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The Student Hotel arriva a Roma, a San Lorenzo creatività e innovazione


ROMA - Il colosso olandese di co-living e co-working, dedicato agli universitari ma anche a giovani imprenditori e incubatori di start-up, arriva nella capitale: dopo le prossime aperture a Firenze in autunno e a Bologna nel 2018, una struttura The Student Hotel sorgerà anche negli spazi dell'ex Dogana nel quartiere San Lorenzo a Roma, dove il gruppo fondato da Charlie McGregor, insieme con Cassa Depositi e Prestiti, investirà 90 milioni di euro. Un progetto, ha spiegato il giovane imprenditore scozzese, "che speriamo di realizzare entro il 2019 e che non prevede soltanto la struttura alberghiera dedicata agli studenti, ai genitori ospiti e ai globetrotter, ma vuole diventare un centro di riferimento per il quartiere e per la città". L'edificio progettato per la capitale "sarà in grado di ospitare 450 studenti", assicura McGregor. "Abbiamo scelto il quartiere di San Lorenzo perché è proprio quello che cercavamo, - ha proseguito - è vicino all'università e al centro della città, è pieno di giovani ed è il luogo giusto per creativi e startupper. È fantastico!".
    "Non sarà soltanto un albergo in cui poter dormire ma un luogo di scambio di esperienze, - ha aggiunto Frank Uffen, direttore marketing del gruppo The Student Hotel - ci saranno un collab space, un bar, un ristorante, un'area pubblica e una piscina".
    "The Student Hotel è un piano di rigenerazione urbana in un luogo oggi inutilizzato o parzialmente utilizzato", ha spiegato poi l'architetto Marco Fantoni, che si è occupato del progetto.
    "L'edificio sarà realizzato con un'architettura sostenibile - ha aggiunto - che ridurrà il carico termico sulle sue facciate esposte a Sud; ci sarà una piazza di circa 12.000 mq e un giardino di altri 6000 mq. Sul muro di confine che oggi delimita l'area di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, andremo a edificare la struttura, lasciando un grande spazio centrale aperto a tutti".
    Una piazza di incontro, scambio di idee e realizzazione di progetti innovativi, in particolare su tematiche di responsabilità sociale e ambientale. Durante la presentazione del nuovo The Student Hotel, infatti, la società ha annunciato di estendere a Roma, Firenze e Bologna il progetto pionieristico "Living Lab", nato nei Paesi Bassi. A Roma il gruppo collaborerà con il Centro Interuniversitario di Ricerca per la Psicologia Ambientale dell'università La Sapienza, impegnandosi a ridurre i consumi di acqua del 20%: nelle docce dei nuovi edifici The Student Hotel verranno istallati dei contatori che mostreranno i consumi energetici e idrici, in modo tale che gli studenti possano monitorarli ed essere incentivati a un comportamento responsabile di risparmio delle risorse ambientali.(ANSA).

Caravaggio il doppio e la copia a Roma

-Due capolavori di Michelangelo Merisi, 'San Francesco in meditazione' e 'La flagellazione di Cristo', a confronto con due copie probabilmente coeve, pressoché identiche, al centro di complesse attribuzioni e indagini diagnostiche. Sono le quattro opere di 'Caravaggio nel Patrimonio del Fec. Il doppio e la copia', la mostra, curata da Giulia Silvia Ghia, che sarà alle Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini a Roma dal 22 giugno al 16 luglio. L'esposizione, che celebra i 30 anni del Fondo Edifici di culto, ''è un'operazione scientifica molto intelligente - dice il Ministro dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, che ha visitato la mostra in anteprima insieme a Marco Minniti, Ministro dell'interno, il dicastero dove ha sede il Fec -. E' stata possibile grazie al Fondo Edifici di Culto, che ha la proprietà di moltissime chiese (circa 800, ndr) e tanti altri beni su tutto il territorio nazionale, ndr) e di uno straordinario patrimonio di opere d'arte. C'è qui insieme ai quadri anche una bella documentazione che aiuterà ai visitatori a capire le differenze che hanno portato alle giuste attribuzioni''. E' infatti pieno di scoperte e colpi di scena il rapporto fra i due originali caravaggeschi e le rispettive copie. I due San Francesco in meditazione, l'uno proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto Romano (in deposito alle Gallerie Nazionali di Arte Antica) e l'altro proveniente dalla chiesa romana di Santa Maria della Concezione (nota come Chiesa dei Cappuccini), sono stati per anni al centro di una complessa vicenda attributiva. Il quadro della chiesa dei Cappuccini era stato attribuito a Caravaggio nel 1908. Un'attribuzione rimasta immutata fino al 1968, quando venne reso noto il ritrovamento di un'altra versione del tutto identica, nella chiesa di San Pietro a Carpineto. Le operazioni di restauro e le ricerche tecniche sui due dipinti, hanno portato a riconoscere l'originale (realizzato nel 1605) nella tela proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto. Invece La pala con la Flagellazione di Cristo, realizzato tra il 1607 ed il 1608, proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli, venne commissionata a Caravaggio dalla famiglia De Franchis, e collocata nella loro cappella nella chiesa di San Domenico. Agli esiti del restauro del 1928 si deve il moderno recupero dell'opera agli studi caravaggeschi, grazie alle indagini diagnostiche che hanno messo in luce il grande numero di ripensamenti e di modifiche tra cui una figura estranea alla redazione finale. La sua copia, oggi collocata nella cappella del Rosario di San Domenico, venne attribuita, dopo un intervento di restauro nei primi anni '30 del '900, ad Andrea Vaccaro, noto copista di Caravaggio. In realtà, è un'attribuzione difficile, e le ultime indagini diagnostiche effettuate per la mostra hanno offerto nuovi elementi di riflessione. Il Fondo Edifici di Culto dal 1987 è stato chiamato a custodire il patrimonio in cui sono confluiti i beni di proprietà dagli organismi instituiti dalle cosiddette 'leggi eversive' emanate dopo l'Unità d'Italia, con le quali furono soppressi molti enti ecclesiastici ed incamerati i loro beni. Gli edifici sacri che amministra, conservano innumerevoli opere d'arte, fra gli altri, di Michelangelo, Guido Reni, Paolo Veneziano, Bernini, Tiziano e il Cavalier d'Arpino
ansa

Notte Teatro Massimo per 120 bambini Sabato 24 giugno dormiranno in sala anche 10 piccoli profughi


PALERMO - È la notte dei bambini a teatro, la notte in cui le sale austere del Massimo diventano un campeggio per 120 ragazzini tra sette e undici anni con tende, pigiami, spazzolini, curiosità ed entusiasmo. Sabato 24 giugno "Una Notte a Teatro", un evento unico nel panorama teatrale nazionale, inserito nella rassegna estiva "Summerwhere". Tra i mini-ospiti, grazie alla collaborazione dell'assessorato Attività sociali del Comune di Palermo, ci sono dieci piccoli profughi arrivati da soli in Sicilia sui barconi, tecnicamente "minori non accompagnati", accolti in famiglie assistite dall'associazione Ubuntu. Saranno coinvolti, insieme ai loro coetanei, nella realizzazione della messa in scena di uno spettacolo dopo avere scovato costumi ed elementi scenografici in una grande caccia al tesoro. E poi ancora giochi, proiezioni, attività musicali.
    "Un modo per dire ancora una volta - dice il sovrintendente Francesco Giambrone - che siamo aperti a tutti, un modo per innescare l'amore per il teatro sin da piccoli. Credo che qualsiasi bambino che abbia dormito al Massimo per una notte lo considererà per tutta la vita casa propria". "Una festa della cultura - aggiunge Leoluca Orlando, sindaco e presidente della Fondazione Teatro Massimo - e della collaborazione tra le istituzioni e l'associazionismo. Una festa che vedrà protagonisti i bambini e che si deve alla sensibilità e all'attenzione della dirigenza del Teatro, così come alla grande sensibilità degli scout, presenza sempre attenta alla crescita culturale e sociale dei propri piccoli esploratori". Le tende saranno allestite nelle splendide Sala Onu e Sala Stemmi. Proprio come per un campeggio, i bambini dovranno portare una borraccia d'acqua, una lampadina tascabile, un portacolori con matita, penna, gomma e colori vari, una tazza di plastica per la colazione, uno stuoino di gomma, un sacco a pelo estivo o in alternativa un lenzuolo matrimoniale. E poi quel che occorre per la notte: un paio di pantaloni di pigiama o di tuta leggera, una maglietta, un cambio di biancheria, un paio di calze con gommini antiscivolo, spazzolino, dentifricio, sapone e una tovaglietta.
    Il programma comincia alle 18.30 di sabato 24, quando i bambini saranno accolti con una fanfara di maestri d'orchestra che li accompagnerà all'interno delle sue sale. Poi il gioco collettivo di presentazione, la divisione in macrogruppi, la sistemazione nelle sale, la cena, l'ammaina bandiera. Dalle undici a mezzanotte la caccia al tesoro, poi tutti a dormire.
    L'indomani mattina, dopo la sveglia, la colazione, la sistemazione degli zaini, la rappresentazione delle opere dei bambini. A mezzogiorno tutti nel foyer per il concerto del Coro di voci bianche e del Coro arcobaleno del Teatro Massimo diretto da Salvatore Punturo e intitolato "Dreams come true". Un concerto che sarà l'evento conclusivo della Notte a Teatro, ma che sarà anche aperto al pubblico. Poi tutti a casa.(ANSA).

A Lecce Mario Schifano e la pop art

LECCE - da sabato 1 luglio a lunedì 23 ottobre le sale del Castello Carlo V di Lecce ospiteranno la mostra Mario Schifano e la pop art in Italia. Promosso da Theutra e Oasimed, in collaborazione con Galleria Accademia di Torino, con il patrocinio del Comune di Lecce e il sostegno di Axa Cultura, il progetto espositivo - a cura di Luca Barsi e Lorenzo Madaro - è dedicato a quattro maestri di primo piano della storia dell'arte italiana e internazionale del secondo Novecento: Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni. Il gruppo, denominato poi Scuola di Piazza del Popolo, è riuscito a far transitare nel mondo dell'arte motivi e oggetti provenienti dall'immaginario comune, dalla storia dell'arte e della vita, fornendo un contributo fondamentale all'arte contemporanea.
Un dipinto dell'artista Tano Festa, datato 1969 e composto da sei riquadri, è intitolato "Per il clima felice degli anni Sessanta". All'interno campeggiano i nomi di sei artisti: Francesco Lo Savio, Piero Manzoni, Franco Angeli, Mario Schifano, Enrico Castellani e quello dello stesso Festa. È il 1969 ma c'è già nostalgia di un decennio mitico che per l'arte italiana - tra Roma e Milano - ha rappresentato un punto di riferimento, anche nel clima culturale internazionale, anche grazie ad artisti stranieri che all'epoca frequentavano molto l'Italia. Dalle esperienze astratte e informali degli anni precedenti, si transita verso ricerche sfaccettate e complesse che riflettono, in contemporanea rispetto alle esperienze americane, sui concetti di riferimento della Pop Art. Naturalmente non si tratta di una rielaborazione passiva del grande movimento americano, che tra l'altro era sbarcato alla Biennale di Venezia nel 1964 provocando un certo scalpore. Al contrario, i protagonisti di questa rivoluzione artistica, tutta italiana e con tangenze internazionali, riflettono su temi e immaginari legati alla loro cultura visiva di riferimento. Al centro di tutto c'è Roma, città densa di stratificazioni, di prospettive sul presente e il futuro, vero e proprio laboratorio aperto di fermenti, anche grazie a gallerie come La Tartaruga e critici come Alberto Boatto, Palma Bucarelli e Maurizio Calvesi. È qui che si svolge l'esistenza - e la fervida esperienza artistica - dei quattro protagonisti della mostra.
ansa

Weekend a Parma Cinque motivi per scegliere l’accogliente città emiliana in queste settimane estive

 Parma punta sull’arte, sulla bellezza dei suoi monumenti e sulla qualità dei prodotti gastronomici; ecco 5 buoni motivi per scegliere di trascorrere un weekend in città e nei suoi dintorni a partire dal prossimo fine settimana, quando si festeggiano san Giovanni e l’inizio dell’estate.
Festa di san Giovanni
Il 23 giugno si celebra san Giovanni che, secondo i riti cristiani, battezzò Gesù nelle acque del Giordano; il fuoco e l’acqua sono i suoi simboli, entrati nella tradizione popolare che festeggia il santo con i falò, accesi nei campi di notte come riti pagani propiziatori, con i piatti della tradizione e con i benauguranti fuochi d’artificio. Il 23 giugno corrisponde anche al solstizio d’estate, alla vittoria della luce sulle tenebre: è una notte magica, la notte delle streghe come la chiamano a Parma e nel parmense, piena di prodigi e di condivisioni. Durante la rozäda äd San Zvan, infatti, si cena con i piatti della tradizione all’aperto, sotto la rugiada notturna che scaccia il male e purifica: tortelli di erbette a base di pasta fresca ripiena di ricotta e bietole verdi, condita con burro fuso e, ovviamente, formaggio parmigiano. Tante sono le sagre in città, che per l’occasione apre i piazzali (da piazza Garibaldi alla nuovissima Ghiaia) con i tavolini all’aperto e chiude le vie al traffico per permettere a tutti di partecipare alle tortellate d’estate. Per l’occasione INC Hotels Group ha una proposta originale: navigare un tratto del fiume Po sulla motonave “Stradivari” con una gustosa cena, musica dal vivo e pernottamento a Parma (Best Western Hotel Farnese e Holiday Inn Express Parma) a partire da 77,50 euro per persona. La sera di sabato 24, invece, si naviga e si cena a bordo della motonave, da dove si gode lo spettacolo pirotecnico. Info: www.inchotels.com

Visite al Duomo
E’ uno dei più importanti monumenti del Romanico padano, eretto alla fine dell’XI secolo; ha tre navate e una cupola rinascimentale affrescata dal Correggio con il capolavoro “L’Assunzione della Vergine circondata dagli Apostoli”; assolutamente da non mancare. E per conoscere meglio la sua storia è bene recarsi nell’attiguo museo Diocesano, che conserva aneddoti e documenti; merita una visita anche il vicino battistero, d’origine romanica con influenze gotiche, con una struttura ottagonale rivestita di marmo rosa di Verona.

In giro per monumenti
A poche decine di metri dal Duomo si visita il monastero benedettino di san Giovanni, che risale al secolo X ma ha una facciata barocca; bellissime sono la chiesa romanica interna con le opere del Correggio e di un giovane Parmigianino e la storica Spezieria di san Giovanni, gioiello duecentesco con arredi lignei e vasi di ceramica di grande pregio. Tra le chiese più belle di Parma ci sono anche san Francesco del Prato, con un rosone in marmo rosso; l’Oratorio della santissima Trinità, con una facciata neogotica, e sant’Antonio Abate, ricostruzione settecentesca di un edificio antico. 
Immancabile, poi, è una visita alla Pillotta, grandiosa costruzione mai completata che ospita la Galleria Nazionale, la biblioteca Palatina con volumi inestimabili e il Teatro Farnese. Tra gli ultimi gioielli della città merita una visita il Csac-Centro Studi e Archivio della Comunicazione, polo museale con ricche opere d’arte, di fotografia, di design e architettura, ricavato dall’abbazia di Valserena, che ispirò la Certosa di Parma, celebre protagonista del romanzo di Stendhal. Da non perdere, infine, il chiostro del Conservatorio Arrigo Boito, e per chi ama la lirica l’opera in due atti di Mozart, “Così fan tutte”, in programma la sera del 24 giugno.

I dintorni
Se il centro storico della città si visita comodamente a piedi o in bicicletta, è sufficiente fare pochi chilometri a nord della città per rimanere stregati dalla bellezza della reggia di Colorno, maestoso palazzo ducale con più di 400 sale riccamente affrescate e numerosi cortili, circondati da un grande giardino alla francese; l’imponente Versailles in miniatura era la residenza estiva di Maria Luisa d’Asburgo, seconda moglie di Bonaparte e figlia dell’imperatore austriaco Francesco I; qui e nel giardino, all’indomani della caduta di Napoleone, la nobildonna, anche venerata dai parmigiani, impresse il suo raffinato gusto. Alle spalle della reggia si visita la Cappella di san Liborio, costruita tra il 1792 e il 1796, e restaurata per volere della duchessa; all’interno si trova uno dei più pregiati organi antichi tuttora esistenti al mondo. 
A sud di Parma, invece, si visita il borgo di Fontanellato che si sviluppa intorno alla Rocca Sanvitale, eretta nel XII secolo, al cui interno sono conservati pregevoli affreschi manieristi del Parmigianino. A Fontanellato, ogni terza domenica del mese si tiene un delizioso mercato dell’antiquariato, e per chi ama i giardini c’è il labirinto della Masone a forma di stella, il più grande al mondo con 3 chilometri di percorso; al suo centro una piramide ospita una cappella, tre ristoranti, una libreria, una sala da ballo, due suites e spazi espositivi per mostre temporanee. 
Nel comune di Fontanelle si visita gratuitamente il museo del Mondo Piccolo, dedicato a Giovannino Guareschi, visionario creatore della serie di romanzi sui personaggi don Camillo e Peppone; e a Busseto la casa-museo di Giuseppe Verdi, nato nel 1813 nella frazione di Roncole Verdi.

Eccellenze gastronomiche
Parma è la culla del buon cibo, dichiarata dall’Unesco “città creativa per la gastronomia”: immancabili, dunque, sono le visite nei dintorni ai caseifici e alle aziende di produzione del miglior parmigiano e dei salumi, in particolare il culatello e la spalla cotta, altre eccellenze gastronomiche. Non è un caso che Parma insieme a Modena sia la prima provincia italiana per l’impatto economico delle produzioni Dop e Igp: dal parmigiano reggiano al prosciutto di Parma, dall’aceto balsamico di Modena al salame di Felino. Parma è la vera capitale della Food Valley emiliana: l’antico Ducato si è trasformato, infatti, nel moderno regno dei salumi (Antica Ardenga, An.fo.ra, Antica Corte Pallavicina e Podere Cadassa), mentre a Colorno, in quella reggia dove già Maria Luigia d’Austria aveva portato grandi chef, oggi c’è Alma, la scuola internazionale di cucina italiana che ha come rettore Gualtiero Marchesi e che ogni anno diploma 1.200 tra cuochi, sommelier, pasticcieri, maître e manager della ristorazione. Infine, nel parmense ci sono numerosi musei gastronomici: a Langhirano quello del prosciutto di Parma; a Soragna il museo del parmigiano reggiano; a Collecchio quello della pasta e pomodoro, mentre l’arte olearia è rappresentata nel museo di San Secondo. 
In città si mangia bene un po’ ovunque; tra i migliori ristoranti di specialità locali si segnalano La Greppia, Angiol d’Or, vicino al Duomo, Antica Cereria, accanto al museo Toscanini, Antica Osteria della Ghiaia, Il Cortile, Sorelle Picchi,Trattoria Corrieri. 
Ogni venerdì e sabato mattina, inoltre, è previsto un tour “Parma nel cuore del gusto” che parte da piazza Garibaldi e per tre ore tocca i principali luoghi storici della città con degustazioni nei ristoranti e locali che aderiscono all’iniziativa. Il costo è di 20 euro, 15 per i giovani fino ai 10 anni, gratis fino ai 3 anni.

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Farm Cultural Park, così rinasce paese


 A Favara, il paese dell'agrigentino conosciuto fino a qualche anno solo per gli l'abusivismo edilizio dilagante, lo chiamano il notaio 'pazzo', ma se di pazzia trattasi di sicuro è follia redentrice. Lui è Andrea Bartoli, ha scommesso in un sogno: ha scelto Favara, paese d'origine della moglie Florinda, invece di Parigi per provare le condizioni per vivere bene nella comunità di appartenenza. E così hanno fondato il centro culturale indipendente Farm Cultural Park il primo 'parco turistico culturale' made in Sicily, un esempio tangibile "di rigenerazione urbana" riconosciuto persino dall'UE. La Farm ha ridisegnato il volto della cittadina che da luogo da cui fuggire - dove dice scherzando Bartoli "chi vive ad Agrigento fino a qualche tempo fa, non sarebbe andato nemmeno per sbaglio" - s'è trasformato in attrattore di energie e talenti, dove i giovani restano per provare a creare un futuro possibile. Già, perché in sette anni, secondo un primo studio sugli impatti economici legati alla nascita del centro culturale 'innestato' nel centro storico, sono stati investiti più di 20 milioni di euro. La Farm, e quindi Favara, è diventata meta turistica da 120 mila visitatori all'anno. Sono nate nuove attività economiche, create opportunità di lavoro (150 occupati stabili) oltre l'indotto. Ma c'è di più, perché la Farm, che annovera tra le altre cose una scuola di architettura per i più piccoli, spazi espositivi e residenze per artisti, non è solo un luogo di 'produzione', sperimentazione e fruizione di Cultura, punta a creare un nuovo senso di comunità e con il recupero dell'intero centro storico a trasformare il Paese in meta turistica per diventare la seconda attrazione della provincia di Agrigento, dopo la Valle dei Templi.
    "Io e Florinda - racconta Andrea Bartoli - abbiamo scelto Favara, invece di Parigi. E qui adesso stiamo facendo delle cose che forse all'estero non avremmo mai fatto. Il nostro desiderio era restare nella nostra comunità e stare bene. All'inizio ci consideravano degli 'alieni', c'era diffidenza, poi ci sono stati i primi riscontri. Stiamo mettendo le nostre idee e competenze a disposizione di tutti - prosegue - la scommessa era dimostrare che con arte e cultura si può". "In questo forse sta nostra follia - aggiunge - le molla sono state la fiducia e l'entusiasmo. E poi qui succedono proprio cose belle. E' una piccola capitale di rigenerazione urbana: è una comunità di persone che sta provando a cambiare lo status quo creando un modo nuovo di stare nel futuro". E se persino dagli States pensano all'apertura di sede dell'ambasciata culturale americana proprio a Favara, nella factory della cultura a 'ridosso' della Valle dei Templi, prenderanno il via sette giorni di festa per i sette anni di Farm Cultural Park con un calendario di eventi dal 23 giugno al 1 luglio. Il primo appuntamento ai Sette Cortili è venerdì 23 giugno alle ore 20 con l'Architetto Raul Pantaleo dello studio TAMassociati, già curatore del padiglione Italia della quindicesima Biennale di Architettura di Venezia, che dopo aver incontrato i bambini di Sou della scuola presenterà "La sporca bellezza, indizi di futuro tra guerra e povertà". (ANSA).