n un’atmosfera surreale, dove a distanza di pochi metri è
stato allestito il canale sanitario per i passeggeri in arrivo col volo
della
Southern China Airlines da
Wuhan
dopo l’allerta del Coronavirus, al terminal 3 dell’aeroporto di
Fiumicino si è svolto il forum sulle prospettive del mercato turistico
Italia-Cina.
A dispetto dell’emergenza sanitaria, infatti, le rotte tra Italia-Cina sono quelle col
maggiore potenziale
di crescita nell’interscambio turistico tra i due paesi. Ad oggi, sui
circa 80 milioni di visitatori cinesi che effettuano vacanze in
destinazioni estere, quest’anno l’Italia prevede di accogliere oltre
1 milione di viaggiatori cinesi, posizionandosi come terzo hub europeo per l’ingresso in Europa dei turisti provenienti dalla Cina.
Sul versante
outgoing, e quindi di passeggeri italiani in Cina, il flusso è ancora dimensionato con circa
260mila viaggiatori italiani verso la Cina nel 2019.
Fausto Palombelli, chief
commercial officer di Aeroporti di Roma, ha sintetizzato il valore
delle opportunità del mercato: «Nell’anno della cultura e del turismo
Italia-Cina proclamato alcuni giorni fa, lo scalo di Fiumicino giocherà
un
ruolo chiave in termini operativi. Dai
56 voli settimanali che rappresentavano l’offerta aerea tra i due paesi nel recente passato, si è passati questo mese ad operare
108 frequenze settimanali, con uno step successivo nella prossima estate che vedrà un aumento di altre
24 frequenze, e ulteriori 24 si prevedono per il 2021. In poco più di un anno avremo dunque una
triplicazione dei voli
tra Italia e Cina. Da qui la necessità di raccogliere questa grande
opportunità di crescita dei flussi in/out tra i due paesi, attivando
tramite Enit e tutti gli operatori specializzati una adeguata offerta
turistica della destinazione Italia, ma anche della meta Cina».
Ebbene sul versante incoming, la direttrice marketing dell’Enit,
Elena Maria Rossi
nel confermare il trend di aumento nell’ultimo anno intorno al +17% dei
flussi di turisti cinesi in Italia, ha ribadito che «c’è una forte
attenzione dell’agenzia verso il mercato cinese, lo dimostrano
l’apertura il prossimo marzo di un nuovo ufficio di promozione a
Shanghai ed entro la fine dell’anno quella di un altro ufficio a
Guang-Zhou, che si affiancheranno alla delegazione già operativa a
Pechino».
A ciò si aggiunge il trend emergente riferito ai
turisti individuali rispetto ai gruppi, essenzialmente un
target altospendente che segna un’evoluzione del segmento lusso. «Proprio su queste direttrici intendiamo muoverci, andando a
presidiare il mercato cinese
con mirate partecipazioni a fiere turistiche, supportando gli
operatori, creando piattaforme virtuali e reali per le nostre impese,
insieme alle Regioni. A tutto questo si devono aggiungere i contratti
commerciali con le piattaforme che consentiranno agli operatori italiani
di caricare le offerte, i pacchetti di viaggi e soggiorni in Italia»,
ha concluso la direttrice.
Riguardo poi all’assistenza che i cinesi legittimamente richiedono una volta arrivati in Italia,
Sherry Lang, general manager marketing e operation di
Alipay Europe, ha ricordato l’importanza di allestire
servizi di informazione
e di supporto agli ospiti che hanno forte sensibilità ai temi della
mobilità, e quindi dettagli sui servizi pubblici di trasporto, sulla
segnaletica, sugli orari di ingresso dei musei e sulla sicurezza, con
prevenzione di furti, borseggi e assistenza post-furti che sono
temi caldi ma di primaria importanza per i turisti cinesi che non conoscono la lingua italiana.
Mentre per
Stefano Fiori, presidente Unindustria-Turismo sarà importante prestare forte attenzione al
target dei giovani poiché nella fascia di età tra i 18 e 26 anni, i giovani cinesi hanno già viaggiato
sei volte all’estero e occorre dar loro una adeguata offerta. Nella seconda parte del forum, dedicato all’outgoing,
Laura Mazzola
responsabile commerciale del Mice di Uvet Events ha sottolineato come
la destinazione Cina trova buon riscontro di vendite sul Mice e
sull’incentive e occorre puntare sui due driver che sono la cultura e la
tecnologia, poiché oggi la Cina è “the place to be”. Anche
Andrea Canapa, segretario generale di
Fiavet ha evidenziato come la meta Cina sia sempre più appetibile, ma accanto agli itinerari classici occorre sviluppare
l’altra Cina,
cercando di colmare alcuni deficit nell’accoglienza come la scarsezza
di guide italiane, mentre a livello infrastrutturale e ricettivo, la
destinazione Cina ha compiuto passi da gigante.
Infine
Michele Serra, presidente di
Quality Group, tra gli operatori più impegnati sul prodotto Cina, ha enfatizzato il valore degli
itinerari combinati tra la Cina classica e quella alternativa comunque attrattiva; in particolare il Gruppo ha sviluppato dei
combinati
che valorizzano nuove zone come la Cina degli Avatar, la zona delle
lanterne rosse, l’area di Sichouan (la terra dei panda) e la zona col
Monastero di Shaolin. Anche Serra ha confermato che alto livello
raggiunto dalle
ferrovie cinesi e dalle strutture alberghiere, pongono davvero la Cina in pole position per l’immediato futuro outgoing italiano.
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