento del 2022 dell’ex-deputato veneziano Nicola Pellicani  al fine di favorire l'incremento dell'offerta di alloggi in locazione per uso residenziale di lunga durata,  si dà facoltà al Comune di Venezia di integrare i propri strumenti urbanistici con disposizioni per individuare i limiti massimi e i presupposti per la destinazione degli immobili residenziali alle locazioni brevi. Peccato che il Comune non ne abbia ancora usufruito», commenta Penzo.  

famigliacristiana.it

“The Hungriest Eye. The Blossoming of Potential” è il primo progetto dell'Art Studio della Casa di The Human Safety Net. Rielabora graficamente coi raggi laser la personalità dei visitatori a Venezia

Si intitola “The Hungriest Eye. The Blossoming of Potential” la nuova opera dell'artista americano Arthur Duff che da domani al 10 marzo 2024 accoglierà i visitatori dell’Art Studio, lo spazio dove l’arte dialoga con il sociale, nella Casa di The Human Safety Net alle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco.

Curata da Luca Massimo Barbero, che con questa installazione inaugura il suo progetto di curatela biennale dell’Art Studio, l'opera di Duff integra e completa il percorso della mostra permanente e interattiva “A World of Potential”, espressione della missione e dei programmi della fondazione The Human Safety Net. L’opera di Arthur Duff intende rendere visibili i punti di forza di ciascuno grazie all’utilizzo di un sistema laser che crea forme uniche in un caleidoscopio di luci. L’ispirazione nasce dalle xilografie giapponesi ottocentesche raffiguranti i fuochi d’artificio, emblema di un ideale di bellezza effimera e transitoria, pensati per sbalordire e sorprendere l’occhio di chi guarda. Un occhio "affamato" – da qui il titolo dell’opera - che ambisce non solo ad essere il punto di passaggio di uno stimolo percettivo, ma vuole essere partecipe dell’elaborazione dell’esperienza.

“The Hungriest Eye” è un’esperienza al tempo stesso individuale e collettiva. La composizione laser della rappresentazione dei punti di forza richiede infatti circa due minuti, ma dopo trenta secondi può lasciare spazio alla composizione di una nuova immagine al sopraggiungere di un altro visitatore. Chi entra nell’Art Studio è così chiamato inconsapevolmente a sperimentare dinamiche interattive con gli altri: la condivisione di uno spazio e di una esperienza, la libertà di esprimersi nell’interazione con gli altri.

L’apertura di “The Hungriest Eye” è l’occasione per celebrare il primo anno della Casa di The Human Safety Net presso le Procuratie Vecchie, restaurate grazie ad un progetto rispettoso e innovativo firmato da David Chipperfield Architects Milan: "Uno spazio aperto al dialogo e al confronto, anche attraverso il linguaggio privilegiato dell’arte, con l’obiettivo di generare innovazione sociale con un impatto positivo sulla comunità" ha osservato Gabriele Galateri di Genola, Presidente della Fondazione The Human Safety Net: “Mai come in una fase storica come questa, caratterizzata dall’incertezza e dal cambiamento, la missione della fondazione può incidere sul welfare delle persone. Dalla sua istituzione nel 2017 a fine 2022, la Fondazione The Human Safety Net ha raggiunto più di 210mila persone, tra genitori, bambini e rifugiati, collaborando con 77 Ong partner in 24 Paesi in cui il Gruppo opera”.

avvenire.it

Carpaccio torna a Venezia, 'Dipinti e disegni' a Palazzo Ducale. In mostra fino al 18 giugno

 
VENEZIA - La maestria di Vittore Carpaccio fa ritorno a Palazzo Ducale con la mostra monografica "Vittore Carpaccio. Dipinti e disegni, allestita nell'Appartamento del Doge di palazzo Ducale, visitabile fino al 18 giugno prossimo.

La mostra è organizzata da Fondazione Musei Civici e dal Comune di Venezia in collaborazione con la National Gallery of Art di Washington, ed è a cura di Peter Humfrey, con Andrea Bellieni e Gretchen Hirschauer. Alla presentazione hanno partecipato la presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia Mariacristina Gribaudi, il sindaco Luigi Brugnaro, il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.
    La monografica inaugurata oggi propone 70 opere, di cui 42 dipinti e 28 disegni, sei dei quali sono recto/verso. Sono state riunite soprattutto opere oggi in musei e collezioni internazionali, oppure in chiese degli antichi territori della Serenissima, dalla Lombardia all'Istria e alla Dalmazia, nell'ottica di illustrare la varietà e l'altezza della pittura di Carpaccio, seguendone anche l'evoluzione.
    "Questa mostra - ha sottolineato Bellieni nella presentazione - riporta a Venezia tantissime opere di Carpaccio disperse nel mondo. E' una mostra che intende restituire Carpaccio in una dimensione che non è soltanto quella nota a tutti del grande racconto storico, del grande scenografo, del grande regista della Venezia del 1400 ma anche il pittore alto, spirituale, che ha una profondità di interpretazione assolutamente originale e propria. Quindi un Carpaccio non soltanto decorativo, che si ferma alla narrazione, ma un pittore di una profondità non certamente inferiore a quella degli altri grandi pittori suoi contemporanei".
    All'interno del percorso espositivo vi è un'opportunità unica, quella di ammirare, finalmente riunite, le due parti di una scena compiuta ed unitaria, ma separate in circostanze sconosciute verso la fine del Settecento. Si tratta delle "Due dame" del Museo Correr di Venezia, e de "La caccia in Laguna", oggi al Getty Museum di Malibu. Carpaccio le aveva raffigurate entrambe su quella che, in origine, quasi certamente era un'anta di porta a soffietto.
    "Mi sento molto legato a questo artista di cui ho fatto diverse monografie - ha detto Sgarbi - e ritengo che fare una mostra su Carpaccio sia un impegno che lega in modo definitivo lo Stato e il Comune di Venezia. Sarà una mostra della città di Venezia, perché il primo pittore di città è proprio Carpaccio: vede nelle meraviglie di arte orientale e bizantina un mondo che non esiste, che è un sogno, il sogno di Venezia. Ma allo stesso tempo è Venezia, lo si scorge dalle barche, dai ponti, dai fondali dei dipinti". 

ansa.it

A Venezia dal 25 Marzo riapre la quadreria di Palazzo Ducale

 

 - Riapre dal 25 marzo prossimo la Quadreria del Palazzo Ducale di Venezia, dopo un intervento condotto dalla Fondazione Musei Civici di Venezia con la collaborazione e il supporto di Venice International Foundation.
    Il riallestimento, che coinvolge la Sala della Quarantia Criminale, la Sala dei Cuoi e quella del Magistrato alle Leggi, si rifà ad una tradizione che risale ai primi decenni del '600, quando all'interno del Palazzo si vollero esposte, accanto ai dipinti istituzionali, opere "da cavalletto" provenienti da illustri collezioni private.

"In omaggio a quella secolare tradizione - afferma Chiara Squarcina Responsabile della sede museale - si è deciso di dedicare la Sala dei Cuoi all'esposizione di opere fiamminghe, tra le quali l'unica superstite di quelle offerte alla pubblica fruizione in Palazzo a partire dal 1615: l''Inferno' già attribuito al Civetta (Henry Met de Bles) e oggi più opportunamente ricondotto ad anonimo seguace di Bosch, o il 'Cristo deriso' di Quentin Metsys. Esempi delle relazioni culturali della Serenissima con il resto d'Europa".
    Nelle altre sale sono esposti capolavori di Bellini, Tiziano e Tiepolo, tra cui "Venezia riceve da Nettuno i doni del mare" di Giambattista Tiepolo, la "Pietà" di Bellini e la "Madonna con Bambino e due angeli" di Tiziano, quindi il "Leone marciano andante" di Carpaccio, che sarà possibile ammirare dopo la conclusione della mostra antologica di Palazzo Ducale.
    La Quadreria accoglie un nucleo di tele e tavole concesse in deposito a lungo termine da una collezione privata, tra cui "Ritratto di dama con figlia" di Tiziano, "L'angelo annuncia il martirio a Santa Caterina di Alessandria" del Tintoretto e la "Maria Maddalena in estasi" di Artemisia Gentileschi, oltre ad opere di Giovanni Cariani, Anthony van Dyck e Maerten de Vos.

Ansa

Mostra. Quando è in gioco la vita di chi fugge, il gioco da tavola diventa solidale

 

Fino al 30 marzo a Venezia nella sede di Emergency gli originali giochi di società creati dagli studenti di Design dell’Università Iuav per capire la guerra, le migrazioni forzate, l’aiuto umanitario
Guerre, migrazioni forzate, negazione dei diritti. Il flusso di notizie rischia di anestetizzarci anche di fronte a situazioni drammatiche. E allora, forse, un gioco può coinvolgerci e farci capire di più. No, non è una provocazione parlare di giochi di società - sì, quelli che in famiglia e tra amici riescono ad appassionarci attorno a un tavolo - a proposito delle tragedie della nostra epoca. A tentare la sfida sono Emergency e l'Università Iuav di Venezia: inventare e realizzare giochi da tavolo sui temi affrontati quotidianamente dalla ong fondata dal chirurgo Gino Strada, è stato infatti l’obiettivo degli studenti del laboratorio di Design della Comunicazione 3, del corso di laurea magistrale in Design della Comunicazione, condotto dai professori Paola Fortuna e Luciano Perondi, in collaborazione con Damiano Fraccaro e Lorenzo Toso. L’ateneo statale veneziano (fino al 2001 Istituto universitario di Architettura di Venezia, oggi comprende anche design, teatro, moda, arti visive, urbanistica e pianificazione del territorio) ha infatti realizzato una originale collaborazione con Emergency.

Gli studenti hanno lavorato alternandosi tra le aule dell’Università e la sede della ong alla Giudecca a Venezia, dove hanno prima inventato, poi materialmente costruito una serie di giochi da tavolo didattici. Non prima di avere consultato documenti, fatto ricerche, letto libri, interrogato gli operatori, per conoscere le storie di chi scappa dalla guerra, dalla siccità, dalla povertà. Rischiando tutto nella traversata del Sahara, del Mediterraneo o dei Balcani.

Il risultato del corso sono questi “giochi da tavolo umanitari”, ora in mostra nella sede di Emergency di Venezia in una esposizione intitolata The Game. “Il gioco” infatti è il nome in gergo con cui molti migranti chiamano con amara ironia il tentativo di superare i confini evitando sofferenze, respingimenti, violenze. Una coincidenza semantica troppo significativa per non essere sottolineata. E chi partecipa alla mostra si deve infatti mettere in gioco e immedesimare in situazioni anche drammatiche, non sempre facili da descrivere a parole.

Tabelloni, pedine, segnaposto, carte: tutti gli elementi classici dei giochi di società sono usati per un percorso ludico che informa, insegna, istruisce. Come ad esempio Denied, sui diritti negati in Afghanistan, con i ritratti delle donne sulle carte da gioco che via via diventano sfocati quando le imposizioni dei talebani cancellano le identità. Fai qualcosa si dipana nel labirinto della rotta balcanica, e si diventa profughi siriani in fuga attraverso Turchia, Grecia, Bosnia-Erzegovina, puntando all’Italia e all’Europa. The Jungle è ambientato in un campo profughi, mentre in Scandalosamente bello si deve riuscire a costruire l’ospedale di chirurgia pediatrica di Entebbe in Uganda. Drago-muro racconta l'odissea dei profughi con gli occhi dei bambini. Oggi sono prototipi, bozzetti, pezzi unici, domani chissà: magari qualcuno potrebbe entrare nel catalogo di qualche azienda di giochi di società.

Ad ambientare la mostra è un allestimento con materiali di recupero - sacchi di juta, tubi di cartone – per una ambientazione evocativa dei luoghi rappresentati nei giochi. Materiali di scarto, in risonanza con gli esseri umani respinti da Fortezza Europa come “scarti umani”. Il percorso è reso suggestivo da suoni - rumori di boschi e acqua alternati a voci umane – che aiutano a immedesimarsi nelle situazioni oggetto dei giochi, che descrivono anche i contesti in cui Emergency opera e allo stesso tempo l’idea di cura e uguaglianza promossa della ong.

La mostra sarà aperta fino al 30 marzo 2023, dal mercoledì al venerdì, dalle 11.00 alle 16.00. Per concordare visite in altri giorni e orari: infovenice@emergency.it

avvenire.it