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Giordania: un bagno rituale a Macheront

PERCHE’ SE NE PARLA
Macheronte, attuale Mukawir, è una collina fortificata che ha avuto un ruolo importantissimo nella storia della Giudea. Si trova in Giordania, sulla sponda est del Mar Morto, e ‘guarda’ Gerusalemme dal lato opposto. Proprio per questo motivo, la fortezza era un perfetto avamposto in caso di attacco. Eretta da un re Asmoneo, venne distrutta e ricostruita dal re Romano Erode. Macheronte è un sito archeologico di grande interesse storico, e, notizia di questi giorni, gli studiosi sono riusciti a far riemergere una parte che ancora ci era sconosciuta. Si tratta di un Mikveh, un luogo preposto ai bagni rituali, di dimensioni importanti. E’ il più grande rinvenuto sino ad oggi in Giordania. Ed è molto simile a quello che si trova sulla sponda opposta del Mar Morto, a Qumran, in Israele, che fino ad oggi si pensava unico ne suo genere.
 
PERCHE’ ANDARE 
Macheronte è famosa per essere stata lo scenario della famosa danza di Salomé che costò la testa aGiovanni Battista. I resti della fortezza mostrano le rovine del palazzo, in alcune parti ancora con i suoi mosaici originali. Non mancano i resti di cinte murarie e torri, e dell’acquedotto. Il Mikvech, è stato rinvenuto sotto il cortile principale, a tre metri di profondità, ricoperto dalle sabbie del deserto da due millenni. Qui si presume che Erode facesse i rituali bagni purificatori esclusivamente con i membri della famiglia.
 
DA NON PERDERE 
Il tramonto su Gerusalemme visto da Macheronte è un momento magico. Il colore del cielo si sposa con l’area semi-desertica tutt’attorno, creando un paesaggio dal fascino altamente suggestivo.
 
PERCHE’ NON ANDARE
Non ci sono molti motivi per rinunciare alla visita di Macheronte se si viaggia nella zona. Forse l’unica ragione può essere la presenza di talmente tanti altri siti archeologici, romani e non, che l’ex cittadella fortificata potrebbe apparire meno ‘ricca’ ed interessante. Si tratta forse di una visita più emozionante per ‘addetti ai lavori’ e persone competenti di storia antica. Allo stesso tempo però, è un sito che può essere apprezzato da chi non ama le orde di turisti.
 
COSA NON COMPRARE
Difficile comprare qualcosa a Macheronte! 
turismo.it

Venezia affonda, il turismo (purtroppo?) mai

PERCHE' SE NE PARLA 
Niente più hotel a Venezia, l'isola che, ogni anno, affonda di alcuni millimetri. Le autorità hanno vietato l'apertura di nuove strutture nel centro storico, nonché la trasformazione di immobili esistenti in alloggi turistici. Questo mentre i locali continuano a protestare contro le folle spaventose e contro l'aumento del costo della vita. Secondo alcune fonti Venezia vanta un totale di 25.400 camere in affitto. Alcuni mesi fa sono stati banditi kebab, pizza e fast food, per "conservare il patrimonio culturale di Venezia". Ed è stato approvato anche un sistema di biglietteria per Piazza San Marco. Ogni anno, Venezia è invasa da un numero record di quasi 30 milioni di visitatori. Mentre i suoi residenti sono passati da 175mila ad appena 55mila in 60 anni. Secondo i media locali, se le cose continuano a procede in questo modo, la città potrebbe diventare "deserta" entro il 2030.
 
PERCHE' ANDARCI 
Venezia è universalmente considerata una tra le città più belle di tutto il mondo: annoverata fra le Repubbliche Marinare, per più di un millennio è stata la capitale della Repubblica di Venezia. Per le sue peculiarità urbanistiche e naturali è stata inoltre nominata dall’UNESCO, insieme alla sua Laguna, patrimonio dell’umanità nel 1987. Ma il Lido è anche una delle più antiche ed eleganti stazioni balneari conosciute in tutto il mondo.
 
DA NON PERDERE 
Da Piazza San Marco con la sua Basilica, il Palazzo Ducale e il Campanile, ad altre attrattive quali l'Arsenale, la basilica di Santa Maria della Salute e quella di Santa Maria gloriosa dei Frari, i ponti di Rialto e dei Sospiri, il museo Peggy Guggenheim e i suoi celebri palazzi. Concedetevi lunghe passeggiate e fatevi sorprendere dalla sua bellezza, anche quella più nascosta.
 
PERCHE’ NON ANDARCI 
Venezia è ai primi posti tra le città più inquinate d’Italia. Secondo Legambiente la Serenissima è spesso nella top 5 tra le città in Italia "fuorilegge" per la qualità dell'aria, perché oltre la soglia limite per le polveri sottili Pm10 (35 giorni di sforamenti all'anno con una concentrazione superiore ai 50 microgrammi per metrocubo). 
 
COSA NON COMPRARE 
Penso che ci siano poche cose, nel mondo, più brutte dello pseudo cappello da gondoliere in paglia, con tanto di fascetta azzurra con impressa la scritta “Venezia”. Ma il condizionale è sempre d’obbligo.
turismo.it

Pastinaca, in Veneto la radice dimenticata

In provincia di Vicenza viene coltivata la Pastinaca Sativa, una grande carota bianca un tempo diffusa in tutta Italia e oggi recuperata solo grazie alla tenacia di alcuni agricoltori dopo che per decenni le è stata preferita la “sorella” arancione. Quest’ultima proviene dall’Olanda e grazie alla sua rapida crescita si diffuse nella cucina mondiale. La “bianca”, più ingombrante e con una radice grossa e albina che si diparte in molti tubercoli secondari, ha un sapore più delicato.

LA TRADIZIONE In Italia era già apprezzata nel Cinquecento, epoca del Palladio, e proprio per celebrare il grande artista, i ristoratori del Vicentino sono tornati a reinserirla nel loro menu mentre alcuni agricoltori, in particolare nella zona di Monticello, hanno ricominciato a seminarla. Tra loro ci sono i fratelli Claudio e Domenico Barausse che proprio a Monticello hanno un'azienda che produce ortaggi dimenticati oltre al progetto di fattoria sociale. Da quasi un secolo di questo ortaggio si erano perse le tracce. In molte ricette del Palladio spuntava il nome di uno strano ortaggio bianco sconosciuto ai più: si tratta della “Pastinaca Sativa”, grande pianta biennale che fiorisce al secondo anno con un lungo fittone bianco che poco ha a che fare con la nota carota arancione “Daucus Carota”. In Austria, Germania, Ungheria, Francia e Spagna la si può ancora trovare, seppur con difficoltà, nei mercati.

LA DENOMINAZIONE Denominazione Comunale istituita dal Sindaco di Monticello Conte Otto nel 2009.

LE CARATTERISTICHE Assomiglia alla carota, mentre le foglie sono simili a quelle del prezzemolo. La pastinaca è color bianco-crema e può raggiungere i 35 cm di lunghezza e i 7-9 cm di diametro nella parte superiore. Ha un profumo simile a quello del sedano e un sapore dolce che tende anche alla noce. La pastinaca invernale ha un gusto migliore, perché la lunga esposizione al freddo trasforma quasi tutti i suoi amidi in zuccheri. è una fonte eccellente di fibre, vitamina C e rame, di potassio e di magnesio. Ha un valore nutritivo simile a quello della patata, sebbene sia più povera di calorie e contenga soltanto il 50% delle proteine e della vitamina C presenti nella patata. E' però più ricca di fibre.

LA PRODUZIONE Le campagne di Monticello e dintorni sono quanto di meglio per la sua coltivazione, la produzione è cresciuta sotto l'egida dell'Istituto di Sperimentazione Agraria «Strampelli» di Lonigo. Pianta rustica e poco esigente, la pastinaca è un prodotto naturale per vocazione. La pastinaca si semina tra febbraio e giugno in pieno campo. Il seme ha vita breve e deve essere quindi di recente produzione. La germinazione è abbastanza difficile; per questo i semi vengono messi a bagno una notte prima dell’impianto. 

LA CULTURA La carota bianca era utilizzata in molte ricette tradizionali. Tra primi a credere nella reintroduzione della coltivazione della Carota Bianca delle risorgive, l'azienda agricola Vigardoletto. L'interesse alimentare per questo ortaggio è antichissimo, come sembra suggerire il nome, che alcuni fanno derivare dal greco 'panakeia', composto da 'pan' (tutto) e 'akos' (rimedio), da cui l'italiano 'panacea', rimedio che guarisce tutti i mali. Come tutti gli ortaggi da radice, la pastinaca è in effetti nutriente e ricca di minerali, in special modo potassio, fosforo e calcio.

IN CUCINA Le pastinache possono essere cotte al forno, bollite, saltate o cotte a vapore, ma forse il modo più facile di cucinarle mantenendone le proprietà è sbollentarle con la loro buccia e immergerle quindi in acqua fredda. La buccia si stacca dalla radice e una volta eliminata, è possibile affettarle a rondelle o a striscioline e cuocerle in olio, o burro, prezzemolo, oppure glassarle con miele o sciroppo d'acero.

LA RICETTA Pastinaca al forno. Tagliatela a tocchetti e insaporite con sale, pepe e olio d’oliva. È molto apprezzato anche l’accostamento con lo zenzero: se vi piace spolveratelo sopra la pastinaca. Oppure per un tocco da gourmet arricchitele con qualche goccia di miele d’acacia. Cuocere in forno come le patate. (lacucinaitaliana.it)

IL TERRITORIO Comune in provincia di Vicenza, il centro più popoloso è Cavazzale, dove si trovano i principali servizi pubblici e attività commerciali. La sede municipale è però rimasta a Monticello Conte Otto. Il nome della cittadina deriva da quello del conte Ottone, nominato nel 1118. Sotto il dominio della Serenissima - alla quale Vicenza si era sottomessa nel 1404 - la popolazione viveva esclusivamente di agricoltura, lavorando la terra di proprietà in gran parte dei conti Thiene a Monticello. Vicenza, capoluogo dell'omonima provincia veneta, situata a 39 metri sopra il livello del mare, è cinta a sud dai Colli Berici e ad ovest dalle Prealpi. Ormai nota come "citta del Palladio" per le numerose opere architettoniche da lui qui realizzate, oggi è sicuramente uno dei luoghi d'arte più affascinanti della penisola italiana e dal 1994 è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dell'Unesco.
turismo.it

Magia e mistero nel Parco dei Mostri di Bomarzo


Un luogo tanto antico quanto attuale. Un grande bosco che sembra un giardino incantato in cui si incastonano personaggi e storie dal fascino surreale e grottesco in grado di entusiasmare personaggi del calibro Dalì e di Goethe che richiamarono l'attenzione sul sito in un periodo in cui era stato quasi del tutto dimenticato ed abbandonato. Il Bosco Sacro di Bomarzo, noto come Parco dei Mostri, sorge alle porte del borgo di Bomarzo, a una manciata di chilometri da Viterbo ed è uno di quei luoghi in grado di far sognare grandi e piccini trasportandoli in una dimensione senza tempo dove strane figure ed architetture impossibili fanno capolino dal folto di un bosco lussureggiante.

Progettato a metà del XVI secolo dall'architetto Pirro Ligorio per volere del principe Pier Francesco Orsini, detto Vicino Orsini, che lo dedicò alla moglie Giulia Farnese, il parco, chiamato anche Villa delle Meraviglie, è un tripudio di arte e di natura che garantisce piacevoli ore di evasione a cavallo tra storia e leggenda. Creature mitologiche si alternano a figure mostruose, a personaggi enigmatici e architetture da vertigini che creano una particolare sensazione, quasidestabilizzante, in cui curiosità e meraviglia si fondono alla perfezione. Camminando per il bosco si incontrano draghi, animali esotici, antiche divinità che interagiscono con soggetti misteriosi, com la donna ammantata che si innalza dal guscio di una mastodontica testuggine.

Ogni tappa del viaggio nel Bosco Sacro riserva un sorpresa. Bellissimo l'elefante con la torre in groppa, il pegaso rampante tra gli alberi, il ninfeo ad emiciclo, le imponenti sculture di Nettuno e della Ninfa dormiente, le sirene ed i draghi. Straniante la sensazione che si prova camminando nella casa pendente costruita su un masso inclinato. La costruzione è certamente una delle più improbabili ed allo stesso tempo affascinanti di tutto il Parco il cui simbolo indiscusso è, però certamente il monumentale volto dell'Orco la cui bocca spalancata cela una cavità allestita con tavolo e bancali in pietra.

L'attuale disposizione delle sculture in basalto, con ogni probabilità scolpite da Simone Moschino,non rispecchia, con ogni probabilità, quella delle origini. All'epoca del suo allestimento il Parco contava, probabilmente, ancora più figure andate eprdute nel corso del tempo. I reali motivi della sua realizzazione non sono stati ancora scoperti ma c'è chi ritiene che si trattasse di una sorta di percorso iniziatico. Qualunque significato più o meno nascosto si celi dietro il suo progetto, la Villa delle Meraviglie rimane un luogo dalle suggestioni incantate in cui godere della bellezza di un bosco di conifere e latifoglie di ben tre ettari con un tocco di magia e di mistero.

turismo.it

Quando il design italiano conquista le Maldive

 Il mare è quello delle Maldive e c'è poco da dire, una paradisiaca meraviglia che toglie il fiato, ma trovare un'isola che ti accoglie con la qualità del migliore Made in Italy è un'esperienza unica. Del resto Cocoon il resort tutto nuovo nell'atollo di Lhaviyani su l'isola di Ookhulufinolhu nasce dalla passione di due giovani italiani tanto diversi quanto vicini nell'amore per quello che fanno come Alessandro Azzola e Daniele Lago. Il primo è il proprietario, o meglio l'ideatore, perché è lui che negli ultimi due anni ha seguito passo passo la nascita di Cocoon Maldive come fosse un figlio. E tutti i giorni il suo primo gesto è quello di fare il giro dell'isolotto di circa un chilometro, passo passo come se ritornasse bambino ogni volta con lo stesso entusiasmo e la stessa meraviglia. Il secondo è un altrettanto geniale designer che da Padova ha portato sulle barche, con tutte le difficoltà del caso, gli arredi che fanno delle villette di Cocoon, pur nelle diverse tipologie, degli spazi veramente sorprendenti per l'eleganza dello stile e insieme la capacità di integrazione con l'ambiente che li circonda. L'idea era quella di far dialogare a fondo due culture: quella italiana dell'eccellenza e quella maldiviana del semplice contatto con la natura. Tutto questo, nel bel mezzo dell'Oceano Indiano è Cocoon Maldives di Azemar, primo resort di design alle Maldive nato con in investimento di 35 milioni di euro. Dove ovviamente non manca l'aspetto della cucina affidato allo chef Giovanni De Ambrosis e presto arriverà anche il sarto che fa abiti italiani su misura. 
''Ci siamo incontrati quasi per caso, grazie ad un amico - raccontano Alessandro e Daniele - ma ci siamo trovati subito d'accordo nel progetto comune di creare una cosa unica dove il design fosse un segno di innovazione e di cultura al servizio di una vacanza top''. Alessandro ha comprato l'isola e poi per sei mesi seguito la squadra di circa 500 persone del luogo che ha costruito il villaggio di 150 ville sulla spiaggia e sull'acqua con tre ristoranti, due bar, un centro benessere e molto altro. ''La fase del cantiere è stata veramente difficile - dice Azzola, dinastia familiare di tour operator nell'Oceano indiano, madre napoletana padre della Valtellina - perché non c'era il pontile e tutto doveva essere portato a riva a mano. Un lavoro enorme''. Poi è entrato in gioco Daniele Lago, motore dell'impresa familiare di Padova. ''Tutto il progetto è stato sviluppato intorno all'idea della leggerezza che è poi una delle portanti del nostro stile: dai letti sospesi al lavabo di vetro in legno con l'acqua che scompare quasi per magia''. Ma il nodo era appunto la cultura ''e per questo abbiamo portato un po' di Mediterraneo alle Maldive ad esempio con i tavoli di ceramica siciliana dipinti a mano''. Insomma Lago, che ha la più grande community social dopo quella Ikea, vuole non solo arredare ma assecondare il cambiamento degli stili di vita. Qui il contatto con la natura diventa veramente unico ed è declinato nelle varie tipologie di ville: le beach villa sulla spiaggia bianchissima, immerse tra gli alberi e i fiori coltivati nella serra; le ville direttamente sospese sull'acqua della laguna e la suite presidenziale già molto richiesta dai vip in cerca di privacy, che qui non manca.
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A Ostia Antica torna Il mito e il sogno


 Dal 30 giugno al 30 luglio torna il grande spettacolo al Teatro Romano di Ostia antica con la seconda edizione della rassegna "Il Mito e il Sogno": teatro, danza e musica fra tradizione e innovazione. E dal 3 agosto al 5 settembre, cinema all'aperto con proiezioni in prima visione e grandi classici.
    Il cartellone si apre il 30 giugno con una prima assoluta, La nascita di Roma, una lezione-spettacolo che vedrà protagonisti Andrea Carandini, Anna Bonaiuto e Massimo De Francovich, un archeologo e due attori per trasformare la leggenda di Roma in uno storytelling, in occasione anche dei 2000 anni dalla morte di Tito Livio. Il 7 e l'8 luglio un'altra prima assoluta con Mamma mia!, la nuova produzione di Massimo Romeo Piparo con Luca Ward, Paolo Conticini e Sergio Muniz e l'orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello (al momento il recordman del musical italiano con oltre 36 titoli all'attivo).
    Il 10 luglio Spellbound Contemporary Ballet si esibirà con lo spettacolo Rossini Ouvertures. L'11 luglio Devendra Banhart presenterà il nuovo disco "Ape in Pink Marble". Il 21 luglio in scena Atom Heart Mother, il capolavoro dei Pink Floyd del 1970: protagonisti della serata i Pink Floyd Legend. Il 22 luglio protagonista assoluta la danza: sul palco Eleonora Abbagnato nel balletto in due atti di Amedeo Amodio 'Carmen'. Professore di matematica uno, architetto l'altro, rigorosamente made in France, gli AIR, aka "Amour, Imagination, Rêve" - Amore, Immaginazione, Sogno - saliranno sul palcoscenico di Ostia antica il 24 luglio, contaminando l'elettronica con influenze musicali del rock psichedelico e inflessioni jazz. Il 26 luglio spazio alle voci di Incanto Quartet, ovvero Rossella Ruini, Laura Celletti, Francesca Romana Tiddi e Claudia Coticelli, accompagnate dal Quartetto Venere e dal contrabbassista Emanuele Montaldo. E ancora il 27 luglio i Carmina Burana, il 28 il Paolo Fresu Quintet, il 29 Marco Masini e il suo 'Spostato di un secondo tour'. La rassegna si chiude il 30 luglio con Moni Ovadia e il nuovo spettacolo 'La cantata della grecità. L'età dei miti senza età'.

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