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Turismo per tutti. Si crea “l’Europa senza barriere”

Puntare a un’Europa senza barriere, a un turismo in grado di concedere a tutti l’opportunità di viaggiare e conoscere le bellezze culturali, artistiche ed enogastronomiche dei paesi che ci circondano. È questo l’obiettivo di “Europe Without Barriers”, un importante progetto legato al bando della Commissione europea ‘Design, Implementation and Marketing of Accessible Tourism Itineraries’, promosso dalla Dg Impresa e Industria, e partito proprio in questi giorni per far crollare quelle barriere internazionali che ancora oggi impediscono troppe volte a persone diversamente abili di poter partire e godere a pieno di ogni singolo aspetto della vacanza prescelta.

La parola chiave del turismo è ‘accessibilità’

La finalità del progetto, coordinato dalla società Sm Italia, istituita su iniziativa di Aism, sta proprio nella creazione di itinerari turistici accessibili a tutti. La parola chiave è proprio accessibilità. È necessario estendere infatti tale concetto alle istituzioni, agli enti, operatori e a tutti coloro che lavorano nel settore viaggi e creare sinergie comuni per offrire un servizio turistico a 360 gradi. A tal fine nasce “Europe Without Barriers”, un percorso che fino al 2016, anno in cui terminerà, si prefigge di realizzare pacchetti turistici accessibili e itinerari internazionali aperti anche e soprattutto alle persone con esigenze speciali, non vedenti, con disabilità psicologica o intellettiva, audiolese, ma anche anziani, donne in gravidanza e tutti coloro che per svariati motivi possano avere delle difficoltà nell’organizzare e godere a pieno una vacanza.
futuroquotidiano.com

#Turismo, ambiente e pesca possono andare di pari passo come volano di sviluppo

di Enrico De Col
BELLUNO. Turismo, ambiente e pesca possono andare di pari passo come volano di sviluppo per la provincia.
È questo il messaggio che vuole trasmettere il convegno “Pesca turismo nelle Dolomiti: innovazione e sostenibilità”, organizzato dalla Federazione provinciale dei pescatori per questa mattina alle 10 nella sala Muccin del Centro Giovanni XXIII a Belluno. Il sodalizio, che raggruppa la quasi totalità dei bacini di pesca della provincia, vuole proporre un primo momento di discussione sul tema, presentando anche varie attività svolte nei quasi due anni dalla fondazione, tra cui si segnale la mappatura interattiva delle zone idriche bellunesi e tanti altri progetti finanziati.
«Molto spesso – spiegano i referenti della Federazione il segretario Claudio Canova e il presidente Luigi Pizzico – si organizzano convegni per chiedere qualcosa. Noi invece vogliamo presentare una serie di opportunità che derivano dal connubio tra pesca e turismo, che vanno nella direzione del rispetto ambientale dei nostri laghi e fiumi. Non trascuriamo la possibilità di creare occupazione per il nostro territorio, apprezzato in tutta Italia per le sue qualità uniche e gli ambienti incontaminati, che richiama tantissimi appassionati di pesca anche da fuori provincia. Noi siamo a disposizione del territorio, grazie anche all'azione di volontariato (la federazione infatti non ha scopo di lucro) di tanti nostri soci e simpatizzanti dei vari bacini: sta alle amministrazioni locali e agli enti privati cogliere queste occasioni».
Tra i relatori presenti all'assise ci sarà il sociologo Diego Cason che parlerà della situazione socio-economica del fenomeno, Matteo De Falco direttore del seguito programma Sky “Canale pesca” che di recente ha fatto alcuni servizi speciali sul bellunese e Loris Paoletti dell'Assi Onlus che parlerà della disabilità e pesca sportiva, alla luce di recenti installazioni per superare le barriere architettoniche come delle piattaforme per le carrozzine. Presente anche il mondo degli enti turistici con il Consorzio Belle Dolomiti, le scuole con una classe dell'istituto Catullo ad indirizzo turistico e il mondo della politica locale, tra cui è previsto un intervento a tema del senatore Giovanni Piccoli.
corrierealpi

Ecco le 10 piste da sci più belle del Nord. Tour sulle migliori cime dell’arco alpino in avvio di stagione

di Ida Bini

Più 3 percento: è questo l’incremento rispetto allo scorso anno degli arrivi secondo i dati dell’Osservatorio turistico della montagna italiana per la stagione invernale che sta per cominciare. E’ positivo il bilancio del comparto del turismo invernale in montagna, che nel nostro Paese rappresenta l’11,3 percento del sistema turistico complessivo. Le mete per gli appassionati di sci e di passeggiate tra i boschi sono tantissime e ognuna risponde alle diverse esigenze: su tutto l’arco alpino, da est a ovest, le stazioni sciistiche, in apertura da fine novembre ai primi di dicembre, sono sempre più innovate, accoglienti, sicure e comode, condizioni fortemente richieste da tutti gli appassionati di montagna. Nei migliori comprensori italiani ai bellissimi paesaggi si affiancano impianti di risalita, strutture ricettive e servizi all’avanguardia e di alta qualità, oltre all’offerta di appuntamenti allettanti e di tradizioni da riscoprire. A pochi giorni dall’inaugurazione della stagione, ecco una personale classifica delle dieci piste più belle e invitanti d’Italia.

1) Olimpia delle Tofane è la spettacolare pista di Cortina d’Ampezzo, mondana ed elegante cittadina delle Dolomiti bellunesi. Il tracciato, sede dal 1993 delle gare di Coppa del mondo di sci femminile, si trova sul versante nordovest della conca d’Ampezzo, ai piedi del monte Tofane: parte a 2.300 metri dal rifugio Pomedes, compie un tratto abbastanza tranquillo per poi piombare in mezzo ai due roccioni con una pendenza mozzafiato. La pista alterna rettilinei a grandi curve, canaloni a muri impegnativi e finisce nel bosco con muretti sempre più ripidi che si affrontano a velocità piuttosto elevate. Le montagne che circondano Cortina - le cime del monte Cristallo e delle Tofane - offrono 140 chilometri di piste per lo sci alpino e avveniristici trampolini per il freeride e lo snowbord, piste da bob, snow rafting e slittino ad alta velocità, oltre a splendidi anelli dove praticare lo sci di fondo tra boschi e laghetti alpini. La stagione sciistica inizia il 29 novembre. Info:www.dolomitisuperski.com

2) Saslong è la mitica pista nera di 3 chilometri e mezzo che corre lungo i pendii del Ciampinoi a Santa Cristina, cuore della Val Gardena. Da decenni, su questo adrenalinico tracciato del comprensorio Sella Ronda, si sfidano i campioni del mondo della discesa libera e del superG: si parte da 2.254 metri d’altezza e si scende velocemente attraverso muri di neve fino agli impianti di risalita di Santa Cristina. E’ un tracciato pensato per gli sciatori più esperti perché presenta molti muri e zona ghiacciate che aumentano le difficoltà e la velocità. Saslong, che prende il nome dall’imperante vetta Sassolungo, è stata premiata da riviste specializzate del settore come la pista più bella d’Italia per le caratteristiche tecniche e per la presenza di paesaggi mozzafiato sulle vette dolomitiche del Sassolungo, del Puez e del gruppo del Sella. Nei dintorni si aprono chilometri e chilometri di piste di diverse difficoltà e per ogni sport invernale: dallo sci alpino alle scalate su cascate di ghiaccio e alle ciaspolate, anche notturne. La stagione sciistica inizia il 5 dicembre. Info:www.valgardena.it

3) Ventina, 11 chilometri di divertimento e adrenalina, è la pista più famosa e sfavillante del comprensorio Breuil-Cervinia Valtournenche, in Valle d’Aosta. Il percorso, dominato dal Cervino (Matterhorn) con i suoi 4.478 metri di altezza, parte dai 3.500 metri del Plateau Rosa, all’uscita della grande funivia, con vista sul monte Bianco, sul Gran Paradiso e sulle cime della Svizzera e scende fino ai 2.000 metri di Cervinia. La pista ha caratteristiche da rossa con gobbe e serpentine ma è accessibile anche per gli sciatori meno esperti perché è larga e panoramica. Il comprensorio Breuil-Cervinia, tra Italia e Svizzera, offre più di 200 chilometri di piste per lo sci alpino, adatte a ogni livello di difficoltà; 13 chilometri per lo sci di fondo; 2 snowpark (uno è il più alto d’Italia) e 3 aree dedicate ai bambini. La stagione sciistica è già partita. Info: www.cervinia.it

4) Kandahar Banchetta Giovanni Nasi è il tracciato da discesa libera più famoso della Via Lattea, uno dei caroselli sciistici più grandi al mondo che offre più di 400 chilometri di piste e riunisce i comprensori di Sestriere, San Sicario, Sauze d’Oulx in Piemonte e Montgenègre in Francia. Il tracciato, che scende dai 2.807 metri del monte Motta fino a Sestriere, è sinuoso ed è pensato per gli sciatori esperti che vogliono cimentarsi in curve mozzafiato e in veri muri adrenalinici, come quello che corre parallelo allo skilift. Lungo il percorso la pista diventa più tranquilla e larga, quindi più affollata di sciatori, fino all’arrivo nel bosco, dove ricominciano i muri impegnativi e i curvoni veloci. Il tracciato è dedicato all’imprenditore Nasi, imparentato con la famiglia Agnelli, che contribuì a fondare la località di Sestriere da semplice colle innevato a grande stazione sciistica. Le piste del comprensorio ospitano da sempre grandi campioni dello sci, dal mitico Zeno Colò ad Alberto Tomba, e importanti appuntamenti sportivi: qui si è svolta per la prima volta nel 1967 la Coppa del Mondo, nel 1997 i Mondiali di sci e le Olimpiadi nel 2006. La stagione sciistica inizia il 6 dicembre. Info:www.consestriere.it
5) Swatch Mottolino Snowpark è la mecca del freestyle di Livigno, località valtellinese disposta su un altopiano a 1.800 metri di quota, quasi al confine con la Svizzera. Il divertente e adrenalinico parco del Mottolino è il luogo ideale per chi ama praticare lo snowbord e fare salti acrobatici sulla neve: suddiviso in 5 linee – dalla XS pensata per i livelli più bassi alla XL – è tra i migliori palcoscenici d’Italia per esibizioni internazionali e terreno d’allenamento per i più forti freeskier e snowboarder d’Europa. Sorge a 2.400 metri d’altezza nei pressi del rifugio M’eating Point, lo snowpark è servito da una seggiovia 4 posti ad agganciamento automatico ed è lungo 700 metri. Il comprensorio di Livigno, da Carosello 3.000 al Mottolino, offre anche 12 piste nere, 37 rosse e 29 blu per principianti o per chi scia con i bambini; 30 chilometri di piste per lo sci di fondo e l’attrezzatissimo snowpark Amerikan con 12 rail e 2 jump, ideale per chi ama fare acrobazie. La stagione sciistica inizia il 19 dicembre ma il parco e molte piste aprono il 29 novembre. Info: www.livigno.eu/it

6) Si chiama Paradiso la mitica pista del passo del Tonale, anfiteatro naturale che delimita la Val di Sole dalla Vallecamonica, tra Lombardia e Trentino, adagiata all’ombra del ghiacciaio del Presena. Il tracciato, aperto dal 1963, ha fatto la storia dello sci alpino: è una pista nera, lunga 3 chilometri, che parte da passo Paradiso a 2.585 metri d’altezza con un dislivello di 734 metri, caratterizzata da continue serpentine e da muri che arrivano fino al Tonale, dove si giunge in piena velocità. È una pista molto tecnica, esposta a nord, quindi con molti tratti ghiacciati. Dal ghiacciaio a fondo valle c’è anche la sorprendente pista Tonalina, che scende fino a Ponte di Legno per undici chilometri. Gli impianti di risalita per le piste del ghiacciaio sono già in funzione. Info: www.passotonale.it

7) La pista Gran Risa, nel cuore del comprensorio altoatesino dell’Alta Badia e sede delle gare della Coppa del mondo maschile di slalom gigante, è la storica pista dove il grande campione di sci alpino Alberto Tomba ha gareggiato più volte. Si parte dai 2.077 metri di Piz La Ila, all’uscita della funivia, e si arriva dopo 650 metri di dislivello al paese di La Villa. Dal muro iniziale del tracciato, un cartello indica due percorsi: a destra c’è la variante più facile mentre a sinistra parte quella più difficile e famosa, consigliata solo agli sciatori più esperti, cioè la pista nera numero 17 dedicata a “Tomba la bomba”. Il percorso, lungo oltre un chilometro con un dislivello di ben 448 metri, attraversa un bellissimo bosco di conifere. La stagione sciistica inizia il 5 dicembre. Info: www.altabadia.org

8) Trametsch è la pista più lunga dell’Alto Adige a Bressanone e una delle più impegnative con pendenza del 65 percento. Il leggendario tracciato misura 9 chilometri ed è classificato come pista nera più per la durata che per le caratteristiche tecniche, comunque assai impegnative. Il tracciato parte dal rifugio Plose a 2.446 metri d’altezza e scende seguendo le curve morbide e i larghi pendii della cima, da cui si gode un paesaggio mozzafiato sul gruppo delle Odle. Poi, a Valcroce, la pista si infila nel bosco con curve improvvise e bruschi cambi di pendenza con una magnifica veduta sulla Valle Isarco; dopo la stazione intermedia la pista si restringe e aumentano curve e dossi. Nel comprensorio si possono effettuare ogni genere di sport invernale su più di 40 chilometri di piste e, in particolare, lo slittino su RudiRun, la pista naturale più lunga dell’Alto Adige. La stagione sciistica inizia il 6 dicembre. Info: www.plose.org

9) La pista della Marcialonga della Val di Fiemme e Fassa è tra i tracciati “top” per chi pratica il fondo. Qui da 40 anni, a fine gennaio, si svolge la storica competizione di sci di fondo, che attraversa boschi di abeti rossi, distese di neve bianca e stretti passi in un tracciato spettacolare, lungo 70 chilometri. La pista, che si percorre con gli sci ma anche con le ciaspole e le racchette da neve, si snoda tra le vallate e i borghi delle Val di Fassa e di Fiemme, da Moena a Predazzo. Tra le curiosità del tracciato c’è il più esteso bosco dell’arco alpino, dove tra più di sessanta milioni di alberi sorge l’evocativa “foresta dei violini”, i rarissimi abeti rossi il cui legno veniva utilizzato da Antonio Stradivari e da altri grandi maestri liutai del Seicento e del Settecento. Va anche ricordato che lo sci di fondo nacque proprio nelle valli di Fiemme e Fassa come mezzo di spostamento; oggi si pratica nel SuperNordicSkipass, il primo e più grande circuito italiano per lo sci di fondo che comprende 150 chilometri di piste di Passo Lavazé e di lago di Tesero e degli anelli di Bellamonte e dei paesi del fondovalle uniti alla pista della Marcialonga. La stagione sciistica inizia il 29 novembre. Info:www.valdifiemme.it

10) La pista Franco Berthod, a La Thuile in Valle d’Aosta, è considerata una delle più difficili e spettacolari dell’arco alpino per la presenza di neve ghiacciata e di muri con fortissimi dislivelli. Omologata per le gare di Coppa del mondo di sci alpino, è introdotta dall’inquietante cartello “pista per sciatori esperti”. E c’è da crederci perché dossi e muri richiedono una buona preparazione tecnica. Il comprensorio offre oltre 160 chilometri di piste, anelli e tracciati per ogni tipo di sport invernale. La stagione sciistica inizia il 20 novembre. Info: www.lathuile.it

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Centro e Sud d’Italia sugli sci: le 7 piste più belle

di Ida Bini

Per gli appassionati di montagna e di sport invernali anche le regioni centrali e meridionali d’Italia offrono accoglienti comprensori sciistici con piste avvincenti, alcune delle quali particolarmente amate e spettacolari. Tra queste la più bella, secondo una classifica stilata da autorevoli riviste specializzate, è la direttissima Monte Pratello di Rivisondoli, in Abruzzo, seguita dalle piste toscane dell’Abetone, disegnate dal grande campione Zeno Colò. Oltre a queste due rinomate località, esistono anche piste suggestive con vista mare e tracciati morbidi tra gli Appennini, tutti da scoprire.

1) La pista Direttissima di Rivisondoli è un vero gioiello, lungo poco più di due chilometri, che fa parte del comprensorio più esteso del centro-sud Italia, lo Skipass Alto Sangro in Abruzzo, con 150 chilometri di piste da discesa e 60 di anelli per fondisti. Il tracciato parte da 2.000 metri sul monte Pratello di Roccaraso-Rivisondoli, vicino alla stazione d’arrivo della cabinovia a 6 posti, con una magnifica vista sulla grande area sciistica, Pizzalto, Aremogna e le montagne circostanti, dominate dalle Toppe del Tesoro. Superato il muro iniziale, la pista nera prosegue con numerosi cambi di pendenza e curve emozionanti per diventare più accessibile nella seconda parte, che tuttavia risulta molto veloce e tecnica. Verso la fine del percorso incontra l’altro tracciato nero del comprensorio, la pista Del Bosco, che proviene da destra e che arriva fino a valle unendosi, alle facili M1 Azzurra e P1 Fontanile. Per poter ospitare alcune gare internazionali il tracciato è stato modificato con dossi e con la riduzione dei tre cambi di pendenza iniziali. La stagione sciistica inizia ufficialmente il 13 dicembre. Info: www.skipassaltosangro.net

2) All’Abetone, in Toscana, si scia sul monte Gomito lungo la spettacolare Colò 3, una delle tre piste disegnate nel 1974 da Zeno Colò, grande campione olimpionico degli anni Cinquanta. Il tracciato è molto bello per i paesaggi mozzafiato che offre e per le sue qualità tecniche - continui cambi di pendenza e curve strette - che tuttavia possono essere affrontati anche dagli sciatori meno esperti. L’Abetone è senz’altro la stazione sciistica più famosa e tra le più frequentate dell’Appennino per la presenza di 50 chilometri di piste, di ogni livello di difficoltà, che ospitano gare di Campionati internazionali di sci. Oltre ai 30 tracciati, l’area offre anche 18 chilometri di piste da fondo e numerosissimi sentieri tra i boschi dove camminare e ciaspolare. La stagione sciistica inizia il 29 novembre. Info: www.abetone.it

3) Emozioni e adrenalina alle stelle sulle piste rosse di Etna Nord in Sicilia, dove si scia sul grande vulcano con vista sul mare. E’ un’esperienza unica scendere immersi in un paesaggio che regala contemporaneamente il candore della neve, il nero della roccia lavica e il blu dello Ionio che bagna la costa catanese. Le piste, dominate dall’imponente cratere di 3.350 metri, si trovano tra i 1.800 e i 2.400 metri d’altezza nell’area sciistica di Piano Provenzana-Linguaglossa, che offre complessivamente 6 piste di cui 4 rosse – Coccinella, monte Conca alto e due Anfiteatro – e 2 blu - monte Conca basso e la baby Tanaurpi - servite da una seggiovia e 3 skilift. L’altro comprensorio sciistico è Etna Sud e si estende da Nicolosi a Montagnola per circa 20 chilometri con 6 skilift e un’ovovia. L’area sciistica del grande vulcano offre anche numerose piste per chi pratica lo sci di fondo: Piano Vetore, vicino a Nicolosi, Piano Provenzana e l’anello di Maletto. La stagione sciistica inizia il 3 gennaio 2015 mentre quella del comprensorio Etna Sud è anticipata al 13 dicembre. Info:www.etnasci.it

4) La pista Rossa di Camigliatello Silano è un suggestivo tracciato di due chilometri, ampio e sinuoso, sulla Sila centrale, il più esteso altopiano d’Europa nel cuore della Calabria, dove si scia e ci si sposta con le slitte trainate dai cani. E’ una vera sorpresa e un’insolita destinazione nel più grande bosco d’Italia, 150 mila ettari di immense foreste primordiali, intervallate da pianori e altopiani, boschi di conifere, distese innevate a perdita d’occhio e vette che variano tra 1.368 e i 1.765 metri, in provincia di Cosenza. A circa 1 chilometro dal centro di Camigliatello, presso il rifugio del Tasso, partono gli impianti di risalita che arrivano in quota sul monte Curcio, da dove si scende sull’impegnativa pista Rossa o sulla Blu, più facile e lunga. Nella parte bassa, dove confluiscono i due tracciati, si trova un campetto pianeggiante con scuole di sci per principianti. Il comprensorio sciistico di Camigliatello Silano offre nel complesso 60 chilometri di piste, numerosi anelli per fondisti, aree specializzate per lo snowboard e sentieri per fare escursioni con le ciaspole, le racchette da neve, con le motoslitte o a cavallo. La stagione sciistica inizia il primo gennaio 2015. Info: www.calabriaski.it

5) La pista Del Caprio è la più famosa e tra le più frequentate della stazione di Campitello Matese-San Massimo, in Molise. Il tracciato rosso parte dall’omonima seggiovia di Monte Miletto, a 1.890 metri d’altezza, e scende al Pianoro per poco più di 2 chilometri. La pista Del Caprio, assieme al tracciato Cristallo, ha ricevuto l’omologazione della Federazione internazionale di sci per poter disputare gare di Coppa del Mondo. Campitello Matese, frazione di San Massimo, è la più rinomata località sciistica del Molise con 40 chilometri di piste e 7 impianti di risalita che accolgono diverse discipline sportive, dallo sci alla mountain bike, dall’arrampicata su roccia allo sci di fondo con tre anelli di varia difficoltà. L’apertura della stagione sciistica è prevista per il 6 dicembre. Info:www.campitello.com

6) La pista nera Direttissima Paletta del comprensorio sciistico del Cimone, il più grande dell’Emilia Romagna, è tra le più ambite dell’Appennino centrale. Il tracciato scende da Pian Cavallaio fino al Passo Lupo con continui cambi di pendenza e tratti bellissimi ma molto impegnativi. Oltre alla discesa nera Catinaccio, le piste dell’area sciistica del Cimone sono quasi tutte rosse, cioè di media difficoltà, e si snodano per 50 chilometri tra le vette del monte Cimone e del Cimoncino, alti rispettivamente 2.165 e 2.000 metri. Il comprensorio è una delle mete preferite dagli snowborder per l’alto numero di percorsi fuori pista. Infine, va segnalato il baby- park Cimonelandia, in località Lago della Ninfa, attrezzato parco dei divertimenti sulla neve per gli sciatori più piccoli. L’apertura della stagione è prevista per il 6 dicembre. Info: www.cimonesci.it

7) Sempre sull’Appennino bolognese si scia sulla pista Tomba 1, a Corno alle Scale, l’unica stazione in provincia di Bologna, tra i monti Cornaccio e Cupolino. Il tracciato, intitolato al grande campione Alberto Tomba che si allenava in questo comprensorio, è una pista rossa di 2 chilometri e mezzo con più di 500 metri di dislivello. L’area offre 15 chilometri di piste per lo sci alpino, due anelli di 8 chilometri per il fondo, uno snowpark attrezzato per gli snowbordisti e un babypark, collegati da 5 seggiovie, uno skilift e due tapis roulant. Belli sono gli itinerari nei pressi dei rifugi Le Malghe e Duca degli Abruzzi. L’apertura della stagione sciistica è prevista per il 6 dicembre. Info: www.cornosci.it

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Boom di libri di cucina, il vero gusto è dei volontari


Mentre siamo in attesa di leggere lo stato di salute dell'Italia, secondo l'annuale rapporto del Censis, succede di registrare contraddizioni e paradossi. Come il numero 1.048, ovvero i titoli di libri di cucina usciti in un anno: il doppio rispetto a 10 anni fa. A spingere questa mole di carta sono le trasmissioni televisive, gli chef diventati star e quant'altro. Il paradosso, tuttavia, è che in Italia si registra un altissimo numero di persone che hanno accesso insufficiente al cibo: ben sei milioni di persone, di cui un milione e mezzo di minori.
Ora, tutto questo – potrebbe ribattere l'alzaspalle di turno – fa parte delle contraddizioni di qualsiasi Paese, anzi, altrove è anche peggio. Ma di certo non vogliamo pensare che sia la politica del tanto peggio (altrove) tanto meglio (da noi) che abbia ispirato il ministero dell'Agricoltura a dire, almeno in un primo momento, che adesso ci sono altre priorità, per cui i rappresentanti del Banco Alimentare nemmeno sono stati ricevuti. 
L'ho letto su queste pagine e qualcosa non mi è tornato: come può essere accantonato il bisogno di sei milioni di persone che devono nutrirsi come tutti, tutti i giorni? (ma ieri, per fortuna, è stato annunciato un cambio di rotta). A questo punto si intuisce che alcune misure tanto sbandierate non scalfiscono una situazione di fondo, che invece richiede un progetto. Ma chi ci sta pensando? 
L'altra sera ero a cena con quattro imprenditori e, chiacchierando, ho scoperto che la domenica mattina si erano ritrovati alla mensa dei frati francescani per far da mangiare ai poveri. E parlavano di cosa avevano cucinato e del perché era importante che tutto fosse buono, presentato bene, su una tavola apparecchiata. Hanno acquistato tutto loro, lo hanno cucinato, dopo aver lavato per terra e creato un ambiente accogliente. Ho chiesto loro, stupito: che cosa vi ha portato lì? «I nostri figli – mi hanno risposto –, perché abbiamo scoperto che facevano quel gesto; quando s'è posto il problema di coprire dei turni, abbiamo chiamato a raccolta altri». 
Ed eccoli, questi imprenditori, anche di successo, che vivono quello che si chiama laicamente "principio di restituzione" e cristianamente risposta ai segni che si colgono nel vivere. Ascoltandoli mi sono commosso, perché ho visto il legame fra gli appassionati di cucina e il bisogno. Se i primi non hanno nell'orizzonte di una passione, anche il bisogno, il gusto (che è per tutti, perché tutti lo percepiscono) diventa un'ipocrisia. 
Fare invece da mangiare per l'altro, e bene, significa annunciare qualcosa che esiste e che parla. Piccoli gesti, come quello che tutti potremo fare il 29 novembre durante la Colletta alimentare. E dobbiamo farlo oggi più che mai, nel caso qualcuno che ne ha responsabilità non facesse il suo piccolo gesto, che gli compete, di ascoltare i volontari per costruire un progetto. È un'urgenza.
avvenire.it

Meno burocrazia per salvare l'agroalimentare

L'agroalimentare italiano tiene testa alla crisi, ma corre sull'orlo del baratro. È il messaggio lanciato qualche giorno fa da Agrinsieme - che riunisce organizzazione agricole e cooperative -, e Nomisma con un rapporto che ha messo in fila numeri positivi e prospettive incerte.
Stando a produttori e coop, tra 2007 e 2013 il comparto ha registrato una crescita del valore aggiunto del 6% (a prezzi correnti) contro la flessione, rispettivamente del 18% e dell'11%, segnata nello stesso periodo dal manifatturiero e dalle costruzioni. A preoccupare, tuttavia, è il calo dei consumi interni (-14% dal 2007 al 2013), al quale si contrappone un export positivo che non corre però ai ritmi di quello della concorrenza di altri Paesi. Basta pensare, dice la ricerca, che la Germania, solo sui prodotti trasformati, esporta il doppio dell'Italia (54 miliardi contro 27), mentre la Francia arriva a 43 miliardi. In questo modo, nonostante le esportazioni agroalimentari italiane abbiano registrato una crescita negli ultimi 10 anni, la quota di mercato detenuta dall'Italia a livello mondiale è diminuita dal 3,3% al 2,6%. Condizione che deve far pensare, visto che il futuro del settore pare si giochi proprio oltre confine, con un forte aumento della domanda di alimenti.
La morale è semplice. C'è, è stato spiegato, un enorme potenziale di crescita sui mercati internazionali, ma la forza del brand del made in Italy non è oggi supportata da una produzione e distribuzione altrettanto solide. I punti deboli sono conosciuti da tutti: un tessuto di imprese in gran parte di piccole dimensioni che stentano a organizzarsi nella competizione sui mercati esteri, costi produttivi troppo elevati (a cominciare dalle spese per l'energia), una logistica complicata e una burocrazia che frena l'espansione delle imprese. Tutto senza contare il peso delle cosiddette "strutture intermedie".
Che fare di fronte a tutto questo? Risolvere i problemi prima che aggravino la situazione; puntare quindi ad aziende economicamente più grandi, a costi energetici più bassi, a cooperare di più e litigare di meno. Sperando anche in qualche effetto positivo del piano Agricoltura 2.0 che il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha presentato proprio in coincidenza con il rapporto Agrinsieme-Nomisma. Un insieme di misure che, ad esempio, prevede un taglio della burocrazia per oltre 1,5 milioni di aziende agricole attraverso sei nuovi strumenti come la la domanda per i fondi europei della precompilata e l'anticipo a giugno per tutte le aziende del pagamento del 100% degli aiuti. Prevista anche l'anagrafe unica delle aziende agricole, una Banca dati unica dei certificati, un solo fascicolo aziendale e un'unica domanda di aiuto.
avvenire.it