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Il banchetto delle scimmie per propiziare il turismo

Per le scimmie di Lopburi, a nord di Bangkok, è una giornata speciale. Come ogni anno per propiziare il turismo si svolge il Monkey Buffet Festival, in cui viene offerto alle scimmie, per cui la città è famosa, un sontuoso banchetto a base di frutta e leccornie. Questo anno c'erano 2.500 chili tra alimenti e bibite analcoliche per un valore di quasi 10 mila euro.
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Passeggero n.500 mila per Lot, flash mob in aeroporto. Sulle note di Mamma Mia degli Abba, video spopola su Youtube

La compagnia aerea polacca Lot festeggia il passeggero numero 500mila dei dreamliner con un vero e proprio flash mob, sulle note di Mamma Mia degli Abba.
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Neve italiana. La guida low cost

di Lucia Galli

L'apertura della stagione dello sci è alle porte. Dal Piemonte al Friuli, da Courmayeur a Cortina, idee e suggerimenti per una vacanza a basso costo senza rinunce

Ancora 48 ore. Poi tutti sugli sci. Il vernissage di stagione è fra sabato 29 novembre e l'Immacolata. Da Ovest ad Est sulle Alpi la neve è arrivata ovunque e il minimo comun denominatore delle emozioni è un 30 per cento di sconto sullo ski pass con la "prestagione" natalizia. Bimbi gratis fino a 8 o 10 anni, se sciano con mamma e papà e per sognare da campioni ben quattro gare di coppa del Mondo fra Alto Adige, Trentino e la new entry Santa Caterina in Lombardia. Ecco le prime novità coi fiocchi. 

TRENTINO 
Costa 36 euro sciare in Val di Fassa fra Carezza, Fedaia, Canazei, Moena e Ciampac (www.fassa.com), poco di più, 39 euro, per le Tre Valli, Passo San Pellegrino e Alpe Lusia. Re Laurino non si era sbagliato, scegliendo come dimora i 230 chilometri di piste collegate dal circuito Sellaronda. Questo è anche il regno leggendario dello sci Nordico con la scalata all'alpe Cermis (10 e 11 gennaio) e la Marcialonga (25 gennaio) che unisce le "terre" di Fiemme (www.visitfiemme.it) e Fassa. A Madonna di Campiglio, l'altra regina del Trentino, scalda i motori la pista 3-Tre (www.3trecampiglio.it) che ospiterà lo slalom di Coppa del Mondo il 22 dicembre con pacchetti per tifosi "non campioni" a partire da 299 euro per tre notti, tre giorni di skipass e un posto tribuna per godersi la gara (www.visittrentino.it). 

ALTO ADIGE E VENETOPer festeggiare i suoi primi 40 anni, il Dolomiti superski, indiscusso passepartout delle crode patrimonio Unesco, propone "SuperBirthday": 40 euro di sconto dal 21 al 26 dicembre e poi a fine stagione 2015 per chi acquisti uno skipass di quattro giorni. In pratica si scia gratis un giorno su quattro nelle dodici valli della ski area. Cortina d'Ampezzo compresa: anche nella capitale del jet set fioccano novità declinate sul gusto e sulla storia. Come il Tour Gourmand per scoprire - accompagnati da un sommelier - le migliori baite, ed annessa cantina oppure l'itinerario, sci o ciaspole ai piedi (due ore con merenda, 300 metri di dislivello), dedicato alla Grande Guerra, organizzato dal Rifugio Col Gallina e dalle Guide alpine (
www.lagazuoi5torri.dolomiti.org). 

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FRIULI VENEZIA GIULIAPassando ad Est, il Friuli Venezia Giulia non alza i prezzi, bloccati a 22.50 euro per Forni di Sopra - Sella Nevea e 24.50 a Tarvisio - Zoncolan (32 e 35 eula ro da Natale in poi), e vanta un record: i baby sciatori sciano sempre gratis (sotto i 10 anni). Entro il 19 dicembre, e nel 2015 dal 7 gennaio al 1° febbraio e dal 16 marzo a fine stagione, il pacchetto "Happy family" fa rima con 165 euro per tre giorni in mezza pensione: i bimbi in camera con mamma è papà, non solo sciano ma dormono anche gratis, i genitori hanno lo skipass free (www.promotur.org). 

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LOMBARDIA 
Dal 10 gennaio all'8 febbraio 2015 sci gratis fino a 10 anni, accompagnati da mamma o papà (skipass prenala talizio 39 euro) anche al passo del Tonale, vista Adamello dove invece fino al 19 dicembre i genitori pagano 33 euro e i bimbi solo 9.90 euro. Sempre in Lombardia, il "piccolo Tibet" di Livigno con 115 chilometri di poste per la discesa e 30 per il fondo rinnova la sua vocazione al freeride: fuoripista, ciaspole o scialpinismo,si rafforza la collaborazione con le guide alpine per il servizio quotidiano di news aggiornate e itinerari bonificati su dove scorrazzare in sicurezza. Alle famiglie sono dedicate le settimane "Kids go free": dal 24 al 31 gennaio e dal 21 al 27 marzo i bimbi fino a 12 anni sciano e soggiornano gratis con due genitori paganti. 


VALLE D'AOSTALa "vallée" è il nostro Himalaya e per contemplare (quasi) tutti i 4.000 "italiani" l'indirizzo giusto è Pila dove si arriva comodi in ovovia da Aosta, 70 chilometri di piste, prezzo bloccato a 38 euro, bimbi gratis fino a 8 anni e sconto 30 per cento fino a 13 anni. Courmayeur, invece, si regala un nuovo 5 stelle e inaugura la stagione col Noir festival della letteratura dal 9 al 14 dicembre: fra gli ospiti Jeffery Deaver e Dario Argento. Skipass a 46 euro e pacchetti per mini break romantici di tre o sei giorni da 223 euro a persona. (www.courmayeurmontblanc.it). 

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PIEMONTENella Via Lattea delle Olimpiadi 2006, prezzo bloccato dallo scorso anno a 36 euro (35 on line, 47 per sconfinare in Francia). Qui il giornaliero è molto più di uno skipass, ma apre ad un mondo di golose convenzioni: ingressi gratuiti ai musei civici di Torino, sconti alla Coop, Longoni, Cisalfa e alle terme del gruppo QC ( fra cui Torino, Roma, Milano). Per lo sci e il dopo sci.
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Mercatini: Scoprire Merano a Natale e dintorni

di Massimo Panico

Vallate con panorami eccezionali, ottimo cibo, prodotti artigianali e mercatini tipici. La città altoatesina ha molto da offrire in vista delle Feste. E con lo sci a due passi

Merano da vivere tutto l'anno. La cittadina dell'Alto Adige e le sue splendide vallate offrono una varietà di possibilità che fanno di questo territorio tutto da scoprire meta ideale anche in autunno. Dalla Val Venosta, passando per la Val Passiria, la Val d'Adige e la Val d'Ultimo è un susseguirsi di meravigliosi borghi e comuni che negli anni hanno fatto del turismo la propria risorsa naturale. Ed è proprio in questo periodo che si possono visitare questi territori e immergersi nel Törggelen un'antica tradizione in cui i contadini invitavano a degustare il vino fatto in casa accompagnato da cibi prevalentemente a base di castagne. 

La prima distinzione da fare nella scelta del posto, magari dopo una bella passeggiata in montagna, è quella che c'è fra Buschenschänke  e Hofschänke che sono in realtà le osterie dei contadini dei masi. I Buschenschänke sono situati nelle zone vitivinicole e la loro licenza prevede tassativamente la produzione e la vendita di vino proprio. Gli Hofschänke , invece, servono piatti tipici della gastronomia altoatesina accompagnati da un buon bicchiere di vino altoatesino che però non producono loro stessi. In compenso gli Hofschänke servono carne di allevamento e produzione propria. 

Per Merano e i suoi dintorni, ma anche in tutto l'Alto Adige, i prodotti dei masi rappresentano un'immensa risorsa sia per l'economia, sia per il turismo. La garanzia di genuinità di frutta, verdura, salumi, latte e latticini attrae molto la gente che sceglie di mangiare in modo genuino. Fra i tanti posti da visitare si può andare a Lagundo, a pochi chilometri da Merano, dove c'è il Schnalshuberhof, al cui interno, nella stube bio-contadina protetta dalle Belle Arti, si respira un fascino del tutto particolare. Oppure si può scegliere di inoltrarsi verso la Val D'Ultimo al Pfrollnhof con il pane contadino fatto in casa dalla contadina Zita che offre un eccellente companatico ai saporiti salamini affumicati e alla carne bovina, sempre affumicata. E ancora, a Naturno ecco il Pirchhof, un maso che sorge sul Sonnenberg, nell'Alta Via di Merano, con una splendida vista panoramica sulla Val Venosta. L'occasione di andare per le valli alla ricerca di masi dà la possibilità di ammirare questo splendido territorio in cui resistono, nonostante il progresso, tante altre tradizioni contadine. Così, ad esempio, c'è ancora chi costruisce il fienile con la stessa tecnica usata nell'alto medioevo, cioè con tronchi d'albero, ricoperto di lunghi rami d'abete. 


L'altro appuntamento, ormai diventato un classico, è immergersi nei famigerati mercatini di Natale di Merano che dal 27 novembre animeranno l'atmosfera sulla Passeggiata lungo il fiume Passirio. Quest'anno l'ecoistituto Alto Adige ha riconosciuto ai mercatini la certificazione Green Event, nel pieno rispetto dell'ambiente. Tra le novità, ci saranno anche laboratori dove poter imparare antichi mestieri come la lavorazione del feltro.  

Inoltre, in Piazza Terme a Merano i visitatori potranno cenare all'interno di gigantesche sfere natalizie, gustando le specialità altoatesine. Altra iniziativa è quella che aprirà i battenti il 26 novembre a Lagundo (paesino a due chilometri da Merano) dove si potrà visitare la Foresta natalizia del famoso birrificio Forst. Nel corso di questo speciale mercatino natalizio saranno anche raccolti fondi per l'Onlus "L'Alto Adige aiuta". Anche qui, la novità di quest'anno sarà il Felsenkeller, il posto dove nelle antiche cantine si conservavano i blocchi di ghiaccio per il raffreddamento del mosto, gli ospiti potranno assaporare le prelibatezze gastronomiche preparate da Luis Haller, cuoco stellato Michelin, che offrirà un menu a 5 portate durante uno speciale evento gastronomico, in programma  il 5 e il 6 dicembre. Oltre a Merano anche i paesi nelle immediate vicinanze organizzano mercatini tipici nel periodo natalizio. Così accade anche a Lana, splendido paesino a pochi chilometri a Merano, che dal 29 novembre vedrà il mercatino "Polvere di Stelle" con tante bancarelle, dalla gastronomia all'artigianato, dove si possono trovare i prodotti tipici di questi posti, dal cioccolato ripieno di frutta, agli oggetti torniti in legno, dalla bigiotteria confezionata con materiali da riciclo al pane preparato secondo antiche ricette, dalla mostarda di pere "Palabirn" al distillato di frutta.

E per chi si trova da queste parti non può perdersi una visita a Castel Tirolo dove dal 6 all' 8 dicembre all'interno delle mura storiche del paese partirà la sesta edizione di una festa natalizia molto particolare. La Sala dei Cavalieri e il cortile fungeranno da spazi espositivi per gli artigiani locali che presenteranno alcuni antichi mestieri quali la lavorazione del feltro e l'utilizzo del tornio, la filatura e la tintura di lana, l'intreccio di cesti e la creazione di oggetti in ceramica e gioielli.
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#Turismo #Viaggi #Norvegia Come in una favola... Sicilian style a Oslo

Al primo giro ti butti sul prestigioso salmone: le papille gustative ringraziano Dio per averti mandato al Polo Nord. Poi fai fuori mezzo chilo di gamberetti crudi della baia, pregando ad ogni deliziosa sgusciata di non beccarti la salmonella. Infine raccogli un lungo respiro, metti in un angolo le velleità animaliste e ti fai un panino con balena. Basta fingere che sia carpaccio di bresaola, effettivamente ne ha tutto l’aspetto e il gusto.
Il primo dei miei 365 giorni in Norvegia l’ho trascorso al Fishmarket di Bergen, dove nessun banditore abbanniae si respira aria internazionale. Incontro un bel po’ di italiani al soldo come venditori di pesce. Parlano le lingue e servono manicaretti ai turisti, incantandoli con la loro ars oratoria. Molti hanno la laurea, uno mi mostra il suo libro. Facendo questo lavoretto tre mesi l’anno raccolgono un bel gruzzolo, l’equivalente di 4000 euro al mese. Sgrano gli occhi. “Tutto proporzionato al costo della vita qui, che è altissimo – spiega uno di loro leggendo il mio stupore – ma siccome lavoro dodici ore al giorno non ho il tempo di spendere. Se vivessi come un norvegese medio, non riuscirei a mettere da parte un centesimo”.

Superata la fase turistico-esplorativa del territorio, traccio i punti cardinali della mia nuova esistenza. Paese ricco, scoperta del petrolio, grande civiltà e grandi amministratori. Stipendi alti, fisco salato e servizi che funzionano a dovere. Al supermercato c’è un pertugio nel muro che ingurgita le mie lattine vuote. Un discreto ruminare meccanico, poi la macchina espelle una linguetta di carta, un buono per far la spesa. All’inizio non posso credere che qualcuno voglia comprare un po’ della mia spazzatura.

L’estate è piacevole e la luce dura. In inverno credi per fede all’esistenza del sole, che fa capolino poco più di un paio d’ore al giorno. In compenso se sei fortunato – ed io lo sono stata - vedrai l’aurora boreale. Difficilmente dimenticherai la sensazione che qualcuno lassù stia tingendo la volta celeste color verde evidenziatore. E poi assisti all'alternarsi dolce delle stagioni, cosa alla quale, da buona siciliana che vive di estremi meteorologici, non sei proprio abituata. Il progressivo passaggio dal caldo al freddo. A ottobre noti davvero come stanno d’autunno sugli alberi le foglie.

Lentamente arriva il dicembre che coccola la mia anima bambina. Mentre lavoro al pc alzo gli occhi verso la finestra e resto ipnotizzata dalla neve che precipita morbida e abbondante. Il bianco che si appiccica ai rami degli alberi denudati dall'inverno. Mi sento dentro una favola di Andersen. Di quelle ambientate nel grande Nord che mi rallegravano l’infanzia, con tanto di castelli Disney e creature magiche. E adesso so che significa aspettare la primavera.

Il quotidiano nordico è scandito da efficienza, scioltezza e rispetto per le regole. Ma anche qui ci sono eccezioni e/o distorsioni. Fai una coda chilometrica in un ufficio informazioni, arrivato al tuo turno l’operatore sfodera trentadue denti e fuga ogni tuo dubbio. Credi di aver terminato con le domande, ringrazi e fai per andartene. Hai appena roteato il tuo busto di 45 gradi, sei ancora ferma coi piedi saldi nello stesso punto e ti viene in mente un veloce quesito che stava per passarti di mente. Formuli la domanda, ma l’operatore di dice che no, ormai non hai più facoltà di parola, perché te ne sei già andata e quindi devi rifare la fila. Ribadisco che non me ne sono ancora andata, che ho a malapena girato il collo, e che comunque il numero successivo in coda non è stato chiamato. Ma il tizio ha smesso di sorridere ed è irremovibile. Torno in fila e cerco di auto-convincermi che questo sia il prezzo dell’efficienza.

Diretta all’università mi accorgo di non avere monetine per acquistare il biglietto della metro dal dispenser automatico. Prima di salire chiedo al controllore-donna se posso comprare il ticket a bordo e lei, sfoderando altri trentadue denti, mi dice di sì. Appena si chiude la porta scorrevole dietro di me la tizia inizia a scrivere la multa dicendo che mi ha beccato senza biglietto. A quel punto mi esibisco in una colossale abbanniata in inglese (mercato del pesce – però di Palermo - docet), in cui minaccio di adire le vie legali. Ed è qui che accade l’inusitato: i passeggeri presenti in carrozza, che hanno visto la scena, si uniscono alle mie rimostranze e mi difendono in norvegese. Non ho la più pallida idea di cosa stiano dicendo, ma funziona, e per un attimo mi sento la Masaniello della Bybanen. D’un tratto la mia vichinga interlocutrice diventa piccola piccola, smette di sorridere (anche lei) e inizia a tremare. Alla fine strappa la multa e mi fa scendere. "Come hai fatto a fartela annullare? Da queste parti è praticamente una specie di miracolo ” mi dice più tardi un collega autoctono. “Che ti devo dire – gongolo – that’s the Sicilian style”.

Disavventure a parte, ciò che più mi colpisce (e che invidio tanto) dell’humus norvegese è la generalizzata serenità degli sguardi. La serenità delle famiglie che sfornano bambini senza timore per cosa mettere a tavola domani, la serenità di una ragazza-madre che va all’università grazie al sussidio. O di una tipa di mezza età incontrata sulla metro che mi racconta di aver perso il lavoro e che non per questo si sente una donna finita. Che anzi consegue una laurea, presa per mano dal sistema. “Lo Stato mi sostiene durante gli studi perché sa che senza un’istruzione per me sarà difficile trovare un lavoro e sarò un peso per la società”. E con tanto entusiasmo snocciola i dati di placement dello stage che andrà a fare di lì a poco. Uno stage, a cinquant’anni. E quando inizi a sentirti un po’ meno Flinstones, nel preciso istante in cui comprendi di esserti abituato a questo modus vivendi da persona civile, sciolta ed inconsapevole delle rigidità della vita, esattamente quel giorno fai una passeggiata sul monte Floyen, che domina una città che senti ormai tua. E mentre guardi lo splendore della baia e la luce che si specchia nelle onde, chiedi a te stessa se hai mai visto nulla di più bello.

“Questa vista è bella quasi quanto quella che si gode da Monte Pellegrino, a Palermo”. “Mai stata”. “Dovresti”. E in un attimo questo dialogo rubato fra turiste torinesi mi scalda il cuore. E’il momento di tornare a casa.
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L'agricoltura cresce e può dare nuova occupazione


L'agricoltura dà ancora lavoro. Nonostante tutto, contro il clima avverso, i mercati che non ripartono, la concorrenza sleale, i falsi alimentari, i campi italiani riescono a fornire occasioni di occupazione molto più che le industrie e i servizi. Guardando anche agli immigrati e alle fasce di popolazione più svantaggiata. È il segno di quanto, dopo tutto, sia moderno e importante un comparto che poco spazio continua ad avere nella considerazione dell'opinione pubblica nazionale.
I numeri dicono chiaramente di cosa si sta parlando. L'agricoltura ha fatto registrare un incremento dell'1,5% nel numero di occupati, che è pari al triplo del valore medio totale di tutti i settori. Questo è ciò che si legge da una analisi che Coldiretti ha effettuato sugli ultimi dati Istat relativi al terzo trimestre dell'anno. Si tratta di un numero che, fra l'altro, deriva da situazioni molto diverse. Al nord la crescita è stata dell'1,4%, ma al centro il balzo è stato del 12,6; mentre una leggera flessione dell'1,4% si è registrata al sud; a crescere, soprattutto, gli imprenditori agricoli (+3,6%), ma anche in questo caso con molte differenze: al centro c'è stato un balzo del 31% dei dipendenti agricoli. 
Ma quali sono le indicazioni di fondo che è possibile trarre da questi dati? Prima di tutto che, nonostante le difficoltà, l'agricoltura non solo esiste ma cresce e può dare occupazione. Poi, che la situazione potrebbe ancora migliorare. 
Stando a Coldiretti, infatti, un ulteriore incremento di occupazione potrebbe arrivare dalla vendita o dall'affitto dei terreni agricoli pubblici. I coltivatori, in questo caso, parlano di qualcosa come oltre diecimila nuove imprese agricole condotte da giovani che potrebbero nascere da oltre 140mila ettari di terreni agricoli pubblici coinvolti nell'operazione. Sempre che, come più volte è stato detto, l'attenzione "politica" al settore sia mantenuta e cresca di livello, così come quella degli istituti bancari e più in generale del sistema economico e produttivo che ruota attorno ai campi. Non ci si può dimenticare, per esempio, che i costi delle materie prime agricole continuano ad essere troppo alti mentre i margini di guadagno degli agricoltori, in molte circostanze, continuano ad essere troppo bassi. 
Rimane, poi, un dato di fondo. L'agricoltura conserva il suo carattere anticiclico. Non sarà probabilmente mai un settore dalle prestazioni eccezionali – al pari di altri comparti dell'economia –, ma certamente è dotato di caratteristiche di "resistenza" alla congiuntura avversa che lo rendono unico rispetto all'industria e ai servizi.

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