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Natale: cenone addio, aumentano viaggi verso il caldo


 Cenone addio, l'albero di Natale di molti italiani quest'anno si accende al caldo tra luoghi esotici ed esperienze particolari. Emerge dal terzo report dell'anno a cura dell'Osservatorio Astoi Confindustria Viaggi. "Continua il buon andamento di tutto l'anno, con una crescita dell'intero settore - dice il presidente dell'Astoi Nardo Filippetti - e in particolare del turismo organizzato e dei tour operator. Per le settimane di Natale e Capodanno l'incremento percentuale è a doppia cifra (si parla di una media del +10%), anche se i dati finali potranno essere confermati nelle prossime settimane. Anche per queste festività l'advance booking è stato un elemento decisivo. E' interessante notare che si è allungato il periodo delle vacanze di dicembre. Gli italiani si sono evoluti e orientano la propria scelta sempre più su periodi a cavallo delle feste, per evitare il sovraffollamento ed ottenere convenienza". 

Le mete più richieste sono: Oceano Indiano con Maldive al top, Kenya e Zanzibar, Oman ed Emirati Arabi. Outsider di questo fine anno il ritorno del Mar Rosso egiziano, i cui numeri significativi su Marsa Alam e Sharm El Sheikh, in incremento rispetto all'estate e allo scorso anno, fanno ben sperare per la ripresa della destinazione nel 2018, con un ritorno a volumi più vicini a quelli del grande successo di qualche anno fa. 

A confermare che un buon numero di italiani andrà in vacanza e, non solo all'estero, è l'indagine del Centro Studi Touring Club Italiano sulla community Touring composta da 250 mila viaggiatori: il 65% degli italiani partirà per le feste natalizie. Il primo obiettivo è l'Italia (71%): le regioni preferite sono Trentino Alto Adige, Veneto, Toscana, Lombardia e Liguria. Le città e i luoghi d'arte sono le destinazioni preferite (41%), seguite dalle località montane (31%) e l'hotel è la sistemazione più gettonata (48%), mentre al secondo posto si posiziona la ricettività extralberghiera (21%) e, a seguire, la casa di parenti e amici o la seconda casa di proprietà (20%): nel 65% dei casi si partirà con la famiglia e nel 21% con il gruppo allargato di famiglia e amici. 

A creare la classifica delle mete più ambite ci ha pensato il motore di ricerca viaggi Kayak.it sulla base delle ricerche di voli e hotel. Per gli italiani domina il ranking New York, seguita da Bangkok e Londra, il cui costo medio dei voli è aumentato, rispettivamente del 19% e del 40%. Chi rimane nel Belpaese ma anche gli stranieri conferma l'interesse per le "fantastiche cinque" città d'arte: Roma, Milano, Venezia, Firenze e Napoli. La Capitale registra anche una spesa media in calo del 5% rispetto al 2016 per una notte in hotel 3/4 stelle. Anche per soggiornare nelle altre destinazioni della top 5 si spenderà in media il 9% in meno rispetto all'anno precedente (in media circa 13 € a notte). In particolare, Napoli e Firenze sono le città che registrano le flessioni più significative. (ANSA).

Turismo: Aigo, su locazioni turistiche brevi servono regole


 Locazioni brevi e affitti turistici in nero, le città d'arte scoppiano, determinando uno spopolamento dei residenti e rendendo impossibile la ricerca di un alloggio per le famiglie. "Da Venezia a Firenze come per Milano, Bologna, Roma e Napoli è ormai palese la tendenza dei proprietari di immobili di destinarli ad attività ricettive non convenzionali come nel caso delle locazioni brevi che rischiano di generare anche ulteriore confusione tra i consumatori sempre meno tutelati e garantiti e disorientati dalle diverse offerte ricettive". Lo dichiara il presidente Aigo Confesercenti Agostino Ingenito che propone misure condivise tra Regioni, Comuni e Governo anche per evitare come sinora occorso (con il parere Antitrust per le modifiche alla legge regionale Lazio e dell'impugnazione, da parte del Governo, della legge proposta dalla Regione Toscana) di incappare in diatribe tra gli enti competenti per norme e regolazioni del fenomeno. 

"Con l'introduzione della cedolare secca per gli affitti brevi il legislatore non ha tenuto conto di una serie di anomalie e di conseguenze che si stanno verificando in questo periodo. Oltre alla non chiara articolazione del sostituto di imposta - con i portali internazionali di prenotazione che hanno presentato ricorsi - resta grave il fenomeno di locazioni che sfuggono a qualsiasi presentazione di documentazione ai Comuni (SCIA). La formula del b&b era nata per offrire supporto e integrazione del reddito delle famiglie, proprietarie o residenti in appartamenti ubicati soprattutto nei centri storici, che mettevano a disposizione alcune stanze per i turisti". 

"È urgente e opportuno - conclude Ingenito - che il legislatore chiarisca e determini i confini del diritto civilistico dell'uso dell'immobile e offra soluzioni per una vicenda che rischia di generare ulteriore caos: sì alla valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente ma con regole ben precise e che tengano conto di una sostenibilità concreta".

ansa

Prodotti bio per Natale, Lipu in 60 città nel weekend

(ANSA) - ROMA, 30 NOV - Lenticchie, vino e pasta bio della Lipu sotto l'albero di Natale per una ricorrenza salva-natura. E' la proposta della Lega Italiana Protezione Uccelli che il 2 e 3 dicembre scende in alcune delle maggiori piazze italiane con i banchetti della campagna "Un Natale per la natura". 


L'evento riguarderà circa 60 città, tra cui Milano, Torino, Genova, Roma, Palermo e offrirà al pubblico i prodotti biologici natalizi della Lipu: lenticchie, pasta e vino. I fondi raccolti, spiega l'associazione, serviranno per sostenerne le attività, dalla gestione di oasi e riserve alla tutela dei siti Natura 2000, dal recupero degli animali selvatici ai progetti a favore delle specie minacciate. Ogni anno, ricorda la Lipu, nei suoi centri di recupero vengono curati 23 mila animali selvatici, mentre oasi e riserve sono visitati da 170 mila persone all'anno 


La Lipu si avvale di 100 guardie volontarie, impegnate nella vigilanza venatoria e nell'antibracconaggio, di gruppi organizzati di volontari che sorvegliano 350 mila ettari di territorio, di operatori ed educatori che coinvolgono 61 mila persone nelle attività di educazione e cultura ecologica, di cui la metà rappresentata da alunni delle scuole.(ANSA).


La proposta. Dall'Irlanda un calendario dell'Avvento da sfogliare online

Sarà presto disponibile un calendario dell’Avvento tutto online che è stato presentato dal primate d’Irlanda,l’arcivescovo di Armagh (che si trova nell’Irlanda del Nord-Ulster) Eamon Martin, a pochi giorni dall’inizio del tempo forte che porta al Natale. Ogni giorno si potrà «aprire una porta virtuale» e si troveranno indicazioni e suggerimenti per la preghiera e la riflessione che aiuteranno a «mettere Cristo al centro» in queste settimane.Un’attenzione particolare sarà rivolta alla famiglia, nel contesto dell’Incontro mondiale delle famiglie che sarà ospitato in Irlanda il prossimo agosto.

Il calendario sarà disponibile da domenica 3 dicembre sul sito dei vescovi irlandesi e su quello dell’Incontro mondiale (www.catholicbishops.ie e www.worldmeeting2018.ie). Non ci si prepara «in un attimo, ma occorre del tempo e così ogni giorno dell’Avvento è un tempo che ci consente di camminare e riflettere sulla gioia del Vangelo. Il nostro calendario online è una risorsa utile in questo viaggio», ha dichiarato l’arcivescovo Eamon Martin alla presentazione. E ha osservato che l’Avvento è «un tempo di attesa, di conversione e di speranza». In particolare il cammino verso il Natale sarà anche l’occasione per «riflettere sui doni delle nostre famiglie e che cosa ci offrono nelle parrocchie, scuole e nella società». Sempre nella presentazione l’arcivescovo irlandese che siede sulla cattedra di san Patrizio ha indicato una novità: «Ho accolto con particolare interesse l’inserimento nel calendario dell'Avvento della recente Esortazione apostolica Amoris laetitia. Chiedo a ciascuno di ripartire dal valore della famiglia e di riscoprirne i tesori di questo patrimonio in questo periodo liturgicamente forte». 
da Avvenire

L'Italia e la mobilità leggera. Tutti in bici e... pedalare fa bene anche all'economia

Altro che l’idea romantica della 'passeggiata in bici'. Il vero concetto è che le due ruote possono divenire un motore potente (e non parliamo di quelli 'nascosti' nei telai) per dare sviluppo a un’economia in affanno. Specie se abbinate a quello che resta il carburante numero uno del Paese: turismo e buon cibo. Un solo dato rende l’idea. Tanto per cambiare viene dalla Germania, anche in questo campo battistrada d’Europa, e a ricordarlo è Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture con la passione del ciclista: «In Germania la rete cicloturistica genera 9 miliardi di euro di fatturato annuo, la nostra può arrivare a oltre 3 miliardi, ma molto facilmente potrebbe valere parecchio di più». E chi fa turismo in bici, afferma uno studio, lascia sul territorio il 32% di quanto spende, molto più del 4% del turismo motorizzato.
Pedali e ricavi, insomma. Cambi e scambi (di ricchezza per il Paese). Ma c’è ancora tanto, tantissimo da fare nell’Italia che pure è una delle patrie della bicicletta. Su margini e prospettive si è ragionato giorni fa nel secondoBikeconomy Forum, al Maxxi di Roma. Un neologismo, quello del titolo (riconosciuto ormai anche dalla Treccani), che già fa capire le potenzialità inespresse di questo settore. Un sano divertimento che potrebbe produrre opportunità di lavoro e anche una spinta al Pil. A capirlo fra i primi è stato Gianluca Santilli: a vederlo è un avvocato come tanti, 60 anni ben portati, attivo in uno dei maggiori studi legali della capitale, ma appena può smette la toga per la tuta tecnica e va a farsi i suoi chilometri. È sua l’idea della 'Granfondo Roma', corsa amatoriale (con annessa pedalata per tutti da 60 km.) giunta alla sesta edizione. «La bikeconomy è una grande chance – afferma Santilli – per tutti gli amministratori, incentrata su ciclomobilità urbana e cicloturismo». 
Solo belle parole di un legale un po’ 'sognatore', che si è inventato una corsa in una capitale ancora priva del bike sharing (il servizio di bici da lasciare e prendere per le strade)? Eppure, i numeri presentati al Forum fanno effetto: in tutta Europa il giro d’affari che ruota attorno alla bici e alla sua filiera supera i 500 miliardi. E secondo le stime di ' Sustainable mobility for all', aumentando l’uso di bici (classiche e a pedalata assistita) fino al 14% dei trasporti entro il 2050, si potrebbero risparmiare nel mondo circa 24mila miliardi di dollari in carburante, emissioni di anidride carbonica e costi dei mezzi. Numeri nei quali c’è chi crede fortemente, tant’è che si è deciso di dar vita a un Osservatorio permanente sulla bikeconomy: «Il punto è che bisogna cominciare – dice la direttrice Annamaria De Paola – a pensare alla bici a 360 gradi, non solo come a una fissazione degli appassionati, ma per tutti i vantaggi che procura in termini di ambiente sostenibile, mobilità, smart city, turismo e innovazione». 
Pur senza toccare i livelli di Copenhagen (la città con più bici che auto) ed Amsterdam (dove il numero delle bici supera quello degli abitanti), c’è di che riflettere. Al Forum l’ha fatto anche Hugh Brusher, direttore di Ride London, altro mega-evento ciclistico (35mila adesioni nel 2016): «Londra, città vittoriana, è una delle metropoli più congestionate e rischia di diventarlo ancora di più, con gli ulteriori 2 milioni di abitanti previsti entro 5 anni. Ha bisogno di una nuova educazione nella mobilità e la Ride crea questa nuova cultura». All’economia delle auto, insomma, è ora di affiancare un altro modello di economia. Perché anche fra bici e crescita c’è una correlazione. All’estero c’è chi pare averlo capito, se il colosso francese del lusso Lvmh un anno fa ha comprato il marchio Pinarello, sorta di 'Formula uno' italiana del settore. Da noi, invece, i ritardi cronici nello sviluppo del cicloturismo sono indicativi. Per segnare un’inversione di tendenza serve, allo stesso modo di treni, navi e auto, un approccio basato sul concetto di intermodalità del trasporto. Piste ciclabili protette, bike-hotel, diffusione delle bici elettriche, sfruttamento dei parchi: tutto si deve saldare in un disegno unico. Proprio l’eterno problema del frazionamento delle competenze, con i ministeri interessati poco attivi e le Regioni che non si parlano fra di loro, è alla radice del terreno da recuperare.
Con gli ultimi governi, a dire il vero, qualcosa pare essersi mosso. Almeno a livello di intenzioni. «Siamo partiti da zero – ricorda oggi il ministro Delrio –: non c’è mai stato in Italia il progetto di una rete ciclabile statale finanziata dallo Stato, non c’era una legge che la riconoscesse. Adesso abbiamo entrambe le cose e si celebra una novità culturale: lo Stato assume pienamente, insieme alle Regioni, la pianificazione della mobilità ciclistica, che diventa prioritaria nei centri urbani». La legge sulla ciclabilità, approvata il 14 novembre dalla Camera, ora è al Senato il sì definitivo. Un ok atteso soprattutto da quei 743mila italiani che, stando alle statistiche, usano quasi sempre la bici per andare al lavoro, con picchi del 13,2% degli occupati a Bolzano, del 7,8% in Emilia Romagna e del 7,7% in Veneto. Mentre sono 1,7 milioni gli italiani che utilizzano 'sistematicamente' nell’anno un mezzo che, con oltre 2,3 milioni l’anno di unità prodotte, vede l’Italia maggior produttore europeo, con un giro d’affari stimato in 488 milioni ai quali si affiancano 483 milioni per accessori e ricambi e 190 per riparazioni.
Numeri che potranno salire quando prenderà corpo il progetto delle 4 ciclovie nazionali che hanno ricevuto i primi fondi con la legge di Stabilità 2016. La più nota è la 'VenTo' (progettata dal Politecnico di Milano), che lungo 680 km. dovrebbe unire Venezia a Torino passando per 4 regioni e 120 comuni. La sua particolarità è che per la prima volta c’è un bando unico, pubblicato a settembre (relativo alla 'fattibilità tecnica ed economica') e chiuso il 3 novembre scorso, non una frammentazione sul territorio che avrebbe portato a risultati non omogenei. Un esempio innovativo anche nelle finalità: «Non abbiamo pensato la ciclovia – spiega Paolo Pileri, responsabile del progetto – per far pedalare chi già va sulle due ruote, ma per gli altri. Vogliamo seguire il modello della Germania, che ha già una rete di 45mila km. di ciclovie di cui l’88% è 'esclusiva', cioè non prevede alcun accesso per le auto. Sentendosi in sicurezza - annota Pileri – la voglia e la curiosità di pedalare non hanno ostacoli ed è questa la vera chiave per stimolare il cicloturismo. Soprattutto quello familiare, che può generare fatturati più grossi. In Europa ogni km. di pista ciclabile può valere in media 5 posti di lavoro». 
In totale, sono oltre 6mila i chilometri di ciclovie in progettazione e finanziate globalmente dallo Stato per oltre 400 milioni, ai quali dovrebbero aggiungersi altri 300 milioni di cofinanziamenti degli enti locali. Oltre alla 'VenTo', ci sono la Ciclopista del Sole, dal Brennero fino alla Sicilia (se ne parla dal 2006, finora è stata realizzata solo la parte fino a Verona), e quella dell’Acquedotto pugliese. Altri 6 progetti sono stati finanziati col Bilancio 2018. Di pari passo va però curata la manutenzione, per evitare le incongruenze tipo quelle di Roma, dove si progetta il Grab (il raccordo anulare delle bici, intorno alla città), mentre a nord cade a pezzi la ciclabile già attiva lungo il Tevere. C’è un grosso impegno da portare avanti, quindi. Anche solo per avvicinarsi all’Olanda, che resta una meta irraggiungibile: dagli anni 70 ha costruito oltre 16mila km. di piste ciclabili. Come andare e tornare dalla Nuova Zelanda. Semplicemente.
da Avvenire

California, ritrovata la nave russa dei misteri

PERCHE' SE NE PARLA 
Ritrovata, sulle coste della California, la nave da crociera russa “Lyubov Orlova”, costruita negli anni ’70, scomparsa durante il suo ultimo viaggio nel 2013. Il nome è stato un omaggio a Lyubov Petrovna Orlova, un'attrice russa che era la preferita di Stalin.  La nave era andata persa quando, durante il suo ultimo viaggio dal Canada alla Repubblica Dominicana per essere rottamata. Una burrasca, infatti, ha causato la rottura dei cavi di traino. La “Lyubov Orlova” è famosa per essere protagonista di alcune storie da brivido: sarebbe stata usata dalla malavita internazionale come una casa di piacere. Inoltre, a bordo ci sarebbero stati ratti "cannibali", gli unici sopravvissuti all'equipaggio. Notizia, quest’ultima, poi smentita.

PERCHE’ ANDARCI 
A proposito di luoghi particolarmente misteriosi ed eccentrici, ecco qualche tappa per cui la California è famosa. Innanzitutto la Winchester House, una gigantesca magione situata a San Jose, la casa più inquietante d'America. Residenza di Sarah Pardee Winchester, vedova dell'industriale armiero William Wirt Winchester, venne costruita nel 1884, e da allora ininterrottamente ampliata per 38 anni, fino al 1922. Attualmente è un'attrazione turistica, nota anche come Winchester Mystery House e classificata nella lista del National Register of Historic Places statunitense e in quella ufficiale dei siti di interesse storico californiani (California Historical Landmarks).

DA NON PERDERE 
Tra i tanti paesaggi naturali che possiamo ammirare in California, come non citare la Death Valley, la Valle della Morte, dove si trova la Racetrack Playa, dove le pietre sembra camminino da sole. Lasciando una scia che ne descrive persino il loro movimento. E poi c’è anche Glass Beach, la spiaggia di vetro, vicino a Fort Bragg, famosa per essere una grande distesa di vetri colorati arrotondati venuti dal mare.

PERCHE’ NON ANDARCI 
Costi molto alti a parte, evitate di raggiungere la California durante l’inverno: il clima è molto freddo e nevica abbondantemente.

COSA NON COMPRARE 
Se non siete sufficientemente megalomani, evitate di comprare il prestigioso premio Oscar. Che troverete davvero ovunque. 
turismo.it