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I monasteri più belli d’Italia: suggestivi e solenni

 Luoghi silenziosi, che portano verso la riflessione e la spiritualità: i monasteri sono antichi edifici, testimoni di epoche lontane, dove perdersi e fare gite alternative, all’insegna della tranquillità.

I monasteri più belli d’Italia
I monasteri spesso sono edifici che sono immersi nella natura, in un rapporto armonioso, a tal punto da sembrare parte stessa di questa. La loro antichità, che si manifesta attraverso le murature e le rovine, li rende luoghi interessanti e davvero suggestivi.

Se siete curiosi e volete scoprirne qualcuno, ecco i monasteri più belli d’Italia!

Abbazia di Chiaravalle
Nel XII secolo Bernardo di Chiaravalle fondò questa abbazia, che costituisce uno degli esempi di architettura gotica più belli d’Italia.

Il suo colore rossiccio e il suo profilo appuntito, sbocciano come un fiore tra la natura verdeggiante in cui è completamente immersa: visitare l’abbazia in questo posto così silenzioso e lontano da tutto è davvero un’esperienza unica.

Abbazia di Rosazzo
L’abbazia di Rosazzo, nel territorio friulano, sorge tra su una lieve collina, dove tutt’attorno rigogliose vigne tingono di verde la zona.

Ad oggi l’edificio ospita convegni e seminari, offrendo a chi vi soggiorna una pace e una tranquillità senza eguali.

Abbazia di Praglia
Vicino Padova, in Veneto, l’abbazia di Praglia conserva la Biblioteca Nazionale gestita da un gruppo di 49 monaci benedettini.

Il luogo è rinomato anche per avere un laboratorio di erboristeria affascinante, dove lo studio delle erbe è molto sviluppato, e un laboratorio dove libri antichi vengono restaurati: il tempo si è davvero fermato all’abbazia di Praglia!

Abbazia di Farfa
Una delle abbazie più potenti di tutto il Medioevo, che ha avuto sotto il suo controllo ben 600 chiese e monasteri e 130 castelli.

Oggi è l’abbazia permette di soggiornare a chi è in viaggio: se vi incuriosisce, potreste prendere in considerazione di dormire in questo luogo incantato, dove il tempo è fermo e il rumore circostante tace, in favore della pace dei sensi.

Fonte: Viaggiamo

Patrimonio Unesco, l'Italia punta sui monasteri benedettini

 
I monasteri benedettini italiani nel patrimonio dell’Unesco? A questa candidatura punta e lavora il ministero della Cultura per il 2026, aprendo il dossier per inserire nella prestigiosa lista gli “Insediamenti benedettini altomedievali in Italia”. Dal monastero di Subiaco a quello di Montecassino e poi San Vincenzo al Volturno, San Pietro al Monte a Civate, Sacra di San Michele, San Vittore alle Chiuse di Genga, Sant'Angelo in Formis e Santa Maria di Farfa.

Otto realtà paesaggistiche e monumentali in sei regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Lazio, Marche, Molise, Campania), che insistono in dieci comuni (Capua (CE), Cassino (FR), Castel San Vincenzo (IS), Civate (LE), Fara in Sabina (RI), Genga (AN), Rocchetta a Volturno (IS), S. Ambrogio (TO), Subiaco (RM), Chiusa San Michele (TO).

A promuovere la candidatura la Fondazione Comunitaria del Lecchese insieme al Comitato scientifico, che ha condotto alla selezione di questi straordinari complessi monastici. Il progetto di candidatura mira a testimoniare la nascita del fenomeno benedettino in connessione con l’evoluzione dell’architettura religiosa, con la trasmissione del sapere in Europa. Dopo la riunione di coordinamento, a cura dell’Ufficio Unesco del ministero del 31 maggio 2023, è stato elaborato il dossier per la verifica preliminare da parte degli organismi consultivi dell’Unesco (Icomos per i siti culturali) inviato a Parigi a settembre 2023. Nell’ambito di questa procedura il gruppo di lavoro, coordinato dall’Ufficio Unesco, sta predisponendo gli approfondimenti richiesti. Il percorso di candidatura condiviso con gli organi politici prevede l’invio a Parigi del dossier completo nel 2026 per la valutazione finale nel Comitato del Patrimonio Mondiale del 2027.

«È una richiesta che abbiamo sostenuto con convinzione fin dal primo momento – ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, presenziando oggi a un incontro a Roma per fare il punto sul dossier, con tutti i rappresentanti territoriali e i responsabili dei siti -. I monasteri sono parte integrante e attiva della nostra identità. Sono luoghi che nei secoli hanno rappresentato elementi centrali della vita dei territori e delle comunità italiane. Ogni monastero è stato un faro di cultura che ha trasmesso una grande storia e, inoltre, sono scrigni di arte e bellezza. Per questo è doveroso sostenere questa aspirazione».

avvenire.it

I 3 monasteri più antichi d’Italia

Alla scoperta dei tre monasteri più antichi d’Italia, un viaggio affascinante nel tempo e nella spiritualità. Questi antichi luoghi, testimoni di secoli di storia e architettura, sono custodi di tradizioni millenarie e rappresentano un richiamo per chi cerca un momento di riflessione e connessione con il sacro.

Alla scoperta dei tre monasteri più antichi d’Italia

Il primo monastero che ci viene in mente quando si parla di antichità è il Monastero di San Benedetto in Monte, situato in Umbria. Fondato intorno al VI secolo, questo monastero benedettino è uno dei più antichi d’Europa. La sua architettura romanica e la sua posizione panoramica lo rendono un luogo incantevole da visitare. Il secondo monastero che merita di essere menzionato è il Monastero di Santa Scolastica, anch’esso in Umbria. Fondato nel VI secolo, è il monastero benedettino più antico d’Italia. Infine, il Monastero di San Giovanni Evangelista a Ravenna, risalente all’VIII secolo, è uno dei più antichi monasteri bizantini del nostro paese, con mosaici straordinari e una ricca storia da scoprire.

Storia e architettura dei monasteri millenari in Italia

I monasteri millenari in Italia raccontano storie antiche e affascinanti. Oltre ai tre già menzionati, vale la pena esplorare altri monasteri che risalgono a secoli passati. Ad esempio, il Monastero di San Fruttuoso in Liguria, fondato nel X secolo, affascina per la sua posizione isolata e per la sua architettura romanica. Il Monastero di San Nicola in Lecco, risalente all’XI secolo, si distingue per le sue preziose pitture murali. E il Monastero di Santa Maria delle Grazie a Mantova, fondato nel XIII secolo, è famoso per il suo chiostro rinascimentale e per ospitare l’opera d’arte più celebre di tutti i tempi: “L’Ultima Cena” di Leonardo da Vinci.

Un viaggio spirituale tra i monasteri più antichi del nostro paese

Un viaggio tra i monasteri più antichi d’Italia può essere un’esperienza spirituale unica. Questi luoghi, immersi nella tranquillità e nella bellezza della natura, offrono un’opportunità per staccare dalla frenesia quotidiana e ritrovare un senso di pace interiore. Oltre alla loro storia millenaria, i monasteri sono spesso abitati da comunità religiose che condividono la loro spiritualità e ospitano i visitatori interessati a vivere momenti di silenzio, meditazione e preghiera. Un viaggio tra i monasteri più antichi del nostro paese può essere un’occasione per riscoprire la propria spiritualità e trovare un momento di riflessione profonda.

Ogni monastero ha la sua storia unica da raccontare, con influenze architettoniche diverse che si riflettono nelle loro strutture. Dai monasteri romanici con i loro archi a sesto acuto e i dettagli scolpiti, ai monasteri rinascimentali con i loro chiostri eleganti e affreschi preziosi, fino ai monasteri bizantini con i loro mosaici mozzafiato. Oltre all’architettura, i monasteri sono spesso arricchiti da biblioteche antiche che custodiscono manoscritti e libri rari, tesori artistici e tesori spirituali. Un viaggio attraverso i monasteri più antichi d’Italia è un’opportunità per immergersi nella storia, nell’arte e nella spiritualità che questi luoghi meravigliosi offrono.

Scoprire i tre monasteri più antichi d’Italia è un’esperienza che ci permette di immergerci nel passato e nella spiritualità. Attraverso la loro storia millenaria, la loro architettura affascinante e l’atmosfera di pace che li circonda, questi monasteri ci offrono un viaggio unico nel tempo e nello spirito.

Fonte: Viaggiamo

Monasteri aperti lungo la via Emilia Concerti, laboratori e visite guidate in oltre 30 luoghi sacri

 

PARMA - Da Parma a Reggio Emilia, da Modena a Ravenna, da Forlì a Rimini il 17 e il 18 ottobre torna l'appuntamento "Monasteri aperti", un'iniziativa della Regione Emilia Romagna in collaborazione con la Conferenza Episcopale e l'associazione dei Cammini, alla scoperta di oltre 30 luoghi sacri lungo la via Emilia. Oltre alle visite con esperti d'arte in luoghi che generalmente sono chiusi al pubblico, sono previsti alcuni eventi come il trekking lungo i cammini dei pellegrini, gli incontri con i frati e le suore di clausura, i concerti di organo e i laboratori di scrittura medievale. Per partecipare alla manifestazione è necessario prenotarsi (camminiemiliaromagna.it/monasteri-aperti-2020) e rispettare tutte le norme di sicurezza anticovid. Ecco alcuni dei monasteri da scoprire e le iniziative più interessanti cui partecipare.
    A Parma è possibile visitare il complesso monastico di san Giovanni Evangelista dove i docenti universitari illustreranno la storia e i tesori artistici del luogo sacro, nato attorno all'anno Mille. Per l'occasione si potranno ammirare anche i chiostri, la biblioteca e il restauro di alcuni affreschi. Le visite dureranno 45 minuti e sabato è previsto anche un tour serale. Il 18 ottobre nella cattedrale di San Donnino di Fidenza, nel cuore della via Francigena in provincia di Parma, si potrà assistere a un concerto serale di musica medievale con l'Ensemble Oktoechos. Sarà anche l'occasione per ammirare le facciate scultoree della chiesa e di visitare il ricco museo del Duomo. Sarà aperto al pubblico il Palazzo Vescovile di Reggio Emilia con i suoi tesori artistici, gli archivi storici e i preziosi musei del Palazzo della Chiesa: l'appuntamento è nel cuore della città emiliana e, accompagnati da una guida, ci si sposterà tra Palazzo dei Canonici ed Episcopio, la Cattedrale e il museo diocesano. Sempre nel centro storico si visita la Basilica della Ghiara dove una nuova illuminazione ha reso più visibili gli splendidi interni, gli affreschi delle alte volte e alcuni capolavori di pittura che rendono magnifica la basilica, meta di pellegrinaggio. Sull'Appennino reggiano si potrà entrare nell'abbazia di Marola, dove viveva l'eremita Giovanni, consigliere di Matilde di Canossa: il monastero benedettino si trova a Carpineti, a 33 chilometri da Reggio Emilia, ed è un luogo di pace meraviglioso, tutto da scoprire. A una cinquantina di chilometri da qui verso nord si arriva a Campagnola, sulle rive del Po, dove per l'occasione verrà aperta l'abbazia della Santissima Trinità, una semplice chiesa di campagna ricca però di storia e di atmosfera.
    Nel cuore di Modena tre sono gli eventi speciali in programma nell'abbazia millenaria dei Padri Benedettini di san Pietro: una visita guidata da una storica dell'arte dell'università di Bologna, che racconterà le committenze ordinate dai frati nel Rinascimento; un concerto alle 21 in collaborazione con l'Associazione "Amici dell'Organo Johann Sebastian Bach" con il cinquecentesco strumento a canne; domenica pomeriggio un viaggio nell'arte alla scoperta dello scultore cinquecentesco Antonio Begarelli e delle sue statue lignee presenti nell'abbazia. A Nonantola, in provincia di Modena, durante la visita guidata alla basilica abbaziale di san Silvestro, fondata nel 752 da Sant'Anselmo, e al museo Benedettino e Diocesano è possibile partecipare a un laboratorio di scrittura medievale. Il corso insegna le tecniche di base del codice manoscritto medievale: la produzione della pergamena, la fabbricazione degli inchiostri, la fascicolazione dei fogli, la legatura dei fascicoli per formare il codice, la miniatura e la scrittura con inchiostro e calamo. La visita guidata di tutto il complesso è in programma sabato e domenica e dura tre ore, ma anche sabato sera si potrà partecipare a una visita guidata alle epigrafi dell'abbazia.
    Quest'anno Comacchio, in provincia di Ferrara, festeggia i 400 anni della sua patrona, santa Maria in Aula Regia: il santuario a lei dedicato si trova in una chiesa barocca che si raggiunge passando sotto un porticato di142 arcate. In provincia di Ravenna Brisighella, considerato uno dei borghi più belli d'Italia, custodisce alcuni luoghi ricchi di arte, come la Collegiata san Michele Arcangelo del 1700 e la chiesa di santa Maria degli Angeli con il convento dell'Osservanza. Durante la visita si passerà sulla Via degli Asini, suggestiva strada medievale. La domenica, invece, è in programma la visita alla millenaria e affascinante Pieve del Tho con la cripta e i reperti archeologici. In provincia di Forlì verrà aperto alle visite l'eremo medievale di Montepaolo, la prima residenza di sant'Antonio da Padova quando dal Portogallo, dove nacque, arrivò in Italia nel 1221. E' un luogo sacro in cima a un colle tra i boschi, a sette chilometri da Dovadola.
    Il grande storiografo dell'arte Giorgio Vasari visse in un convento fuori Rimini, nell'abbazia di santa Maria Annunziata Nuova di Scolca, sul panoramico colle di Covignano. Qui dipinse la pala d'altare raffigurante l'Adorazione dei Magi, che si trova nel coro; sabato, dalle 10 alle 12, è possibile ammirarla in compagnia dell'abate. Sempre qui, su un colle che guarda il mare, c'è il santuario di santa Maria delle Grazie, custodito dai frati del convento che guideranno in una duplice visita alle 15.30 e alle 16.30.
    Nel centro di Rimini, invece, si entrerà nel monastero della Natività di Maria dove le Clarisse vivono in clausura, ma per l'occasione guideranno la visita. Nell'entroterra, a Santarcangelo di Romagna, si potrà entrare nel convento delle sante Caterina e Barbara accompagnati dalle suore che racconteranno come si vive in clausura. A una decina di chilometri si arriva a Villa Verucchio dove nel chiostro del convento francescano si potrà vedere il cipresso piantato da san Francesco, quando nel maggio del 1213 si fermò durante il suo cammino verso la Verna. Si potrà visitare anche il convento di santa Croce con i capolavori del Trecento riminese e, infine, a Pennabilli, piccolo borgo in cima alle colline, si potrà trascorrere una giornata tra monasteri, santuari e musei. Le tappe prevedono l'antico monastero di sant'Antonio da Padova delle monache agostiniane a ridosso delle antiche mura di cinta della Rocca dei Billi; il santuario della Madonna delle Grazie e il museo Diocesano del Montefeltro che raccoglie opere d'arte e oggetti di uso liturgico dal 400 a oggi. (ANSA).
   

Preghiera e turismo, guida santuari Vacanze alternative in 250 luoghi spiritualità


C'è chi li sceglie per devozione e chi invece per una vacanza alternativa all'insegna del silenzio e della natura. Si può pregare con le monache all'alba, pranzare nel refettorio con i frati, oppure acquistare icone e liquori nei negozietti. E' quanto offrono conventi e santuari d'Italia.
    Nelle librerie c'è ora una guida aggiornata: "250 santuari e monasteri d'Italia" pubblicata da Edizioni San Paolo.
    Dalla Valle d'Aosta alla Sicilia, la 'michelin' del turismo spirituale, curata da Stefano Di Pea, offre indirizzi e indicazioni di cento monasteri e centocinquanta santuari mariani "che sono da secoli riferimento per la cultura, l'arte e la preghiera nel territorio italiano", spiega lo stesso autore. Per ogni sito ci sono un paio di pagine schematiche con la storia, le cose da vedere, il tipo di ospitalità offerta e i prodotti che si possono acquistare in convento. Per i motociclisti, per esempio, tappa d'obbligo è il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Costigliole, in Piemonte, protettrice dei 'centauri'. Per i più golosi invece un indirizzo utile può essere il monastero Santo Spirito, ad Agrigento, dove le monache cistercensi preparano, con ricette dalla tradizione plurisecoloare, il cuscus di pistacchio o le paste di mandorla. Le clarisse di Rimini, al Monastero della Natività di Maria, hanno solo due stanze "per chi desidera vivere un tempo di raccoglimento per l'approfondimento spirituale o per il discernimento vocazionale"; vendono anche presepi artistici e corone del rosario. I Passionisti di Laurignano, in Calabria, mettono a disposizione degli ospiti, oltre a vitto e alloggio, una biblioteca con20mila volumi Un turismo dunque con un pubblico ben preciso: non si offre solo una vacanza, magari anche qualche prodotto tipico, ma soprattutto la possibilità di una esperienza spirituale. In quasi tutti i siti si può infatti condividere, per il tempo scelto, la vita dei religiosi.
    Nelle schede pubblicate dalla guida vengono indicate anche le festività maggiormente celebrate nei vari luoghi. Come anche è specificato se il pellegrinaggio prevede sentieri a piedi o la concessione dell'indulgenza.
    Secondo i dati più recenti del Wto sono oltre 300 milioni i "turisti religiosi" nel mondo, con un giro di affari stimato in oltre 18 miliardi di dollari. In Italia (dati Isnart) il turismo religioso genera oltre 5,6 milioni di presenze annue, di cui 3,3 milioni di presenze straniere e 2,3 milioni di presenze legate al mercato italiano.

ansa

India: Ladakh, magia sul tetto del cielo. Monasteri arroccati sulla roccia, Il luogo sacro

(Foto di Francesca Brunati e Antonio Crepax)
Un paesaggio lunare punteggiato da oasi di verde e da monasteri arroccati su speroni di roccia, quasi sospesi ai bordi di valli strette e profonde o in cima ad alture affacciate su aridi altopiani. E poi giganti che oltrepassano i settemila metri fino a sfiorare il cielo, i laghi di alta quota con le acque che mettono in mostra mille gradazioni di blu, azzurro e verde e le dune di sabbia incorniciate da picchi nevosi. Parte da un luogo sacro dove lo Zanskar si incontra con l’Indo, il viaggio attraverso il Ladakh, terra in cui si mescolano la spiritualità buddhista e la dura vita di montagna. Dopo una prima tappa a Leh (3.500 m.), il capoluogo della regione circondata dalle catene montuose del Karakorum e dell'Himalaya, quel punto di incontro tra i due fiumi è perfetto per cominciare ad esplorare quest’angolo di Tibet rimasto per ragioni politiche in territorio indiano. Da lì molti i percorsi per raggiungere, a piedi, in bici, in moto o più comodamente in macchina, i Gompa Thiksey (Thiske , Stakna e Hemis ( qui durante il festival locale viene esposto il thangka su seta più grande del mondo), oppure Alchi, fondato nell’ XI secolo e ricco di pitture murali di inestimabile valore, e Lamayuru, tra i più spettacolari . E poi l’ascetico Rizong, arrampicato sulle roccia, al termine di un’impervia vallata: fondato nel 1831 da Lama Tsultim Nima sotto l'ordine Gelukpa, i ‘berretti gialli’, è soprannominato anche il ‘paradiso per la meditazione’ ed è noto per le sue regole molto severe.
Ma il Ladakh offre anche un’esperienza irripetibile: percorrere la strada carrozzabile più alta del mondo per ‘scavallare’ il Kardung La a quota 5.602 metri . E da lì scendere ai 3.300 metri delle valli dei fiumi Shyok e Nubra – alimentato dai ghiacciai del Karakorum - attraverso praterie verdeggianti, ruscelli, yak e marmotte himalayane giganti e pacifiche fino alle dune sabbiose dove vivono i cammelli bachtriani, ricordo delle grandi carovane che passavano di lì nel loro viaggio tra Tibet e Turkestan.
Per restare sempre in alta quota, una delle mete più suggestive è il lago Tso Moriri, il più vasto della regione del Rupshu, l'altopiano dell'Himalaia tibetano dell'India abitato dai nomadi chang-pa. Situato a 4600 metri di altitudine, è lungo 23 chilometri e ampio quasi cinque, ed è attraversato dal confine con la Cina. Nelle sue acque cristalline dai toni blu e azzurro intenso si riflettono monti altissimi, perennemente innevati che sfiorano anche i 7000 metri . Sulle sue sponde c’è il piccolo villaggio di Korzok, l’unico insediamento antico, con monastero e dove è possibile incontrare le donne nei loro abiti tradizionali e i copricapo di pietre turchesi.
Lungo la strada per raggiungere Tso Moriri, dopo aver costeggiato per molti chilometri l’alto Indo, e attraversato valli, altopiani e pascoli incontaminati, non è escluso avvistare anche la gazzella e la capra tibetana, asini selvatici, aquile e uccelli rari. Una deviazione porta invece al lago bianco, lo Tso Kar, dove i depositi di sale fanno risaltare le sfumature turchesi e dove nidificano anche il gabbiano testa bruna e l’oca indiana
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#Serbia turismo religioso: i monasteri

Per le particolarità architettoniche, gli ornamenti scultorei, gli affreschi, le icone, i libri manoscritti e le numerose opere dell’arte applicata, i monasteri della Serbia catturano l’attenzione sia dei turisti che degli intenditori dell’arte medievale.

L’architettura dei monasteri medievali serbi dimostra una particolare varietà. Durante il XIII e in parte del XIV secolo, sono state costruite numerose chiese rappresentative,le cui proporzioni, le lavorazioni decorative delle facciate e le sculture lasciano trasparire le influenze romaniche, e che insieme (Studenica, Banjska, Dečani, Gradac, Arilje, Mileševa, Sopoćani…) sono parte della “scuola architettonica di Raš” (raška graditeljska škola). La prima metà del XIV secolo è stata segnata da eccezionali opere edili – pittoriche costruite nei tempi del governo del Re Milutin (Gračanica).

Dopo il 1371 inizia un particolare stile architettonico della “scuola architettonica di Morava” (moravska graditeljska škola), con le facciate policrome e rilievi decorativi, sviluppatasi nella valle del fiume Morava (Ravanica, Lazarica, Ljubostinja, Kalenić…).

I monasteri e le chiese medievali  non fanno semplicemente parte della Serbia ma sono la rappresentazione dell’anima serba e nello stesso tempo parte della galleria d’arte del paese. Gli affreschi e le icone delle chiese serbe, per il patrimonio culturale – storico della Serbia, sono un vero e prezioso tesoro.

Uno dei luoghi sacri serbo – ortodossi  più importanti è Hilandar, il monastero serbo che si trova nella parte nord del Monte Athos – la repubblica monastica con 20 grandi monasteri, collocata sulla terza ala della penisola Halkidiki della Grecia del nord. Il monastero Hilandar è stato costruito nel 1198 da Stefan Nemanja con i suoi figli, il monaco Sava e Stefan Prvovenčani.

INFO

La Chiesa Ortodossa Serba
www.spc.rs

Monastero Hilandar
www.hilandar.org
  http://it.serbia.travel

Luoghi dell'ospitalita: conventi e monasteri a Venezia

Sono sempre stati nel corso dello storia luoghi dell'opitalità, tutti le strutture religiose presenti nelle vie storiche per raggiungere Roma era prevista la possibilità d' ospitalità. Oggi come ieri i conventi offrono ospitalità, sono luoghi di quiete, sono luoghi ricchi di cultura, sono gestiti molto bene e offrono momenti di serenita. venezia ne offre diversi e di grande valore storico e artistico.

Venezia
Abbazia di San Giorgio Maggiore L'mportante monastero benedettino, dal 1951 sede della Fondazione «Giorgio Cini», sorge sul'isoletta omonima con un complesso insieme di ambienti, realizzato dietro progetto di Andrea Palladio e articolato attorno alla ralativa chiesa e ai due chiostri. Dal 982 sede del Monastero Benedettino, l'isola di San Giorgio conobbe il suo massimo splendore tra il 1500 e il 1600, grazie alle opere di artisti come Palladio, Carpaccio, Veronese, Tintoretto e Longhena, che contribuirono alla trasformazione del suo complesso monumentale. Dal campanile, eretto nel 1791 in sostituzione di quello quattrocentesco, si può godere di una magnifica vista panoramica sul bacino di S. Marco.La chiesa, dalla nobile facciata di linee classiche, creazione di Andrea Palladio (1566-83), fu portata a termine nel 1611, solo dopo la sua morte.
Monaci Benedettini
Isola di San Giorgio - 30124 Venezia
Tel. 041/527827

Convento dei Santi Giovanni e Paolo Sorse insieme all'attigua chiesa. Fu ricostruito da Baldassarre Longhena tra il 1660 e il 1675. Oggi ospita l'Ospedale civile di Venezia. È articolato intorno a due chiostri e a un cortile. Ad est si trova il dormitorio dei frati, attraversato da un lunghissimo corridoio su cui si aprono le celle. Attualmente il convento domenicano ha sede in quella che era la Scuola di Sant'Orsola. La comunità domenicana a Venezia ha come sua missione, oltre alla cura pastorale della parrocchia, l'accoglienza dei turisti, la promozione di incontri culturali, la predicazione del messaggio cristiano attraverso l'arte e l'ospitalità. Attualmente il Superiore della comunità religiosa è fra Giovanni Augusto Allocco.
Frati predicatori Domenici
6363 Castello - 30100 Venezia
Tel. 041/5237510

Convento di San Francesco del Deserto, trovate qualche pescatore disposto a darvi un passaggio, potrete facilmente raggiungere l'isoletta di San Francesco del Deserto. Arrivando con la barca è possibile scorgere già in lontananza la fascia scura dei filari di antichi Cipressi e di Pini merittimi che circonda il perimetro dell'isola. Scesi dalla barca, percorrendo il lungo viale alberato si arriva alla Chiesa, affiancata dal campanile e dal convento. Dalla porta a destra si accede al primo chiostro, recentemente restaurato, e al vicino chiostro quattrocentesco, con al centro una vera da pozzo barocca. Il complesso è circondato dal giardino, dove potrete godervi una passeggiata tra il verde e il silenzio di questo luogo, interrotto solamente dal cinguettare dei numerosi uccelli che lo popolano.
Frati Francescani Minori
Isola di San Francesco del Deserto - 30012 San Francesco del Deseto VE
Tel. 041/5286863

Convento di San Francesco della Vigna, Il Convento risale in gran parte alla metà del Quattrocento. Attualmente vi è anche la sede dell'Istituto di Scienze Ecumeniche. Maestosa è la facciata della Chiesa di Andrea Palladio, come pure l'interno dove, fra le numerose opere d'arte, si ammira la Cappella Giustiniani, fitta di sculture lombardesche. Il Chiostro è stato rifatto nel 1445. Durante l'estate si tengono concerti d'organo e di canti gregoriani. Ospitalità L'Istituto di Teologia Ecumenica ospita i suoi iscritti provenienti da ogni parte del mondo. Il Soggiorno San Francesco, gestito dall'Anspi, accoglie studenti universitari.
Frati Francescani Minori
Castello 2786 - 30122 Venezia
Tel. 041/5222476

Monastero della Santissima Trinità : Sull’isola della Giudecca, collegata a Venezia con servizio di vaporetto, un monastero fondato nel secolo scorso. Il complesso non presenta particolari motivi di interesse artistico ma ne offre in abbondanza l’isola con la Chiesa di Sant’Eufemia, la palladiana Chiesa del Redentore, autentico scrigno di capolavori di maestri come Veronese e Tintoretto. Ospita ragazze alla ricerca di momenti di approfondimento spirituale.
Monache Clarisse Povere di Santa Chiara
Isola della Giudecca - 30133 Venezia
Tel. 041/5222531

San Lazzaro agli Armeni (Isola)
Monaci Mechitaristi
30100 Venezia
Tel. 041/5260104

Ospitalità in case religiose
CASA DEL GIOVANE DON ORIONE, Via Nicolodi 9 - 30175 VENEZIA (VE) Telefono:041-921926
CASA EBRAICA DI ACCOGLIENZA DI VENEZIA , CANNAREGIO 2874 - 30100 VENEZIA (VE) Telefono:041/715012 Fax:041/5241862 E-mail:com.ebra@ve.191.it
CASA SEVAN Isola San Lazzaro degli Armeni - 30126 VENEZIA (VE) Telefono:041731490 Fax:041731490 E-mail:casasevan@yahoo.it
CENTRO CULTURALE DON ORIONE ARTIGIANELLI, DORSODURO - RIO TERA' FOSCARINI 909/A - 30123 VENEZIA (VE) Telefono:041 5224077 Fax:041 5286214 E-mail:info@donorione-venezia.it Web: http://www.donorione-venezia.it/
CENTRO PASTORALE CARDINAL URBANI VIA VISINONI 4/C - ZELARINO - 30174 VENEZIA (VE) Telefono:041-909962 Fax:041-5460137 E-mail:centrourbani@patriarcatovenezia.it
Foresteria Venezia
CSD Foresteria Valdese di VeneziaPalazzo CavagnisCastello 5170I - 30122 VENEZIA
tel. 041-5286797 )fax 041-2416238foresteriavenezia@diaconiavaldese.org
Info venezia : Turismo Venezia

fonte: Turismo Lento