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A Milano la prima gastronomia della Dieta Mediterranea


Tutto il buono del Cilento nel piatto: quello dei milanesi è pronto per essere riempito più facilmente grazie all'apertura, mercoledì 19, in via Cesare Battisti 23, della gastronomia di Paolo De Simone, chef e proprietario di Modus, il ristorante pizzeria inaugurato lo scorso anno a Milano, tra Porta Vittoria e Porta Romana, e che è già nella classifica dei Top 50 Pizza Italia 2022 oltre ad essere Pizzeria Novità dell'Anno.

Non deve stupire il passaggio dalla pizza alla proposta gastronomica, perché il filo conduttore resta lo stesso ed è l'amore per una cucina autentica, mediterranea, quella del Cilento. Perché De Simone è dal Cilento che è partito. Fisicamente, con Storie di Pane a Vallo della Lucania in provincia di Salerno, dodici anni fa. Ma anche mentalmente, con l'idea fissa di mantenere le abitudini a tavola che avevano i suoi nonni: nel piatto molta verdura, legumi, formaggio (quel poco che serve per fare le "'mbuttunature") e pochissima carne. Proprio come dicono i sostenitori della Dieta Mediterranea autentica, quella nata appunto nel Cilento. La sua infatti sarà una gastronomia della Dieta Mediterranea, con i prodotti del territorio e con i piatti della tradizione, soprattutto quella contadina dove il concetto di antispreco era già di moda nel secolo scorso.

"Per me non si tratta di un passaggio dalla pizzeria alla gastronomia - spiega Paolo De Simone -. Ma del completamento di un progetto che è già nato con quest'idea. È un bistrò, una tavola calda di alta qualità, fatta di ingredienti eccellenti e con tipicità cilentane. Non ci saranno le pizze, ma solo i piatti del ristorante. E soprattutto ci sarà il pane che fa parte del mio dna. Io nasco come panificatore".

Quali saranno i prodotti del Cilento che si potranno comprare?

"Oltre al pane di nostra produzione, la mozzarella di bufala campana. E per citarne alcuni, ingredienti come la soppressata di Gioi, che è anche un presidio Slow Food ed è un prodotto di nicchia, la zona di produzione è molto piccola e spesso la lavorazione è quasi esclusivamente famigliare. Oppure la mozzarella nella mortella, che si produce nella zona centrale Parco Nazionale del Cilento. O le alici di Menaica che ormai vengono pescate solo da una piccola flotta di pescatori. Poi ci saranno i piatti pronti da mangiare, dai cavatelli alle mulignane mbuttunate alla cilentana. Poi le foglie e patate o minestra maritata, tante foglie di verdure spontanee saltate in padella con patate e servite con abbondante olio cilentano".

È bella l'idea che oltre a mangiare cucina tipica dal ristorante si possano portare a casa sapori e tradizioni del territorio

"È un format che avevo già provato sul territorio, a Vallo della Lucania avevo già fatto una selezione di produttori. Modus nasce dal lavoro fatto in questi anni da Storie di Pane. Da Modus saranno serviti solo i piatti principali, i piatti della quotidianità. Dal caffè e dalla prima colazione fino al lunch, o direttamente o in vaschetta da asporto. Tutto verrà preparato inizialmente dalla cucina del ristorante, in gastronomia finiremo le preparazioni o faremo quelle del momento".

Nascendo in Cilento la vostra gastronomia avrà quindi dei legami con la Dieta Mediterranea?

"Questo è il mio obiettivo, il mio progetto. Cilento è Dieta Mediterranea. Qui è stata studiata per la prima volta. Perché è qui che c'erano già negli anni Sessanta molti ultracentenari: la popolazione invecchiava bene, senza malattie cardiovascolari o malattie che provocavano morti precoci. Siamo la gastronomia cilentana della Dieta Mediterranea. Spesso chi pensa alla cucina del sud, pensa a cibi fritti, pesanti. Non da noi. Da noi è un tipo di cucina più contadina".

Quali sono le caratteristiche della cucina contadina, quella che si trova da Modus gastronomia?

"Io mi ritrovo perfettamente nelle abitudini dei miei nonni. Le trovo moderne, attuali. Io amo parlare di cucina circolare e l'ho vista fare dai miei nonni che non sprecavano nulla di quello che c'era in tavola. Non si buttava nulla, semmai veniva dato al maiale o alle galline".

Ci sono ricette della tua famiglia o del Cilento in generale che andrebbero riscoperte o che voi riproponete?

"La polpetta di pane è un nostro must. La ricetta tradizionale prevede pane, formaggio e uova. Noi l'arricchiamo con prodotti della stagione. Oggi ad esempio ci sono dentro anche carciofi e asparagi. Più guanciale. Una ricetta goduriosa ma di stagione. D'estate con tonno e peperoni, o melanzana e salsiccia. La nostra è una cucina ricca di verdure, quasi vegetale. Arricchita poche volte da proteine animali".

Quali sono i piatti che piaceranno di più ai milanesi?

"Credo il pane, fatto con grani antichi solo con lievito madre".

Chi viene dal sud dice che a Milano non c'è il pane buono.

"Li sfido a provare il mio. Poi, già che ci sono, anche le melanzane 'mbuttunate. Una melanzana spaccata e imbottita con pane, uovo e formaggio. Poi passata in padella e affogata nel pomodoro. È un piatto che fa impazzire tutti. Un piatto povero, ma completo".

repubblica.it

Ecco le 10 migliori pizzerie d'Italia secondo Tripadvisor

Le 10 miglior pizzerie d'Italia secondo Tripadvisor © Ansa
ansa
Due top ten da leccarsi i baffi: sulla base delle recensioni e opinioni dei buongustai TripAdvisor stila la classifica delle migliori pizzerie e delle migliori città per la pizza in Italia. "Un po’ a sorpresa, la prima pizzeria della Top 10 è in Calabria ma sono Napoli e la Campania a confermarsi regine incontrastate della pizza: a buon intenditor…" commenta Valentina Quattro, portavoce di TripAdvisor in Italia.
A Rende è tutta… “N'ata Cosa” - “Assolutamente una delle migliori pizzerie in città, da provare almeno una volta, ma attenzione, potreste ritornare più e più volte” scrive un recensore a proposito di N’ata Cosa, pizzeria di Rende in Calabria, che si aggiudica lo scettro di miglior pizzeria italiana secondo gli utenti di TripAdvisor. Numerosi recensori la citano come vera pizza napoletana, a dimostrazione che la città partenopea ispira i pizzaioli di tutta Italia. A Modena si trova invece la seconda classificata Pizzeria da Arturo e il terzo gradino del podio è occupato da Pizzeria 'O Sarracin di Nocera Inferiore. Anche il resto della classifica è un tour della penisola, isole comprese, da San Vito lo Capo (Pizza e Sfizi, 4/o) a Treviso (Pizzeria Spillo, 5/o), passando per Golfo Aranci (Pizzeria La Pecora Viziosa, 6/o), Torino (Fratelli Pummaro', 7/o), Avellino (Pizzeria Erreclub di Carmine Ragno, 8/o) e Giulianova (Pizzeria Dal Cilentano, 9/o) e chiudendo con Salerno (Pizzeria La Smorfia, 10/o).
Napule mille culuree… una pizza d’eccellenza - Da poco meno di un anno la pizza napoletana è Patrimonio dell’Umanità e la sua patria non smentisce questo importante traguardo: non solo Napoli risulta la città dove mangiare la migliore pizza in Italia seguita da Salerno, seconda, e in quinta posizione da Avellino ma la Campania domina anche la classifica delle migliori pizzerie con ben tre ristoranti nella Top 10. Terza città della pizza risulta essere Modena seguita da Treviso (4/a) mentre nella seconda parte della classifica si susseguono Trapani (6/a), Latina (7/a), Campobasso (8/a), Cosenza (9/a) e Cremona (10/a).
Centro e Sud Italia battono il Nord - Esaminando entrambe le classifiche, nonostante spazino su gran parte del territorio nazionale, emerge che il Centro e Sud Italia sono generalmente più apprezzati per la loro pizza, con solo Modena, Treviso, Torino e Cremona a rappresentare le pizzerie nordiche nelle due Top 10.
TOP 10 MIGLIORI PIZZERIE IN ITALIA
1. N’ata Cosa, Rende, Calabria
2. Pizzeria da Arturo, Modena, Emilia Romagna
3. Pizzeria 'OSarracin, Nocera Inferiore, Campania
4. Pizza e Sfizi, San Vito lo Capo, Sicilia
5. Pizzeria Spillo, Treviso, Veneto
6. Pizzeria La Pecora Viziosa, Golfo Aranci, Sardegna
7. Fratelli Pummaro', Torino, Piemonte
8. Pizzeria Erreclub di Carmine Ragno, Avellino, Campania
9. Pizzeria Dal Cilentano, Giulianova, Abruzzo
10. Pizzeria La Smorfia, Salerno, Campania

TOP 10 MIGLIORI CITTÀ ITALIANE PER LA PIZZA
1. Napoli, Campania
2. Salerno, Campania
3. Modena, Emilia Romagna
4. Treviso, Veneto
5. Avellino, Campania
6. Trapani, Sicilia 
7. Latina, Lazio
8. Campobasso, Molise
9. Cosenza, Calabria
10. Cremona, Lombardia

Conoscere Napoli attraverso la pizza

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Raccontare il prodotto gastronomico per eccellenza di Napoli attraverso, ma non solo, la storia di quello che oggi viene considerato un simbolo della nuova generazione di pizzaioli doc, ormai vero e proprio brand inconfondibile, in Italia ma anche all'estero: Gino Sorbillo. Il tutto inquadrato in un contesto nel quale la fotografia della pizza è anche l'istantanea di una città e di una regione tra valori, passioni, contraddizioni, insomma emozioni.

E' il progetto editoriale che Francesco Aiello, curatore dell'opera, e Angelo Cerulo (descrive il personaggio, la famiglia e la tradizione) hanno realizzato per un editore di nicchia (dell'Ippogrifo anche 'La nuova cucina di Napoli') partendo dalla considerazione che le categorie con le quali siamo abituati a parlare di gastronomia sono cambiate. E il giovane pizzaiolo di Via Tribunali è, in qualche modo, il paradigma di questa piccola rivoluzione: postmoderno, ha sperimentato nuovi linguaggi comunicativi (ri)lanciando Napoli e la pizza anche attraverso i social.

La storia dei grandi pizzaioli di Napoli è anche la storia della città. Gino Sorbillo, spiegano Aiello e Cerulo, "incarna perfettamente questa aderenza al luogo d'origine, sia perché appartiene a una delle famiglie storiche che hanno legato il loro nome all'arte di fare la pizza, sia perché, nonostante il successo e la notorietà conquistati, ha conservato un rapporto intimo e costante con la città". In equilibrio tra memoria del passato e sensibilità ai gusti contemporanei, l'avventura umana e professionale di Sorbillo testimonia l'attuale valenza culturale della pizza e dei tanti valenti pizzaioli a Napoli e nel mondo, con riflessi che vanno al di là degli aspetti gastronomici del fenomeno. Lungo le pagine del libro, con le fotografie di Pietro Avallone, la storia del protagonista si interseca con elementi storici di una città straordinaria che, rilevano gli autori, "ben prima di ogni moderno fenomeno di globalizzazione alimentare, ha dato al mondo uno dei piatti più conosciuti e apprezzati".

La pizza e Napoli, infatti, nel tempo, sono riusciti a creare una forte immagine comune, quasi una simbiosi che riguarda gli aspetti storici, culturali e tradizionali. L'esistenza di questo complesso patrimonio locale, sorta di 'genius loci', carico di significati e valenze anche simboliche, identifica questa città e rende familiari sia determinati odori e sapori, sia lo stesso paesaggio urbano. Non a caso il racconto della pizza è arricchito dalle testimonianze appassionate di alcuni personaggi che, a diverso titolo, esprimono oggi la cultura, l'economia e la gastronomia di Napoli: dall'intellettuale Jean-Noel Schifano al cuoco pluripremiato Alfonso Iaccarino, dal "re delle cravatte" Maurizio Marinella al presidente uscente della Camera di Commercio Maurizio Maddaloni. E non mancano i profili legati alla birra (con Luigi D'Alise) e col vino (se ne occupa Angelo di Costanzo). Immancabili le ricette, dalla classica marinara alla margherita, da quella col pomodorino giallo del Vesuvio e olive alla pizza col salamino di Faicchio. Un modo per valorizzare i prodotti tipici di tutta la Campania. 
FRANCESCO AIELLO, 'SORBILLO - LA PIZZA DI NAPOLI' (EDIZIONI DELL'IPPOGRIFO, PP.144, EURO 35,00) 
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La formula della pizza perfetta

Per il popolo partenopeo non c'è pace! Dopo il tentativo Arabo di appropriarsi della paternità della pizza, la pietanza più famosa del mondo, è il turno della Scozia! Un nutrizionista scozzese, infatti, in collaborazione con un imprenditore alimentare, avrebbe miscelato una nuova versione nutrizionalmente perfetta del gustoso piatto napoletano. La versione classica della pizza, quella di cui l'intero globo ne fa scorpacciata quotidiana, secondo il dottor Mike Lean dell'Università di Glasgow molto spesso viene composta da ingredienti non del tutto bilanciati, creando così potenziali problemi di linea, salute e digestione.
Questo il motivo principale che avrebbe spinto il nutrizionista scozzese e l'imprenditore alimentare Donnie Maclean a manomettere la leggendaria ricetta napoletana creando, così un piatto, unico, proporzionato e salutare, a prova di linea e colesterolo! E, a detta loro, pare ci siano riusciti, o almeno stando a quanto riportato dalla BBC. Una pizza, di per sé, soddisfa circa il 30% del fabbisogno giornaliero di un adulto per quanto riguarda vitamine, minerali, proteine, calorie e carboidrati. Secondo la BBC, il duo scozzese è riuscito nell'impresa di bilanciare al meglio gli ingredienti, creando di fatto un alimento nutrizionalmente impeccabile da mettere in commercio, dato che  quelli esistenti non lo erano affatto.
Lean, difronte alle telecamere, ha infatti dichiarato: "Abbiamo recentemente studiato dei piatti pronti prodotti dai primi cinque supermercati in Scozia, alimenti comuni consumati in grandi quantità, e sono irrimediabilmente sbilanciati. Essi contengono sale, tanto quanto si dovrebbe assumerne in un intero giorno o più". Lean aggiunge anche che, paradossalmente, molti grassi saturi e altre sostanze nutritive sono completamente assenti; un aspetto molto negativo per un pietanza che rappresenta un terzo della nostra alimentazione quotidiana.
 La nuova versione della pizza "light" metterà in panchina il sale compensandolo con le alghe, ricche di iodio, vitamina B12 e altri componenti nutritivi. Il peperone rosso e il peperone, alimenti che insieme aumentano il contenuto di Vitamina C, A, potassio e folati, saranno i protagonisti indiscussi della nuova pizza che presto troveremo in commercio in forma surgelata. Ne siamo certi, nella mente di ogni lettore si è insidiato  un amletico quesito: buona o non buona?